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Autore: StargazingMomo    07/02/2021    1 recensioni
Sono trascorsi due anni dalla sconfitta degli androidi nella dimensione mirai. Un nuovo nemico, con legami col passato, si profila all'orizzonte con l'intenzione di sfruttare il potere delle Sfere del Drago, scomparse da tempo. Ce la farà? Quale sarà il destino del futuro? [Mirai!Trunks/Nuovo Personaggio]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dall'Act X:

[..]«Perché ti nascondi mentre mangi, Yume?»
Lei ingoiò il boccone e rispose:
«Non lo so... Mi vergogno.»
«Ti vergogni di me..?» esclamò Trunks, calcando volutamente l'ultima parola.  
«Proprio perché sei tu. Okay?»
«Che bisogno c'è di farsi tutti questi problemi adesso? Dai, dammi un pezzo di dorayaki.»
[..]Si arrampicò sul letto e allungò le mani per recuperare il bottino dietro la schiena di Yume, ma lei continuava ad allontanarlo, finché Trunks, che cercava invano di anticipare le sue mosse, in bilico sulle ginocchia, scivolò e le cadde sopra.
[...] «Hai un po' di marmellata qui...»
Lei chiuse gli occhi a quel contatto, quanto le era mancato il tepore della sua pelle. Non era riuscita a dirglielo quando stavano ancora insieme, che le mancava, che le mancavano quelle stronzate, scherzare insieme, sembrava non riuscissero più a trovare il pretesto per fare i cretini in quel modo.
Yume, allora, avvicinò una mano al viso di Trunks e lo accarezzò, come a dargli il consenso. Solo allora la ragazza lo vide abbassarsi su di lei e, timidamente, le loro labbra si unirono in un bacio.
[...]

                                                                                   ****

Mesuzu se ne stava in piedi sul cornicione di uno degli alti palazzi, freschi di costruzione, di Città dell'Ovest, osservando il panorama urbano che si stagliava sotto di lui. Erano passati due giorni dalla sua apparizione televisiva e tutto sembrava già essere tornato alla normalità per quegli insetti.
Era più che scontato, non c'erano state conseguenze dirette per la maggior parte di loro, quindi tutto era ripreso come se nulla fosse stato. Eppure, qualcosa lui aveva ottenuto. Era riuscito ad estorcere a quel fighetto l'informazione che gli serviva. Un ghigno si dipinse sul viso dai lineamenti aspri, ma si spense subito. In quei due giorni non era riuscito cavare un ragno dal buco circa quell'alieno, quel namecciano che quel bastardo gli aveva rivelato essere l'unico in grado di riattivare le Sfere. Aveva pensato di procedere ad esclusione, cercando di individuare l'unico ki che risultava essere diverso da quello di comune terrestre e, sopratutto, potente.
Non poteva essere un namecciano qualunque, infatti, che poteva padroneggiare il potere delle Sfere del Drago. Non aveva ancora trovato nulla, maledizione....! Doveva solo che ringraziare Gero se adesso si trovava in quella situazione. Quegli androidi avevavano sterminato buona parte dei terrestri e anche colui da cui dipendevano quei mistici manufatti; morto lui, scomparsi loro. Nel momento in cui si rinchiuso nella cella ibernante quello scienziato da strapazzo era stato eliminato dalle sue stesse creature, ma non avrebbe mai creduto che potessero seminare tanta distruzione. Il suo obiettivo non era mai stato quello, infatti Gero non capiva un accidenti di niente e non era consapevole neanche dell'esistenza delle Sfere, cosa che per Mesuzu, invece, era sempre stata l'incentivo a proseguire nelle sue ricerche, sapendo che dopo aver scoperto e potendo quindi sfruttare il segreto del ki, non avrebbe avuto rivali nell'anteporre sé stesso nell' utilizzarle per realizzare i suoi desideri più sfrenati. Fin da quando aveva visto quel ragazzino emettere quel fascio d'energia dalle mani con cui aveva disintegrato i robot del Red Ribbon, era stato determinato a trovare il modo di utilizzarla, sapendo che per lui non sarebbe stato così facile
disporne naturalmente.
Il Red Ribbon... Ne aveva fatta di strada da allora. Anche se non era andato tutto esattamente come aveva pianificato, infatti alcuni pezzi del puzzle non erano ancora andati al loro posto, era solo questione di tempo. Inoltre, il fatto che proprio quel fighetto avesse avuto l'ardire di frapporsi tra lui e le Sfere, in realtà, gli aveva dato poi degli spunti interessanti.
D'un tratto, Mesuzu avvertì un ki decisamente diverso rispetto a quelli che aveva analizzato fin a quel momento. Nuovamente, un ghigno incurvò le sue labbra e si diresse, in volo, verso quella direzione.

