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Autore: Lord Ace    26/08/2009    1 recensioni
Questa Fic tra passato e presente ripercorrerà gli eventi più dolorosi di Devil May Cry 3, visti ovviamente dal punto di vista di Dante. Vecchi e nuovi personaggi si amalgameranno per formare una nuova storia, e chissà se alla fine: Devil May Cry Vi prego di recensire, mi picerebber critiche, pareri e consigli per migliorare
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dante si ritrovò a pensare che i ruoli del fratello e il suo si erano scambiati; infatti era sempre stato lui a inseguire Vergil, non Vergil ad inseguire lui. Era divertente però scappare pensando che ben presto sarebbe stato di nuovo raggiunto, e allora avrebbe dovuto combattere di nuovo contro Vergil. Ma adesso arrivavano le note dolenti: come intendeva sconfiggere il fratello? Sicuramente non lo avrebbe ucciso, perché così facendo avrebbe condannato anche Nero, figlio sfortunato di un padre assetato di vendetta, ma che non meritava di morire per i crimini del padre. Probabilmente il figlio stesso, potendo scegliere, avrebbe fronteggiato il padre mettendo a repentaglio la sua vita. Proprio per quel motivo Dante convenne nel pensare che doveva liberare Nero dal gioco di Vergil, ma quello era il problema. Da quello che aveva imparato, per separare padre e figlio bisognava togliere Yamato dalle mani di Vergil, che così avrebbe perso il controllo del figlio.

-bene, sarà quello che farò, mi impegnerò affinchè Yamato non capiti più in mano ad un discendente di Sparda, ne adesso, ne mai-

Quelle parole erano cariche di riflessioni certo, ma adesso sorgeva un'altra domanda: Dove nascondere Yamato? La risposta giunse abbastanza presto; infatti la torre era una porta per l’inferno, e solo all’inferno la spada maledetta avrebbe potuto essere al sicuro. Ancora una volta Dante era costretto a rinchiudere il fratello nell’inferno, purtroppo però questa volta per sempre, perché non morirà, ma andrà incontro ad un destino ben peggiore, ossia la prigionia eterna. Dante si ritrovò a piangere mentre pensava alla pena a cui voleva condannare il fratello. Ma purtroppo apparentemente non c’era altro modo per garantire la pace per lui e per Nero.

-Devil May Cry-

Ricordò la profonda differenza che segnava lui e Vergil, quell’umanità che in lui prevaleva e che invece era morta nel fratello, facendolo diventare un demone a tutti gli effetti. Non aveva ancora capito che la forza di loro padre Sparda era proprio nell’amore per loro madre e per gli uomini. Vergil non aveva mai capito questo fatto e per questo motivo sarebbe sempre stato battuto. Era il cuore degli umani la cosa più potente al mondo, non c’era modo di sconfiggerlo in alcun modo, ed era da questo che Dante aveva sempre tratto la forza per affrontare prima Vergil e poi Mundus e in seguito tutti gli altri nemici.

Mentre i ricordi occupavano la sua mente, Dante si avvicinava sempre di più alla porta dell’inferno, che una volta aperta avrebbe ospitato la fine di una rivalità, che avrebbe segnalato il vincitore di una grande sfida, durata anche troppi anni ma che non voleva sentire la parola “Fine”. Si ritrovò anche a pensare a Trish e Lady, che adesso stavano scappando dalla torre e che sperava si mettessero in salvo al più presto, poiché Dante avrebbe sigillato la Torre sotto terra, sperando che nessuno la rivangasse più, come se fosse solo un brutto ricordo di cui non voleva parlare.

Sentì dei passi alle sue spalle, sicuramente era Vergil, venuto a riprendersi Sparda, ma fortunatamente Dante era arrivato davanti al grande altare, che con la giusta dose di sangue e grazie a Sparda avrebbe aperto la porta dell’inferno, un ultima volta. Dante aprì la porta ed entrò nella sala circolare, aspettando che suo fratello venisse per il secondo round del loro scontro.

Poco dopo, la porta venne aperta di nuovo e Vergil varcò la soglia, cadendo nella trappola di Dante

-Sei ancora in tempo per ritirarti Vergil-

Disse inutilmente Dante, che voleva tentare una disperata supplica per non dover combattere di nuovo con suo fratello, condannandolo alla pena eterna.

-Dovrai uccidermi per fermarmi lo sai-

Rispose Vergil, sfoderando Yamato e preparandosi al confronto

-Lo so Vergil, lo so-

Disse Dante chiudendo gli occhi un attimo, mentre prendeva la Rebellion e impugnava Sparda con l’altra mano.

-Farò ciò che devo-

  
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