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Autore: Vals Fanwriter    26/08/2009    3 recensioni
“Aspetta un attimo!” la bloccò James “E’ uno scherzo?”
La ragazza lo guardò con disappunto. “No, non è uno scherzo! Ho organizzato un appuntamento al quale verrà anche Tunia!” [...] “E visto che Black sembra così entusiasta, verrà lui!” ordinò lei, con gli occhi ridotti a due fessure, mentre il ragazzo sobbalzava al richiamo.

Dedico questa fan fiction alla mia amica Dindi che mi ha dato lo spunto per scriverla.
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Petunia Dursley, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Dreaming the Marauders'
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Dedico questa fan fiction alla mia amica Dindi, che mi ha dato lo spunto per scriverla. T.V.B.

 

A Strange Date

           

« And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand »

(Goo Goo Dolls – Iris)

 

Era una giornata tranquilla. Il canto degli uccelli fuori di casa sembrava estremamente rilassante. James stava sulla veranda di casa Potter insieme al suo inseparabile fratello Sirius, entrambi seduti su di una panca ad annusare il profumo della libertà, dopo che il giorno precedente avevano abbandonato Hogwarts per sempre. Era stata proprio una giornata tranquilla… fino a quel momento.

         Infatti di lì a poco un sonoro CRACK giunse alle loro orecchie, attirando l’attenzione dei due baldi giovani. Apparve Lily a pochi metri dai gradini, che James, notando la sua bella, si affrettò a scendere per stritolarla con un abbraccio da orso.

         Amore, ciao. Non mi aspettavo una tua visita.” le soffiò James in un orecchio, al che la ragazza divenne tutta rossa. Sirius ovviamente notò l’imbarazzo di Lily e scoppiò in una risata molto simile ad un latrato.

         “Non ridere, Black!” gli ordinò Lily, mentre con una gomitata allontanava il suo ragazzo. “Sono qui per cose importanti.” annunciò infine, riprendendo il normale colorito.

         James si massaggiò lo stomaco appena colpito dalla ragazza e disse “Okay, Lils. Ti ascoltiamo”. Dopo che Sirius ebbe smesso di ridere, i due Malandrini ascoltarono la notizia che Lily doveva dar loro. I muscoli dei loro visi, man mano che i minuti passavano, si deformarono in un’espressione orripilata o, quanto meno, disgustata.

         “Aspetta un attimo!” la bloccò James “E’ uno scherzo?”

         La ragazza lo guardò con disappunto. “No, non è uno scherzo! Ho organizzato un appuntamento al quale verrà anche Tunia!”

         “Saremo io, te e la musona!?” cercò di riassumere James, contando sulla punta delle dita, con espressione sempre più allarmata.

         “Sì, io, te e Petunia!” assentì la ragazza, sottolineando bene il nome della sorella.

         “Ma è la stessa Petunia che dico io?” domandò il ragazzo, sperando vivamente che la risposta fosse no.

         “Sì, mia sorella.” rispose Lily “Ma non è finita qui.”

         “Cos’altro c’è!?” chiese James, ormai fuori di sé.

         “Vorrei che con noi venisse almeno un altro della tua banda di monelli.”

         Malandrini!” precisò il moro.

         “E’ uguale.” fece lei con un gesto eloquente della mano. Il suo sguardo poi ricadde su Sirius che, avendo intuito il pericolo, stava sgattaiolando via. “E visto che Black sembra così entusiasta, verrà lui!” ordinò lei, con gli occhi ridotti a due fessure, mentre il ragazzo sobbalzava al richiamo.

Si voltò verso la ragazza mostrando un sorriso tiratissimo. “E quando sarebbe questo appuntamento?” domandò Felpato, con una vena pulsante sulla fronte. Odiava prendere ordini da una donna.

“Domani!” rispose Lily, con un sorriso sornione.

