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Autore: hikarigaoka    14/01/2021    1 recensioni
[Wakatoshi Ushijima x OC]
«Non credo di essere adatta per te, Wakatoshi»
[...]
Atsuko Sakai non aveva nulla da spartire con Wakatoshi Ushijima.
Era piccata, estremamente irrequieta e, con chi le andava a genio, terribilmente logorroica.
Non era particolarmente di bell'aspetto, di viso poteva anche definirsi "caruccia", ma non era certo graziosa e fatta di porcellana come le sue compagne.
Nonostante il suo distinguersi dalle coetanee, non sembrava attirare particolari attenzioni.
Era agli antipodi di Wakatoshi, silenzioso e sulle sue, che destava attenzione come se sulla sua testa vi fosse un cartello a neon con scritto "asso della Shiratorizawa e figone locale".
Chi avrebbe mai detto che di sarebbero ritrovati a chiedersi di restare?
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shiratorizawa, Wakatoshi Ushijima
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu e la pioggia.

- Ain't nothing please me more than you -

https://www.youtube.com/watch?v=IB8PfVf5UGY
(ascolto consigliato)
 

Da quella sera, Atsuko era diventata estremamente silenziosa.
Il che era parecchio strano.
Se ne accorsero tutti e tre e Ushijima era indubbiamente quello più preoccupato, sapendo della conversazione che avevano avuto la sera precedente.
Infatti, poco prima di salire sul treno di ritorno, aveva preso la ragazza in disparte e le aveva chiesto se stesse bene e se fosse turbata dalla bugia che le aveva detto, ma lei aveva scosso energicamente la testa e lo aveva assicurato di essere solo estremamente rilassata dall'intero viaggio.
Wakatoshi decise di crederle sulla parola e da lì preferì non domandarle più nulla.
Attualmente, tutti e quattro si trovano sul treno di ritorno a Sendai, non troppo affollato.
Sul vagone questa volta i posti sono semplicemente a file di due, perciò Atsuko siede insieme a Yukari una fila davanti ai ragazzi.
Ha tutta l'intenzione del mondo di dirle dell'epifania che aveva avuto la sera prima, ma prima si volta per assicurarsi che né Ushijima né Tendo fossero all'ascolto.
Per sua fortuna, la stanchezza era riuscita a sopraffarli ed entrambi dormivano come sassi.

"Ti vedo irrequieta. No, allo stesso tempo taciturna. Irrequieta e taciturna, non capisco molto bene!" le dice Yukari, lanciandole un'occhiata indagatoria.

Atsuko serra le labbra, poi guarda le sue mani incrociate sul suo grembo, le dita che giocano nervosamente l'una con l'altra.
Poi, si volta di nuovo per un secondo a controllare che i due dormano beatamente, e infine guarda di nuovo Yukari.

"Yukari-chan, sono nella merda, nella merda!" le dice, più sottovoce possibile.

"Oi, oi, calmati, e perchè parli così a bassa voce?" le chiede, toccandole una spalla per tranquillizzarla.

"Ora ti spiego, basta che non ti fai sentire da Ushijima" 

Yukari si guarda indietro, un po' confusa, ma poi annuisce e guarda negli occhi Atsuko in attesa di risposta.

"Beh, diciamo che mentre tu e Satori ve la spassavate allegramente ieri sera e no, non voglio sapere che cosa è successo, io e Ushijima abbiamo parlato"

"Poi ti racconto lo stesso, ma va avanti, che cosa vi siete detti?"

Atsuko lo nota benissimo, il bagliore negli occhi di Yukari al solo odore di novità, tipico suo.

"Sostanzialmente, mi  ha detto che il fatto che aveva passato le qualifiche ai nazionali era una balla-"

"Lo sapevo, ma Satori mi ha chiesto di non dirtelo"

"Che stronzetti!"

"Vai avanti"

Atsuko sospira, cerca di raccogliere un po' di coraggio per ammettere quanto realizzato la sera prima, e dal nervosismo incrocia le braccia e affonda l'esile corpo nel morbido sedile del treno.

