Anime & Manga > Fairy Tail
Segui la storia  |       
Autore: Eryiss    28/02/2021    1 recensioni
Freed e Laxus conducono vite incredibilmente diverse. Freed è un avvocato d’ufficio che vive nella capitale, mentre Laxus lavora come tuttofare in un hotel di campagna. Nonostante le differenze che intercorrono tra i due, le loro vite si incroceranno nel momento in cui Freed erediterà una casa nel paese di Laxus e lo assumerà per rendere l’edificio nuovamente abitabile. Ma più si avvicineranno, più comprenderanno cosa possono offrirsi l’un l’altro.
[Modern!AU, Fraxus, capitoli pubblicati: 7/12] [Storia originale di Eryiss, traduzione di Soly_D]
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cana Alberona, Evergreen, Fried Justine, Lisanna, Luxus Dreher
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note della traduttrice:

Sesto capitolo di questa long di Eryiss che potete trovare qui in lingua inglese: AO3 - Fanfiction.net - Tumblr. Ricordo che titolo, immagine introduttiva, storia e note d’autore sono sue, mentre io (Soly Dea) mi occupo solo di tradurre.

Se volete lasciare un commento, provvederò a tradurlo per l’autore <3

Note dell’autore:

Ciao a tutti. Come sempre, ricordate di dare un’occhiata a Fuckyeahfraxus che ha organizzato il Fraxus Day. Andate a visitare la pagina per scoprire quali altri contenuti sono stati prodotti in occasione di questo evento. Oggi niente avvertimenti. 

Vi ringrazio per qualsiasi commento vogliate lasciarmi. Per me significa molto. Spero che la storia vi piaccia e grazie per la lettura.

a


Capitolo 6 – Il festival

Ogni anno, a Magnolia, si teneva il festival autunnale. Laxus non aveva mai capito perché quella fiera all’aria aperta venisse organizzata negli ultimi giorni di ottobre e soprattutto su un vasto campo in cima ad una collina dove non c’era assolutamente modo di ripararsi dal vento o dal freddo. La maggior parte delle città e dei paesi organizzavano i propri festival annuali durante la stagione estiva, quando non faceva quel freddo cane, ma naturalmente Magnolia non era come gli altri paesi.

Laxus era sempre stato parte integrante di quella fiera. Tutte le bancarelle e le attrazioni, tranne le giostre, erano gestite dagli abitanti del paese, e spesso le capanne di legno o i giochi necessitavano di qualche rifacimento o aggiustamento, il che teneva Laxus piuttosto impegnato. Nell’arco della giornata, infatti, riceveva numerose chiamate da parte dei proprietari delle bancarelle che richiedevano il suo aiuto dandogli in cambio un piccolo compenso. Negli anni precedenti, la fiera autunnale gli aveva permesso di pagarsi i regali di Natale. Ora, lavorando con Freed, Laxus disponeva di molti più soldi di quanti gliene servissero.

Quest’anno, per la prima volta, sarebbe andato alla fiera come semplice visitatore.

Era stata Lisanna a proporglielo. Laxus aveva specificato che non era più un moccioso, ma Makarov aveva appoggiato la proposta di Lisanna ricordando quanto Laxus, da bambino, adorasse quel festival. E Laxus aveva accettato solo per zittire il vecchio bastardo.

Naturalmente, alla fiera non sarebbero andati solo lui e Lisanna, ma anche Mirajane, Elfman e Cana. Laxus si era chiesto se in questo modo l’hotel non sarebbe stato a corto di personale, ma Makarov gli aveva assicurato che non c’era nulla di cui preoccuparsi e che doveva solo pensare a divertirsi.

In realtà glielo aveva detto con un tono strano, come se stesse omettendo qualcosa, ma questo Laxus aveva preferito ignorarlo.

In quel momento lui e gli altri si trovavano alla fiera già da un’ora e si erano divisi in due gruppi: uno composto da Cana e Mirajane che preferivano provare i diversi giochi, visitare le bancarelle e divertirsi; l’altro composto da Laxus, Lisanna ed Elfman che seguivano Mirajane e Cana per cercare di capire se le due si stessero frequentando o meno. Una domanda che sembrava non trovare risposta.

