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Autore: Meramadia94    05/02/2021    1 recensioni
Versione degli episodi 681-683, in cui non è il detective Takagi a rischiare la vita, ma Sakura.
Sakura viene rapita durante una gita scolastica, ed il rapitore si mette subito in contatto con il fratello maggiore della ragazza e la polizia di Tokyo. Takagi ha solo tre giorni per salvare la sorella da un terribile destino, e nel frattempo dovrà fare i conti con una ferita che non ha mai smesso di sanguinare.
Genere: Angst, Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una bomba. 
C'era una maledettissima bomba legata all'asse di legno. Come se l'assideramento e la possibilità di rimanere appesa come un prosciutto non fossero già di per sè sufficenti a rendere macabra quella situazione. 
Una volta, mentre si documentava per un compito sulla pena di morte, aveva scoperto che molti anni prima, non vi era l'usanza di comunicare al condannato a morte la sentenza per intero il giorno stesso del verdetto. Veniva comunicato loro che per il loro crimine, vero o presunto, avrebbero dovuto pagare con la vita ma non veniva detto loro quando. Ogni anno veniva comunicato loro di non essere a rischio esecuzione per un determinato periodo di tempo, ed una settimana prima del giorno fissato veniva comunicato loro con una lettera... aveva sempre pensato che l'attesa infinita, che poteva durare anche dieci, quindici anni, nell'attesa di essere giustiziati fosse di gran lunga più logorante e debilitante dell'idea stessa di dover morire. 
In quel momento si sentiva come quei condannati.
La bomba che era attaccata all'asse si legno su cui era stata immobilizzata non era ancora esplosa. Però l'avrebbe fatto... non sapeva quando però... poteva esplodere in quel momento, come tra due ore, durante la notte, o durante le prime ore del mattino seguente... ammesso e non concesso che arrivasse viva a quel momento. 
Sentiva le sue resistenze abbassarsi sempre di più. Il freddo le stava penetrando nelle ossa, e c'era stato un momento in cui aveva avuto la sensazione che il cuore volesse smettere di battere. 
Non aveva nemmeno la forza di piangere. E si che le avrebbe fatto bene... non tanto per sfogarsi, ma per provare almeno un po' di calore grazie alle lacrime calde... solo che non ci riusciva. Era completamente disidratata. Non beveva dalla sera prima di essere rapita. 
Forse però era meglio così... Taru sicuramente la stava guardando, e non poteva turbarlo ulteriormente facendogli vedere di essere in preda alla disperazione...
Un pensiero le attraversò il cervello.
'' Perchè... hai così paura di sporgerti e di cadere...?''
Il baratro sotto di lei non era poi così spaventoso... aveva cercato di non muoversi il meno possibile per non rischiare di scivolare e rischiare di impiccarsi... ma in quel momento non pareva una brutta idea.
Aveva forze sufficienti per quell'ultimo sforzo. Doveva solo girarsi e lasciarsi cadere. 
L'agonia sarebbe durata pochi secondi... un minuto intero al massimo. Una quisquilia in confronto a quello che aveva sopportato finora... tuttavia non poteva agire in quel modo. Taru la stava sicuramente guardando. E non poteva togliersi la vita davanti a lui... per quanto l'idea stesse iniziando a diventare allettante. 
'' Ok Taru... ti do un aiutino...''
...
...
...
- Ancora niente...?- fece Takagi senza nemmeno alzare lo sguardo dalle foto che aveva scattato Sakura e salvato sull'apparecchio digitale.
Era come averla riavuta, anche se solo per poco. In quelle foto, in quei sorrisi, in quei paesaggi... c'era sua sorella. C'era Sakura Takagi. 
- Non ancora.- fece Matsumoto ringraziando che il poliziotto avesse lo sguardo altrove. Non sarebbe riuscito a sostenere il suo sguardo sconvolto e disperato - Ma continueremo a cercare, e la troveremo.- 
- Mi scusi, ma inizio ad avere difficoltà a crederle...- fece Takagi con gli occhi che tremavano. 