"Dopo che mi ha detto 'sta cosa, mi ha fatto un discorso piuttosto profondo che non sto a ripeterti perchè sono affari suoi" Yukari sospira delusa "però...mi sono messa a piangere, ci siamo abbracciati e mi è sfuggito che gli voglio bene"

"Awww" sospira Yukari, poggiando una mano al petto, quasi commossa.

"No no, aw un corno! Vabbè, poi lui mi ha detto di chiamarlo Wakatoshi, e mi ha detto che mi vuole bene e mi ha chiamata Atsuko e..." la ragazza deve prendere un respiro per riorganizzare il suo turbinio di pensieri "e non so cosa sia successo da lì in poi, ho cominciato a sentirmi tutta strana e poi ho realizzato che..."

"Che?!" la incalza l'amica, che stava per venire sopraffatta da un probabile infarto.

"E ho realizzato che Wakatoshi mi piace, da morire..."

Gli occhi di Yukari sgranano, e Atsuko vede già il corpo dell'amica che si alza e la bocca che si spalanca intenta a cacciare un grido, perciò, per prevenirlo, gliela tappa con entrambe le mani.

"Sei impazzita?! Fa silenzio o lo svegli!" le sibila, mentre la castana annuisce sotto alle sue mani piantate in pieno volto.

Yukari mugugna qualcosa, per poi venire liberata.

"E' che lo sapevo, lo sapevo che sarebbe successo! Il mio intuito non sbaglia mai" sorride la ragazza, gli occhi luccicanti di felicità.

"Cos'è, ieri sera Satori ti ha magicamente trasmesso le sue abilità con la sua sali-"

"Atsuko!"

"Okay, scusa"

"Comunque è una bellissima cosa, sono veramente felice per te!" 

"Ma felice cosa? No no no no, è tremendo, è una tragedia!"

"Perchè?! E' così bello avere una cotta!"

Atsuko scuote la testa e affonda di nuovo nel sedile.
Sbuffa, per poi incrociare e voltare lo sguardo alla sua destra, verso il corridoio del vagone.

"E' che ti vorrei ricordare di una certa Hayakawa" mugugna, quasi come se ne vergognasse.

"Oh..." mormora Yukari, mordendosi il labbro inferiore.

"A lui piace Hayakawa, e se domani andrà a un appuntamento con lei è anche grazie a me che l'ho aiutato. Non potevo prevedere sarebbe andata a finire così, mi sono tirata la zappa sui piedi" si gratta nervosamente il dorso della mano sinistra con le unghie "anzi, non è vero. Aveva una cotta già da prima, non mi avrebbe calcolata lo stesso"

Yukari ha le sopracciglia piegate, che le donano un'espressione carica di preoccupazione verso l'amica. Non le piaceva vederla così, tanto era abituata a vederla sempre vivace e sicura di sè.

"Hayakawa poi è così graziosa, io invece? Mi ha detto addirittura che "le ragazze non dovrebbero parlare così", è ovvio quale sia il suo tipo. Al massimo io sono una sua grande amica. O amico"

"Atsuko-chan, dovresti proprio lasciar perdere quell'episodio"

"E invece no, conta eccome! E poi..." e qui abbassa ancora di più il tono di voce "non vado bene per lui...è bellissimo, piace a tutti, io invece sono una tavola da stiro che sta sul cazzo a mezza scuola"

Improvvisamente, Yukari la prende per le spalle, e la fa voltare con rapidità nella sua direzione in modo da incontrare il suo sguardo.

"Atsuko, basta con questa storia, non stai sul cazzo a nessuno" le dice, con determinazione.

"Sicura? A me non sembra"

"Ma no, ogni tanto ti guarderanno storta ma è perchè sei diversa, e va bene così" Yukari tenta di farle un sorriso incoraggiante, ma non riceve grande responso dall'amica, che alza le spalle nella rassegnazione.

"Non lo so Yukari, è che non voglio soffrire..."