“Insomma, stanno palesemente flirtando” sussurrò Lisanna guardando sua sorella. “Altrimenti non si toccherebbero a vicenda in quel modo”.

“Tua sorella apprezza il contatto fisico”. Laxus scrollò le spalle. “E Cana non riesce a tenere le mani a posto. Forse è solo questo”.

“Il contatto fisico tra amici è da veri uomini!” proclamò Elfman venendo immediatamente zittito da Lisanna e fissato da Laxus.

Il biondo avrebbe preferito non immischiarsi negli affari di Cana, ma ad una fiera come quella non c’era molto altro da fare per un uomo sui trent’anni. Era evidente che Cana e Mirajane passavano ora molto più tempo insieme per il fatto che Mirajane lavorava regolarmente alla reception, il che concedeva alla patetica e disperata cotta di Cana – Laxus sarebbe stato più gentile con lei se solo le sue battute su lui e Freed non si fossero fatte così fastidiose – una minima chance di essere ricambiata.

Laxus si chiese perché da bambino quella fiera gli piacesse così tanto. Che divertimento poteva esserci nel colpire un topo finto con una racchetta oppure lanciare una palla in un cerchio poco distante?

“Sono tutte stronzate” commentò Laxus. “Quelle due si piacciono chiaramente a vicenda, ma non hanno il coraggio di confessarselo. Quando se lo diranno, probabilmente sarà troppo tardi”.

Elfman e Lisanna si scambiarono un’occhiata e Laxus pensò che fossero d’accordo con la sua affermazione.

“Lo so che secondo te è impossibile” disse Lisanna guardando le due donne che si dirigevano verso la bancarella del gioco acchiappa l’anatra. “Ma se si stessero frequentando fin dai tempi delle superiori e non lo stessero dicendo a nessuno per puro divertimento?”

“Pensi davvero che Cana potrebbe tenersi un segreto del genere per così tanto tempo? Me l’avrebbe detto subito, solo per farmi incazzare sul fatto di essere ancora single” disse Laxus. “Inoltre, sono certo che nel momento in cui finiranno a letto, Cana mi farà sapere immediatamente quanto è brava Mira a leccar–” Laxus si interruppe ricordando con chi stava parlando. Il fratello e la sorella di Mirajane, infatti, lo stavano fissando con fastidio e disgusto. “Scusate, non dovevo”.

“Laxus ha ragione” iniziò Elfman.

Il biondo, però, lo interruppe. “Su quanto tua sorella sia brava a leccar–?”

Elfman gli diede uno spintone facendolo inciampare e ridere. “Su quanto sarebbero incapaci di tenersi un segreto del genere” lo corresse, e Laxus ghignò in tutta risposta.

Era divertente far incazzare le persone che potevano contrattaccare ed Elfman era uno dei pochi uomini più robusti di lui. Laxus lo considerava come un fratello minore, anche se naturalmente non lo aveva mai ammesso. Che razza di fratello maggiore sarebbe stato se non avesse dato fastidio ad Elfman in ogni occasione possibile? Un pessimo fratello maggiore, e questo Laxus non avrebbe potuto mai perdonarselo.

Di recente, però, ci stava andando leggero con Elfman, sia perché quest’ultimo era parecchio impegnato con il lavoro all’hotel e alle sale da tè, sia perché Laxus trascorreva molto tempo con Freed e anche far incazzare Freed era divertente, principalmente perché era in grado di tenergli testa.

In effetti era davvero un peccato che Freed non fosse lì.

L’avvocato sembrava piuttosto esitante ad incontrarlo al di fuori del contesto lavorativo. Dopo che aveva deciso di ristrutturare e modernizzare completamente Villa Albion, i due avevano continuato a lavorare insieme ogni weekend, mentre Laxus faceva progressi durante la settimana. E andava bene così, sicuramente meglio che non vedere Freed mai più, ma Laxus aveva sperato che in questo modo potessero incontrarsi in un ambiente meno professionale e più… divertente. Non che non si divertissero a lavorare in casa, ma Laxus voleva qualcosa di più, il che probabilmente era da egoisti.

