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Autore: Summerbest    26/08/2009    1 recensioni
La città non sempre è un posto tranquillo, infatti pullula di vampiri, streghe e altri esseri soprannaturali. Di conseguenza noi umani dovremmo difenderci, giusto? E se per una volta la risposta a questa domanda non fosse “si”?
In questa fanfic intendo narrare dalla parte dei “cattivi”, perché anche loro reagiranno in qualche modo agli attacchi, giusto?
Per farla breve, ho intenzione di presentare alcuni “cattivi” ed alcuni “umani” che in seguito... beh se volete scoprirlo dovete leggerlo^^
PS: se leggendo questa trama avete giudicato male la storia, vi prego di darle un’altra possibilità leggendola, please^^
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Sto pubblicando con una certa lentezza, lo so, mi dispiace. Questa volta le vacanze sono durate più del previsto, però cercherò di velocizzare. Voglio anche avvertire che in questo capitolo svelerò un poco dell’ “altra parte”, degli umani, in parole povere^^ Rispondo ai commenti:

Per trullitrulli: quelli che ricevono la rosa, come avrai capito, sono i protagonisti della storia. Il che comprende anche i due personaggi di questo capitolo. Saranno ancora due i protagonisti che presenterò nei prossimi capitoli, dopo di loro entrerò nel vivo della storia^^ diciamo che qui accenno qualcosina, anche se l'idea principale che dovrebbe porre fine al soprannaturale non viene ancora svelata.. spero che continuerai a trovare la storia interessante^^

Per _Romance Fever_: grazie! lo so, mi dispiace per gli errori di svista, cercherò di rimediare. Nel capitolo precedente ho modificato un po' la parte dei pensieri (quelli in corsivo) mettendoli a capo, in modo da rendere il testo un po' più ordinato, almeno spero.. ora ti lascio alla lettura, spero che la storia continui a piacerti^^

XOSummerbestXO


Hunting And Uncover






Con espressione truce, totalmente perso nei suoi pensieri, Joshua stava posato sulla ringhiera in metallo che dava sulla sala principale del “rifugio”. La testa ferma tra le mani, e le dita che massaggiavano ripetutamente le tempie. Alcune gocce di sudore bagnavano la fronte, già segnata dall’età con profonde rughe.
è tutto inutile
si ripeteva per l’ennesima volta.
La spalla venne toccata da una mano femminile, Joshua alzò lo sguardo incontrando quello pieno di rammarico di Maryanne, sua compagna di lavoro e di vita.
<< pensi ancora a Mike? >>
chiese lei, posando i gomiti sul metallo, sostando insieme a lui sulla ringhiera. L’uomo annuì, passandosi una mano sulla fronte per asciugare il sudore. La donna capì il suo intento, aiutandolo con un fazzoletto che teneva in mano.
Joshua si astenne dal fare domande, dagli occhi rossi capì che il fazzoletto era servito a nascondere le lacrime. Cosa che lo rese ancora più inquieto.
<< ti prego, non venirmi a dire che sono cose che capitano >>
Maryanne aprì la bocca e la richiuse subito dopo, emettendo un sospiro sconsolato.
non ho altro da dirti, è da giorni che non abbiamo più una normale conversazione
pensò lei, riponendo il fazzoletto in tasca.
Maryanne era una donna più giovane di Joshua, almeno 24 anni di differenza. Lunghi capelli nero pece e carnagione scura, totalmente l’opposto di lui, biondo e chiaro come un fantasma.
<< il tenente Collins è richiesto in sala centrale >>
la voce degli altoparlanti aveva appena fatto il suo nome.
ormai siamo vicini alla conclusione di quello che definiamo l’altro mondo, e non si tratta del paradiso o l’inferno
Joshua trasse un sospiro, cercando di farsi coraggio.
<< devi dimenticare, ormai dovresti esserci abituato >>
gli sembrava di sentire la voce del padre defunto nella sua testa, che lo spronava ad andare. Scacciò la sua immagine, dando un lieve bacio sulla fronte di Maryanne, pronto ad incamminarsi lungo il corridoio 12, quello illuminato da sole 5 lampadine su 10, quello che detestava con tutto il cuore.
la verità è che non ci si abitua mai alla morte
con questo pensiero si allontanò dall’amata, sotto i suoi occhi profondi, velati nuovamente dalle lacrime.

