Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    19/02/2021    0 recensioni
Elsa e Anna sono due sorelle di 27 e 24 anni alle prese con le proprie vite e i propri impegni. Elsa è sposata e vive la sua vita con le scatenate figlie gemelle di 7 anni. Anna, invece, è prossima alla laurea e a dire sì a un futuro roseo e carico di amore che ha sempre sognato fin da piccola.
La vita, però, non è una favola. Entrambe le sorelle vivranno dei momenti di crisi della quotidianità e, per colpa di incidenti e imprevisti, dovranno fare i conti con la cruda realtà.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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CAPITOLO 43

Elsa guida distratta verso la casa della suocera. Gli occhi fissi sulla strada, ipnotici e immobili come due palle di vetro. Il naso arricciato per il pianto, le guance rosse a causa delle poche lacrime che si è concessa di piangere in modo da non scalfire troppo il proprio orgoglio. Le labbra serrate, strette e incurvate verso il basso come a voler esprimere una continua sensazione di tristezza.
Quell’ennesimo incontro con Jack le aveva lacerato il cuore e non sapeva più che cosa fare per riconquistarsi la sua fiducia. Ora doveva imparare a bastarsi da sola e a cercare di non vedere le parti di lui nelle sue figlie.

Una volta di fronte all’abitazione della suocera, Elsa avverte la solita freddezza e timidezza causata dal dover parlare alla donna che aveva accusato e odiato per tanti anni.

“Chi è?” chiede Giulia dall’altra parte del citofono.

“Sono Elsa…sono venuta a prendere le bambine” risponde lei trovando il coraggio per parlare e non pensare.

“Le bambine? Qui c’è solo Sofia” risponde Giulia stupita, non capendo la strana domanda.

“Che cosa?! Com’è possibile?!” domanda allora Elsa spalancando gli occhi e svegliandosi da quel torpore infinito che la teneva prigioniera.

“Non capisco, lei mi ha detto che voi lo sapevate!” continua a dire la donna sempre più titubante.

“E dove sarebbe Lia?! Io non ne sapevo proprio nulla!” commenta spaventata Elsa abbassando il tono della voce in modo da non farsi notare dai passanti.

“Perché…non entri? Così ne possiamo parlare… a quanto pare c’è qualcosa che stanno nascondendo ad entrambe” propone allora Giulia, con molta tenerezza.

Elsa rimane pietrificata dall’invito. Che cosa fare? Abbattere le barriere e accettare di conoscere la donna che aveva incolpato per averle rovinato la vita? O erigere l’ennesimo muro, continuando a convivere con i propri fantasmi? Sicuramente la scelta è ardua ma, per la prima volta, Elsa sente il bisogno di parlare, di conoscere, di amare…

Forse Jack non la voleva più, ma quei tasselli del suo passato rimanevano ancora ferite aperte da risanare. È così che, dopo un profondo sospiro, la donna apre il cancellino e si accomoda nella casa dell’ex.

Jack è ormai giunto all’appartamento di Anna e Kristoff che non vedeva da parecchio tempo. L’idea di aver perso due persone come loro lo divora perché, a differenza di quello che lui aveva potuto offrire a Elsa, lei gli aveva donato due amici meravigliosi capaci di amarlo nel profondo. Era bastata la turbolenza con la ex moglie a cancellare anni di condivisioni e reciproca sintonia.
L’incontro con Elsa lo aveva scosso e ora si sentiva ulteriormente uno schifo. Perché continuava ad allontanarla se, dentro di sé, avvertiva ancora attrazione? Era sicuro dei sentimenti che nutriva per Stella?

A quelle domande non sapeva rispondere.

Con la testa pesante e le spalle incurvate in avanti, il biondo si avvicina al citofono della cognata.

Nessuno gli risponde ma, alla porta, compare una giovane donna in dolce attesa con accanto Lia.

“Ciao” saluta Jack timoroso, riuscendo a guardare Anna negli occhi rivivendo l’emozione di averla accanto.

“Ciao!” risponde Anna con un grande sorriso, per nulla rancorosa.

“Ma dov’è Sofia?” domanda allora Jack accortosi dell’assenza dell’altra.

“Ma…Lia ha detto che stava da tua madre oggi” spiega Anna incrociando le braccia stupita dalla richiesta.

“Che cosa?” chiede Jack cascando giù dalle nuvole.