A quell'affermazione, la ragazza le lascia le spalle, e l'espressione sul suo volto si rilassa.
Ma non è felice, è mortificata.
Il treno comincia a rallentare, erano arrivati finalmente a Sendai.
Atsuko si gira e scuote il ginocchio di Satori, seduto dietro di lei, che a fatica riesce a svegliarsi e di conseguenza fa alzare anche Wakatoshi.
I quattro scendono dal treno, piú stanchi di prima a causa del viaggio di nove ore, e tentano di sgranchirsi un po' le gambe prima di prendere la metro e tornare alla Shiratorizawa.
Mentre Atsuko trascina la valigia dietro di sé verso la fermata della metro, improvvisamente la maniglia le rimane in mano.

"Valigia del cazzo, lo sapevo che una manciata di yen al mercatino dell'usato erano una buffonata!" impreca, agitando in aria il pezzo di plastica.

Poco dopo, Ushijima le si affianca, guardandola abbastanza preoccupato.
Prima guarda la maniglia nella mano della ragazza, che agitata cosí poteva essere perfettamente un'arma, e poi la valigia distesa a terra.

"L' hai rotta?" le domanda.

Nel sentire la voce profonda del ragazzo, Atsuko ha un sussulto.
Da quando era arrivata a quella conclusione, era difficile per lei guardarlo come prima, ma di certo non lo avrebbe trattato diversamente.

"Eh no, ha deciso di abbandonarmi per suo volere" scherza, gettando la maniglia in un cestino nelle vicinanze.

"Ti do' una mano"

Senza aspettare risposta, Wakatoshi afferra la seconda maniglia della valigia, e la tira su.

"È pesante, quanta roba ti sei portata?" le domanda, anche se la pesantezza della valigia non sembra mettere  minimamente alla prova la sua fatica, tanto il suo fisico era scolpito.

"Un po'..." mormora la ragazza, guardando piuttosto intenerita come si prendeva cura di lei.

Ushijima non dice altro, riprendendo il passo con in mano la valigia di Atsuko.
La ragazza si sofferma a guardarlo un attimo.
Guarda la sua mano stretta attorno alla maniglia di stoffa della valigia, poi i suoi capelli castani sempre curati, la schiena ampia che si muove sotto il suo maglione bordeaux, e l'espressione risoluta sul suo volto mentre l'aiuta.

Diamineperchè devi essere cosí carino?

---

Oggi era il grande giorno, ma non di certo per Atsuko.
Dopo la sua epifania, era riuscita a trovare la serenità la sera stessa del suo ritorno a Sendai, dicendosi che avere una cotta per il capitano della squadra di pallavolo non era una tragedia.
Nella peggiore delle ipotesi, se la sarebbe fatta passare volente o nolente.
Per quanto riguardava il soffrire, invece, era arrivata alla conclusione logica che già il fatto che se lo stia aspettando attutirà il colpo, evitando di farsi del male del tutto.
Tuttavia, ora che si trova nel cortile della scuola completamente sola, non è più sicura di quanto pensato la sera prima.
E' il giorno dell'appuntamento di Ushijima e Hayakawa, si vedranno tra qualche ora alla bakery.
Attualmente il ragazzo si stava preparando per un allenamento speciale, e dopo di esso si sarebbe visto con lei.
Atsuko vede la ragazza passeggiare tranquillamente per il cortile.
E' bellissima, indubbiamente, una bellezza però a tratti nauseante.
Quel mezzo sorriso sul suo volto non le da un'aria molto sincera, sembra quasi che lo faccia per obbligo o per apparenza, però che fosse una ragazza anche gentile era risaputo.
Lei e Atsuko erano agli antipodi, due entità totalmente distanti l'una dall'altra.
Se Wakatoshi era interessato a quella ragazza, come poteva anche solo in un futuro interessarsi ad Atsuko?
La castana sospira, scostandosi una ciocca dei corti capelli dietro all'orecchio.
Si siede su una panchina sotto un albero verdeggiante e getta la testa all'indietro, fissando i raggi di luce che penetravano tra le fronde.
Il cuore non smette di battere da quando si era svegliata quella mattina, menomale che aveva fatto tutti quei monologhi interni di rassicurazione la sera prima!

"Scusami" dice una voce sconosciuta.

Atsuko riporta la testa davanti a sè.

"Si?" gli chiede, sorridendo gentilmente alla figura.

Non le sembra di averlo mai visto da quelle parti, il che è strano visto che non sembra proprio uno che passa inosservato.
Parecchio basso di statura e capelli arancioni, mai visto prima.

