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Autore: ValHerm    25/08/2009    2 recensioni
Un'amicizia nata per caso, sui vagoni di un treno. O forse non per caso. Forse è stato il destino stesso, a farli incontrare.
Due occhi biondo grano, sfumati in un chiaro castano. Occhi tristi e soli.
Due occhi verdi come il mare, pieni di dolcezza e affetto. Capaci di trovare la bellezza in chi non era capace di vederla in se stesso.
Remus Lupin e Lily Evans.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Green Eyes

Green Eyes

 

 

 

Mi guardavo intorno, e accanto a me c’era il vuoto. Era strano, perché mi sembrava di essere attorniato da mille volti e mille chiacchiericci, alcuni eccitati, altri ansiosi. L’espresso per Hogwarts ci avrebbe condotti in un posto incantato, dove ognuno di noi avrebbe appreso ogni tipo di magia. Ero felice a quest’idea, per questo avevo deciso di andarci. Nonostante sapessi cosa gli altri avrebbero pensato di me. Nonostante fossi consapevole della paura che incutevo.

Non era mai stato strano per me, non avere nessuno accanto. La mia natura avrebbe fatto del male a chiunque, persino alla persona più buona e disponibile del pianeta. Avevo paura anch’io di me stesso. Per questo riuscivo a comprendere la paura degli altri.

Eppure, non so per quale motivo, credevo che almeno in quest’occasione, ci sarebbero state così tante persone da rimanere quasi soffocato dal loro calore. E invece c’era sempre una barriera tra me e gli altri. Una barriera riconoscibile in quel vuoto tra me e loro.

Mossi qualche passo incerto, credendo di essere io troppo lontano. Ma loro si mossero di conseguenza. Così, quando sentì l’ombra di troppi sguardi su di me e di troppi mormorii dovuti alla mia presenza affrettai il passo e salì velocemente sul treno.

Sospirai, chiedendomi come avessi potuto pensare che le cose sarebbero state diverse. Avevo undici anni, ero ormai abituato agli sguardi strani della gente. Eppure in me non si era mai spenta la speranza di trovare un amico.

Mentre camminavo lentamente lungo il corridoio rosso, mi guardavo intorno in cerca di uno scompartimento vuoto. Non ero abbastanza forte da reggere lo sguardo indagatore degli altri, che si soffermava spesso sui miei lunghi tagli o sui vestiti trasandati. Non avrei potuto spiegare la realtà del mio aspetto senza procurare un orribile terrore nei loro occhi, e un’ulteriore ferita al mio cuore.

Trovai un ultimo scompartimento vuoto alla fine del corridoio. Mi accomodai stanco, poiché qualche notte prima mi era successo di nuovo, inesorabilmente. Il mio corpo era cambiato, ed io avevo perso la ragione per tutte quelle ore buie, ritrovandomi sfinito accanto ad un albero in una foresta. Mi massaggiai la testa chiudendo le palpebre e cercando di scacciare via i pensieri tristi. La mia natura mi precludeva lo stare con gli altri. Ma sarei diventato un mago. Un mago bravissimo, mi ripromisi. La scuola sarebbe stata il mio primo pensiero, ed io mi sarei impegnato tantissimo e occupato con dedizione di ogni materia. Si, ce l’avrei fatta. E quel giorno, gli altri mi avrebbero apprezzato davvero.

< < Scusami, posso entrare? > >.

Una voce piccola e dolce mi raggiunse, interrompendo i miei pensieri. Sapevo che probabilmente non stava parlando con me, ma mi fermai comunque ad ascoltare il suo suono melodioso. Sarebbe stato bello che qualcuno mi parlasse con un tono così dolce, pensai. Non volli aprire gli occhi, preoccupato di vedere il vuoto davanti a me. Di rendermi conto che nessuna voce così angelica mi avrebbe mai parlato. Che quei campanellini così timidi mi sarebbero stati preclusi per sempre.

< < Ehm… scusami… > >. Ancora quel suono. Ascoltarlo mi faceva sentire sereno. Mi sembrava un’azione così normale ed usuale farlo senza aprire gli occhi. Quel suono dolce stava entrando inesorabilmente in me.

