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Autore: _Layel_    29/01/2021    2 recensioni
Quando Touya ferma sua madre dall’ustionare Shouto, decide che quando è troppo è troppo. Deve uscire da quella casa e portare il suo fratellino con sé. 
[AU! Canon Divergence, Dabi è Touya Todoroki] [No manga spoiler]
Dabi/Hawks, Bakugou Katsuki/Midoriya Izuku/Todoroki Shouto
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Dabi, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Seconda Parte: Capitolo Uno

 

Shouto stava giocando con Izuku agli eroi, saltò sul suo letto e proclamò a gran voce che era l’eroe numero uno quando bussarono forte alla porta. Shouto aggrottò la fronte al forte suono e guardò l’orologio sul comodino di Izuku. Era tardi, troppo tardi perché qualcuno facesse tanto rumore.

 

Saltò giù dal letto e si scambiò uno sguardo con Izuku. I due sgattaiolarono verso la porta chiusa della stanza e la aprirono lentamente. Abbastanza da permettere a entrambi di sbirciare fuori, mentre Inko si affrettava per l’appartamento nella sua camicia da notte rosa. Aprì leggermente la porta prima di sussultare e spalancarla.

 

Shouto strinse i pugni quando vide i poliziotti fermi nell’ingresso. “Midoriya Inko?” Sentì. Quando zia Inko annuì, l’uomo fece un passo avanti. “Siamo a conoscenza che si prende spesso cura di Yamada Shouto. Al momento si trova nella sua residenza?”

 

A Shouto tremarono le mani e si allontanò velocemente dalla porta. Gli occhi verdi di Izuku lo guardarono con preoccupazione mentre zia Inko rispondeva. “Si, è qui. Qualcosa non va?” Sussultò rumorosamente. “È- è successo qualcosa a Touya?”

 

“Signora, dovremmo parlare con Shouto-“

 

“Touya disse che mi aveva registrata come contatto di emergenza-“

 

“Vorremmo parlare con Yamada Shouto.”

 

Inko tirò su col naso e poi si sentirono suoni di passi. Shouto fissò la porta, volendo che si chiudesse a chiave. Non gli piaceva tutto questo. Le mani gli tremavano e aveva una strana sensazione nel petto. Respirare si stava facendo difficile. Voleva solo… che la porta si chiudesse. Voleva che la polizia se ne andasse.

 

Voleva Touya.

 

“Shouto, tesoro, puoi venire qui?”

 

No. No, non voleva andare là.

 

“Shouto?”

 

La porta si aprì e Inko entrò nella cameretta, gli occhi rossi e le guance rigate di lacrime. “Shouto,” sussurrò, facendolo avvicinare e abbracciandolo stretto. “Dobbiamo parlargli. Andiamo.”

 

 No. No, no, no…

 

“Yamada Shouto?” Chiese lo stesso ufficiale di polizia. Shouto annuì e sentì il bisogno di fuggire quando vide l’occhiata che i due poliziotti si scambiarono. “Shouto, perché non esci in corridoio con il mio collega mentre io parlo con Midoriya-san?”

 

“No.”

I due uomini sbatterono le palpebre alla secca risposta e si scambiarono un’altra occhiata. “Shouto…” mormorò zia Inko.

 

“Sarà solo per un momento,” disse il secondo uomo, intervenendo per la prima volta. “Watanabe-san deve parlare con Midoriya-san solo per un momento.”

 

“Vai,” zia Inko disse con un sorriso tremolante mentre spingeva gentilmente Shouto verso il poliziotto. Shouto si sbilanciò in avanti, ogni fibra del suo corpo che gli diceva di andarsene, di scappare e fare qualsiasi cosa per evitare di uscire dalla porta dei Midoriya.

 

Appena mise piede fuori, seppe di aver avuto ragione.

 

“No!” Urlò, girandosi e correndo verso il suo appartamento. Tirò la porta, sapeva che era chiusa a chiave, ma doveva provare ugualmente, pregando che Touya fosse tornato. Quando la porta non si aprì, iniziò a correre di nuovo ma una grande, ustionante mano gli afferrò il braccio e lo strattonò indietro. Attivò istintivamente il suo Quirk, mandando ghiaccio verso l’uomo che vedeva ogni notte nei suoi incubi, ma non sembrò avere alcun effetto.

 

“Shouto! Basta!” Tuonò Endeavor, tirando Shouto indietro con uno strattone. Shouto gridò quando sentì la spalla ruotare ma Endeavor rafforzò la presa e lo trascinò verso le scale. Shouto gridò di nuovo ma la porta dei Midoriya rimase chiusa con i poliziotti fermi davanti ad essa.

 

“Lasciami andare!” Shouto urlò mentre veniva trascinato per le scale. Girò le caviglie e provò a piantare i piedi ma inciampò negli scalini.

 

“Shouto!” Endeavor gridò di nuovo e Shouto non poté evitare di indietreggiare mentre il fuoco esplodeva sull’uomo davanti a lui. Gli tornarono alla mente le fiamme che lo circondavano, le ustioni che diventavano cicatrici, le urla…

 

Cercò disperatamente di liberarsi dalla stretta di suo padre. Se solo fosse riuscito… avrebbe potuto scappare. Potrebbe correre verso la stazione e prendere il primo treno. Potrebbe chiamare il numero di emergenza che Touya gli aveva dato e aspettare suo fratello. Se suo padre sapeva dei Midoriya probabilmente sapeva anche dei Bakugou… quindi avrebbero dovuto andare…

 

Ma non poteva liberarsi. Sentì la pelle bruciare quando le fiamme di suo padre gli arrivarono sul braccio, sentì il calore scorrere sul suo corpo e provò a raffreddarsi con il ghiaccio. Si guardò intorno frenetico, sperando che ci fosse qualcuno che potesse aiutarlo, ma tutto ciò che vide furono altri poliziotti e eroi che evitavano il suo sguardo.