"Sai per caso dove si trova la palestra?" le domanda.

"Oh, è per di là" gli risponde, indicandogli con il dito la struttura alla sua destra.

"Grazie mille!" 

Detto questo, il ragazzo si allontana di corsa e lascia di nuovo Atsuko sola con i suoi pensieri.

Chissà se starò bene.

---

Ushijima entra nel piccolo locale, facendo tintinnare il campanellino dell'ingresso.
Si sente un poco fuori posto, in mezzo a quell'arredamento così grazioso e inglese, ma essendo piuttosto minimalista lo trovava anche piacevole.
D'altra parte, lei sembrava proprio nel suo elemento.
Già seduta, con indosso una camicetta rosa antico, i lunghi capelli biondo cenere ordinatamente pettinati che accennavano qualche boccolo.
I suoi occhi azzurri erano penetranti e fatti di ghiaccio sottile, accentuati da un poco di mascara, mentre le sue labbra erano leggermente piegate in un sorriso dolce.
Wakatoshi prende un respiro abbastanza agitato, e si dirige verso di lei.

"Ciao, Yasuko" la saluta, sfilandosi il lungo trench beige, per poi poggiarlo sopra la sedia.

"Ciao, Waka-chan, finalmente siamo riusciti a vederci" gli sorride lei.

Conversano, Hayakawa gli domanda del suo viaggio e gli chiede i particolari.
Lui racconta, e si interrompe un attimo per lasciare che una cameriera prenda i loro ordini.
Poi, Yasuko attacca a parlare, agitando ogni tanto la candida mano come se quello che sta dicendo non avesse poi tutta quell'importanza.
Wakatoshi in effetti, non ascolta molto, si perde a guardare la piccola pianta grassa nel vaso bianco poggiata sul tavolo a decorazione, poi fissa il fiocco rosato che chiudeva i tovaglioli attorno alle posate.
Hayakawa continua a parlare, e si ferma un attimo per fare in modo che la stessa cameriera di prima le poggi sulla tovaglia i pancake ai frutti di bosco che aveva ordinato, e il succo alla mela che si era limitato a prendere lo schiacciatore.
Poi, la giovane gli chiede della partita contro la Karasuno, di cosa faranno ora e di come si sta preparando per la sua carriera.
Lui le parla del Campionato Mondiale degli under 19, dove rappresenterà il Giappone, e di un futuro programma di allenamento.
Stranamente, non gli va troppo di parlare di pallavolo, almeno, non con Hayakawa.
Quando gliene parla, non sembra mai che lo ascolti sul serio, a dire il vero.
Lo sa che non è facile per qualcuno che di pallavolo non sa nulla, ma, come minimo, con Atsuko sembrava ci fosse del riscontro.
Sposta l'argomento di nuovo sul viaggio a Miyajima, e Yasuko gli fa qualche domanda su Atsuko e Yukari.
Wakatoshi non sembra afferrare il fatto che siano delle domande sonda per capire se possano rappresentare un reale intralcio tra loro due, un ragazzo normale avrebbe recepito quelle domande con molto piacere.
Parlano un'oretta, del più e del meno, di matematica e di vestiti nuovi, di pallavolo e del viaggio, e di carriere future.
Lei vuole fare la fashion designer, lui rimane sui suoi passi.
Quando lei gli racconta del suo sogno nel cassetto, la prima cosa che Wakatoshi pensa è "Atsuko invece vuole fare la scrittrice".
Non sa esattamente perchè gli sia venuto in mente, non ne ha la minima idea, però non si sta a domandare più di tanto il motivo.
Dopo che lei ha consumato i suoi pancakes e lui bevuto il suo succo, si alzano, Wakatoshi si infila di nuovo il trench che lo fa sembrare ancora più imponente e lei indossa la giacca jeans che aveva sempre con sè.
Ushijima si ricorda del consiglio di Atsuko, di aprirle lui la porta quando dovevano andarsene.
I consigli di Atsuko erano sempre stati tanti, sembrava sapere esattamente cosa piaceva a una ragazza, ma Wakatoshi non sapeva proprio che cosa facesse piacere a lei.