In ogni caso, gli sembrava che Freed provasse lo stesso. Certo, a volte si comportava in modo un po’ ottuso, ma Laxus era diventato piuttosto bravo a comprenderlo, o almeno così pensava. Forse era solo una sua illusione, ma sentiva che anche Freed volesse di più.

Era la sua occasione.

Nonostante ciò, Laxus sapeva che provarci seriamente sarebbe stato vile da parte sua.

Non è che non avesse cercato di ampliare la sua relazione con Freed portandola fuori da Villa Albion, anzi. Il giorno prima gli aveva accennato che sarebbe andato al festival con gli Strauss e con Cana aggiungendo che avrebbe potuto piacergli, il che implicava un invito, ma Freed si era limitato ad augurargli buon divertimento spiegando che doveva contattare la società di conservazione degli edifici storici per poter ottenere il permesso di estendere la cucina sul retro della casa.

Fosse stato qualcun altro, Laxus si sarebbe sentito scoraggiato o infastidito, ma dal momento che si trattava di Freed, la cosa in qualche modo lo divertiva: molto probabilmente, l’avvocato non si era nemmeno reso conto del fatto che gli avesse proposto di andare al festival con lui.

Sì, sarebbe stato bello averlo lì.

Magari Freed avrebbe potuto aiutarli a scoprire se Cana e Mirajane uscivano effettivamente insieme oppure no, anche se naturalmente non avrebbe potuto andare a chiederglielo di persona esattamente come tutti loro. Perché, nella remota possibilità che Cana e Mirajane avessero davvero una relazione e la stessero tenendo nascosta per puro divertimento, il loro livello di autocompiacimento nel venire finalmente beccate sarebbe stato insopportabile.

“Penso che si siano dimenticate di noi”. Lisanna rise. “Forse dovremmo divertirci piuttosto che seguirle. Proviamo qualche gioco”.

“Quale?” chiese Laxus. “L’unico interessante è il tiro a segno, ma tu non vuoi farlo”.

“Sparare agli animali è crudele”.

“La pistola è finta e gli animali sono di carta” borbottò Laxus. “Non c’è niente di male”.

“Lo trovo ugualmente inaccettabile”.

“Sembri uno degli animalisti della PETA1”.

“Come ti permetti?! La PETA fa cose orribil–”.

“Che ne dite della prova di forza?” si intromise Elfman indicando una macchina che si illuminava a intermittenza dalla quale pendeva un sacco da boxe. “Ti sfido, Laxus. Voglio mostrarti cosa significa essere un vero uomo. Altro che quei muscoletti”.

Muscoletti?” Laxus ghignò. “Questi muscoletti potrebbero prenderti a calci in culo”.

“Andiamo allora”. Elfman sorrise flettendo il bicipite.

I tre raggiunsero la macchina. Lisanna si lamentò di quanto fossero idioti scuotendo la testa e sorridendo al tempo stesso, mentre Elfman si arrotolò le maniche prendendo nuovamente di mira i “falsi muscoli da palcoscenico” di Laxus. Il biondo gli rispose per le rime, anche se con meno entusiasmo del solito.

Di fatti, si era distratto pensando a quanto Freed si sarebbe comportato in modo spavaldo in una situazione del genere. Nonostante Laxus fosse abbastanza sicuro che in quel gioco lui ed Elfman avrebbero superato Freed senza troppi sforzi, di certo l’avvocato non lo avrebbe mai ammesso e anzi si sarebbe comportato da stupido sbruffone sicuro di sé.

Era un pensiero decisamente pericoloso, ma… dio, quanto avrebbe voluto che Freed fosse lì.

_____________________________

“Quindi con la casa procede bene?” chiese Mirajane addentando una ciambella.

