Capitolo
14 - The
Predators -
Nikko1
era particolarmente silenziosa.
Proseguirono
sul ponte Shinkyo, guardandosi
attorno con sospetto.
Lì
sarebbe dovuto avvenire l’incontro, ma di lei
non c’era traccia.
Reiji
ricordava fossero neri, ma ora, sotto il chiarore della luna,
sembravano
assumere sfumature di blu.
I
suoi occhi, rossi come il sangue, scrutarono i due Sakamaki.
Shu
osservò la scena con un cipiglio: immaginava che il fratello
l’avrebbe respinta
con decisione, invece rimase inerme, rendendo il tutto ancora
più inaspettato.
Riuscì
a trattenere a stenti un sorriso, quando notò
l’aria attonita dell’altro.
“Quanto
tempo Rei. –,
esordì la vampira –
immagino non sia una visita di piacere.”
Ripeté
Shu, quasi offeso, poiché Reiji non permetteva neppure a
lui, suo fratello, di attribuirgli
strani
nomignoli.
Ma
Reiji trascurò quel dettaglio, concentrando la sua
attenzione sulla ragazza.
“Sono
spiacente, Edith, non lo è.”
Reiji
parve in difficoltà, forse per la prima volta nella sua
vita, imbarazzato.
Shu
si schiarii la voce, Edith notò solo in quel momento la
presenza dell’altro.
“Shu
Sakamaki.”, si presentò.
“Oh
uno dei tuoi tanti fratellastri.”
“No,
noi siamo fratelli di sangue.”, rivelò Reiji,
beccandosi un’occhiataccia da
entrambi.
“Non
mi avevi detto di avere un fratello.”
“Ora
lo sai –, tagliò corto il vampiro –
abbiamo bisogno di informazioni riguardo
una vampira.”
“Sospettiamo
di sì -, intervenne Shu – la sua
abilità nella lotta superava di gran lunga la
mia.”
“Aveva
i capelli biondi e gli occhi dorati.”, aggiunse Reiji.
“È
abbastanza vaga come descrizione.”
Ciò
che sapevano per certo, era che qualcuno l’aveva assoldata
per ucciderli, o
quantomeno per fare fuori Shu.
Era
con lui che se l’era presa, dopotutto.
Se
l’avessero trovata, forse avrebbero potuto scoprire chi l’aveva ingaggiata.
“Credo
di sapere di chi si tratti.”
I
due Sakamaki attesero impazienti.
“Si
fa chiamare “La Dama”,
è famosa tra i
Predatori, porta sempre a termine
l’incarico che le viene assegnato.”
Questo
significava che avrebbe continuato a dargli la caccia?
“Oh
sarà lei a trovarvi di nuovo.”,
annunciò Edith, confermando i sospetti di Shu:
quella bionda non si sarebbe arresa facilmente.
“Solitamente
chi è che vi assume?”
Edith
parve rifletterci.
“Di
solito si tratta di persone che non vogliono sporcare le proprie mani,
e ricorrono
ai Predatori.”
A
quella notizia, Reiji scartò definitivamente suo padre dalla
lista degli
indiziati: Karl Heinz era il re dei
vampiri, non aveva bisogno di ricorrere a vampiri mercenari
per faccende
simili, aveva già i suoi “seguaci”,
pronti a servirlo.
Ma
di chi altro avrebbe potuto trattarsi?
Edith
raccolse la sua lunga chioma di capelli da un lato e guardò
di sbieco il biondo.
“Si,
è un’opzione.”
I
due fratelli si scambiarono un’occhiata, decidendo il da
farsi.
Shu
concordò.
Così
si congedarono con la Predatrice.
“Spero
che il prossimo incontro sarà una visita puramente di piacere.”
E
senza attendere una risposta, depositò un lungo bacio sulla
guancia del
vampiro, prima di girare sui tacchi e mescolarsi col buio della notte.
Feci
di sì col capo, mentre Ruki ricapitolava la faccenda.
