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Autore: Aagainst    19/02/2021    2 recensioni
Dal sesto capitolo:
“ La mia testa mi ordina di restare con lei, ma io voglio uscire. Voglio liberarmi di queste catene. Voglio seguire questa melodia. Eliza mi sta chiedendo di lottare per la mia libertà. Io non ne sono in grado. Io sono una schiava e non so come si combatte per riconquistare la propria vita. Eppure, voglio seguire questa promessa. Per la prima volta in due mesi, voglio fidarmi.”
Sono due mesi che Alycia non esce di casa. Due mesi che lotta contro qualcosa di traumatico che le ha devastato la vita. Riuscirà Eliza a riportarla in vita e ad aiutarla ad affrontare il dolore che la trascina, ogni giorno, sempre più a fondo?
[Eliza Taylor x Alycia Debnam-Carey]
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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34.

 

Don't leave me here with all these critical voices
Cause they do their best to bring me down
When I'm alone with all these negative voices
I will need your help to turn them down
(Alanis Morissette-Spiral)

 

Eliza POV

 

Quando mi sveglio, Alycia sta ancora dormendo, rannicchiata contro il mio petto. Sorrido. È così bella, così innocente. Le carezzo i capelli con delicatezza, attenta a non svegliarla. Il fatto che stia ancora dormendo è un mezzo miracolo e so che ha bisogno di riposare. Scendo dal letto, cercando di fare il più piano possibile e, dopo essermi vestita ed essere andata in bagno, mi dirigo in cucina a preparare la colazione. Apro il frigo e prendo due uova e un po’ di farina, per poi cominciare a preparare dei pancake. Oggi sono decisamente di buon umore, nonostante tutto. Spero che anche Alycia lo sia. Sospiro, guardando la montagna di pancake nel piatto farsi sempre più alta. Se Lindsey fosse qui, se ne sarebbe già mangiati la metà. Già, Lindsey. Lei non è qui. Lei è a casa sua, con quel verme. So che non è pienamente colpa sua, Charles è un manipolatore e, a meno che Linz non veda con i suoi occhi ciò di cui è capace, lui la terrà in pugno ancora per molto. Rabbrividisco al pensiero. Spero che possa non vederlo mai. Non potrei sopportare di sapere che quello schifoso ha fatto del male anche a lei.
«Buongiorno.» una voce mi ridesta dai miei pensieri. Mi volto. Alycia è di fronte a me, il volto quasi sereno. Le faccio cenno di accomodarsi e le servo la colazione.
«Sciroppo d’acero o marmellata?» le chiedo, mostrandole due barattoli.
«Entrambe le cose.» risponde, con aria furbetta. Le passo i due barattoli e mi siedo di fronte a lei. Mangio un boccone di pancake, senza staccarle gli occhi di dosso. Mi sento... Felice? Siamo io e lei e stiamo semplicemente facendo colazione, eppure, all’improvviso, mi sembra di star vivendo il momento più importante della mia vita. E sento che sarà così anche fra cinque minuti. E poi anche nei successivi dieci. E così via, per sempre. Non ho mai provato un sentimento simile, nemmeno per Bob.
«Tutto bene?» mi chiede, arrossendo un po’.
«Non potrei stare meglio, Aly.» le rispondo, circondando le sue mani con le mie. China il capo, ma la costringo a rialzarlo e a guardarmi negli occhi. Mi perdo in quegli smeraldi così profondi e carichi sia di dolore, sia di voglia di ripartire. Non c’è più nei suoi occhi quella profonda disperazione che potevo leggere all’inizio. Certo, la sofferenza c’è e traspare dalle sue iridi, ma comincio a intravedere anche una nota di speranza. Le sorrido.