“Lia, che cosa sta succedendo?” domanda allora Anna rivolgendosi alla bambina con il capo chino.

“Mi vuoi dire a che gioco stai giocando?! Ma che razza di comportamento è il vostro?! Prima la scuola, ora questo! Che cosa state facendo?!” si inalbera Jack alzando la voce, sfogando tutto il nervosismo per quell’assurda giornata.

“Noi ti abbiamo forse chiesto che cavolo stai facendo tu con la mamma?” risponde a tono Lia stringendo i pugni e fulminando il padre con lo sguardo, per poi correre di nuovo dentro la casa della zia e chiudersi nella cameretta della futura cugina.

Anna e Jack rimangono impietriti dalla schiettezza della bambina che, con la sua bocca della verità, non fa altro che girare il coltello nella piaga.

“Che ne dici di entrare? Magari parlare e fermarti un attimo ti può far bene…” lo invita allora Anna, spalancandogli la porta.

Jack esita per qualche istante, commosso dall’ospitalità della ex cognata che pare aver deposto l’ascia di guerra, o meglio: di non aver mai iniziato una battaglia contro di lui.

Timido, ma al contempo bisognoso di reciproco sostegno, l’uomo deposita la propria armatura fuori dalla soglia, entrando con il cuore aperto.

Il giovane si accomoda in casa e prende posto sul divano, osservando dettagliatamente l’arredamento rustico della dolce dimora che gli amici avevano costruito quell’anno.

“Wow, tutto questo legno…scommetto che è stata un’idea di Kris” commenta Jack, ritrovando per un attimo un velo di serenità.

“Sì, lui alla natura non può rinunciarvi. Fa molto baita di montagna questa casa” risponde Anna porgendogli un bicchier d’acqua.

“Dov’è lui ora?” chiede allora Jack curioso, ringraziandola per l’ospitalità.

“Al lavoro… da quando io sono in maternità anticipata, o per meglio dire obbligata, lui ha iniziato a fare gli straordinari” spiega Anna, sedendosi lentamente accanto a lui tenendosi una mano sulla pancia ormai verso gli ultimi mesi. L’espressione di dolore sul volto di Anna fa preoccupare Jack che, seppur non sentendosi più nessuno per lei, non riesce a fare a meno di spaventarsi.

“Tutto bene? Anna, non voglio sforzarti! So che devi riposare!” dice lui con dolcezza, mettendole un cuscino dietro la testa.

“Ormai è da un po’ che va così. La bambina cresce e anche la massa che dovrò operare. Per ora è tutto sotto controllo, ma dobbiamo stare attenti. Spero solo di riuscire a durare altri due mesi per poter partorire nei giusti tempi” risponde lei mostrandosi positiva come sempre, rivolgendogli uno sguardo per poi fissarlo sul proprio grembo che accarezzava amorevolmente.

La visione di una donna così radiosa, seppur portatrice di una sofferenza e di un destino ignoto, rasserena Jack che, in un attimo, si rende conto di essere sempre stato fortunato nella vita ad avere avuto la salute.

“Venendo a quello che è successo oggi…” introduce Anna schiarendosi la voce per parlare delle gemelle.

“Elsa e io siamo andati a scuola, chiamati dal preside perché le gemelle si sono vestite uguali e si sono scambiate il posto. In più una volta qui da te ho capito che hanno programmato anche questa sistemazione, andando una da te e una da mia mamma” spiega Jack massaggiandosi le nocche agitato.

Anna esita qualche istante per poi scoppiare in una fragorosa risata. Jack rimane scioccato dalla reazione della cognata che, di fronte al suo problema, rispondeva con il divertimento.

“Ma cosa ridi?!” chiede lui allora, in parte scocciato.

“Scusa è che fa ridere! Potete dire qualsiasi cosa, ma sono dei geni! Hanno deciso le sorti di tantissime persone scombussolandoci le giornate, è davvero degno di lode!” reclama Anna prendendo un profondo respiro e cercando di chiudere le labbra per smettere di ridere.

“A parte gli scherzi Jack… mi pare evidente che le bambine stiano facendo di tutto per attirare la vostra attenzione. Insomma, si vestono allo stesso modo, ti rispondono male, ti fanno venire qui da me e mandano Elsa da tua madre…è tutto collegato!” spiega con estrema chiarezza Anna, permettendo alla sua figura professionale di prendere il sopravvento.

