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Autore: komova_va    01/02/2021    2 recensioni
Raccolta di one-shot ambientate durante la terza stagione del Daily che vedono come protagonista Stefania e si propongono di ritrarre alcuni missing moments del programma, perlopiù semplici momenti di vita quotidiana, e di esplorare il suo rapporto con Irene e Dora.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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[Daily 3x76/3x77]

Era il secondo giorno di febbraio a Milano, una giornata d'inverno come tante altre. Il mese di gennaio era trascorso così velocemente che Stefania a momenti non se n'era accorta, tra la fine del periodo natalizio, i gossip sul rapporto tra Irene e Rocco, i preparativi del matrimonio di Cosimo e Gabriella. Se la Stefania di un anno prima avesse potuto vedersi adesso, probabilmente avrebbe stentato a crederci: lavorava come commessa in un grande magazzino di Milano, era stata al circolo con Federico, presto avrebbe partecipato ad uno dei matrimoni più esclusivi dell'anno; forse sarebbero addirittura uscite delle foto sulle pagine della cronaca di Milano! O perlomeno così le aveva detto Dora. Stefania non sapeva se crederci o meno, perché l'idea che una sua conoscente comparisse in una rivista così prestigiosa le sembrava ancora qualcosa di fuori dal mondo, a cui doveva ancora pienamente abituarsi.

Eppure, in quella fredda giornata invernale milanese lo stato d'animo di Stefania era tutt'altro che preso dall'entusiasmo per l'euforia del momento. O per meglio dire, lo sarebbe stato, in condizioni normali. Mentre aspettava Irene all'entrata del Paradiso per andare a mangiare un panino con lei in caffetteria, Stefania osservava malinconica la strada semi deserta che si dispiegava davanti ai suoi occhi sotto il grigio delle nuvole e pensava che invece il suo stato d'animo era tremendamente simile al tempo di quell'infausta giornata di febbraio: grigio, cupo, malinconico. Triste, in un certo qual modo. Quella mattina aveva fatto del suo meglio per mettere le sue emozioni da parte e mostrare larghi sorrisi accoglienti alle clienti che venivano per farsi consigliare nella scelta degli abiti o anche solo per dare un'occhiata in giro e occupare il loro tempo (ormai Irene le aveva insegnato bene come distinguere i due tipi, e anche quali fossero gli atteggiamenti più consoni e gli accorgimenti da adottare in entrambi i casi), ma adesso che non aveva più nessuno da compiacere né mansioni urgenti che richiedessero la sua attenzione, la tristezza che si portava dentro era tornata a farsi sentire in modo più accentuato (e le pessime condizioni atmosferiche certamente non aiutavano).

Se si soffermava a pensarci un attimo, Stefania non sapeva cosa fosse peggio: la vita monotona che conduceva a Lecco o la possibilità di poter finalmente vivere tutto ciò che l'anno prima per lei sarebbe stato soltanto un sogno, e non aver nessuno con cui condividere la sua felicità. O perlomeno, non è che Stefania pretendesse tanto, non si aspettava certo che qualcuno potesse capirla. Per essere felice le sarebbe bastato anche soltanto non avere una situazione familiare che la buttasse giù in continuazione. Da quando Federico se n'era andato di casa le cose erano notevolmente peggiorate. Negli ultimi giorni però, se possibile, l'atmosfera si era fatta ancora più pesante. Silvia e la zia Ernesta continuavano a discutere, a litigare, erano sempre in ansia, sempre agitate. Le dispiaceva sentire Luciano continuamente disprezzato, era un brav'uomo e nonostante tutto Stefania era convinta che non stesse facendo niente di male; e le dispiaceva ancora di più sentire la signora Calligaris costantemente degradata e definita come una sfascia famiglie, come una donna crudele, superficiale e senza valori. Stefania non la conosceva bene tanto quanto le altre veneri, però nonostante tutto per lei era stata una valida figura di riferimento sul lavoro, soprattutto nel primo periodo. Aveva imparato molto da lei, e le volte in cui una sua parola gentile e la sua sensibilità l'avevano tirata su di morale dopo la scortesia di una qualche cliente incontentabile erano probabilmente più di quante Stefania potesse ricordare.

