Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: yoursmccann    16/02/2021    0 recensioni
Raccolta di one shots romantiche di lunghezza e rating variabile sui personaggi dell'anime/manga One Piece.
Buona lettura! :)
2 [I muri che con fatica aveva innalzato attorno a quegli atroci ricordi stavano ora crollando; ed era impossibile che riuscisse da solo a raccogliere i frammenti del suo cuore che si sbriciolava, senza essere colpito e schiacciato al suolo dalle macerie.]
4 [ Nonostante la propria alterigia deve ammettere, però, che non ha speranze di ottenere il controllo nella camera da letto. Kidd è un irreprensibile tiranno tra quelle quattro mura.]
5 [Come poteva non dedicarle i propri sentimenti, quando era stata lei a ricordargli cosa fossero le emozioni?]
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crocodile, Drakul Mihawk, Eustass Kidd, Roronoa Zoro, Sanji, Z
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rating: giallo

Genere: lime, missing moments

«È il turno di Nami», aveva annunciato Usopp, quando la bottiglia si era fermata puntando verso la navigatrice rossa.

«Obbligo o verità?», le chiese, mentre quella valutava quale fosse la scelta più saggia, considerando che sarebbe spettato a Robin il compito di formulare la domanda o l'obbligo, e di quella donna non c'era molto da fidarsi in quelle occasioni. Il suo gusto per il macabro spesso la portava a suggerire degli obblighi terrificanti, come il tentare l'evocazione di spiriti, che la scorsa volta aveva quasi privato la rossa del sonno per un’intera settimana. Le sembrava quasi che l'archeologa si divertisse il doppio quando doveva decidere per lei e che ci mettesse il massimo impegno per metterla in difficoltà.

«Verità», scelse prudentemente, mentre un brivido le percorreva la schiena al ricordo della precedente occasione in cui avevano giocato a quel gioco. Nonostante spesso andasse tutto in malora, la navigatrice continuava a proporlo di tanto in tanto, durante le serate in cui esagerava con il sakè e diventava euforica.

«Bene», Robin sorrise, elaborando la domanda nella sua mente in pochi attimi. Non si stavano divertendo molto da quando il capitano col cappello di paglia aveva abbandonato il gioco, perciò l'archeologa si diede da fare per creare un minimo di scompiglio. Non aveva deciso di partecipare e rischiare di dover rivelare qualche oscuro segreto per niente.

«Dato che hai baciato sia Zoro sia Trafalgar, chi dei due bacia meglio?»

L'archeologa ridacchiò osservando gli occhi sbarrati di Nami e batté il cinque a sé stessa mentalmente.

«Aspetta, ma tu... come fai a sapere-»,

«Prima di entrare in una stanza mi assicuro sempre che non ci sia già qualcuno dentro, con i poteri del mio frutto, e mi capita di assistere a qualche oscenità», spiegò prontamente la mora, osservando la sfumatura fucsia delle guance della rossa intensificarsi. I presenti erano per metà sconvolti, all’immagine della navigatrice che scambiava effusioni con i due spadaccini, e per metà terrorizzati, all’idea che l’archeologa potesse aver sorpreso anche loro in momenti imbarazzanti a loro insaputa. Da quella sera avrebbero guardato entrambe con occhi diversi.

«Nami-san...», biascicò Sanji ferito. Come era possibile che la sua dea avesse baciato quello stupido marimo e non lui? Eppure era stato sempre il migliore dei cavalieri per lei, come poteva aver preferito quel rozzo? Non ci mise molto la sua delusione a tramutarsi in invidia.

Il verde e il moro chiamati in causa, si lanciarono un'occhiata sorpresa, poi un sorrisetto arrogante apparve sulle labbra di entrambi, celando in parte l’imbarazzo che provavano.

«E c'è bisogno che ve lo dica lei? Ovviamente sono io il migliore», si atteggiò Zoro, scrollando le spalle e alzando il mento. Restò lui stesso sorpreso delle parole che gli uscirono dalla bocca, come se a parlare fosse stata un’altra versione di sé. Perché sembrava così impaziente di affermarsi come il miglior baciatore? Non gli interessava affatto dimostrare di possedere quelle abilità.

«Ne sei proprio sicuro, Roronoa-ya?», lo canzonò il moro, consapevole delle proprie conoscenze nel campo della seduzione. Infatti, nonostante fosse un tipo silenzioso, era in realtà un gran rubacuori. Certo, capitava di rado che si concedesse quel tipo di svago, ma quando succedeva c’erano sempre numerosi volontari che se lo contendevano. 

«Avanti, Nami-ya, dì a Roronoa la verità.»

La navigatrice, che fino ad allora aveva riflettuto in silenzio, finalmente emise il proprio giudizio. Non era stato facile decretare un vincitore, anche perché aveva dovuto scavare a fondo nella propria memoria, ma alla fine si era schierata dalla parte di Trafalgar, semplicemente per vendicarsi dell’arroganza del verde.