Non indicarla alla partita,  quando le dedicherai un punto. Potrebbe trovarlo esagerato. Personalmente però, se avessi un ragazzone a indicarmi in mezzo a una folla, credo proprio che mi scioglierei!

Ecco, forse quella era stata l'unica volta.
E' una bella giornata di sole, che riflette le onde dei lucenti capelli di Yasuko.
Sembra sempre così fuori dal mondo, vagamente estranea ma in senso positivo.
Vanno a fare una passeggiata lungo il fiume Hirose, l'atmosfera è rilassata e si sentono solo i rumori dell'acqua che scorre.
Per essere una giornata di metà novembre, sembrava un pomeriggio primaverile.
Parlano ancora un po', la voce di Hayakawa è sempre così morbida e delicata, a Ushijima piace particolarmente.
Del resto, è stato lui a volere quell'appuntamento.
Passeggiano ancora un po'lungo il fiume, poi si siedono su una panchina al sole.
Il tempo era passato, e anche abbastanza in fretta, tanto che tra poco il sole sarebbe cominciato a calare.
Hayakawa controlla l'ora sull'orologio, tra una mezz'ora sarebbero dovuti tornare ai loro rispettivi dormitori.
La ragazza sembrava impaziente, assolutamente non di tornare all'accademia, ma di qualcosa.
Guardava Wakatoshi con una certa insistenza, i suoi occhi azzurri vagavano sul suo viso.
Poi, il ragazzo si ricorda quello che le aveva detto Atsuko.

Hayakawa si aspetterà il bacio.

A quel pensiero, il suo cuore comincia ad accelerare, diventa nervoso e cerca di continuare la conversazione che stava intrattenendo con lei.
Hayakawa lo ascolta e annuisce, poi slitta un po' più vicino a lui e comincia a parlare.
Wakatoshi decide di fare una mossa e fa scivolare il braccio, prima poggiato sullo schienale della panchina, attorno alle sue spalle.
Le tocca la spalla con la mano, sembra così fragile sotto il suo tocco.
Poi Hayakawa smette di parlare, lentamente, e avvicina il volto a quello del ragazzo.
Lui fa lo stesso, piano piano.
Si baciano.

---

Atsuko e Wakatoshi decidono di vedersi venerdì, poco prima che la ragazza tornasse a casa sua per il weekend.
Sembrava passata un'eternità da quando lei si era scoperta provare dei sentimenti per lui, eppure nulla tra i due era realmente cambiato.
Si siedono sulla solita panchina del cortile della Shiratorizawa dove erano soliti vedersi per l'articolo.

"Quando lo pubblichi?" le domanda Wakatoshi, poggiando le mani sul legno della panchina

"In settimana, l'ho fatto leggere già ai compagni di club e sono molto soddisfatti"

"Bene, mi fa piacere"

Wakatoshi era solito apparire spesso nelle riviste di pallavolo, ma di interviste ne aveva rilasciate talmente poche da neanche ricordarsi. Di solito gli scatti pubblicati erano riprese di qualche partita. Le volte in cui gli avevano chiesto di posare non erano poche, anzi, erano fin troppe, contando che non solo il ragazzo era il miglior giocatore di pallavolo under 19, ma probabilmente anche il più bello.
Però non si era mai concesso, fare il modello non faceva certo per lui e si era solo lasciato fotografare con indosso la divisa rappresentante del Giappone.
Atsuko, d'altra parte, non vedeva l'ora di far pubblicare il suo articolo, sperando anche di far contento il ragazzo.
Stare vicino a lui, al momento, la faceva stare bene e serena, ed era tornata con la sua solita vivacità caratteristica. 

Ma c'era una cosa con la quale doveva fare i conti.

"Ieri sono uscito con Yasuko" esordisce lui, d'un fiato.

Atsuko sussulta nel sentire quel nome, forse perchè era il nome proprio di Hayakawa.

"E com'è andata? Dimmi tutto!" gli sorride, cercando di mantenere una certa apparenza.