Certo, capiva il dolore di Silvia, e capiva anche lo spirito di solidarietà della zia Ernesta e il fatto che volesse fare il possibile per tutelarla e proteggerla... ma c'era davvero bisogno di tutta quella cattiveria? Erano già tanti i pregiudizi e le malelingue che purtroppo si ritrovava costretta ad ascoltare involontariamente all'interno del negozio, da parte delle signore che usavano il Paradiso come luogo di ritrovo e mentre osservavano gli abiti esposti si divertivano ad alimentare pettegolezzi crudeli o anche semplicemente a criticare aspramente la collega del marito, la madre del compagno di scuola del figlio, la figlia della parrucchiera, la donna seduta nella fila davanti a loro a messa. Stefania cominciava quasi a credere alla zia Ernesta, tristemente, quando la sera prima aveva detto che il peggior nemico di una donna è proprio un'altra donna.

Stefania poteva capire le clienti del Paradiso, o perlomeno sapeva di non poterci fare nulla a riguardo, dal momento che erano pur sempre libere di dire o fare ciò che volevano, e quindi in qualche modo si trovava costretta ad accettarle e faceva del suo meglio per farsi scivolare addosso ciò che sentiva e concentrarsi su cose più piacevoli. Ma c'era davvero bisogno di ritrovare quell'atmosfera anche a casa propria? Di dover passare interi pranzi o cene a sentire tutti gli insulti che la zia Ernesta riversava alla povera Calligaris, di dover stare in un'atmosfera piena di conflitti, litigi e cattiverie? Certo, Silvia da quel punto di vista era un po' meglio, ma anche il suo umore non era esattamente alle stelle. Tutta quella negatività e quella tensione si ripercuotevano molto su Stefania, che tendeva (fin troppo) a risentire dell'atmosfera attorno a sé e ad assorbire gli stati d'animo di chi la circondava, con il risultato che per colpa di tutta quella negatività e quella rabbia ora anche Stefania si sentiva tremendamente giù di morale, e per quanto lo volesse non riusciva proprio a godersi la felicità del momento.

Lei voleva bene alla zia Ernesta, gliene voleva davvero, e apprezzava seriamente e profondamente tutti i sacrifici che aveva fatto e stava facendo per lei. Stefania era ben consapevole che se non fosse stato per lei, molto probabilmente ora si sarebbe ritrovata a vivere in una casa quasi perennemente vuota, dal momento che suo padre era praticamente sempre via per lavoro. Però, nonostante questo, Stefania certe volte davvero non ne poteva più. Che poi, non è che pretendesse tanto. Semplicemente le sarebbe piaciuto poter tornare a casa una volta che fosse una e poter parlare del vestito che avrebbe indossato al matrimonio di Cosimo e Gabriella, ricevere qualche consiglio su un abito nuovo, fantasticare sugli invitati, sulle foto che appariranno sulla cronaca di Milano, e immaginare tutto quello che diranno le sue amiche di Lecco. È tanto da chiedere, tornare a casa e trovare qualcuno che potesse perlomeno sforzarsi di condividere il suo entusiasmo? E invece no, niente. Ricordava ancora il modo brusco in cui la zia Ernesta l'aveva messa a tacere la sera prima:

Taci tu, che sei troppo giovane e certe cose non le puoi capire.”

Stefania aveva cercato di fare del suo meglio per nasconderlo, ma dentro di sé c'era rimasta male. Sapeva che la zia faceva del suo meglio e che lei e Silvia stavano attraversando una situazione difficile, ma tutto quello che Stefania chiedeva era semplicemente avere qualcuno con cui potersi godere le piccole frivolezze della vita, che fosse non infastidito ma addirittura contento di vederla così felice ed entusiasta e a cui fregasse un minimo del suo vestito per il matrimonio, e che eventualmente la aiutasse a sceglierne uno nuovo. Qualcuno come una madre. E invece Stefania una madre non ce l'aveva, e in casa Cattaneo tristemente del matrimonio di Cosimo e Gabriella non importava a nessuno. La priorità era rimarcare per l'ennesima volta quanto Luciano fosse una persona orribile per aver abbandonato il tetto coniugale e meritasse di finire in prigione e come la Calligaris non fosse altro che una svergognata per aver rovinato il matrimonio di Silvia. Perché non potevano dedicare un minimo di attenzione anche a lei? Perché nessuno teneva in conto il fatto che c'era anche lei lì dentro, in quella casa?