“E che cosa dovremmo fare?” domanda lui confuso, rendendosi conto che, in effetti, la situazione era più grave del previsto.

“Chiarirvi. Devi trovare un accordo con Elsa e capire veramente in che rapporto volete essere. Oggi ne avete parlato?” domanda Anna con serietà.

“Ci siamo scannati… o meglio… io mi sono infuriato e l’ho allontanata” confida Jack abbassando lo sguardo e sentendosi in colpa.

“Jack, so che forse ora potrò sembrarti fuori luogo… ma sei sicuro di non amare più mia sorella?” chiede allora Anna, guardandolo con dolcezza per infondergli sicurezza.

“Anna, io sto uscendo con Stella!” sbotta allora Jack, con un filo di disperazione e frustrazione nella propria voce.

“Non mi sembri molto felice di questa nuova relazione però…” continua a punzecchiarlo Anna, desiderosa nell’essere il più schietta possibile.

“Non lo so Anna. All’inizio ho sofferto davvero tanto per questa separazione, poi qualcosa dentro di me si è risvegliato. È come se tutta la rabbia vissuta in questi anni fosse venuta a galla, riversandosi su Elsa. Ogni volta che la vedo sento il sangue ribollirmi nelle vene e mi incazzo” spiega lui aprendosi finalmente alla ex cognata.

“Emozione complessa la rabbia, ma anche altrettanto debole. Sai, spesso la rabbia compare quando vogliamo difendere qualcosa e non ha sempre una valenza negativa. Se ci fai caso noi ci arrabbiamo sempre quando vediamo traballare qualcosa a cui teniamo. La rabbia è anche protettiva e, forse, ti sta semplicemente dicendo che tu a Elsa sei ancora legato. Ricorda Jack che il vero problema avviene quando non si provano più emozioni. Per questo ti chiedo se oltre alla tua rabbia vedi qualcosa. Il tuo cuore vive per Elsa, o vive per Stella?” lo interroga con gentilezza Anna, sperando di risvegliarlo.

Jack non riesce a trovare risposta a quelle domande così profonde. L’unica cosa di cui è a conoscenza è che non può andare avanti in quel modo e che, per l’ennesima volta, stava sbagliando tutto.


Anche Elsa, nel frattempo, era seduta nel soggiorno della suocera e si sentiva tremare di paura. Quella donna, che l’aveva insultata da adolescente, era ora radiosa e accogliente con lei.

“Come mai le bambine ti hanno fatto questo scherzo?” chiede Giulia offrendole una tazza di tè.

“Oggi siamo stati a scuola perché le bambine si sono vestite nello stesso modo e hanno scambiato il posto. Penso che lo stiano facendo per farsi vedere da me e Jack” spiega Elsa timorosa, fissando la bevanda calda che teneva tra le mani pur di non rivolgere lo sguardo alla donna che aveva di fronte.

“Tu e Jack avete parlato di questo?” domanda allora Giulia con serietà.

Elsa, però, non riesce a rispondere a quella domanda perché il ricordo di Jack che le urla contro è ancora vivo in lei. La donna cerca di trattenere le lacrime, continuando a mangiarsi le labbra.

“Elsa…” inizia allora la donna, accorciando le distanze ed avvicinandosi a lei.

“Io penso di doverti delle scuse. Ho recuperato il rapporto con mio figlio, ma non l’ho mai avuto con te. Io so di aver commesso degli errori e di averti rovinato la vita. Sono consapevole di quello che avevo detto sulla tua gravidanza e sul fatto di averti sempre giudicata male. Anche se ero sotto la volontà di mio marito, sono qui ora a prendermi le mie responsabilità. Ho agito così a causa del dolore per la perdita della mia bambina, che mi ha tanto logorato l’anima. Sai anche tu cosa può fare la sofferenza per la morte di qualcuno e invece di restarvi accanto, ho preferito allontanarmi e giudicare” comunica l’anziana con il cuore in mano, pesando le giuste parole.

Elsa rimane scioccata da quella dichiarazione di scuse e, anche se sente ancora il rancore farsi strada in lei, qualcosa la invita a perdonare la donna e ricevere il suo sostegno.

“Sì è vero. Io l’ho tanto odiata e non mi vergogno a dirlo, ma ora è tutto passato e mi sono resa conto che il problema della relazione con suo figlio non si basava solo su questo” spiega Elsa riuscendo a trovare le parole.

