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Autore: rocchi68    07/02/2021    2 recensioni
Dawn era sempre stata una ragazza che, anche dinanzi alle difficoltà più disparate, affrontava il tutto con un sorriso e una dolcezza disarmante.
Una sera, però, si era ritrovata davanti a un’amara sorpresa.
Non aveva amiche, non aveva un posto in cui stare, era stata tradita dal proprio fidanzato nel momento di massimo splendore ed era frustrata da tutti quei fallimenti in rapida successione che potevano sancire la sua completa rovina.
Poteva spegnersi, cercare una scappatoia per la felicità oppure chiedere un ultimo disperato consiglio all’unica persona che mai l’aveva abbandonata.
Sempre che quest’ultimo fosse d’accordo…
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Duncan, Scott, Zoey | Coppie: Duncan/Gwen
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Qualche giorno più tardi
 
Dawn credeva, anche alla luce di tutti gli anni passati, che mai l’avrebbe rivista.
Difficile che qualcuno potesse ripresentarsi dopo quello che aveva passato e con il rischio di ritrovarsi una porta sbattuta sul grugno.
Aveva parlato con Courtney e si era sentita rassicurata dalle sue confidenze: Scott, così come aveva dimostrato più volte, non si sarebbe mai sognato di ripetere l’errore della mattina successiva al contest. Mai più l’avrebbe cacciata e non avrebbe guardato nessun’altra donna, sempre che non si trattasse del classico scambio di saluti con la madre, con la sorella o con qualche lontana zia.
Quella mattina erano nuovamente a casa da soli.
Chef gli aveva concesso un’altra giornata di riposo, l’Università doveva accogliere solo qualche smemorato che aveva saltato diverse lezioni e, quindi, erano liberi di potersi divertire.
Erano rientrati la sera prima sul tardi, avevano passato una piacevole cena in uno dei ristoranti migliori della città e rientrati in casa, avevano fatto l’amore, crollando sfiniti e risvegliandosi l’indomani tra le braccia dell’altro con tanto di coccole e piccole provocazioni.
Alzatasi presto per preparare la colazione, iniziò con le classiche pulizie e poi uscirono per una passeggiata nel parco vicino.
Rientrati quando erano solo le 11, continuarono a sistemare la casa, fino a quando il campanello non li costrinse ad abbandonare le loro attività.
“Non passa giorno che qualcuno venga a trovarci.” Borbottò il rosso, abbandonando lo straccio sopra un mobile e scendendo dalla scala.
“Spero solo non siano quelli che vendono aspirapolveri.”
“Oppure Courtney: a volte è una vera seccatura.”
“Non dovresti parlare male della tua ex.” Lo rimproverò Dawn, facendogli scrollare le spalle.
“Oppure potrebbe essere qualche vicino, Zoey o Gwen che hanno litigato con Mike e Duncan o qualcuno che ha sbagliato indirizzo.” Elencò il rosso.
“Secondo me è tua sorella.” Mormorò, sentendo la mano di Scott che le sfiorava il fianco.
“Tutte le volte che siamo soli mi viene il desiderio di toccarti e di stringerti a me.”
“Pervertito.” Commentò lei, facendolo ridacchiare.
“Diciamo che un secondo round dopo l’ultima notte insieme non ci starebbe male.”
“Potrei concederti un secondo round appena finiremo le pulizie e dopo una bella doccia.” Soffiò, mentre il campanello continuava a suonare imperterrito.
“Oppure potremmo avere la nostra rivincita nella doccia.” Le propose, facendola arrossire lievemente.
“Vediamo chi è questo scocciatore e poi penseremo a qualcosa.”
“Da quando sei diventata così sfacciata e provocante?” S’interrogò Scott, afferrandola per un braccio e facendola girare verso di sé con il chiaro intento di darle un altro bacio.
“Da quando ho capito che sei e sarai sempre il mio tesoro.”
“Certo che sarebbe bello passare al sodo, ma con tutto questo casino in sottofondo rischiamo di combinare poco o nulla.” Borbottò infastidito, lasciando libera la sua ragazza che rispose al citofono.
Tempo di chiedere chi fosse e Dawn si girò, bianca in volto e tremante come una foglia, verso Scott che, nel vederla in quello stato, temette di doverla sorreggere per uno svenimento improvviso.
Era come se qualcosa avesse prosciugato le sue certezze e le sue energie e, di sicuro, la colpa era in quei passi leggiadri che stavano salendo le scale del loro condominio.
Presto avrebbe saputo perché Dawn si era trascinata a fatica fin sul divano e il perché il suo umore fosse passato dal più gioioso possibile a una depressione mista stanchezza che non aveva riscontrato in nessuno dei suoi conoscenti.
 