Comunque, Stefania sapeva che in fondo la zia non era cattiva e certamente non c'era molto che potesse fare per farla cambiare, soprattutto vista la sua età, per cui preferiva per il quieto vivere subire in silenzio e non rispondere. Le dispiaceva solo che adesso per colpa della sua freddezza e mancanza di sensibilità tutto il suo entusiasmo per il matrimonio era sparito, per lasciare il posto ad un cupo senso di tristezza e malinconia. Comunque, si disse Stefania tra sé e sé, probabilmente il suo malumore sarebbe passato presto. E il pranzo in caffetteria l'avrebbe sicuramente aiutata: Salvatore e Marcello erano sempre gentili e cordiali con lei, e in più le piaceva stare in un ambiente dove fosse circondata da altre persone, senza doversi preoccupare di servirle e correre a destra a manca come invece faceva al Paradiso. E poi c'era Irene. Nonostante Irene non fosse esattamente la regina della positività, in qualche strano modo la sua vicinanza riusciva sempre a farla sentire meglio Certo, se avesse continuato a farla aspettare là fuori al freddo probabilmente più che essere contenta del suo arrivo Stefania avrebbe finito col tirarle qualche accidente.

Fortunatamente, la sua collega non tardò ad arrivare e insieme si avviarono verso la caffetteria. Sperava proprio che quel giorno Salvatore si fosse ricordato di metterle da parte un panino con la frittata, perché emotivamente ne aveva davvero bisogno.

 

 

-Avanti, te lo devo davvero chiedere o hai intenzione di dirmelo da sola che cos'hai?

La sollecitazione di Irene fece svegliare Stefania dal suo momentaneo intorpidimento, rompendo il  silenzio che si era venuto a creare.

-Che cos'ho? - domandò Stefania, fingendo di non capire. La verità era che nel corso di quei mesi trascorsi assieme Irene aveva imparato a conoscerla piuttosto bene, e ormai sapeva riconoscere abbastanza bene quando c'era qualcosa che non andava, che la rendeva infelice, o semplicemente un qualsiasi pensiero che la turbasse. Inoltre, il fatto che Stefania non fosse esattamente brava a nascondere i suoi stati d'animo certamente non aiutava. Nel periodo in cui aveva scoperto che Federico era figlio di Umberto Guarnieri tutti si erano accorti immediatamente che c'era qualcosa che non andava.

-Non fingere perché con me non attacca. È ovvio che hai qualcosa, hai detto a malapena tre parole da quando siamo entrate, non hai nemmeno finito il tuo panino! Di norma a quest'ora il piatto sarebbe già stato completamente vuoto.

-Ma no, non è niente di importante, davvero, - la rassicurò Stefania, abbassando momentaneamente lo sguardo per evitare gli occhi indagatrici di Irene, -è solo che mi si è chiuso un po' lo stomaco, tutto qua.

-Infatti, e quando ti si chiude lo stomaco vuol dire che c'è qualcosa che non va. Per cui sputa il rospo e dimmi, tanto altrimenti sai che lo indovinerò da sola.

Stefania accennò ad un sorriso nel constatare come Irene notasse tutte quelle piccole cose di lei. Nessuno di solito le prestava tanta attenzione, erano cose stupide ma in qualche modo la facevano sentire importante. Comunque, probabilmente la sua amica aveva ragione, sarebbe stato inutile cercare di nascondere il suo evidente malumore, per cui decise di accontentarla dandole una parziale spiegazione.

-Non è niente di che, davvero, soltanto un piccolo litigio con la zia Ernesta, - riassunse Stefania, senza andare troppo nei dettagli. Era una questione molto delicata e Stefania sapeva che meno persone sapevano meglio era per tutti, e d'altra parte non ci teneva affatto a ritornare sulla questione di Clelia e Luciano, dal momento che a casa non si parlava di altro. -Ma il motivo era una scemenza, non me lo ricordo neanche bene a dire la verità, per cui non ti preoccupare, mi passerà.

-Sicura? Ieri al lavoro non facevi altro che parlare del matrimonio di Bergamini, non stavi zitta neanche con le clienti tra un po', adesso invece devo tirarti fuori le parole di bocca...

Stefania sospirò. In effetti era vero, il suo cambiamento d'umore era innegabile.