«Speravo dormissi di più.». Si pulisce la bocca con il tovagliolo e fa spallucce.
«Non avevo più sonno. Sai, orologio biologico.» dichiara. «E poi, si sentiva un profumino niente male provenire da qui.». Ridacchio e bevo un sorso di tè.
«Ti amo.». Non è la prima volta che glielo dico, ma mi fa sempre uno strano effetto lasciare che queste due parole escano dalla mia bocca. Mi rendono più vulnerabile e più forte al tempo stesso. Mi fanno credere che un porto sicuro per la mia vita esista.
«Anche io.» mormora lei, timida. Alycia mi ha rivelato cosa prova per me, ma so che per lei è ancora tutto così tremendamente nuovo. Sta imparando tutto da capo. Come fare entrare qualcuno, come fidarsi, come lasciarsi amare, come non percepire gli altri come una minaccia, nulla di tutto questo è, per lei, automatico. E forse è meglio così, dopotutto. Forse questa dovrebbe essere la normalità, non vivere tutto ciò in modo automatico. Circondo le sue mani con le mie e le sorrido mentre gliele accarezzo. Potrei stare così tutto il giorno, semplicemente a guardarla, ad ammirarla. Tuttavia, per quanto mi piacerebbe, so che non è possibile.
«Bene, direi che è ora di vestirsi. Non vorrai passare la giornata in pigiama.» le dico, ricevendo uno sbuffo come risposta. Non me l’aspettavo.
«E questo cosa significa, scusa?». Sto provando a sembrare arrabbiata, ma nella realtà sto cercando di trattenere le risate.
«Che non mi vado a cambiare.» risponde lei, con uno sguardo capriccioso. Sta per scoppiare a ridere anche lei, ne sono sicura.
«Ah, no?» ribatto. Mi avvicino, fino a schiacciarla alla parete. Le accarezzo il braccio, piano, cercando di non spaventarla. Ho il costante terrore di spezzarla, di frantumarla in mille pezzi. E, infatti, la sento cominciare ad agitarsi sotto di me. Faccio immediatamente un passo indietro e le poso una mano sulla guancia, con più delicatezza possibile. So che sta per scusarsi e le faccio capire con lo sguardo che non serve.
«Va tutto bene, andiamo a vestirci.» le dico, prendendola per mano. La conduco di sopra, in camera da letto. Apro l’armadio e le allungo un paio di pantaloncini, la biancheria intima e una maglietta grigia. Afferra i lembi della t-shirt e muove meccanicamente le dita, lo sguardo fisso nel vuoto e decisamente triste. Mi accuccio davanti a lei e la costringo a guardarmi negli occhi.
«Ehi, va tutto bene.» la rassicuro. Scuote il capo.
«No, non è vero. Io... Io non mi capisco. Non avrei voluto respingerti prima, non ho idea di cosa sia cambiato rispetto a stanotte. È come se la mia mente non sapesse cosa vuole.»
«Aly, datti tempo. Non devi fare nulla che tu non senta.» le dico. Mi guarda, con quei suoi grandi occhi verdi ricolmi di tristezza. Mi siedo accanto a lei e la stringo a me, cominciando ad accarezzarle i capelli. La sento rilassarsi sotto al mio tocco e le bacio la tempia.
«Te l’ho promesso, sarò con te al tuo fianco fino a quando tu mi vorrai. Ne uscirai, Aly. Ne usciremo.». La vedo sussultare al mio uso del plurale e le sorrido. Rimaniamo l’una fra le braccia nell’altra per non so quanto tempo, fino a quando lei non si scosta.
«Grazie.» sussurra. Le carezzo dolcemente la guancia e le schiocco un bacio in fronte.
«Ora vestiti, che Marny arriva per pranzo.».

 

Alycia POV

 