«Vince Torao», annunciò, incrociando le braccia al petto e fingendosi dispiaciuta per lo spadaccino. Inutile dire che quello non le credette neanche per un secondo. Aveva passato troppi anni assieme a quella gatta ladra per non saper leggere il suo volto.

«Che?», sbottò Zoro irritato, mentre Sanji esultò internamente. Non che gli stesse poi così simpatico il Chirurgo della Morte, ma lo preferiva di gran lunga allo spadaccino testa d'alga.

«Tsk, lo dici soltanto perché non ricordi bene», protestò il verde, mentre Usopp faceva girare nuovamente la bottiglia.

«Certo che ricordo, idiota, sei tu che sei arrogante e prepotente.» 

«L'unica prepotente su questa nave sei tu», rispose Zoro, innescando una guerra di occhiatacce, destinata a essere interrotta un momento dopo; per essere precisi quando la bottiglia si fermò puntando proprio su di lui.

«Obbligo o verità?», chiese Usopp, schioccando le dita un paio di volte per catturare l'attenzione dello spadaccino.

«Obbligo», rispose quello d’istinto. Non avrebbe scelto verità come quella codarda di Nami.

«Bene», intervenne la gatta ladra, decisa a fargliela pagare, «bacia Trafalgar.»

«Eh?!», trasalì il verde, mentre Law inarcò un sopracciglio, colto alla sprovvista.

«SUUUUUPER!», esclamò Franky, finalmente di nuovo entusiasta, unendo i propri avambracci robotici sopra la testa e serrando i pugni.

«Almeno potrai confermare o smentire quanto ho detto», aggiunse la rossa, divertita dalla propria idea che, modestamente, considerava assolutamente geniale.

Zoro sbuffò, digrignando i denti all'idea di dover dare spettacolo. Perché si era fatto coinvolgere in quel gioco? Ah, sì, vero: Nami l'aveva trascinato fin lì ricattandolo con il sakè. Maledetta navigatrice.

Comunque, non si sarebbe certamente tirato indietro di fronte a uno stupido bacio. Sì, perché quello sarebbe stato: un veloce, piccolo e insignificante bacio. Lanciò un'occhiata al capitano dei Pirati del Cuore, che in quel momento lo fissava con un sorrisetto poco promettente sulle labbra. Chi si crede di essere questo sbruffone? Gliela faccio passare io la voglia di sorridere, pensò, alzandosi contemporaneamente all'altro.

«Pronto a ricrederti?», lo stuzzicò il moro, sistemandosi quel buffo cappello sulla testa mentre gli si avvicinava. Zoro si era sempre chiesto come potesse andarsene in giro con un accessorio così tenero e innocuo, quando lui era in realtà una mina vagante.

«Puoi scordartelo, Torao. Sarai tu a perdere.» Come al solito aveva già trasformato il tutto in una competizione.

«Non è una sfida tra me e te, Roronoa», sbuffò il capitano infastidito. Era convinto di non aver mai incontrato nessuno di più arrogante in ventisei anni di vita. Il vocabolario di Zoro sembrava non riportare il termine sconfitta, quel ragazzo era ostinato a vincere a costo di tutto, anche quando non c'era un bel nulla da vincere. Matto, lo definì Law nella sua testa.

«Lo diventa ora», ribatté lo spadaccino, afferrando agilmente i lembi della camicia del dottore e tirandolo a sé, pronto ad avventarsi su di lui.

Law, però, aveva altro in mente, e riuscì abilmente a schivare le labbra fameliche dell'altro.

«Non avere fretta, Roronoa-ya», gli sussurrò, sfiorandogli il naso con il proprio. Il fiato caldo di Law solleticò la pelle di Zoro, facendogli correre un brivido lungo la schiena.

Quando il più alto gli prese il viso tra le mani e cominciò a lasciare baci a labbra schiuse sul suo collo, Zoro trattenne il respiro, inconsciamente. Le dita del chirurgo erano fredde, ma le sue labbra calde e morbide, e delicate conto la sua pelle. Il contrasto tra le due sensazioni lo lasciava a corto di parole. La brezza notturna sfiorava con dolcezza i punti della sua mandibola lambiti dalla lingua del moro, provocandogli la pelle d'oca.

Riprenditi. Non puoi permettere che un tizio con un cappello a forma di fungo ti sconvolga con così poco, si disse Zoro. Richiamò a sé la propria lucidità e decise di prendere in mano le redini del gioco con la forza.

Sfiorò la nuca scoperta del capitano, prima di insinuare le dita tra le ciocche corvine dei suoi capelli, stringendole così da poter allontanare l'altro dal proprio collo.

Ignorò appositamente il gemito che sfuggì dalla gola di Law e con la mano libera gli tirò su il mento, sfregando il pollice contro il suo pizzetto per un secondo. Gli spinse in viso contro il proprio, fin quando le loro labbra non si scontrarono. 

Zoro era un tipo molto paziente, ma aveva voglia di mettere fine a quel supplizio il prima possibile, non poteva trattenersi oltre.