"Beh,  l'ho portata in quel posto a mangiare. Abbiamo parlato, è stato piacevole.
Poi siamo andati a fare una passeggiata lungo il fiume. E' stata un bell'appuntamento nel complesso. Per quanto io ne sappia di appuntamenti"

Ushijima parla lento, sembra che stia cercando di trattenere  qualcosa, e Atsuko si insospettisce, ma decide di non domandare nulla.
E' lui a esordire di nuovo.

"Io e Yasuko ci siamo baciati"

Il cuore di Atsuko si incrina, spaccato a metà. Non sa se ha provato un emozione più forte adesso o quando si era scoperta cotta del ragazzo che ora le stava dicendo di aver baciato un'altra.

"A-ah..." sussurra, gli occhi sbarrati ma privi di espressione. Scuote la testa, deve ricomporsi, non può dimostrare la sua debolezza o lui capirà "fantastico! Te l'avevo detto io" gli sorride

"Sì, ho ascoltato il tuo consiglio"

"E com'è stato il tuo primo bacio?"

"Umido"

Atsuko ridacchia all'onestà del ragazzo nel descrivere in quel modo il suo primo bacio.

"Bruttarello come aggettivo"

"E' vero, era umido, più di quello non ti so dire"

Ushijima si ferma un attimo a riflettere, forse non è così che dovrebbe andare quando descrivi un bacio con la persona che ti piace.
O magari sì, non lo sa, non aveva mai baciato nessun altro prima.
Non sa cosa dovrebbe provare.
Si sente nervoso, non sa neanche perchè ha dovuto dirlo ad Atsuko.
Non si sarebbe fatto problemi a dirlo a qualcun altro, si era semplicemente baciato con una ragazza, ma dirlo ad Atsuko gli sembrava così sbagliato.
Come gli sembrava sbagliato il commento al bacio con Hayakawa, anche se non mentiva.
Non andava bene.

"Io comunque credo che tornerò nella mia stanza...sai, domani torno a casa per il week-end e devo preparare la borsa" inusualmente presto per Atsuko per organizzarsi.

Infatti, Ushijima rimane un attimo interdetto al veloce alzarsi della ragazza.
Prima di andarsene, gli fa un breve cenno con la testa.

"Allora ci vediamo lunedì?"

"Ok"

"Bene" Atsuko sorride e annuisce "allora ciao, Wakatoshi-kun, sono felice per te!"

"Grazie, Atsuko, ci vediamo lunedì"

Allora la ragazza si volta, e corre via.
Ushijima rimane fermo a guardarla, immobile e impotente.
Vede quella ragazza sempre piena di energia correre e andarsene, sente che c'è qualcosa di strano nell'aria. Intreccia le dita delle mani, poggia i gomiti sulle ginocchia, comincia a pensare e si perde nei suoi pensieri.
Poi, torna nella sua stanza, è vuota, Satori era con Yukari.
Mentre Atsuko è sul suo letto di dormitorio a sfogare qualche lacrima, lui si sdraia sul suo.
Fissa il punto dove tre settimane prima aveva sfiorato la mano ad Atsuko, poi fissa di nuovo un punto vuoto del materasso sovrastante.
Qualcosa non va decisamente.
L'immagine di lui che si bacia con Hayakawa ritorna alla sua mente, lei che gli afferra il viso con quelle mani sottili e fredde.
Poi, si rende conto che quelle mani non appartengono a Yasuko.
L'immagine si fa più vivida nella sua mente piena di nebbia, ma la visione di lui che bacia Atsuko sulla loro panchina, riesce a farsi strada nonostante tutto.
Riapre gli occhi,  Atsuko, sul suo letto, piange ancora.

Sono un idiota.

---

"Wakatoshi-kun, aspetta!"

"Non ho tempo, Tendo"

"Sì, ma ragiona un attimo. Non puoi prendere e andare così"

"E invece è quello che farò"

"Senti, so che sei su di giri e tutto, ma concediti un minuto per pensare"

"Satori, ho già pensato abbastanza"

"E rallenta con quella marcia da soldato! E con Hayakawa che hai intenzione di fare?"

"Le ho scritto un messaggio dove le dico tutto"

"Mio Dio che brutta mossa"

"Non importa, lasciami la spalla. Devo andare"

"Ma piove!"

