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Autore: nevertrustaduck    14/01/2021    0 recensioni
Storia ispirata all'omonimo mobile game, ma ambientata in un universo alternativo privo di magia. Contiene spoiler del quinto anno.
High School!AU dove Hogwarts è un semplice liceo di Hogsmeade e alcuni tra i personaggi principali del gioco rimangono coinvolti in una fitta rete di segreti e di misteri.
Daisy Oswald spera di poter vivere ad Hogsmeade la vita di una normale adolescente, lasciandosi alle spalle la ricerca delle Sale Maledette. Purtroppo, però, i suoi piani verranno stravolti dall'arrivo di un messaggio anonimo, che la costringerà a stringere un patto con Merula Snyde, una ragazza misteriosa che sembra covare la sua dose di segreti.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Daisy era sicura che ci fossero modi ben peggiori per iniziare il nuovo anno scolastico, ma doveva ammettere che ricevere un messaggio anonimo non era mai stato in cima alla lista dei suoi desideri.

Non aveva neanche fatto in tempo a svegliarsi per bene che quel biglietto aveva attirato la sua attenzione, ben incastrato nel telaio della finestra della sua camera da letto.


So cosa hai fatto.


Così recitava il messaggio scritto con dei ritagli di giornale incollati sul foglio alla bell’e meglio. 
Molto conciso e decisamente troppo vago. Sufficientemente minaccioso da poter essere ricollegato al peggiore degli scenari.
Eppure non aveva mai fatto parola con nessuno della sua vita prima del trasferimento.

Quando i suoi genitori le avevano comunicato che sarebbero andati a vivere a Hogsmeade, Daisy aveva davvero creduto che quella potesse essere l’occasione perfetta per ricominciare. In un ridente villaggio della campagna scozzese nessuno avrebbe parlato di Sale Maledette, di suo fratello Jacob o di quello che era successo a Londra appena un anno prima. 
Evidentemente il mondo era più piccolo di quanto immaginasse.

Aveva infilato di corsa il messaggio tra le pagine della sua agenda ed era corsa a scuola, lasciandosi tormentare dai dubbi durante tutto il tragitto. Parte di lei si domandava chi potesse essere il mittente misterioso e come avesse fatto ad avere delle informazioni sul suo conto, la parte più razionale, invece, cercava di spiegare il gesto come un semplice scherzo di dubbio gusto. Ad ogni modo, doveva venire a capo della faccenda il prima possibile.

Non sapeva se parlarne o meno con qualcuno. I suoi genitori erano già abbastanza impegnati al lavoro e, dopo la storia di Jacob, sicuramente non volevano avere altri grattacapi. I suoi nuovi amici, d'altro canto, avrebbero ascoltato volentieri tutta la storia, ma Daisy ancora non si sentiva pronta a vuotare il sacco. Era arrivata a Hogsmeade solo da pochi mesi e uno stupido messaggio criptico non le avrebbe portato via la calma e la leggerezza che l'avevano accolta.

Jacob avrebbe saputo cosa fare. Ne avrebbe parlato volentieri con lui se solo non fosse scomparso, smettendo per giunta di rispondere ai suoi messaggi. Sospirò ed entrò nel cortile della scuola, ci avrebbe pensato più tardi.

Hogwarts si stagliava nella sua possente imponenza verso il cielo terso di fine estate, il cortile iniziava a popolarsi di studenti e un brusio crescente riempiva l’aria di entusiasmo e di anticipazione per il nuovo anno.

Daisy si diresse verso il vecchio platano, il punto dove aveva iniziato a ritrovarsi con Andre e Penny prima dell’inizio delle lezioni. 
Penny Haywood e Andre Egwu erano state le prime persone con le quali aveva stretto amicizia. Entrambi facevano parte del consiglio studentesco e, coinvolgendola negli eventi che avevano organizzato, erano riusciti a farla sentire a casa fin da subito.
Come previsto, li trovò lì ad aspettarla, che parlavano tra loro con fare cospiratorio.

Non appena Penny la vide, le corse incontro e le buttò le braccia al collo, rischiando di farle perdere l’equilibrio. Era impossibile non sorridere di fronte al suo entusiasmo.

“Ehi, guarda che ci serve tutta intera!” Le ricordò Andre alle sue spalle. 

Come al solito, il ragazzo aveva deciso di far sfigurare l’intera scuola indossando un blazer e una sciarpa leggera coordinata al colore della cintura. Avrebbe potuto mettere anche un sacco dell’umido e farlo diventare una capo di tendenza, d’altronde c’era un motivo se era stato soprannominato “il mago dello stile”.

“Allora, di chi stavate sparlando?” chiese Daisy ridacchiando. Sapeva bene che quei due, quando erano insieme, sapevano trasformarsi nelle allegre comari di Hogsmeade.