«Ci metti troppo per i miei gusti», spiegò, un secondo prima di assalire il dottore, che ancora aveva quell'espressione confusa sul viso. Come aveva fatto Zoro a ritornare in sé così in fretta? Gli era sembrato talmente perso nelle dolci premure riservate al suo collo taurino, che non si aspettava tanta prontezza nel riprendere il controllo.

La lingua di Zoro si fece spazio nella bocca di Law prepotentemente, esplorandone avidamente il sapore. Il capitano non se l’era immaginate diversamente le labbra dello spadaccino. Ruvide, bollenti, aggressive. Zoro era un amante passionale, l'aveva sempre saputo.

Non era cosa nuova per nessuno dei due avvertire attrazione per l'altro, l'avevano realizzato e accettato diverso tempo addietro. E adesso, finalmente, tutti i loro dubbi circa quali sensazioni si provassero a toccare l'altro, furono chiariti. Si scoprirono entrambi fortemente infervorati dalla presenza reciproca e, quando i loro fianchi si sfiorarono, la leggera frizione strappò un gemito alla gola di tutti e due.

A quel punto Law cercò di sottrarsi al bacio, sentendosi andare a fuoco, e desiderando di nascondersi forse per sempre. Stavano dando spettacolo, lì davanti a tutti, e a lui non era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione. Era certo che tutti avessero già capito che lui e l'altro si erano accalorati più del previsto, perciò era il momento di mettere fine a quello scempio. Anche se, fosse stato per lui, non si sarebbe mai sottratto a quel bacio.

Zoro, però, non aveva intenzione di mettere fine alle torture di Law così presto. Doveva ancora vincere la sfida, doveva ancora far soccombere il dottore alle sue ministrazioni. Perciò lo tiro più a sé dalla camicia, sussultando quando le mani fredde del moro si scontrarono con il suo petto per cercare di tenerlo lontano.

Law era decisamente in difficoltà, la sua eccitazione aumentava e lo spadaccino testa d'alga non sembrava ancora lontanamente soddisfatto del suo lavoro. Se non si fosse fermato, presto si sarebbe ritrovato nel suo letto grazie ad uno shambles, ma non avrebbe neanche potuto minacciarlo. E non era sicuro di volere che tutti lo vedessero teletrasportare il verde in camera sua.

Fu la persona che meno si aspettava potesse aiutarlo, a salvarlo da quella situazione. E quella persona non era altri se non il ragazzino con il cappello di paglia sulla testa. Law pensò che fosse proprio uno scherzo del destino: Mugiwara-ya, che solitamente era quello che lo cacciava nei guai, adesso era spuntato fuori dal nulla, come una manna dal cielo, per salvarlo dalle grinfie dell'avido spadaccino.

«Cosa sta succedendo?», aveva chiesto quello, e tutte le teste dei presenti erano scattate verso di lui, compresa quella dello spadaccino. Law poté tornare a respirare.

«Luffy!», esclamò Nami, alzandosi con il più falso dei sorrisi e parandosi davanti al ragazzo, come se quello fosse un bambino a cui si stava nascondendo una scena sanguinolenta di qualche film horror. Anche il resto della ciurma si era alzato in tutta fretta, e si stava inventando pur di distrarre il giovane dalla scena a cui aveva assistito. Law trovava ridicolo che a un ragazzo della sua età si cercasse ancora di nascondere cose normalissime come un bacio, ma non si era mai aspettato molto da quella ciurma di strambi. Pensò che probabilmente stavano tentando di evitare a Zoro una serie di domande imbarazzanti sui suoi interessi amorosi, come se Luffy fosse stato una nonna pettegola e invadente.

E l’espressione del ragazzo che gli stava di fronte, al quale adesso si coloravano le punte delle orecchie di rosso, sembrò un valido punto di supporto della sua tesi.

Law dovette sforzarsi per non scoppiare a ridere. Il cambiamento repentino nell’atteggiamento del verde lo sconvolgeva al punto da divertirlo. Lo stava divorato fino a pochi secondi prima come se la sua vita fosse dipesa da quel bacio, e adesso faceva il timido di fronte al ragazzo col cappello di paglia. Era proprio una strana testa d'alga quello spadaccino.

Afferrandogli le mani, grandi, calde e callose, se le tolse di dosso, riportando l'attenzione del verde su di sé. Fece un passo indietro e afferrò la propria katana che aveva lasciato appoggiata alla parete più vicina, caricandosela sulla spalla.

«Più tardi passa da me se vuoi continuare», mormorò, in modo che solo Zoro potesse sentirlo. Anche se, in realtà, nessuno stava comunque prestando attenzione a qualunque cosa stesse accadendo tra di loro.

Accennò uno dei suoi enigmatici ghigni, prima di voltarsi e avviarsi verso la cabina che gli era stata destinata. Non era del tutto sicuro che il verde avrebbe accettato l'invito, ma nel caso si sarebbe fatto bastare il suo sapore che ancora sentiva sulle labbra.



   
 
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