Come per Courtney la settimana precedente, in quasi due minuti la visita si era palesata sull’uscio e timidamente aveva allungato la testa dentro casa, quasi si vergognasse per quel passaggio improvviso.
Davanti a sé trovò la figura di un ragazzo abbastanza alto che la fece sussultare e subito dietro, seduta sul divano e con gli occhi persi nel vuoto, vi era Dawn.
“Si può?” Domandò timidamente, mentre lo sconosciuto la invitava, seppur non sapesse chi fosse, all’interno, per poi richiudere la porta.
Non ricordava nessuno con il suo aspetto, anche se aveva la sensazione di averla già vista almeno una volta. Forse era solo stanco, ma gli sembrava che fosse in una vecchia abitazione e che l’ultima volta, quando era ancora un bambino, gli aveva offerto una fetta di torta.
“Ciao Dawn.” Borbottò lei, superando i pochi metri che la dividevano dal divano e sedendosi davanti alla ragazza.
“Sarah.” Sussurrò aridamente.
“Scusa se sono passata senza avvertirti, ma volevo che fosse una sorpresa.”
“Potevo farne anche a meno, non credi?” Domandò Dawn, facendo sussultare Scott che non ricordava uno sguardo così gelido.
“Ho faticato molto a trovarti.”
“Non m’interessa.”
“I nonni non sapevano che ti eri trasferita qui con il tuo amico.” Soffiò lei, facendola sospirare.
“Il mio amico? I nonni non sanno niente degli ultimi mesi perché non ho avuto il tempo di avvertirli.” Sibilò Dawn.
“Ed io non mi sono ancora presentato.” Borbottò Scott, ritrovando il coraggio d’inserirsi e riscontrando un sorriso rassicurante nella sconosciuta.
“Non serve…io ti conosco.”
“Davvero?”
“Forse mi avete dimenticato e non posso farvene un torto, Scott.”
“Da quel che ho capito, ti chiami Sarah.” Ammise il rosso, ricevendo un applauso per risposta.
“Ho fatto tutta questa strada solo per rivederti Dawn.”
“Ora ti ricordi che esisto, eh Sarah?” Chiese, fissandola minacciosamente.
“Io…”
“Hai aspettato tutti questi anni per rifarti viva e solo perché pensi che papà sia prossimo a tirare le cuoia. Ti fai sotto per l’eredità come la lurida serpe che sei, senza considerare tutto quello che abbiamo passato.”
“Ma io…”
“La mamma è morta e tu sei scappata come una vigliacca. Avevo bisogno di te, quando papà è stato arrestato e quando ero sprofondata nel baratro, ma tu eri già lontana. Tante volte ero in crisi e avevo bisogno di una mano amica o di un abbraccio e sono stata costretta a ricercare in altre persone quell’affetto che non mi hai mai mostrato.”
“L’ho fatto per il tuo bene, Dawn.”
“Per il mio bene? Io volevo solo ricostruire la mia vita con quelle poche certezze che mi erano rimaste e tu eri una di queste. Che cosa devo pensare di una sorella che se ne va e non ritorna mai indietro, se non che ti vergognavi di me?” Chiese, mentre alcune lacrime le rigavano il volto.
“Io…”
“Ora ricordo chi sei.” Mormorò Scott, intromettendosi nuovamente e permettendo alla fidanzata di recuperare parte della sua lucidità. Era vero che difficilmente si sarebbe dimenticato di qualcuno, ma quell’amnesia su due gambe, era la famosa sorella maggiore di Dawn e ora ricordava in quali casi l’aveva conosciuta.
Sarah aveva compiuto da poco i canonici 18 anni, quando sua madre era morta e aveva approfittato della cosa per abbandonare il padre e tutto il resto della sua vecchia vita. Era una bella ragazza, spigliata e curiosa, molto più matura della sua età ed era la sosia giovanile della figura materna.
Occhi glaciali, alta quasi 175 cm, bionda naturale, fisico ben proporzionato e che di sicuro doveva attirare l’attenzione di diversi ragazzi. L’ultima volta che la intravide, in forma e con un abitino niente male, era la vigilia dell’omicidio e aveva ammesso in cuor suo che Dawn sì era carina, ma che se avesse avuto l’età di Sarah, ci avrebbe provato spudoratamente, guadagnandosi subito dopo un bel due di picche. Ora, però, non aveva nessun interesse per lei e il suo unico desiderio era nella fedele fidanzata che continuava a far disperare dopo tutti i casini che aveva combinato.
“Devo dire che sei diventato un bel ragazzo, Scott.” Mormorò Sarah, facendolo arrossire lievemente, consapevole di essere sempre stata osservata dal ragazzo.
“Non ci provare, Sarah.” Ringhiò Dawn.
“Come scusa?” Chiese, girandosi verso la sorella.
“So che cosa stai pensando.”
“Non so di cosa parli.”
“Ricordo bene cosa dicevano i tuoi ex di te, quando papà ti proteggeva e non mi pare il caso di spiattellare la verità ai quattro venti.”
“Quale verità?” Domandò seccata.
“Vuoi che ti chiami con i tuoi soprannomi? Sarah la vedova nera o la gatta morta.”
“Non è vero.”
“Hai rovinato molte storie nella tua vecchia scuola e hai infastidito anche alcuni colleghi di papà, anche se questi avevano quasi vent’anni in più ed erano già sposati e con figli.”
“Io…”
“Non voglio più parlarti, Sarah.”
“Dopo tutta la strada che ho fatto?” Domandò con rabbia.
“Se una volta ero disposta a stare tranquilla e ad ascoltare ogni verità, oggi non è più così. Forse non ti sembrerà vero, ma non sono più la bambina che hai abbandonato.”
“Per me sei sempre la mia dolce sorellina.” Borbottò, mentre Dawn scattava in piedi e la inceneriva con lo sguardo.
“Tu per me sei solo una sconosciuta e non meriti niente da me, se non il mio disprezzo.”
“E il tuo amico che dice?” Chiese, guardando verso Scott che non voleva insinuarsi in quell’intricato problema famigliare.
“Lascia stare il mio futuro marito!” Ringhiò, andandole a un palmo di naso e preparandosi già a riempirla di ceffoni.
“Tuo marito?”
“Stiamo organizzando il matrimonio e non ho intenzione d’invitare una che potrebbe provarci con gli invitati o che potrebbe flirtare con il mio Scott!”
“Ma…”
“Non riesci a capire che ho perso tutto e non mi resta quasi più nulla se non il suo amore?” Chiese nervosa, ricacciando indietro le lacrime.
“Non era mia intenzione farti arrabbiare.”
“Se per quasi 15 anni me la sono cavata senza di te, riuscirò a fare altrettanto anche in futuro.” Replicò, indicandole la porta e tenendola fissa nel suo mirino, fino a quando non la vide sparire con la coda tra le gambe.
 