“Stavo solo raccontando a Penny che quest’estate qualcuno si è intrufolato di notte nel giardino di Hogwarts” le spiegò Andre. “Ma pioveva così tanto che uno dei rami del platano si è spezzato e per poco non l’ha preso in testa”.

“Gazza ha visto tutto” si affrettò a confermare Penny.

“E chi era?”

“Non si sa, l’ha visto solo di sfuggita, ma adesso tutti chiamano il nostro alberello il platano picchiatore. Non è divertente?” continuò l’altra con una risata. Poi smise all’improvviso, restando imbambolata a fissare un gruppo di studenti.

Daisy si voltò in quella direzione, scoprendo che l’interesse di Penny era rivolto ad alcuni membri della squadra di nuoto che stavano camminando nella loro direzione. Riconobbe Skye Parkin, una delle atlete più brave, e Barnaby Lee, un ragazzo che faceva parte del loro gruppo più esteso di amici. Probabilmente avevano qualcosa da dire ad Andre, visto che anche lui faceva parte della squadra.

“Ehi, Andre” disse infatti Skye quando i due li ebbero raggiunti. “L’allenamento di oggi è confermato, ci vediamo dopo”. La velocità che la caratterizzava in vasca faceva capolino dai modi sbrigativi che usava sulla terraferma. Era un tipetto scattante, con le punte dei capelli corti colorate di un azzurro brillante.

“A dopo, allora” rispose Andre, prendendo nota.

Barnaby la salutò con un cenno della mano, a cui Daisy rispose con un sorriso. Erano usciti insieme un paio di volte in primavera, ma da allora erano rimasti semplici amici.
Penny rimase immobile per tutto il tempo, tenendo stampato in faccia un sorriso che ormai iniziava quasi a sembrare una smorfia.

“Visto? È semplice” disse Andre bisbigliando non appena i due si furono allontanati abbastanza. “È possibile salutare qualcuno senza andare completamente nel panico” continuò, rivolgendosi a Penny.

“Non sono andata nel panico!” sbottò lei risentita. “Sono solo una grande fan della squadra di nuoto. Il padre di Skye Parkin è stato un campione olimpico, non so se mi spiego” continuò prendendo a girare nervosamente tra le dita una delle trecce bionde.

“Guarda che non c’è niente di male se hai una cotta per lei” le ricordò il ragazzo.

Penny incrociò le braccia e alzò gli occhi al cielo spazientita. “Quante volte devo ripetertelo? Non ho una cotta per Skye!” disse alzando il tono solitamente pacato di un paio di decibel.

Daisy aveva già assistito a quel teatrino almeno una decina di volte. Andre voleva divertirsi a fare da Cupido e Penny negava ogni cosa, di volta in volta più infervorata.

Di certo quando Skye era nei paraggi si comportava sempre in modo strano, ma questo non significava che avesse una cotta per lei, forse la metteva soltanto in soggezione. Se non fosse stato così, Daisy era sicura che Penny non avrebbe esitato a parlarne con lei e con Andre, visto che erano i suoi amici più fidati. O almeno così diceva sempre.

“Ma quella è Merula Snyde?” chiese Penny all’improvviso, probabilmente per cercare di distogliere l’attenzione da sé.

“Chi?” Chiese Daisy, non avendo mai sentito quel nome.

Penny le indicò con un cenno del capo la ragazza che stava entrando a scuola in quel momento. Era esile e vestita di scuro, con i capelli corti spettinati. Nella frangia aveva un ciuffo più chiaro e si guardava intorno accigliata. Daisy pensò che stesse affrontando il rientro a scuola con fin troppa serietà.

“Merula Snyde. Fa l’ultimo anno come noi, ma è andata via da scuola più o meno quando sei arrivata tu. L’avrai mancata per un soffio” si affrettò a spiegare Andre.

“E perchè è andata via?”

“Nessuno lo sa, non è un tipo socievole. Credo che parli solo con l’amica di tua sorella” disse il ragazzo, rivolgendo a Penny l’ultima frase.

“Già, non me lo ricordare” sospirò lei. “Non mi piace molto l’influenza che Ismelda ha su Bea”.

Beatrice era la sorella minore di Penny e non stava esattamente seguendo le sue orme per diventare la prossima rappresentante del consiglio studentesco. Penny pensava che sua sorella stesse avendo soltanto una fase di ribellione, ma aveva capito che impedirle di passare del tempo con Ismelda avrebbe soltanto peggiorato la situazione.

Daisy poteva capire quel tipo di apprensione. Si ricordava di come suo fratello tenesse particolarmente a conoscere i suoi amici, per accertarsi che non la facessero finire in qualche guaio. Ironia della sorte, alla fine nei guai c’era finito lui.

La campanella suonò, avvisandoli che le lezioni sarebbero cominciate a breve.

“Andiamo” disse Daisy esortando gli altri due. “Sarà meglio non fare tardi”.

   
 
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