                                                                 
****

«Trunks, mi annoio.»
La voce di Yume si intrufolò nel orecchie del ragazzo mentre era intento a digitare velocemente sulla tastiera del pc, trascrivendo cifre dalle varie finestre di documenti aperti sul desktop, per completare il rendiconto trimestrale che non aveva ancora finito. Si era portato il lavoro a casa di lei, dato che il buzz intorno alla sua ultima apparizione televisiva non era ancora scemato, era passati solo un paio di giorni, era meglio stare lontani dalla Capsule Corp. Infatti sua madre Bulma l'aveva rassicurato, dicendogli che avrebbe pensato a tutto lei e che non doveva preoccuparsi.
Dopo l'apprensione iniziale circa le condizioni di Yume, che aveva potuto constatare anche lei dalla tv, era stata piuttosto indiscreta, poi, chiedendogli se ci fosse stato qualche sviluppo inatteso. Doveva aspettarselo. Trunks le aveva risposto che era troppo presto per dirlo e aveva tagliato la conversazione. Chissà quale sarebbe stata la reazione di sua madre se le avesse detto che si erano baciati e che erano stati a un passo da...

«Trunks, mi ascolti? Non posso leggere, non posso guardare la tv, ovviamente non posso uscire... Non posso fare niente.»
Il ragazzo, quindi, spostò l'attenzione dal computer verso di lei, distesa alla sua destra sul divano, con le braccia incrociate, l'aria imbronciata, avvolta in un completo tuta aderente color albicocca; i piedi posati sulle sue gambe accanto al portatile.
«Non devi sforzarti. Anche Everett ha detto che è meglio così.»
«Già, proprio lui...! Adesso è al lavoro in caffetteria, tu anche stai lavorando... E' giusto, non me la sto prendendo con te. E' solo che...»
I suoi occhi nocciola si rivolsero verso l'ampia finestra orizzontale sul lato opposto del salotto.
«Mi manca andare al dojo. Quando ho chiamato Hirano-sensei non ero sicura di cosa dirgli... Per fortuna che lui non guarda il telegiornale. Così ho potuto sorvolare sulla cosa, inventandomi una scusa, anche se poi mi sono sentita un po' in colpa. Lui mi risposto che non c'era problema e che gli incidenti capitano. Ora, però, mi sento inutile.»
Trunks la osservò attentamente mentre si confidava così con lui, nonostante lo sguardo della ragazza fosse ancora rivolto verso lo skyline cittadino, oltre la finestra. Era da tanto che non c'è quel dialogo tra loro, constatò. Cominciava a sentirla nuovamente vicina e l'ultima cosa che voleva era lasciare che si allontanasse un'altra volta. Non poteva non sentirsi responsabile di quella situazione che si era creata tra loro, forse troppo preso, oltretutto, dal rimettere in piedi la Capsule Corporation. 
«Yume, ascolta... Sentivi che ti mancava qualcosa quando stavamo insieme?» le chiese allora lui, mentre le accarezzava delicatamente la gamba destra, quella con la fasciatura, dopo aver posato il pc sul tavolino alla sua sinistra accanto al divano.
La ragazza prese un profondo sospiro. 
«...All'inizio no. Tu eri tutto quello che desideravo ed avevamo, finalmente, un futuro ad attenderci quindi non potevo immaginare niente di meglio. Poi... Durante il nostro secondo anno, io...»
Trunks notò la difficoltà nella sua voce. Non voleva che agitasse, non poteva permetterselo. Era questo di cui il ragazzo aveva ancora timore, di forzarla e di farle fare o dire cose di cui non era convinta pienamente. Anche se Yume fosse stata in piena forma, probabilmente, anche se non sarebbe stato facile, non avrebbe fatto l'amore con lei perché voleva essere sicuro che poi non dovesse pentirsene.
«Non sei obbligata a dirmi niente se non te la senti, non avrei dovuto chiedertelo. Abbiamo tutto il tempo per ritrovarci.»
«Sì, ma... sento che se non ti parlo di queste cose ora continueranno ad aleggiare su di noi e io non posso sopportarlo. Non sono sicura di cosa te l'abbia fatto venire in mente proprio adesso, però... Ti sono sembrata insofferente...? Anch'io ho bisogno che tu sia sincero con me.»
Trunks si passò una mano sugli occhi. «Ho solo realizzato quanto già ti mancasse il tuo lavoro al dojo e mi sono chiesto se anche durante la nostra relazione avresti voluto rendere le arti marziali la tua professione e non hai avuto il coraggio di parlarmene... Non lo so. Se ti ho fatto mancare qualcosa vorrei che me lo dicessi... Io credevo di poterti leggere nel pensiero invece non è stato così.»
Questa volta era lui a non guardarla negli occhi.
«Trunks, ascoltami tu adesso.» così dicendo Yume allontanò i suoi piedi dalle gambe del ragazzo e si accoccolò vicino a lui, posando la testa sulla sua spalla mentre con l'indice destro ripassava i contorni del marchio della CC sulla sua felpa, all'altezza dei suoi atletici pettorali. «Io non ti ho mai dato tutta la responsabilità... Anche se ci sono stati momenti in cui avrei voluto una reazione diversa da parte tua, dato che riuscivo più a capire se ero ancora importante per te. Essere impegnati nella ricostruzione è stato importantissimo e tra noi era tutto stupendo, però poi tu hai continuato con l'azienda mentre a me, poi, non è rimasto molto a cui dedicarmi. Non ero sicura di cosa fare, se è questo quello che vuoi sapere. Io penso che la nostra relazione abbia risentito anche di questo, perché ho cominciato a dubitare anche di noi due. Non riuscivo a capire cosa fare della mia vita, credo... Tutti andavano avanti e io cercavo ancora di rimettere insieme i pezzi. Non mi era stato tutto chiaro come avevo sempre pensato.»
La voce di Yume cominciò ad incrinarsi e quindi Trunks afferrò le sue gambe, questa volta, e se le mise bene in grembo, lasciando che i piedi poggiassero sul bracciolo, stringendola forte a sé.
«Perché non mi hai detto che ti sentivi così? Amore mio...» ci mancava poco che si mettesse a piangere anche lui.
«Non volevo che ti preoccupassi ancora per me. Abbiamo sofferto abbastanza, a mio parere, quindi ho cercato di dissimulare tutto e per un po' ci sono riuscita, pensavo che fosse normale un po' di smarrimento, ma poi ho comciato a sentirmi sempre più distante da te, da noi... » lacrime cominiciarono a rigare le sue guance.
«Amore... Scusami per non essere riuscito a starti vicino, forse proprio nel momento in cui avevi più bisogno di me. Tu mi hai sempre sostenuto...»
Yume si strinse più forte a Trunks, piangendo, e lui la baciò sui capelli biondo miele, mentre le accarezzava dolcemente la schiena.
«Sono qui adesso, ti sosterrò sempre. Non commetterò più lo stesso errore.»
Aspettò che finisse di sfogarsi, cullandola tra le sue braccia, non curante delle sue stesse lacrime.
«E io dovrei parlarti di quello che provo, per evitare di finire di nuovo così.» fece la ragazza, riprendendo fiato, mentre passava una mano su una porzione di stoffa umida della felpa. «Scusa, ora hai la felpa fradicia...»
Trunks afferrò il viso di lei tra le sue robuste mani e passò entrambi i pollici per asciugare un paio di ultime fuggitive.
«Sbaglio o ha gli occhi lucidi anche tu...?»
«Non sbagli.» Due stille scesero dai suoi occhi azzurri. «Mi sei mancata Yume.»
«Anche tu mi sei mancato davvero, Trunks.»
Quindi si avvicinò alla ragazza e posò la fronte sulla sua, mentre continuava ad accarezzarle le guance. Quindi le sue labbra furono su quelle di lei, che lo ricambiò appassionatamente, stringendo le braccia intorno al suo collo. Sentiva ancora il sapore salato delle sue lacrime, ma non importava perché le prometteva, in cuor suo, che avrebbe pianto solo di felicità da quel momento in poi.