- Ehy.- fece Shiratori - Non mi starai dicendo che ti arrendi!- 
- Questo mai...- fece Takagi - ma inizio ad aver paura... Fuemoto era l'unico che potesse salvarle la vita, dopo aver scoperto di aver commesso un terribile errore... e adesso forse non si sveglierà più. O se si sveglierà Sakura potrebbe essere già morta... ho voglia di ricominciare a cercarla... ma non so da che parte ricominciare...- 
- Beh intanto cominciamo a perlustrare i cantieri edili nei pressi dell'albergo dove alloggiava Sakura.- fece Sato - Sappiamo che è salita in macchina con lui, di sua spontanea volontà.- e di questo ne era sicura al cento per cento. 
Per quel che conosceva la sorella minore del suo fidanzato una cosa la sapeva per certa: non sarebbe mai salita in macchina con qualcuno, a meno che quel qualcuno non godesse della sua piena fiducia. 
Esisteva però un'altra possibilità. Ovvero che dopo averla fatta salire in macchina l'avesse stordita con un fazzoletto imbevuto di cloroformio e che poi l'avesse consegnata ad un potenziale complice, per poi mollarla chissà dove. In questo modo poteva tornare indietro dal luogo della consegna, andare in albergo come se niente fosse, preparare il tablet da spedire il giorno dopo, per poi rispondere alle domande della polizia di  Hokkaido venuta ad investigare sulla scomparsa della ragazza. 
- Io ho chiesto ad un conoscente nella polizia dell'isola di controllare tutti i cantieri che avevano in ristrutturazione o in costruzione edifici che andavano oltre i quattro piani nei pressi dell'albergo...- fece Shiratori - ma dicono che nei pressi dell'hotel non ci sono strutture che corrispondono ai requisiti che cerchiamo.- 
- Ma com'è possibile?- fece Goro - questa ragazza da qualche parte deve stare... non vorrete mica dirmi che Fuemoto fa apparire e scomparire i palazzi a seconda delle sue esigenze.- 
- No, dubito che sappia fare simili stregonerie...- fece Megure - però nulla esclude che Fuemoto possa aver preso Sakura ma solo all'inizio per poi consegnarla a qualcuno che si è occupato di portarla nel luogo della sua prigionia.- 
- Il che vuol dire...- fece Conan - che potrebbe essere ovunque.- 
- Hokkaido è un'isola che vanta 78719 km².- fece Takagi - Mi dite come facciamo a setecciarli tutti prima delle dieci di domani mattina?- 
Anche con la piena collaborazione della polizia dell'isola, era un'impresa disperata. 
Non sarebbero mai riusciti a trovarla in tempo. 
- Beh... forse potremmo chiedere aiuto agli isolani... e trovare qualcuno che possa parlare dei fatti.- fece Matsumoto.
...
...
...
- Torniamo in diretta.- fece la DJ di una nota trasmissione che veniva ascoltata in tutto il Giappone. Il piano era semplice. 
Spesso, quando si cercava di riaprire qualche caso, dimenticato dai più, amici e parenti della vittima lanciavano appelli alla radio e alla televisione, per rinfrescare la memoria alla gente e alla polizia per chiedere che l'inchiesta venisse riaperta. 
Era proprio a questo che miravano. Con una trasmissione alla radio, avrebbero reso partecipi anche tutti gli abitanti dell'isola di Hokkaido del rapimento e dell'imminente morte per assideramento di una ragazzina di diciotto anni, abbandonata in un cantiere. Si sarebbero appellati alla coscienza e all'umanità della gente, chiedendo loro di segnalare tutti i cantieri che riguardavano edifici alti in modo da concentrare gli sforzi in determinate zone anzichè correre a destra e a sinistra come topi da laboratorio in cerca del formaggio.
- Oggi vogliamo parlare di una storia d'amore.- fece la conduttrice - Non una storia d'amore tra un uomo ed una donna, ma del legame d'amore che lega due fratelli... per chiedere il vostro aiuto.
Agente Takagi, come si chiama sua sorella?- 
Takagi sospirò prima di rispondere - Sakura.
Sakura Takagi.- da lì in poi lasciò che fosse il suo cuore a parlare per lui - Mia sorella ha diciotto anni. E' una ragazza molto dolce, tranquilla, calma, ma è dotata di una volontà di ferro.