Richiusi dentro quell’appartamento, Scott si sedette davanti a Dawn e le rivolse uno sguardo sereno e colmo di riconoscenza.
Non era propriamente felice di quel litigio cui aveva assistito, ma aveva perfettamente ragione a difendersi in quel mondo. Alzatosi un attimo, la abbracciò e le scompigliò i lunghi capelli, cercando d’infonderle un po’ di forza.
“Ho fatto male, Scott?” Esordì lei, con la voce ancora rotta dal piano, dopo qualche attimo.
“Non credo.”
“Perché, allora, mi sento così triste?”
“Perché ricordare il passato, non è piacevole.”
“Ero così felice quando mi sono svegliata e ora Sarah, quella lì, ha rovinato tutto.”
“Io non sarò come Sarah, ma so come risvegliare il tuo sorriso.” Borbottò enigmatico, staccandosi e fissandola intensamente negli occhi.
“Come?”
“Succo di pesca e una bella doccia rilassante.” Le propose con il timore che lei calcolasse tutto ciò come un tentativo di approfittarsi del suo malessere psicofisico, facendola riflettere per dei secondi che gli parvero interminabili.
“Sarebbe questo il tuo programma?”
“Una lunga doccia rilassante.” Ammise divertito, facendola annuire e ritrovando il suo sorriso.
“E le pulizie?” Domandò lei.
“Le faremo domani, sempre che tu non voglia provare giochini nuovi.”
“Non credo che ci siano altre attività da svolgere.”
“Si può sempre ripassare.” Obiettò risentito.
“Grazie Scott.”
“È questo che farebbe qualsiasi fidanzato per un sorriso.” Soffiò, baciandola dolcemente e trascinandola subito dopo verso il bagno, saltando a priori il primo punto del loro programma.
Sarebbe stata, nonostante le difficoltà iniziali, un’altra giornata intensa.






Angolo autore:

Buonasera a tutti
Ryuk: Sembri di buonumore.

L'alcol fa miracoli.
Fa sembrare una persona migliore, ti rende felice...ergo non bevete mai

Ryuk: Ma come?

Tornando alla storia, beh questo e il prossimo capitolo, nonostante ciò che scrissi tempo fa, sono legati.
Olè mandiamo in vacca tutto quello che dico in un colpo solo

Ryuk: Vi ringraziamo e vi auguriamo una buona settimana

E notte

Ryuk: Alla prossima!
 
   
 
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