-È che... - iniziò, un pochino esitante. Non voleva parlare male di sua zia, ma effettivamente sfogarsi con qualcuno le avrebbe fatto molto piacere. -Non è niente di importante, davvero, lo sai che sono troppo sensibile e tendo a rimanerci male per tutto... semplicemente è da un po' che Silvia e la zia Ernesta discutono spesso, - il che era una parziale verità, - in casa si sentono più litigi e problemi che altro. Ieri sera dopo il lavoro sono tornata e l'atmosfera per tutta la cena era abbastanza pesante, così per cercare di smorzare un po' la tensione ho chiesto alla zia cosa ne pensasse del mio vestito per il matrimonio, se poteva andare bene quello giallo che ho, e lei mi ha urlato di stare zitta e che avevano ben altri problemi. Lo so, è una stupidaggine e mi passerà presto, ci sono solo rimasta un po' male lì per lì, tutto qua.

Seguirono alcuni attimi di silenzio. Stefania rincontrò lo sguardo di Irene, che per tutta la durata del racconto l'aveva osservata pensierosa. Alla fine, la venere bionda disse:-Bah, per quel che vale mi dispiace, non mi stupisce che lei e la signora Cattaneo continuino a litigare. Mi ricordo quando Nicoletta lavorava ancora al Paradiso e ci raccontava continuamente di quanto fosse insopportabile sua zia, pensare che a momenti non la voleva nemmeno invitare al suo matrimonio. Avresti dovuto sentirla, ci raccontava che ogni volta lei e la sua famiglia si inventavano le scuse più assurde per evitarla, probabilmente tra tutte le malattie immaginarie che si sono fatti i Cattaneo manca giusto la peste.

Stefania si lasciò andare ad una piccola risata, mentre la sua amica beveva un sorso d'acqua.

-Dovrebbero farti santa per il solo fatto di riuscire a vivere con una donna così, non so come tu faccia.

-La zia Ernesta non è così male, - la difese prontamente Stefania, stringendosi nelle spalle, -sì, è un po' invadente e spesso giudica le persone affrettatamente e in modo sbagliato... ma è sempre stata presente per me, nei momenti importanti c'è sempre stata.

Il che era più di quanto si potesse dire per qualunque altra persona, aggiunse Stefania tra sé e sé, ma non lo disse. Non voleva fare pena a Irene o farsi passare per una vittima.

-Solo perchè è sempre stata presente per te non significa automaticamente che lo abbia fatto nel modo giusto. - Dopo un breve istante di silenzio, Irene continuò:-Lo sai, anche mio padre mi diceva spesso di stare zitta. Non sai quante volte io cercavo di parlargli dei miei interessi, della scuola, della mia giornata, e lui mi zittiva per guardare la televisione o leggere il giornale. Per non parlare di tutte le volte in cui litigavamo e provavo a far valere le mie ragioni, lì neanche a parlarne. Non ti dico quanti ceffoni ho ricevuto solo per aver cercato di difendere le mie idee. Zitta muta e rassegnata, era quello che mi diceva sempre.

Stefania sentì una stretta al cuore nel sentire la triste infanzia di Irene. Era la prima volta che la sua amica nominava suo padre, prima non aveva mai fatto parola della sua famiglia, a differenza di Dora che invece nominava spesso i suoi genitori e i suoi fratelli. Adesso Stefania capiva il perchè.

-Mi dispiace tanto Irene, non ne avevo idea, - rispose, non sapendo bene quali fossero le parole più appropriate per consolarla. -Non ti avevo mai sentito parlare di tuo padre prima di adesso...

-E infatti non ne parlo quasi mai, molte volte se qualcuno mi chiede di solito preferisco dire che è morto o che non c'è più. Pensa che è stato anche quello che ho raccontato alla Calligaris per farmi assumere.

Stefania si mise a ridere di nuovo, al pensiero dei mezzi che doveva aver usato Irene Cipriani per farsi assumere al Paradiso delle Signore. -Davvero? In effetti non mi hai mai raccontato la storia della tua assunzione o del tuo periodo di prova. È stata dura? Ti sei trovata bene subito con le tue colleghe? Hai fatto fuori le altre concorrenti alla selezione avvelenando di nascosto i loro pranzi?