"Come se mi importasse"

---

E' sabato pomeriggio, piove a dirotto.
Atsuko ha passato le ultime tre ore sdraiata sul letto di casa sua, a pensare, il petto vuoto.
Bello proprio, avere una cotta, se poi i risultati sono quelli.
Sospira, poi si alza e va in cucina a ingurgitare in un boccone l'ultimo budino al cioccolato rimasto, il terzo di quel pomeriggio.

Se non altro, mangio senza ingrassare.

Atsuko torna in camera sua, e per l'ennesima volta si sdraia sul letto.
Chiude gli occhi, vuole dormire cullata dal ticchettio della pioggia sulla finestra, e nessun altro suono.
Non c'è nessuno a casa, sua madre e suo padre erano andati a trovare una zia fuori città per quel pomeriggio.
Almeno aveva tempo per riflettere.
Allunga la mano affusolata davanti a sè, la fissa, prova a chiudere le dita a pugno, poi le stende di nuovo.
Incredibile come riuscisse a mancarle la sua presenza anche solo dopo un giorno che non lo vedeva.
Improvvisamente, qualcuno bussa alla sua porta.
Alza un sopracciglio, non dovrebbero esserci visitatori quel pomeriggio.
Dubbiosa, scende dal letto e si reca al piano di sotto ad aprire.

"Chi è?" domanda, prima di voltare la maniglia.

"Posso entrare?"

Atsuko riconosce immediatamente quella voce.
In fretta, apre la porta.

"Wakatoshi-kun?!" esclama dalla sorpresa.

"Oi"

Davanti a lei, un Wakatoshi Ushijima ancora vestito nell'uniforme bianca e viola della Shiratorizawa, totalmente fradicio.

"Ma come fai a sapere dove abito?!" gli chiede, sconvolta dalla visita inaspettata.

"Me l'ha detto Tendo"

"Tendo sa dove abito?!"

"Posso? Mi prenderò un raffreddore a stare qui fuori"

Nonostante una persona normale sarebbe morta di ipotermia al suo posto, lui sembrava impassibile e stoico anche sotto l'acqua scrosciante.

"Ma certo certo, entra" non appena il ragazzo fa due passi in casa, subito il pavimento di legno comincia a bagnarsi.

Del resto, essendo piuttosto giapponese vecchio stile, ogni angolo di casa di Atsuko era di legno e l'acqua non gli avrebbe certo fatto bene.

"Santo cielo, aspetta che ti prendo dei vestiti asciutti" farfuglia, per poi scattare al piano di sopra.

Atsuko torna poco dopo con in mano un paio di pantaloni della tuta neri e una t shirt bianca, che lancia al ragazzo seduto al tavolo del salotto.

"Toh, va in bagno a cambiarti"

Ubbidiente, Ushijima si alza e si reca al bagno, per poi tornare poco dopo con i vestiti nuovi.
Erano del padre di Atsuko, e nonostante Wakatoshi fosse un ragazzo estremamente ben piazzato, quegli abiti gli stavano leggermente larghi.

"Cavolo però, i tuoi capelli sono totalmente fradici. Aspetta qui"

Come prima, Atsuko si affretta verso il bagno mentre Ushijima siede di nuovo al tavolo del salotto, tentando di contenere le gocce d'acqua piovana che scendevano dalle sue ciocche di capelli.
La ragazza torna in fretta, trascina una sedia per lo schienale e la piazza davanti a lui.
Sono faccia a faccia, l'uno di fronte all'altra.

"Vieni qui" gli dice lei, prendendo un piccolo asciugamano bianco che aveva preso dal bagno.

Ushijima allunga leggermente il collo e lascia che Atsuko sfreghi i suoi capelli per asciugarli alla bell'e meglio.

"Si può sapere che ci fai qui tutto zuppo?" domanda che voleva fargli sin dal primo secondo in cui l'aveva visto fare capolino dalla porta.

"Volevo vederti" risponde semplicemente lui, facendo incontrare gli occhi color oliva con quelli nocciola di lei.

"Oh..." risponde semplicemente la ragazza, un lieve rossore che le attraversa le guance.

La sua visita le faceva piacere, ma non poteva credere che fosse lì solo per vederla, avrebbe potuto tranquillamente aspettare qualche giorno.