“E
non hai la più pallida idea del perché tu ce li
abbia.”
Assentii
nuovamente.
Ayato
non aveva avuto il tempo di ascoltare tutta la vicenda,
perché Kou l’aveva
mandato ad assistere il fratello.
Io
sedevo sul divano, completamente immobile, incapace di parlare, con gli
occhi
rossi e gonfi per il pianto, che era cessato per lasciare il posto al nulla più totale.
Aprii
la bocca, ma le parole mi morirono sulle labbra: ciò che
più mi terrorizzava,
era non sapere affatto cosa fossi in grado di fare.
Credevo
che il tutto si limitasse a piccoli fiori e gabbie di rami poco
efficaci.
Ma
avevo spezzato le ossa di Kanato
con
quelle liane.
Lo
fissai senza parlare, Ruki mi interrogava come se conoscessi tutte le
risposte.
Lo
vidi avvicinarsi e scuotermi per le spalle.
“Se
non dici nulla non posso aiutarti! –, mi
rimproverò. – Da cosa credi dipendano
questi poteri?”
“Non
lo so! –, esclamai spazientita – Non ne ho idea, lo
capisci?”
“L’hai
sentita? Lasciala in pace ora.”
Ruki
si scrollò di dosso la mano dell’albino,
lanciandogli un’occhiata poco
rassicurante.
“Sto
provando ad aiutarla, a differenza tua.”
“Anche
io voglio aiutarla, ma non in questo modo.”
I
due si fissarono rabbiosi, come due gatti pronti ad azzuffarsi.
Intrecciai
le sue dita con le mie e poggiai il capo sulla sua spalla.
Azusa
non era di certo il vampiro più affettuoso, tra i presenti,
ma non mi sarei
potuta comportare allo stesso modo con nessun’altro: non
potevo scegliere ne’
Ruki, ne’ Subaru.
Mentre
con Kou e Yuma non avrei provato la stessa tenerezza che riusciva a
trasmettermi il minore dei Mukami.
“Ma
dobbiamo capire- ”
“Lo
faremo. – interruppi Ruki – Ma domani. Ho bisogno
di riposare.”
Senza
aspettare il suo consenso, mi avviai su per le scale, ignorando lo
sguardo
inquisitore di Kou e quello di Yuma.
“Devo
stare da sola, Subaru.”
I
suoi occhi rossi mi scrutarono per qualche istante, poi, con un piccolo
cenno
del capo, scese nuovamente la rampa di scale.
Ero
stanca.
Tuttavia,
prima di rifugiarmi nel letto, presi il cellulare e contattai Natalie,
per
avere notizie da suo padre.
Scrissi
anche a Yuki, per scusarmi, e anche lei mi ripeté di non
preoccuparmi.
Quasi
mi sentivo in colpa per avere quelle due splendide amiche, nella mia
vita.
Ma,
oltre a Takeshi, la vita non mi aveva mai donato molto, anzi, mi aveva
tolto.
La
mia vera madre mi era stata portata via.
La
normalità, la serenità mi erano state strappate
via.
Raito
mi era stato portato via…
Piansi
disperata, ma non mi rifugiai nel letto, come avevo progettato, corsi
invece
fuori dalla stanza, sperando di non incontrare nessuno lungo il
tragitto.
Mi
precipitai fuori dalla villa, andando a nascondermi nel roseto: non
c’era ombra
di Subaru e ne fui sollevata.
Avevo
bisogno di stare da sola con me stessa.
Mi
rannicchiai sul pavimento freddo, portando le ginocchia al petto e
abbracciandole.
Piansi
a lungo.
La
sua voce.
Nikko1:
Villagio giapponese vicino Tokyo, dove è presente un lungo
ponte rosso (ponte
Shinkyo)
Predatrice2:
Ho deciso di creare una sorta di gilda, dove vampiri addestrati a
combattere
mettono a disposizione le loro capacità in cambio di denaro,
possiamo definirli
mercenari, ma il loro nome specifico è
“Predatori”.