Fu quando sentì un tocco delicato e caldo sulla spalla, che mi costrinsi ad aprire gli occhi sorpreso. La prima cosa che vidi furono due occhi verde smeraldo che mi guardavano insicuri e timidi. Erano profondi come il mare. Ma avevano una sfumatura leggera attorno all’iride, che dava ancora più bellezza a quello sguardo. Poi i miei occhi catturarono la sua immagine, incorniciando il volto dolce di un angelo. Un bellissimo angelo dai capelli rossi lievemente ondulati. Un volto chiaro, ma con delle gote rosse da bambina. Accennò ad un sorriso, ed il mio cuore si colmò all’istante di un sentimento caldo e avvolgente. Nonostante fuori dal treno stessero cominciando a cadere lievi gocce di pioggia e a spirare un vento freddo, in quello scompartimento lei riuscì a portare la primavera. Il suono di campanelli mi riportò alla realtà interrompendo ancora una volta i miei pensieri.

< < Scusami se ti ho disturbato. Volevo chiederti se potevo sedermi qui… gli altri scompartimenti sono occupati ed io non conosco nessuno > > disse con dolcezza. < < mi sento un po’ fuori posto > > ammise infine.

Io annuì, e non seppi come lei giudicò la mia espressione. Doveva essersi addolcita talmente tanto quando quel calore mi aveva avvolto che lei sembrò sentirsi subito a suo agio.

< < Io sono Lilian Evans. In realtà preferisco Lily, quindi mi farebbe piacere che mi chiamassi così > > affermò con calore. Mi fece sorridere. E in quel momento esistevamo solo io e lei.

< < Il mio nome è Remus Lupin > > risposi cordiale < < tranquilla Lily, anch’io preferisco il tuo diminutivo. Sarò onorato di chiamarti così > >.

Lei mi sorrise apertamente.

< < anche perché è così che mi chiamano gli amici > > continuò < < e credo ci sia un motivo se in tutto quest’enorme espresso mi sia trovata bene solo con te > >.

La guardai, confuso e sorpreso allo stesso tempo. Lei si preoccupò tutto d’un tratto.

< < ho detto qualcosa di sbagliato? > > chiese subito.

Mi ritrovai a balbettare una risposta confusa.

< < no… no non è… cioè… perché ti senti fuori posto? > > chiesi infine, ricordando quello che mi aveva detto pochi attimi prima.

< < oh > >. Il suo sguardo s’intristì. < < Io… sono babbana di nascita. Non conosco questo mondo, non sento ancora di farne parte. Non ho ancora trovato qualcuno che… beh… mi possa capire > > concluse. In quegli attimi sentì il suo dolore unirsi al mio. Restammo in silenzio per qualche istante, ed io sentì per la prima volta di aver trovato qualcuno simile a me.

< < neanch’io mi sento molto parte di questo mondo > > ammisi d’un tratto. Lei alzò di scatto lo sguardo e concentrò tutta la sua attenzione su di me e sulle mie parole. < < è difficile a volte, non avere qualcuno che riesca a capirti. Io lo so meglio di chiunque altro, fidati > >. Le mie parole erano amare, ma sapevano di una verità nascosta che riuscì ad arrivarle.

< < oh, lo so > > rispose. Mi sorprese ancora.

< < e come fai a saperlo? > > le chiesi con un sorriso abbozzato.

< < credo che sia stato questo a portarmi qui > > spiegò semplicemente lei < < secondo me il destino incrocia le strade delle persone per dei motivi ben precisi. Io ho sentito il tuo dolore far parte del mio > > concluse sorridendo.

In quegli attimi mi accorsi quanto avrebbe dovuto parermi strano stare lì a parlare con una ragazza così dolce e disponibile. Eppure mi sembrò una delle cose più giuste e naturali che avessi mai vissuto in vita mia. Ci scambiammo sguardi dolci, senza più una goccia di insicurezza o inquietudine.

< < sono sicura che diventeremo ottimi amici > > riprese Lily < < dev’essere per questo ora sono qui con te > >.

Amici?

Mi resi conto di quanto mi suonasse strana e lontana quella parola, ma allo stesso tempo quanto appropriata e affettiva risultasse al mio cuore. Soprattutto se immaginavo come amica proprio Lily.