                                                                  
****  

Doveva essere quello il posto. I piedi di Mesuzu erano tornati a posarsi a terra proprio di fronte a un dojo, il dojo Hirano, lesse sull'insegna. Quel ki sembrava provenire proprio da lì.
Salì le scale che portavano allo shoji che spalancò senza riguardo e si fiondò all'interno; con gli anfibi ancora ai piedi svoltò a sinistra. Notò un'ampio shoji in fondo al corridoio, quindi cominciò a correre nella sua direzione per poi farlo scorrere, con gesto secco, verso destra con noncuranza.

«Finalmente sei arrivato, ce ne hai messo di tempo.»
Furono le parole di un individuo alto e dalla carnagione verdastra, con un orecchie a punta. Indossava una specie di tunica viola e aveva due antenne sulla fronte, ora ci faceva caso. Non stava neanche guardando nella sua direzione, aveva le braccia incrociate sul petto e la sua attenzione era rivolta verso il cortile interno del dojo.
«Sei tu il namecciano?! Non m'importa niente da dove sei sbucato o come fai a conoscermi, voglio solo sapere se tu puoi riattivare le Sfere del Drago.»
«Certo, che posso. Il problema è che non ne ho la minima intenzione, sopratutto per uno come te.»
Mesuzu strinse forte i pugni, sbattendo con forza un un anfibio sul tatami
«Allora perché diamine hai voluto incontrarmi, eh? Vorrei ucciderti per questo affronto, ma non posso farlo...! Dovrei cercare di convincerti, allora, non credi?»
I suoi occhi grigi si posarono allora sulla sagoma di un vecchio distesa poco più in là.
«Ammazzerò quel vecchio...! Non lo permetterai, giusto? A meno che non l'abbia già fatto tu.»
«L'ho solo tramortito. Non volevo metterlo a parte di questa situazione. Devi sapere che io vedo tutto e ho scelto questo posto per un motivo. Non mi piace essere stato tirato in ballo in questa storia e non ho aspettato che tu ti stancassi di cercare, dato che ho intuito che non avresti mai mollato l'osso, quindi sono qui per dirti in faccia che effettivamente esisto, ma non ho alcuna intenzione di aiutarti E, poi, l'hai detto anche tu che non puoi farmi fuori, ma qualcuno deve far fuori te, anche se non sarò io.» esclamò, voltandosi per la prima volta verso di lui.

         
                                                       End of Act XI

                                                                                                         



                                                                         
     

 
   
 
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