Abbiamo finito di pranzare da poco e ora sono seduta sul divano, mentre Eliza e Marny stanno conversando in cucina. Non mi ci vuole poi chissà che sforzo per capire di cosa stiano parlando. Come minimo chiameranno la Craven e mi attenderà una bella lavata di capo.
Sospiro e cerco di non pensarci. Per distrarmi, prendo un libro dal tavolino accanto al divano e comincio a leggere. Sembra un poliziesco, non credo sia mio. Forse è di Eliza, nelle ultime due settimane si è trasferita qui in pianta stabile e ha portato diverse sue cose. Mi perdo nella lettura, quando sento un cellulare vibrare. Cerco nelle mie tasche, ma mi rendo conto di aver lasciato il telefonino in camera. No, decisamente non è il mio cellulare a vibrare. Mi guardo intorno e vedo il telefono di Eliza appoggiato ad uno degli scaffali della libreria illuminarsi di continuo. Leggo il nome sullo schermo e quasi ci resto secca. È Lindsey. Mi volto verso la cucina e sento Eliza e Marny parlare. Credo che ne avranno ancora per molto. Il telefono continua a vibrare e io non so che fare. Ho paura che, se dovesse rispondere Eliza, attaccherebbe in faccia a Lindsey. Cosa faccio? Porto il cellulare ad Eliza? Rispondo io? Avanti Alycia, prendi una decisione per una buona volta. Mi mordo il labbro e allungo la mano. Trascino il pollice sullo schermo e avvicino l’orecchio al telefono. Sono emozionata, Lindsey mi è mancata tantissimo in queste due settimane.
«Linz, sono Alycia!» rispondo.
«Aly! Ti prego, passami Eliza, è urgente!». Qualcosa non va, è agitatissima.
«Linz, è successo qualcosa? Stai bene?»
«Passami Eliza, ti prego!» insiste lei, ignorando le mie domande. Sento un nodo in gola, ho paura che sia nei pasticci. Mi precipito in cucina e spalanco la porta. Eliza e Marny mi corrono incontro, spaventate.
«Aly, che succede?» mi chiedono, quasi all’unisono. Passo il telefono ad Eliza, senza rispondere. Lei lo osserva, senza capire. Solo ora noto che Lindsey deve aver spento la chiamata.
«L-Linz ha c-chiamato. S-sembra a-agitata.» spiego balbettando. Eliza aggrotta la fronte.
«Linz?» chiede. Annuisco e la vedo controllare al telefono se dico il vero, sotto lo sguardo preoccupato di Marny.
«Richiamo.» annuncia, digitando il numero. Mette in vivavoce e ci troviamo ad attendere che qualcuno risponda, i nervi a fior di pelle. Dopo quella che sembra un’eternità, sentiamo finalmente un click dall’altra parte del telefono.
«Lindsey?» Eliza esordisce. È spaventata, glielo leggo negli occhi.
«No, sono Charles.». Quella voce. Il respiro comincia a farsi corto e sono costretta a soffocare un conato di vomito. Eliza stringe i pugni.
«Dov’è Lindsey? Passamela subito.». Lui ride. Chiudo gli occhi, mentre sento Marny stringermi a sé e cominciare a cullarmi.
«Lindsey è occupata al momento. Le dirò che hai chiamato.» taglia corto, staccando la telefonata. Mi sento soffocare. Non di nuovo. Non a qualcun altro. Non a Lindsey.
«Aly!» Eliza mi chiama. O forse è Many. Non sento più nulla. Non vedo più nulla. L’ultima cosa che ricordo sono due occhi azzurri che mi vengono incontro. E, infine, mi lascio cadere nell’abisso.





Angolo dell'autrice 

Scusatemi per il cliffhanger ehm *attende i pomodori*. Siate pazienti, anche perché nei prossimi capitoli l'angst sarà abbastanza alle stelle.
Ma parliamo di questo, prima che mi veniate a prendere sotto casa. Dunque, nonostante tutto, Alycia ha ancora molta strada da fare. Eppure, ora è consapevole che Eliza le sarà sempre accanto. Se penso alla Alycia dei primi capitoli, non sembra nemmeno lo stesso personaggio. D'altronde, quando accanto hai persone che ti vogliono bene e che ti spronano a non mollare e a continuare un percorso, spesso si riesce ad uscirne. O, quantomeno, ad intravedere una via di salvezza. 
Per quanto riguarda il finale, era solo questione di tempo purtroppo. Non vi anticipo nulla, se non che da qui in avanti la situazione diventerà abbastanza incandescente.
Grazie mille per le recensioni e per seguire e leggere questa storia.
A martedì!
   
 
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