< < non ho mai avuto amici > > confessai. Non seppi spiegarmi perché decisi di rivelare i miei più profondi pensieri a quell’angelo dai capelli rossi.

< < non ci credo > > rispose lei sventolando una mano < < un ragazzo così dolce come te avrà sicuramente un drappello di amici e una fila considerevole di ragazze che gli vanno dietro > > disse convinta. Feci una risata di fronte alla sua espressione di ovvietà.

< < io credo che questa definizione si addica più a te > > risposi.

< < cosa? Io? Nooo, sembra che il sangue rosso li faccia scappare tutti a gambe levate. Preferiscono il sangue blu. Anche se io personalmente non so come faccia a non fargli orrore un fluido blu che scorre nelle vene. Sembra anche che dia un senso di superiorità e allo stesso tempo di imbecillità… ci crederesti? > >.

Restai un attimo allibito da quel ragionamento, poi scoppiai a ridere sinceramente, e lei mi accompagnò. Le nostre risate fecero eco nello scompartimento, e mi riempirono il cuore e l’anima.

< < a me il sangue blu fa abbastanza schifo > > dissi ad un tratto, prendendo parte alla sua brillante ironia.

< < bene, sono contenta che la pensi così. Il tuo sangue di che colore è? > >

< < mmh… una volta mi sono tagliato con una pagina di un libro e si è macchiato di rosso. Credo sia questo il suo colore > >

< < ne ero convinta. Ma… povero libro, come l’avrai ridotto! > >

< < guarda che il mio libro sta benissimo! > > risposi con finta indignazione < < è bastato un colpo di bacchetta e puf! Tornato come nuovo! È per il mio dito che ti saresti dovuta preoccupare. Quello era un libro assassino > >

< < giusto, un libro assassino > > ripeté lei ricominciando a ridere < < e come sta il tuo caro ditino? Tutto bene o non si è più ripreso per il trauma? > >

< < mmh, credo stia abbastanza bene ora > > risposi mostrandole la mano destra.

< < fammi controllare per sicurezza > > continuò lei prendendomi la mano. Quel tocco ormai conosciuto mi procurò un ulteriore sollievo. Erano così belle le sensazioni che sapeva donarmi.

< < oh mio dio, che cicatrice > > disse Lily ad un tratto, definendo con l’indice il contorno di lungo taglio sul palmo della mia mano. Io la ritrassi di scatto, punto di soprassalto sul tasto dolente della mia esistenza. Un aspetto dal quale lei non era scappata. Non ancora.

< < quello non è stato un libro > > osservò seria, portandosi al petto la mano che era rimasta a mezz’aria. < < come mai non è andato via con un colpo di bacchetta? > > cercò di dire per rialleggerire nuovamente l’atmosfera fattasi d’un tratto pesante.

< < sarebbe meglio che tu non lo sapessi > > le dissi con amarezza.

< < e perché mai? > > insistette.

< < perché ho paura > > risposi automaticamente.

< < e di cosa dovresti avere paura Remus? Di impressionarmi? > >. La guardai negli occhi. Non c’era il minimo barlume di paura, fastidio o irrequietezza in lei. Solo desiderio di comprendere.

< < ho paura che anche tu possa andartene > > ammisi malinconicamente.

Lily rimase colpita all’istante, come se un raggio di sole l’avesse trafitta in pieno cuore. La sua espressione si fece dolce, come nel primo sorriso che mi aveva rivolto. E riportò la primavera.

Posò la sua mano sulla mia, sporgendosi in avanti per avermi più vicino.

< < Remus, io non me ne andrò mai > > promise < < ricordi cosa ho detto? Sento il tuo dolore nel mio. Posso aiutarti a portare questo fardello, come tu stai inconsapevolmente facendo con me, anche solo con la tua presenza e le tue parole > >. Indicò il corridoio < < Là fuori non riesco a sentirmi a casa. Non mi sento compresa, apprezzata o voluta. Qui con te si. E credimi, non avevo la minima speranza di sentire una cosa del genere. Mi ero già preparata a passare tutto l’anno sui libri > > ammise, senza staccare i suoi occhi dai miei. Fu come se quel verde oceano riuscisse a leggere dentro di me. Quei campanellini diedero voce ai miei pensieri, senza che ci fosse il bisogno che dicessi nulla. E in quegli istanti seppi, che non se ne sarebbe andata. Che sarebbe rimasta.