* * * *



Il buio era intorno a loro, solo la luce della luna illuminava tra i rami e le foglie degli alberi. Possenti querce nascondevano il fuoristrada posto lì dietro con i fari spenti, pronto ad invertire la marcia nel caso le cose si complicassero.
Si trattava di un gruppo di dieci persone, che incedeva armato nel verde. In totale erano dodici, compresi i due che attendevano nel fuoristrada. Tra quei dieci coraggiosi uomini c’era anche lui, Joshua. Come al solito camminava alla sinistra del suo fidato collega di “guerra”, Mike.
La base aveva dato loro comando di uscire alla ricerca di altri “esperimenti”, termine che indicava le creature soprannaturali. Naturalmente le indicazioni erano precise, dovevano solo addormentare il soggetto e prelevare un po’ del suo sangue. Preferibilmente evitando di scatenare l’ira di altre creature alleate con il soggetto.
La struttura che fungeva da base era un ex bunker, rimodellato per avere anche uno spazio per gli alloggi di molti “soldati”.
Gran parte di loro avevano imboccato quella strada in seguito alla morte di una persona cara, per mano di esseri soprannaturali. Il gruppo aveva raggiunto i 2.000 membri con almeno 500 morti all’anno. Alcuni lasciavano dopo poco, rendendosi conto di non essere portati per una vita simile, dove il rischio rappresentava il pane quotidiano di tutti quanti. Il numero rimaneva all’incirca invariato, poiché ad ogni morto veniva rintracciato un altro che prendeva il suo posto. La base era aperta anche alle donne, presenti comunque sempre in numero minore rispetto agli uomini.
Per Joshua erano stati due mesi d’inferno, prima d’incontrare l’unica persona che lo facesse andare avanti, Maryanne. Con lei era stato amore a prima vista, lo aveva salvato durante un attacco. Maryanne era riuscita nell’intento in cui suo padre aveva fallito, fargli odiare gli essere soprannaturali. Nonostante tutto però, Joshua continuava a sperare in una vita migliore, soprattutto ora che aveva scoperto che Maryanne era incinta.
La pianta a pochi metri dal gruppo si mosse, due passi umani si aggiunsero al rumore, aumentando i sospetti di un nemico tra loro.
Joshua, che comandava la truppa, fece cenno agli altri di fare silenzio, superandoli di poco. Un alito di vento soffiò, e due piedi scalzi s’intravidero tra due rami scossi dalla folata.
Dal cespuglio, con un balzo, spuntò una figura femminile, che rimase a gattoni a fissarli. Vestiva con pelle d’animali, ed i suoi lunghi capelli arruffati color castano erano adornati da una corona d’edera. Il viso era segnato da macchie scure, che contornavano le labbra carnose con alcune gocce di sangue che le rendevano di un rossore intenso. Con un soffio felino mostrò i denti neri e sporchi da dei resti di carne.
Tutto il gruppo fece un passo indietro.
Quella donna viveva nei boschi, ed in quell’istante agitava minacciosa un ramo contro di loro.
Joshua fece tre passi avvicinandosi a lei. Quest’ultima retrocedette in contemporanea, con i piedi scalzi che strisciavano nella terra.
<< non ti faccio del male >>
le disse, con lo stesso tono che si usa quando si parla ai bambini. Joshua avanzò protraendo una mano davanti a sé.
La donna soffiò nuovamente, ed il gruppo dietro di loro fece per raggiungere Joshua, che li anticipò fermandoli con la mano prima che l’attaccassero per difendere il loro comandante.
<< vieni qui >>
mormorò a tono pacato. Estraendo di nascosto e con molta attenzione, dalla tasca dei pantaloni, una siringa contenente il sonnifero per addormentarla. Ancora in tasca rimaneva quella necessaria per prelevare il sangue, utile quando la creatura non sarà più cosciente.
La donna scattò indietro, avendo notato la siringa ed avendo capito le sue intenzioni.
La situazione si poteva mettere male, poiché le possibilità che vi fossero altre sue simili in giro non era da escludere.
Il gruppo puntò le armi contro la donna, in attesa di ordini dal superiore, che intanto era retrocesso di pochi passi, con ancora la siringa in mano.
<< nessun movimento brusco >>
ordinò loro, provando a riavvicinarsi. La creatura con un salto gli balzò addosso, facendolo atterrare di schiena sul terreno e facendogli cadere di mano la siringa.
L’obbligo di non ucciderla era stato chiaro, poiché un assassinio avrebbe destato più sospetti nell’altro mondo, e meno si sapeva della rivolta meglio era. Quindi la situazione era complicata.
Mike raccolse la siringa per addormentare la creatura, infilzandola nella spalla della donna, che lasciò stare l’amico, permettendogli di rialzarsi in piedi.
Quello che non si aspettava era che la donna si gettasse contro di lui, ancora piena di energia. Scoprì infatti che la siringa era quella vuota dal quale avrebbero dovuto prendere il sangue. Joshua aveva estratto quella sbagliata, mentre la giusta era rimasta in tasca, rompendosi a contatto con il terreno roccioso.
Un brusio invase la quiete notturna, mettendo in una situazione ancora più critica il gruppo. La donna non era più da sola.
Dagli alberi fecero il loro ingresso altre figura femminili che si scagliarono contro di loro.
Joshua intanto si era concentrato su di Mike. Doveva evitare il contatto con la pelle libera della donna, o la sostanza che ricopriva il corpo della creatura si poteva rivelare letale per lui. Per questo motivo tutti quanti erano vestiti con una tuta, che lasciava libera la pelle solo dal collo in su.
Prese dei sassi da terra, pronto a lanciarle alla donna.
Un’altra creatura appena giunta lo attaccò, distogliendolo dal suo compito. Fu una lotta lunga, che ebbe fine solo quando uno di loro riuscì a raggiungere e ad avvertire i due uomini al volante di portare la macchina dal resto del gruppo, in modo da scappare. Avevano fallito.
<< tutti a bordo, presto! >>
il fuoristrada si fermò al centro. In breve tempo tutti salirono sulla macchina, solo uno mancava all’appello.
<< Mike! >>
Joshua raggiunse l’amico a terra, gli si inginocchiò accanto, controllando il polso, era morto. Dei segni rossi erano sul collo, la donna l’aveva ucciso.
<< Mike! >>
ripeté. Alcuni del gruppo li raggiunsero, alzando Mike da terra per portarlo nel fuoristrada. Joshua si unì a loro, comunque assente mentalmente. Non poteva succedere, non a lui.
La macchina fece retromarcia, ripartendo a tutta velocità verso il rifugio, anche se per Mike non c’era proprio niente da fare.