-Ma per chi mi hai preso, io non ho avuto certo bisogno di certi mezzucci, è solo bastato il mio talento naturale e la mia forte inclinazione per la vendita, la persuasione e il contatto umano- rispose Irene, enfatizzando il tutto. Per qualche ragione Stefania non ne era pienamente convinta. -Comunque, questa storia te la racconterò in un altro momento, quando avremo più tempo. Quello che volevo dirti Stefania è che non dovresti permettere a nessuno di dirti di stare zitta o di decidere cosa è o non è importante, nemmeno a tua zia Ernesta. Anzi, soprattutto a tua zia Ernesta, casomai è lei che non dovrebbe avere diritto di parola.

Stefania le sorrise. Le parole di Irene la avevano fatta sentire immediatamente compresa e ascoltata; per una volta, anche lei si era sentita importante per qualcuno. Era sul punto di ribattere per ringraziarla del suo sostegno morale, quando Irene continuò:

-Piuttosto, parlando di cose decisamente più importanti di tua zia, conoscendo il tuo gusto nel vestire non ho nemmeno bisogno di vederlo il tuo vestito per dirti già che non va bene per il matrimonio, guarda.

-Dai!- obiettò Stefania, fingendosi indignata, -guarda che non è così male!

-Per una scampagnata in montagna, forse. Facciamo così, oggi dopo la chiusura del Paradiso e domani in pausa pranzo ne approfittiamo per dare un'occhiata e con Dora ti aiutiamo a scegliere qualcosa che ti stia bene e ti valorizzi, d'accordo? Del resto dovrai pur conquistarli gli amici di Bergamini in qualche modo, queste sono occasioni che capitano una sola volta nella vita. Se ti presenti con un vestito vecchio e brutto è finita, fai quasi prima a stare a casa e farti portare un pezzetto di torta da me o Gabriella.

Stefania annuì e le sorrise. -Certo, non sia mai che qualcuno si presenti soltanto per affetto nei confronti degli sposi e senza nessun secondo fine, per carità.

-Sono solo realista cara, per i sentimentalismi ci sono i fotoromanzi. Dai, adesso andiamo che è tardi, a breve il Paradiso riapre e non ci tengo a farmi sgridare dalla Calligaris per il ritardo, - la esortò alzandosi in piedi.

Stefania la imitò e si alzò da tavola, ma prima di dirigersi verso la cassa per pagare aggiunse:-Irene?

-Sì?- rispose l'altra, voltandosi verso di lei.

-Grazie.

Stefania non aveva bisogno di specificare, sapeva che Irene aveva capito comunque a cosa si riferisse. Certo, era vero che non aveva una madre, ma Irene era la cosa più simile a una figura materna che avesse e questo in fondo le bastava.

Nota dell'autrice
Due paroline su questa mini one-shot scritta abbastanza di getto dopo la puntata. Potrei dire che l'ho scritta perché non avevo mai scritto niente sul Paradiso delle Signore prima d'ora e volevo dare il mio contributo al fandom, perché Stefania è il mio personaggio preferito e riesco ad empatizzare molto con lei, perché mi piace molto il rapporto tra lei e Irene e volevo esplorarlo e analizzarlo un po' di più, perché attraverso il suo personaggio stiamo vedendo finalmente il lato più umano e tenero di Irene, che è molto cambiata rispetto al primo Daily in cui nessuno la sopportava, o perché finalmente ci voleva nel Paradiso un personaggio nuovo, fresco e spensierato che ci facesse sorridere un po' e volevo renderle giustizia. Il che ci sta anche in realtà. Ma il motivo principale per cui l'ho scritta è molto più semplice e banale: ieri quando ho visto la scena in cui Stefania a casa parlava tutta entusiasta del matrimonio e del vestito e la zia Ernesta l'ha messa brutalmente a tacere ci sono rimasta troppo male. Stefania Colombo è un cinnamon roll e si merita qualcuno che l'ascolti parlare entusiasta del matrimonio dell'anno per ore, non questo trattamento dai suoi stessi familiari. Così ho creato questa mini scena con Irene solo ed esclusivamente perché volevo darle il supporto morale che merita. E niente, normali priorità della vita. Spero che questa storia vi sia piaciuta e che abbiate apprezzato la mia caratterizzazione di Stefania, il suo rapporto con Irene e la mia interpretazione di come immagino stia vivendo l'atmosfera a casa sua di queste puntate.

   
 
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