< < hai mai sentito parlare di lupi mannari? > > chiesi infine, abbassando lo sguardo.

< < si > > mi rispose semplicemente. < < sono persone comuni ma si trasformano in lupi con la luna piena. In quelle notti perdono la ragione e sarebbero capaci di aggredire chiunque, anche chi in condizioni normali non attaccherebbero mai. Diventano schiavi di un istinto omicida, insomma > >.

Sorrisi amaramente e annuì.

< < questa > > spiegai, mostrandole la cicatrice sulla mano destra < < non è una semplice cicatrice > >

< < è una cicatrice fredda > > osservò lei arguta.

< < esatto. Ti resta soltanto se vieni morso da una creatura come un lupo mannaro. E chi viene morso… è costretto a seguire lo stesso destino > > conclusi inerme. Attimi di silenzio seguirono le mie parole. Non volevo alzare lo sguardo. Sapevo che avrei scorto almeno una goccia di paura nei suoi occhi verdi. Dopo attimi che parvero un’eternità, le sue riflessioni ebbero fine. Sottrasse di scatto la sua mano che era ancora posata sulla mia sinistra. Ed io sbarrai gli occhi, mentre quel calore che adoravo mi stava abbandonando.

Alzai piano lo sguardo, pieno di dolore, rotto dall’angoscia. E la vidi in piedi, di fronte a me, mentre le sue iridi smeraldo diventate ormai lucide facevano scorrere una lacrima solitaria. Non feci in tempo a capacitarmi di quell’immagine, che subito sentì il suo calore inondarmi completamente. Me la ritrovai stretta a me, mentre cercava di nascondere i singhiozzi nel nero della mia mantella. Mi stringeva in una morsa strettissima, che non vacillò nemmeno per qualche istante. Ogni distanza tra me e lei si era annullata. E la barriera di vuoto che avevo con gli altri venne abbattuta dal calore del suo abbraccio.

< < mi dispiace > > mi mormorò tra i singhiozzi.

Io la strinsi piano, non essendo abituato ad un contatto così ravvicinato. Le posai una mano sui capelli rossi, e un’altra sulla schiena ancora scossa dalle lacrime. Socchiusi anch’io gli occhi, e inspirai a fondo, facendomi invadere dal profumo di gigli che improvvisamente riuscivo a sentire. Probabilmente non era l’odore di fiori veri e propri quello che sentì in quegli attimi.

Era Lily. Era lei che riuscivo a sentire, con tutti i miei sensi. Con tutto il mio cuore.

< < grazie > > mormorai. E non ci fu più bisogno di parole per suggellare quel legame che tra me e lei si era creato.

 

 

 

< < Adesso mi fa paura > > dissi, guardando timoroso l’enorme castello che si ergeva davanti a noi. L’espresso per Hogwarts si stava velocemente svuotando, e tutti gli studenti erano ormai scesi dai vagoni, mormorando eccitati in direzione della grande fortezza. Alla mia sinistra, c’era Lily, che si era legata i capelli in uno chignon improvvisato. Fece una smorfia.

< < non fare il fifone Remus. Di cosa hai paura? > > mi chiese spavalda. La fissai intensamente, e riuscì a percepire quella parte forte del suo carattere che mi era sfuggita. La misi alla prova.

< < beh, lì… > > dissi, indicando verso sinistra < < c’è un lago enorme. Dicono che dentro ci abiti una piovra gigante > >. Lily si alzò sulle punte, posando una mano sulla mia spalla e cercando di scorgere la distesa d’acqua ancora troppo lontana. Poco dopo si arrese e tornò a guardarmi truce.

< < cos’è, con tutto quello che avremo da studiare vorresti fare anche il sommozzatore? > > chiese poco convinta. La fissai offeso.

< < non è tutto. Più a destra c’è anche una foresta con ogni genere di creature al suo interno > >.

Lily deglutì ed un po’ della sua sicurezza andò via.

< < ho letto il libro della storia di Hogwarts > > disse stizzita, cercando di apparire ancora sicura. < < non ci possiamo andare, è proibito > > concluse. Mi fissò vittoriosa.