* * * *



<< sono andati? >>
domandò una delle donne. Le altre annuirono fissando la luce dei fari che si faceva sempre più fioca, fino a sparire.
<< questa volta hanno superato il limite! >>
borbottò la più anziana, e quindi la più carica di rispetto. Anche questa volta ricevette consenso, mentre gettava il ramo che usava come arma per terra.
La creatura che aveva posto fine alla vita di Mike si avvicinò a lei, sorridendo fiera di se stessa.
<< volevano usarmi come esperimento, ed io ho ucciso uno di loro >>
affermò, in attesa di complimenti, che comunque non giunsero. Tutte erano troppo occupate a discutere di un piano per la protezione del loro territorio.
La donna scosse la testa, notando un foglio appuntato su di un albero.
Temendo che si trattasse di una trappola, si avvicinò cautamente, con il ramo ancora in mano.
Si tranquillizzò solo quando vide che si trattava di un semplice foglio, accanto, tenuta ferma da un incavatura nel tronco, una rosa rossa.
La donna si guardò intorno, prendendo la rosa in mano. La annusò, mordendola subito dopo, e sputando i petali con disgusto.
Prese anche il foglio, ringraziando mentalmente Dayfa, sua cugina, per averle insegnato a leggere. Ancora quel messaggio:



Qualcosa sta cambiando,
se un tempo noi eravamo le tenebre,
coloro che tutti temevano,
adesso ciò che è giunto,
è pronto a far divenire noi le vittime,
e loro le tenebre,
noi tutti dobbiamo unirci,

Potere, Sangue, Vita Eterna



La donna lo piegò e lo nascose nella pelliccia, poteva sempre tornare utile.

Erano tante le cose che l’associazione contro gli esseri soprannaturali sapeva, l’unica che ignoravano era che ad ogni attacco c’è sempre un contrattacco.

   
 
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