James intanto fissava dispiaciuto il suo migliore amico. Avere a che fare con Petunia Evans non lo avrebbe augurato nemmeno al suo peggior nemico (fuorché Mocciosus ovviamente). “Mi dispiace.” rispose Sirius, troppo velocemente perché potesse sembrare la verità “Domani ho un impegno!”

“E quale impegno avresti?” domandò Lily, avvicinandosi a lui sospettosa.

Sirius ci pensò per un momento. Doveva trovare un impegno improrogabile, un impegno che lo avrebbe tenuto indaffarato per tutta la giornata. Dei monosillabi a ripetizione del tipo “Mmh” e “Ehm” gli fuoriuscirono di bocca senza che lui riuscisse a trovare una risposta decente.

“Vedo che non hai un impegno.” lo incalzò Lily.

“No, no! Sono sicuro di essere impegnato domani, ma non riesco a ricordare cosa devo fare. Dovrei consultare la mia agenda.” buttò lì a raffica il ragazzo, portandosi una mano sul mento in segno di riflessione.

“Allora vediamola quest’agenda!” insistette Lily.

“Eh, no! Non è possibile, perché l’ho persa! Ieri non l’ho più trovata!” inventò ancora Sirius.

“Quindi se hai perso l’agenda, hai perso anche i tuoi impegni.” continuò Lily, per niente intenzionata a cedere.

“No, ora mi ricordo! Devo…” cercò di dire il ragazzo, ma Lily lo interruppe con una furia immane.

“Ora basta, Black! Tu verrai con noi! E farai compagnia a Tunia!” gli urlò.

Sirius sbuffò. Ormai la partita era persa. “Va bene.” borbottò arreso.

 

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Hogsmeade d’estate era una meraviglia. Il calore ti si appiccicava addosso, ma appena entravi in un qualche locale una bella bevanda fresca non te la toglieva nessuno. L’assenza della neve rendeva il luogo meno appariscente, tuttavia il sole rovente illuminava ogni singolo vicolo della cittadina. Tornarci fu un sollievo per James e Sirius. I bei ricordi li avevano invasi non appena si erano ritrovati a pochi metri dalla Stamberga Strillante. I due presto si diressero ai Tre Manici Di Scopa, dove avrebbero dovuto aspettare le sorelle Evans. Ramoso non credeva fosse possibile che la sua ragazza fosse intenzionata a portare per davvero una Babbana in quella cittadina magica.

“E’ così terribile quella Petunia?” domandò Sirius, interrompendo le fantasie del moro. Aveva un’espressione corrucciata. Non voleva assolutamente incontrarla.

“E’ un po’ musona. Odia la magia.” gli spiegò James.

“Perfetto!” disse l’altro, con una risatina isterica.

“Non ci darà fastidio.” lo rassicurò l’amico.

“Era meglio se andavo a trovare Remus.” biascicò l’altro, sull’orlo di una crisi di nervi “Non posso neanche farle qualche scherzo per divertirmi un po’?”

James lo guardò male, come se il suo amico avesse detto l’eresia più assurda. “Non credo sia una buona idea. Farai imbestialire Lily.”

Felpato sospirò. “Ah, già. Mi ero scordato di quella.” disse, mentre alzava lo sguardo all’orizzonte e fissava, strizzando gli occhi, le due figure che stavano arrivando. Lily teneva stretta la mano della sorella, una ragazza bionda e smilza che fissava con la fronte corrucciata le loro mani intrecciate. Le due arrivarono di fronte ai ragazzi e Petunia staccò la sua mano dalla presa di Lily.

Tunia, ti ricordi di James vero?” disse Lily, indicando il suo ragazzo.

“Come potrei dimenticarmene.” borbottò Petunia, imbronciata come al solito. Ricordava quando a Natale il ragazzo era venuto a casa loro. L’esperienza non era stata delle migliori. Si erano comportati come cane e gatto e si erano fatti dispetti contro dispetti.

“Ciao, Tunia!” salutò James con un sorriso angelico e innocente.