 

E poi vide Touya.

 

Gli occhi di suo fratello erano spalancati in agitazione mentre realizzava cosa stava succedendo. Shouto seppe immediatamente che non sarebbe importato cosa gli fosse successo. L’importante era che Touya se ne andasse da lì. Suo padre non sarebbe stato compiaciuto e Shouto non voleva che Touya venisse ferito. Amava suo fratello più di tutto e l’unica cosa importante era che Touya riuscisse a fuggire.

 

“È lui,” Endeavor abbaiò al poliziotto vicino a lui e gli occhi di Shouto si spalancarono.

 

“Touya! Scappa!” Gridò.

 

“Tu ingrato-“ scattò Endeavor. La mano che non stava stringendo Shouto si alzò e lanciò un muro di fiamme verso il figlio maggiore. Shouto urlò quando vide il corpo di Touya divampare in luminose fiamme blu e suo fratello iniziò a correre verso di loro. Shouto poteva vedere la pelle di suo fratello bruciare, poteva vedere il modo in cui quelli vicino a lui urlavano e indietreggiavano.

 

E poi vide l’eroe muoversi dietro a suo fratello e dargli un pugno sulla nuca.

 

Touya si schiantò al suolo e l’unica cosa che Shouto poté fare fu gridare.

 

“Touya!” Urlò Shouto mentre si svegliò di soprassalto, il fiato corto e il cuore che gli martellava freneticamente nel petto. Il suo respiro era visibile nell’aria gelida e Shouto si guardò intorno per vedere la stanza coperta di un sottile strato di ghiaccio. Stanza. Prigione. Chiamatela come vi pare.

 

Era bloccato qui.

 

Fuyumi gli disse che era la sua camera, ma Shouto si era rifiutato di chiamarla così. Si era rifiutato per gli scorsi quattro anni.

 

Perché questa non era casa sua.

 

Casa sua era con suo fratello.

 

“Shouto? Tutto bene?”

 

Lo sguardo di Shouto volò verso la porta mentre qualcuno stava provando ad aprirla. Non si sarebbe mossa, non con la quantità di ghiaccio che la sigillava. Shouto non alzò un muscolo per riscaldare la stanza. Non voleva farlo.

 

E non potavo costringerlo.

 

“Shouto?” Natsuo sospirò e si sentì un tonfo. Shouto immaginò che suo fratello avesse colpito di nuovo la porta, oppure ci avesse sbattuto la testa. “Io voglio solo… solo dimmi se stai bene.”

 

“Bene,” rispose Shouto, assicurandosi di mantenere la sua voce piatta nonostante le sue mani stessero ancora tremando e la sua mente continuasse a rivivere l’ultimo momento in cui aveva visto il suo amato fratello. Il modo in cui l’eroe l’aveva colpito, com’era collassato al suolo, le fiamme che si estinguevano.

 

Shouto non l’aveva visto muoversi.

 

Endeavor aveva urlato qualcosa all’eroe ma Shouto era troppo sotto shock per notare cosa fosse. Non poteva spostare lo sguardo, pregava che Touya si alzasse e che potessero scappare, ma non successe. Incontrò due persone che non conosceva ma di cui ricordava le voci. Fuyumi lo strinse subito in un abbraccio e gli disse quanto gli era mancato ma Shouto la allontanò subito. Lei non gli piaceva. Non gli piaceva nessuno di loro. Voleva solo suo fratello.

 

La sua vita cambiò drasticamente dopo quella notte. Shouto smise di andare a scuola e ricevette un insegnamento privato. Non vide Izuku o Katsuki, non gli era permesso di contattarli- non gli era nemmeno permesso lasciare la villa. I suoi giorni consistevano in tutori privati e allenamenti con suo padre o con uno dei suoi aiutanti. Le sue lenti sono state confiscate, lasciandolo con gli occhi multicolori che a malapena si ricordava di avere. I capelli crebbero per rivelare il rosso e il bianco, i colori gli facevano venire la nausea ogni volta che si vedeva nello specchio. Non conosceva quella persona. Quello era Todoroki Shouto.

 

Non voleva essere Todoroki Shouto.

 

Era passato dal parlare con i suoi amici e suo fratello tutti i giorni, dall’essere in una classe piena di suoi coetanei, alla completa solitudine. Suo padre gli aveva detto, in più di un’occasione, che doveva interrompere le brutte abitudini che Touya gli aveva inculcato. Vedeva occasionalmente Fuyumi e Natsuo, solitamente alla sera tardi quando sgattaiolavano nella sua stanza.

 

Shouto non voleva aver nulla a che fare con loro.

 

I passi di Natsuo se ne andarono e Shouto finalmente poté coricarsi, raggomitolandosi su un fianco e chiudendo gli occhi. Dubitava che sarebbe riuscito a riaddormentarsi, ma non sarebbe uscito dalla stanza finché non lo avrebbero tirato fuori. 

 

Shouto sospirò e chiuse gli occhi. Voleva che zia Inko o zia Mitsuki gli dicessero che era tutto a posto. Voleva che Izuku gli si rannicchiasse accanto. Voleva che Katsuki urlasse contro suo padre e che dicesse a Shouto che doveva alzarsi e combattere.

 

Voleva Touya.

 

 

 

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N/T:  :’)  

Il prossimo capitolo uscirà lunedì (o forse anche prima)!

   
 
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