“E su cosa allora?” chiede la donna curiosa, riuscendo finalmente a guardare in faccia la bellissima nuora.

“Jack mi ha salvata in un periodo in cui non trovavo più la luce, ma mi sono resa conto di aver sempre continuato a vivere nella paura e nell’oscurità. È vero, il dolore è cieco e non permette di vedere la realtà. Io mi sono sempre lasciata divorare da esso e non ho mai superato la perdita dei miei genitori. Per questo non ho mai del tutto accettato la mia maternità. Io che non sapevo badare a me stessa mi trovavo d’improvviso due bambine che mi chiamavano mamma e un compagno che loro chiamavano papà. Non sono riuscita a gestire questo grande dono detto “famiglia”… mi sono lasciata mangiare dalla paura e per causa sua ora ho perso tutto ciò che amo” riesce ad aprirsi Elsa, intrecciando le mani e chinando il capo.

“Elsa… tu pensi veramente questo di te? Una donna mangiata dalla paura avrebbe gettato la spugna subito! Tu invece ce l’hai sempre fatta! Hai partorito e cresciuto due bambine meravigliose, hai un lavoro e una forza interna che ti contraddistingue. Perché dici di aver perso tutto?” chiede allora la donna, commossa dalle parole della nuova parente.

“Perché…ho allontanato Jack per colpa del mio orgoglio, e ora che finalmente ho capito di non poter stare senza di lui, l’ho perduto per sempre” dichiara Elsa con assoluta sincerità.

“Sei ancora innamorata di lui!” ribadisce Giulia con un filo di voce, commossa nel sentire quelle parole.

“Sì…” conferma Elsa portandosi le mani sul volto, non sapendo nemmeno lei il motivo per il quale si stava aprendo con quella donna.

“Cara, tu non uscirai mai dal cuore di Jack. Anche se lui ora esce con Stella” dice Giulia.

Elsa toglie le mani dal proprio viso e guarda intensamente la suocera, non capendo il senso di quelle parole.

“Jack deve solo ritrovare sé stesso, ma non riuscirà mai a smettere di amarti. Tu ora non puoi più fare molto, se non rispettare le sue scelte. Quello da cui devi partire ora riguarda il frutto del vostro amore. Avete davanti a voi due bambine che, oggi, vi hanno salvato la vita. Grazie a loro finalmente io e te ci parliamo e probabilmente Jack si sarà trovato da tua sorella che, se condivide il tuo stesso grande cuore, deve averlo aiutato. Parti proprio dalle tue figlie Elsa! Lascia che siano loro a prendervi per mano e guidarvi” conclude allora la donna, allungando una mano per accarezzare il volto della giovane.

Elsa riesce finalmente a rilassare i nervi e, in quel dolce gesto, sente sparire il macigno che la opprimeva e, emozionata, sente in quel tocco la presenza dei propri genitori.

“Mamma, scusami…” si intromette Sofia, avvicinandosi alle due donne non riuscendo più a convivere con l’angoscia. La bambina, in lacrime e con i singhiozzi, si pente per la brutta giornata di guai che ha fatto passare ai genitori e non riesce più a restare in silenzio.

“No, Sofi…sono io che ti devo chiedere scusa” la frena Elsa, sorridendole con compassione alzandosi e inginocchiandosi davanti a lei.

“Io e Lia vi abbiamo fatto un brutto scherzo, scusami, scusami!” continua la gemella, non riuscendo a guardare la madre in volto. È lì che Elsa riesce ad aprirsi, dopo anni di freddezza. Elsa, presa da una tenerezza che raramente ha dedicato alle sue figlie, si sporge in avanti verso la bambina stringendola tra le sue braccia. Il contatto con il corpicino della piccola la scuote nel profondo e, dopo tanto tempo, Elsa si sente a casa.

“Sono io che ho pensato solo a me, senza accorgermi del bene che mi state regalando. Andiamo a casa Sofi” conclude poi Elsa, asciugando le lacrime della bambina che, senza parole, riabbraccia la mamma con estrema gioia, felice di poterlo fare senza più timore.

“Elsa, quando vuoi mi trovi qui” le dice Giulia mettendole una mano sulla spalla, emozionata di fronte alla scena. Elsa le rivolge un piccolo sorriso e, serena, esce dall’abitazione con il cuore contento.
  
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