Sono due giorni che non la vedo. Mia sorella è scomparsa durante una gita scolastica ad Hokkaido... è stata sequestrata, caricata in una macchina con una scusa, da parte di una persona di cui credeva potersi fidare ed in questo preciso istante sta morendo di stenti in un cantiere.-
La conduttrice innoridì al pensiero che una ragazza così giovane stesse morendo di una morte così orrenda. Poteva solo immaginare la pena che aveva il fratello dentro, nel non sapere dove fosse sua sorella, nemmeno per darle un ultimo saluto nel caso quella povera ragazza fosse ormai votata alla morte... ma quello che non riusciva a vedere era la pena negli occhi del poliziotto. In quei due giorni senza avere la certezza di rivedere viva sua sorella, Takagi aveva visto Sakura morire più e più volte. 
E questo, solo Miwako, aveva potuto vederlo. 
- Agente... lei è qui per lanciare un appello alla coscienza morale del rapitore di sua sorella...- 
- No.- fece il poliziotto - Il colpevole in questo momento ha capito perfettamente l'inutilità del suo gesto, ma non è nelle condizioni fisiche di poter rispondere alle mie domande... quello che voglio lanciare è un appello agli abitanti di Hokkaido.- prese un bel respiro prima di continuare - Mia sorella è prigioniera in un cantiere edile che interessa un edificio di oltre quattro piani... chiedo che venga notificata la presenza di uno stabile del genere, in qualunque punto dell'isola vi troviate, e che contattiate immediatamente la prima squadra della prefettura di Tokyo.- la trasmissione si chiuse lì. 
Trovava impossibile che avesse affidato la salvezza di sua sorella a dei perfetti sconosciuti che ascoltavano la radio, magari per chiedere di fare una dedica o per chiedere che mandassero in onda la canzone del primo incontro con la loro dolce metà... ma tutti erano soliti dire che Dio esisteva, e che operasse tramite vie inaspettate... e se ciò era vero, non avrebbe permesso che una ragazzina morisse per un errore del cavolo. 
Accadeva sempre un fatto curioso, quando i giornali riportavano la notizia di un fatto di cronaca nera. Specie quando la vittima era quel che si definiva '' la ragazza della porta accanto''.  La gente si indignava, pensava che fosse ingiusto e crudele che una brava persona, un adolescente, venisse strappata così presto alla vita e ai suoi cari..  ma di solito l'unica cosa che sapevano fare era rammaricarsene leggendo il giornale, parlarne un paio di minuti condannando il mondo troppo ingiusto e crudele, dire '' Se ci fossi stato io ora quella poveretta sarebbe ancora viva''.... 
Ora avevano l'occasione di dimostrarlo. 
...
...
...
L'idea della  trasmissione alla radio si rivelò vincente. 
Era come essere travolti da un fiume in piena. Dopo l'appello disperato di Takagi alla radio che chiedeva l'aiuto degli abitanti dell'isola per rintracciare la  sorella scomparsa, più di venti persone in tutta l'isola avevano contattato la polizia segnalando la presenza di cantieri che interessavano la costruzione e la ristrutturazione di edifici oltre i quattro piani. 
- Contattate la polizia dell'isola e chiedete la massima collaborazione.- fece il sovrintendente - Abbiamo diverse segnalazioni, ed ognuna potrebbe essere il luogo in cui Sakura è tenuta prigioniera.  Con l'aiuto dello stormo elicotteri, dall'alto dovrebbe essere relativamente facile individuarla.-
- Agli ordini.- fecero i poliziotti. 
- Megure.- fece Matsumoto - Ci sarà bisogno di una squadra che coordini le operazioni. Parta per Hokkaido e porti con sè due agenti. Li scelga con cura...
- Ci vado io.- fece Takagi con un tono che non ammetteva repliche. 
- Come prego?- fece il sovrintendente. 