"Non credo che ad Hayakawa farebbe piacere" dice lei, continuando a sfregare "sai, è la tua ragazza e sapere che..."

"Non ho mai detto che era la mia ragazza"

"Ah..." boccheggia Atsuko "giusto"

"E anche se fosse, non mi potrebbe impedire di vederti" riprende lui, per poi chiudere gli occhi sotto il tocco della ragazza.

"Sei determinato come sempre" ridacchia lei.

"Domani devo partire" 

Atsuko si ferma un attimo, lasciando il panno a mezz'aria.

"Che? E dove vai?!" gli domanda, sbattendo le palpebre un paio di volte nella sorpresa.

"A Tokyo, solo per un paio di settimane, è per allenarmi al Campionato Mondiale Giovanile"

"Oh giusto, che tu rappresenti il Giappone. Certo che ne hai fatta di strada per arrivare fino a questo traguardo" 

Atsuko sorride, dando un'ultima sfregata ai capelli di Wakaotoshi.
Erano ancora umidi e ormai disordinati, ma almeno non sgocciolanti.
Lui riapre gli occhi, e lo sguardo che le dà le fa arrivare una stretta allo stomaco quasi dolorosa.
Il suo sguardo era incredibilmente penetrante, forte, sembrava la stesse mettendo a nudo in ogni sua debolezza.
Non riesce a dire niente, rimane immobile e ha modo solo di poggiare lentamente l'asciugamano sul tavolo accanto a lei.
Non riesce neanche a staccare lo sguardo da Wakatoshi, le spesse sopracciglia che si stringono vicino agli angoli degli occhi e gli conferiscono un'energia magnetica.

"Atsuko" esordisce Ushijima, non cessando quel contatto visivo.

"Si?" gli domanda Atsuko in un sussurro inusualmente carico di innocenza.

"Posso fare una cosa?"

Non le lascia il tempo di rispondere.
Lui si sporge, e lei capisce e prova a portare una mano in avanti.
Un attimo dopo averle delicatamente afferrato un polso con la mano, Ushijima bacia Atsuko.
La ragazza sussulta, gli occhi sbarrati nell'incredulità, mentre lui li tiene chiusi e rimane fermo sulle sue labbra in attesa di risposta.
Poco a poco, anche gli occhi nocciola di lei si chiudono, e il braccio prima tenuto fermo da Wakatoshi si va a intrecciare attorno al suo collo insieme all'altro.
Risponde al bacio, piano, incerta e nell'impaccio della prima volta.
Nonostante il freddo della pioggia, le labbra di Wakatoshi erano già tiepide e morbide sulle sue, era piacevole.
E' un bacio lento, delicato, come se avessero paura di rompere qualcosa, ma non per questo un bacio davanti al quale provare indifferenza.
La realizzazione di quel gesto le arriva però un poco più tardi.

Sto baciando Wakatoshi.

Sta baciando il ragazzo per il quale aveva versato lacrime solo un giorno prima.
E allora sente il battito cardiaco che accelera precipitosamente, le guance acquistare colorito, e scommette che sotto le sue palpebre le sue pupille sono dilatate.
Lo stomaco si stringe di nuovo, come quando si era accorta di essere pazza di lui, come quando lui l'aveva guardata così intensamente prima di sporgersi per baciarla sulle labbra.
Le sue dita sono intrecciate attorno alla nuca di Ushijima, leggermente umida dall'acqua piovana, e si piegano lentamente ad accarezzare i suoi capelli corti e ruvidi in quel punto.
Si separano, si guardano negli occhi per un secondo fugace, poi lui allunga il collo per lasciarle un ultimo bacio sfuggente sulle labbra e ritirarsi.
Le mani sottili di Atsuko sono ancora attorno alla sua nuca, aggrappate e lui mentre la sua schiena resta inarcata in avanti per restargli vicino.
I loro nasi ancora si sfiorano, le loro fronti ancora si toccano, ma i loro occhi sono chiusi a differenza delle labbra che tentano di prendere fiato.

"Mi piaci tantissimo, Atsuko"

E' tutto ciò con cui Ushijima riesce a giustificarsi

   
 
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