Lily poi indicò l’altro ragazzo. “Lui invece è Sirius, un amico di James.” disse infine la rossa.

Sirius tese la mano a Petunia. “Ciao.” la salutò aspettando una stretta di mano. Petunia guardò sospettosa la mano del ragazzo, come se temesse una scossa elettrica. Si fece coraggio e la strinse più forte del dovuto.

“Salve.” si limitò a dire lei.

“Bene, andiamo dentro! Un fresco succo di zucca ci farà bene!” esclamò Lily, entusiasta che Sirius avesse fatto il bravo. Petunia mollò la mano del ragazzo e si lasciò trascinare dalla sorella nel locale, senza però distogliere lo sguardo truce dal ragazzo.

Quando le due furono abbastanza lontane, James si rivolse a Sirius. “Visto com’è simpatica Tunia?” domandò.

Sirius lo guardò con un sorrisino esasperato. “Un bijou!” rispose, entrando nel locale con un James sghignazzante al seguito.

 

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I quattro erano ormai seduti al tavolo da mezz’ora. Petunia aveva poco gentilmente rifiutato il succo di zucca che non le era sembrata una bevanda di sua conoscenza. Aveva chiesto indignata al barista se ci fosse una coca-cola o un tè freddo, ma nulla. Niente di niente. Allora la biondina aveva cacciato il broncio e non aveva più spiccicato parola.

         Ehm… Tunia?” provò a parlarle Lily “Che ne dici di accompagnarmi in bagno?”

         Petunia scosse la testa. “Vacci da sola.” sbottò.

         “Okay.” rispose la rossa dispiaciuta, alzandosi e allontanandosi dagli altri.

         Anche James allora si alzò. “Dove vai?” domandò Sirius.

         “Anch’io ho i miei bisogni.” gli spiegò lui “Tu resta con Petunia.”

         “Va bene.” sbuffò Sirius. Ma perché lo trattavano come uno schiavo? Serviva solo per fare da guardia del corpo alla mocciosa? La fissò per un istante, ma quello bastò perché la ragazza se ne accorgesse e gli scoccasse un occhiata torva.

         “Perché mi fissi?” domandò Petunia, ora con la bocca storta dal disgusto.

         Quella smorfia non fu molto gradita al bel Black. “Ho gli occhi, quindi posso farlo!” ribatté lui.

         “Mi dà fastidio!” gli urlò lei, scattando in piedi.

         “A me invece dà fastidio il tuo comportamento! Potresti anche sorridere ogni tanto o hai paura che ti spuntino le rughe troppo presto?” la canzonò Felpato, alzandosi anche lui e sovrastandola con tutta la sua altezza.

         “Non sono certo venuta di mia iniziativa qui!” gli fece notare lei.

         “Neppure io se proprio lo vuoi sapere!”

         Le ultime parole di Sirius la fecero zittire. Era chiaro che preferiva stare dovunque, ma non in sua compagnia. La ragazza trattenne a stento le lacrime, mentre stringeva i pugni arrabbiata. Entrambi si risedettero. Petunia gliel’avrebbe fatta pagare. Infatti proprio mentre Lily usciva dal bagno e si dirigeva verso il loro tavolo, la biondina dichiarò guerra. I suoi occhi ricaddero immediatamente sul bicchiere contenente succo di zucca. Lo afferrò e lo svuotò in faccia a Felpato. Lily con gli occhi sbarrati, a pochi metri da loro, si portò una mano alla bocca, mentre James la raggiungeva per poi bloccarsi notando il viso infuriato e fradicio di Sirius.

         “Come hai osato, maledetta mangusta!?” ringhiò Sirius, alzandosi in piedi e avvicinandosi a Petunia.