- Ha capito benissimo.- fece Takagi - Il tempo di prendere il cappotto e sono pronto a partire.- 
- Takagi...- fece Megure in tono quasi paterno - Non ti dirò che so come ti senti...- ed era sincero. Nonostante lui e Midori fossero sposati da anni, non avevano mai avuto figli ne fratelli o sorelle minori a cui aveva dovuto fare da sostituto genitore... quindi non conosceva la pena di non sapere dov'era il proprio figlio e la consapevolezza che avrebbero potuto fargli Dio solo sapeva che cosa, e non riusciva nemmeno ad immaginare l'inferno che il suo subalterno avesse dentro in quel momento - ma abbiamo ottime possibilità di ritrovarla... riposati un po'. Va a casa, fai una doccia, una dormita...- 
- No lei non capisce...- fece Takagi - E' mia sorella. Le ho promesso che l'avrei protetta da ogni male, e non ci sono riuscito. Le ho promesso che sarei andato a prenderla anche in capo al mondo se avesse avuto bisogno di me, e stia certo che è esattamente ciò che farò.- 
- Takagi, cerca di ragionare.- fece Matsumoto - se prendiamo per buona che Fuemoto abbia rapito Sakura e che poi l'ha consegnata a qualcuno che l'ha scaricata in un cantiere, significa che con tutta probabilità in quel posto c'è un complice. E stai sicuro che se ti vede arrivare al cantiere, sarai il primo a cui sparerà.- 
- Signor questore... le sue ragioni le ho ascoltate e le ho capite fin troppo bene.- fece Takagi con voce ferma e calma - Però adesso le spiego come andranno le cose. Se lei non mi da il permesso di prendere parte a questa missione di salvataggio, io uscirò di qui dicendo che vado a recuperare un paio d'ore di sonno, ma nulla mi impedirebbe di andare all'areoporto e di prendere il primo volo per Hokkaido.- non aveva mai sfidato le disposizioni di un superiore. E francamente non aveva mai immaginato che un giorno l'avrebbe fatto... ma vedere sua sorella, la sua Sakura... intirizzita dal freddo, stremata, sofferente, sul punto di saltare in aria per uno stupido malinteso che non ci sarebbe mai stato se quell'uomo avesse avuto il buonsenso di cercare direttamente lui per chiarire la questione aveva cambiato tutto. 
Se per qualche disgrazia non l'avessero trovata in tempo, lui doveva essere lì con lei. 
Megure si guardò attorno in cerca di aiuto. 
- Ispettore...- fece Shiratori - Mi dia retta, gli dia il permesso di venire con voi.
Per quello che lo conosco, Takagi è realmente capace di andare per conto suo ad Hokkaido e cercare Sakura da solo. Se per disgrazia incontra questo fantomatico complice le cose potrebbero mettersi male.- 
C'erano due possibilità nel correre il rischio che decidesse di andare ad Hokkaido e cercare Sakura da solo, se prendevano per buona l'ipotesi che Fuemoto non avesse agito da sola. La prima era che il complice temendo di essere arrestato per concorso in rapimento e tentato omicidio e gli sparasse sul serio, anche in preda al panico.
La seconda... fino a due giorni fa non ci avrebbe mai creduto. Gli tornava difficile immaginare il collega lanciarsi in una caccia all'uomo come gli tornava difficile immaginarlo farsi giustizia da solo. Anche se lo avrebbe capito perfettamente. Lo stato aveva messo loro in mano una pistola, con cui avevano giurato di servire e proteggere i cittadini. 
Ma se a Takagi fosse saltato il ticchio di usarla per sparare un colpo in testa a colui che aveva ucciso sua sorella lo avrebbe capito. Anzi, probabilmente lo avrebbe aiutato a trovare qualche attenuante o a pagargli direttamente l'avvocato. 
Tuttavia, voleva evitare che proprio lui si trovasse in quella difficile situazione. 
A quel punto Megure si arrese. 
- Va bene.- fece Megure - Sato, Takagi verrete con me per la squadra di coordinamento delle indagini. Recuperate cellulari e pistole. Ci vediamo sul tetto tra meno di cinque minuti.-
Matsumoto annuì per poi rivolgersi agli altri agenti - Raddoppiate le pattuglie, e raccomandate ad ogni singolo elicottero di avere a bordo un kit di pronto soccorso.- 
- Signorsì.- fecero i poliziotti. 
Takagi si diresse alla sua scrivania per recuperare la pistola e prendere il cappotto senza smettere di pensare -'' Sto arrivando bocciolo... non mollare, resisti ancora un po'...''
- Takagi.- fece Shiratori arrivandogli alle spalle. 
Il poliziotto si voltò. 
- Ah sei tu...- fece Wataru -  Hai... bisogno di qualcosa? Ho fretta...-
Shiratori sorrise.
- Quando la vedi, dalle un abbraccio da parte mia.- 
Wataru sorrise - Grazie.- per poi correre come un fulmine sul terro dell'edificio dove lo aspettavano Miwako e Megure. 
Sperava solo di fare in tempo. 
  
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