< < ci sono anche i fantasmi > > continuai, cercando di infonderle un po’ di paura.

< < cosa possono fare? Passarti attraverso? > > mi chiese ridendo. < < No Remus, credo che l’unica cosa dalla quale ci dovremo guardare saranno i Serpeverde. Ho sentito che hanno il sangue blu > >.

< < che schifo, ancora quell’orribile colore > > dissi facendo una smorfia. La feci ridere.

< < ho capito che ti piace il rosso Remus. Piace anche a me > > disse sorridendo.

< < anche il verde è un bel colore > > affermai. Dopo quel giorno, il verde sarebbe stato tra i miei colori preferiti, ne avevo il vago sentore.

< < mmh > >. Lily ci pensò su. < < non credo esista una casa rosso e verde. No, credo dovrai accontentarti del rosso e dell’oro > > constatò infine.

< < io invece credo che esista un modo per avere sempre vicino il rosso e il verde. Basterà avere vicina te > > le dissi dolcemente.

< < sarò la tua casa > > disse lei con convinzione < < però non vale. Tu dovrai essere la mia, se no non se ne fa niente > > continuò incrociando le braccia. Voleva tenermi il muso per finta, ma riuscivo a sentire che era felice.

< < sarò la tua casa Lily > > le dissi. Quella frase mi suonò tanto come una promessa. E riuscì sin da allora a sentire che l’avrei sempre mantenuta.

Lei mi sorrise serena e mi afferrò la mano sinistra.

< < Anch’io sarò la tua casa. Sarò la tua più cara amica. E ti starò accanto anche quando il tuo piccolo problema ti farà perdere fiducia in te stesso. Non sei un mostro Remus. Sei la persona più umana che io abbia mai conosciuto. E, se un giorno dovessi scordarlo, ti prenderò la mano sinistra come sto facendo ora. Ti ricorderò quello che in realtà sei > > mi promise intensamente.

< < e cosa sono Lily? > > chiesi curioso.

< < il ragazzo più dolce che io conosca > > rispose lei < < e con la mano sinistra più calda che io abbia mai stretto > > aggiunse cominciando a ridere < < credo di essere stata mancina in una mia vita precedente. Preferisco la mano sinistra alla destra, chissà perché > >.

< < forse un giorno incontreremo il tuo fantasma e ce lo spiegherà > > osservai, mentre muovevamo insieme qualche lungo passo in direzione delle barche.

< < chissà > > rispose lei, abbozzando un sorriso.

Così mi trascinò su una barca, e insieme osservammo quell’enorme castello avvicinarsi sempre più, con i nostri cuori che battevano all’unisono, ansiosi per quella nuova avventura che presto avremmo vissuto. Sapevo che Lily mi sarebbe stata sempre accanto, come in quegli istanti. Sapevo che, amica o cos’altro, sarei sempre stato legato a lei da un affetto particolare. Sapevo che, come avrei sempre sentito la sua tristezza insieme alla mia, avrei anche sentito la sua felicità e i suoi sorrisi. Sapevo che quegli occhi verdi non mi avrebbero più lasciato solo, facendomi sempre ricordare chi ero in realtà.

Sapevo che, quella mano stretta salda nella mia, non se ne sarebbe mai andata. E che quella casa che avevo finalmente trovato, mi avrebbe sempre accolto con un profumo di gigli.

 

 

 

                                                                                                                                      Fine

 

 

 

Note dell’autrice:

Questa one-shot è nata per commemorare un’amicizia che, a mio parere, dev’essere stata davvero profonda. Immaginarmeli insieme in un’amicizia indispensabile mi ha dato subito l’ispirazione per scrivere. Remus e Lily mi piacciono particolarmente.

Le parole di Lupin nel terzo capitolo della saga mi hanno supportata, ed è nata questa storia. Ho immaginato che Remus e Lily si fossero incontrati prima di tutto il resto. Aggiungo anche che sto lavorando su una long fic, che partirà proprio dalla fine di questa one-shot. Ma è ancora in lavorazione ^^ Bene, spero vi sia piaciuta, grazie in anticipo a chi commenterà.

 

ValHerm

  
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