James gli corse subito incontro e gli cinse le braccia intorno al busto. “Non fare sciocchezze, Felpato.” lo pregò. Anche James, quella volta che era stato a casa Evans, era stato infastidito parecchio dalla ragazza. Per combatterla si era limitato a farle degli scherzi. Ma sapeva per certo che Sirius si era incavolato parecchio. Chi attentava alla sua bellezza non aveva vita lunga e James supponeva che lo stesso sarebbe stato per l’insopportabile Petunia. “Calmati, Felpato. Respira a fondo e scaccia i nervi.” gli consigliò James.

“Ma vai a quel paese, Ramoso! Hai visto che ha fatto!? Non la passa liscia!” minacciò Sirius, ancora più arrabbiato, divincolandosi dalla stretta dell’amico.

Lily allora si frappose tra la sorella e il ragazzo. “Black, smettila. Non l’ha fatto apposta. Vero, Tunia?” la giustificò.

Petunia non rispose. La sua espressione era un misto tra broncio e paura.

“Ma sei scema!” la accusò Sirius “Mi ha gettato il succo di zucca in faccia!!”

Il barista del locale, notando la discussione per niente amichevole, si avvicinò ai ragazzi. “Nel mio locale non voglio grane, quindi andate da un’altra parte.” disse loro.

James annuì con un sorriso parecchio tirato. Cacciò fuori da una tasca una quantità esagerata di galeoni e li porse all’uomo. “Tenga il resto. Andiamo, Sir.” incitò James all’amico spingendolo verso l’uscita, mentre Lily, borbottando mille scuse al signore e trascinandosi con sé la sorella, li seguì.

 

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Ora i quattro ragazzi si erano divisi in due gruppi, seduti poco distanti gli uni dagli altri. Lily parlava alla sorella. Cercava di carpire una spiegazione ragionevole per il suo comportamento di poco prima. L’unica cosa che disse Petunia era che quel ragazzaccio le dava sui nervi.

         Dal canto suo anche Sirius disse qualcosa del genere a James. Quella mangusta, come l’aveva chiamata lui, gli dava sui nervi. “Me la paga, me la paga.” giurò il ragazzo serrando la mascella per la rabbia.

         James cercò di convincerlo in tutti i modi a lasciar perdere quella vendetta, ma non riuscì a dissuaderlo. Quindi decise di schierarsi parzialmente dalla sua parte e di consigliargli una vendetta meno cruenta. “Perché non ti trasformi in cane e le metti paura? Sarebbe divertente.” gli sussurrò per impedire che Lily e Petunia sentissero.

         “Sai che non è una cattiva idea.” disse l’altro sogghignando “Mi metto all’opera”. Sirius quindi si alzò e, mentre le due ragazze erano distratte, si trasfigurò in un cane. Quatto quatto si avvicinò a Petunia, si mise in posizione d’attacco, mentre la sua coda si agitava a destra e a sinistra per l’eccitazione, e cominciò ad abbaiare e a ringhiare. Petunia sobbalzò, voltandosi di scatto, e balzò in piedi. Cominciò a correre urlando, mentre Felpato la inseguiva divertito. James intanto cercava di soffocare le risate e Lily guardava esterrefatta la scena. Per tre minuti buoni i due continuarono l’inseguimento, poi Lily si riscosse e urlò “Ora basta, Black!”

         Sirius si fermò e Petunia cadde in ginocchio stremata. Il ragazzo poi riacquistò le sue sembianze. “Mi sono un po’ sgranchito le zampe.” gongolò, guardando l’espressione truce che ora una trafelata Petunia gli stava rivolgendo. “Ti ho ripagato con lo stesso galeone, anzi, sono stato alquanto clemente con te.” la canzonò Felpato.

         La ragazza si alzò in piedi, indignata e disgustata come non lo era mai stata. Alzò una mano in aria.

         Felp…” tentò James, per avvertire l’amico del pericolo, ma lo schiaffo di Petunia era già arrivato a destinazione. Il secondo attentato alla sua bellezza, pensò James deglutendo.

         Sirius strinse i pugni e cominciò a schioccarsi le dita, avvicinandosi alla ragazza. “Questo è troppo!” latrò. Petunia fece qualche passo indietro. Sirius era pronto per sferrare un pugno degno di un lottatore di Wrestling. Il pugno partì, ma colpì la faccia sbagliata. James crollò a terra, dopo che, essendosi messo tra Felpato e Petunia, era stato colpito senza riuscire a fermare il piede di guerra dell’amico.

         “James!!” urlò Lily, correndo a soccorrerlo. Si inginocchiò accanto a lui e gli sorresse la testa con un braccio. Poi frugò in una sua tasca ed estrasse un fazzoletto per tamponargli il rivolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore.

         “Per tutte le caccabombe di Zonko, che ho fatto…?” borbottò Sirius, dispiaciuto, massaggiandosi il pugno che aveva colpito l’amico.

         “Sei un cretino!” lo insultò Lily “Come potevi pensare di colpire una ragazza?”

         “Ma lei mi ha colpito!” si difese lui.

         “Oh, stai zitto e vai a recuperare un po’ d’acqua fresca.” gli ordinò lei, tornando al soldato ferito.

         “Vado, vado.” sbuffò Sirius allontanandosi. Gli sguardi di Petunia e Felpato si incontrarono. Lei lo snobbò voltando lo sguardo da un’altra parte. Lui allora ringhiò sommessamente qualche imprecazione, mentre si allontanava.

 

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Era tutto molto offuscato. Le palpebre erano pesanti. Dei visi lo fissavano speranzosi nel suo risveglio. “James.” chiamò una voce femminile, che lui riconobbe all’istante. Mise a fuoco. Lily era ad una trentina di centimetri dal suo viso. Sorrise quando lui riaprì gli occhi. “Come stai?” gli domandò.

         “Un po’ ammaccato.” sghignazzò lui.

         “Scusami, Ramoso. Non volevo colpire te.” disse un’altra voce. C’era anche Sirius vicino a Lily.

Lei lo guardò male. “Sappiamo benissimo chi volevi colpire.” sbottò lei, quasi fosse un rimprovero.

“Dove sono?” domandò James.

“A casa tua. Sei rimasto svenuto per una mezz’oretta.” gli spiegò lei, chinandosi su di lui e scoccandogli un bacio sulle labbra “Sei stato molto gentile a difendere Tunia.”

“Anche se lei non ha accennato nessun ringraziamento.” commentò Sirius nauseato dal ricordo.

“Era dispiaciuta per James.” gli urlò Lily.

“Ma non dire baggianate! A stento ha trattenuto le risate!” le urlò Felpato.

James allora sventolò le mani per aria, per attirare la loro attenzione. “Non fa niente. Non me ne importa.” disse mettendo fine al litigio. “Lily, mi prometti una cosa?” avanzò poi.

“Cosa?” domandò Lily.

“Se vuoi che usciamo con Petunia un’altra volta, portiamoci Remus, per favore.” la pregò James con sguardo implorante.

Lily scoccò uno sguardo incerto a Sirius, poi annuì risoluta. “Sì, è molto meglio Remus.” concordò.

“Scusate se sono stato trattato male dalla dolce Petunia, eh!” ironizzò Sirius offeso.

Lily e James scoppiarono a ridere, seguiti poco dopo anche da Sirius. Quella giornata infernale si poteva dire conclusa.

FINE

 

I personaggi di questa fic NON mi appartengono. Li ho solo presi in prestito dalla zia Row.

 

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MICROSCOPICO ANGOLINO DELL’AUTRICE

Salve, ragazzi! Volevo solo salutarvi prima della mia partenza (perciò l’angolino è microscopico). Me ne vado un po’ in Calabria. Non vedo l’ora di farmi un bagnetto in quel mare limpido e splendido. Ora vi saluto. Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno, commenteranno, metteranno tra preferite e seguite la fic e vi lascio ai vostri affarucci. Ciau!

Vale-chan

   
 
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