Alla fine erano rimasti solo loro due alla fiera. Elfman e Cana avevano dovuto tornare in paese ai loro rispettivi lavori, mentre Lisanna aveva fatto il pieno di zuccheri mangiando troppe ciambelle, quindi sua sorella le aveva consigliato di andare a riposare, evitando così di sentirsi stanca per tutto il giorno. Laxus non aveva potuto fare a meno di sentirsi lievemente soddisfatto sentendo le lamentele e gli sbadigli di Lisanna, dato che era stato praticamente obbligato a pagare le ciambelle.

Aveva perso contro Elfman e pagato da mangiare per una stupida scommessa. Gli Strauss avevano decisamente avuto la meglio su di lui.

Verso metà pomeriggio, alcune bancarelle cominciarono a chiudere. Nonostante non avesse bisogno di soldi, Laxus preferiva rimanere nel caso in cui si rompesse qualcosa: nessun altro sarebbe stato in grado di intervenire e lui era piuttosto fedele nei confronti di quella fiera.

“Sì” rispose alla domanda di Mirajane. “Sembra ancora una casa in stile anni ’80, ma è molto meglio rispetto a prima”.

“Pensi che Freed ci farebbe dare un’occhiata prima di venderla?” chiese Mirajane spostandosi di lato per evitare un bambino che correva. “Sono sicura che non appena la casa sarà in vendita, mezza Magnolia verrà a curiosare”.

“Potrei chiederglielo” disse Laxus. “È piuttosto perfezionista comunque. Se saremo veloci, riusciremo a finirla prima di Natale, ma non è ancora sicuro”.

“Be’, qualche giorno fa sono passata da quelle parti e da fuori mi sembrava molto bella. Il giardino era fantastico” commentò Mirajane.

“Grazie”. Laxus sorrise.

“Te ne sei occupato tu?” chiese Mirajane con un caloroso sorriso. “Non ti facevo giardiniere, sai?”.

“L’abbiamo fatto io e Freed insieme, ma ero io a dare le direttive”. Laxus arrossì un po’, rimproverandosi mentalmente subito dopo. Parte della sua terapia consisteva nel venire a patti con quegli aspetti di sé che non erano, come avrebbe detto Elfman, da uomini. “Sapevi che i fiori hanno un loro linguaggio? Quello che me li ha venduti ha cercato di spiegarmelo, ma io volevo solo dare un aspetto decente al giardino”.

“E ci sei riuscito”. Mirajane sorrise, ma in modo troppo marcato. “Tu e Freed avete piantato un’aiuola insieme, quindi? È una cosa molto dolce”.

“Non farlo, Mira”. Laxus sospirò. “Ne ho già abbastanza dei commenti degli altri, non mettertici pure tu”.

“Freed è davvero carino”. Mirajane sembrò ignorare le sue parole e Laxus sospirò di nuovo rassegnato. Se non riusciva a impedire a Lisanna di prenderlo in giro, con sua sorella sarebbe stato a dir poco impossibile. “Pensavo che il tuo uomo ideale fosse un altro, ma suppongo che io non abbia ancora passato abbastanza tempo con– Oh, quando parli del diavolo!”

Laxus sollevò lo sguardo seguendo quello di Mirajane e i suoi occhi si posarono su Freed. Quest’ultimo, avendolo notato, alzò la mano per salutarlo procedendo verso di loro. Man mano che si avvicinava, Laxus sorrise nel notare la postura di Freed e la velocità con cui camminava. Aveva le spalle curve, l’andatura rapida e un’espressione forzatamente sorridente stampata sul volto, un’espressione che Laxus gli aveva visto spesso, soprattutto quando era stressato. Il biondo gli andò incontro squadrandolo preoccupato.

“Come va?” gli chiese.

“Ho chiamato per sapere se fosse possibile ampliare la casa. Mi hanno trattenuto per 2 ore e 27 minuti, con la musica più fastidiosa che io avessi mai sentito, solo per dirmi che secondo le linee guida non è possibile” borbottò Freed.

Laxus aggrottò la fronte. “Non potevano dirtelo subito?”

“È esattamente ciò che ho chiesto loro”. Freed rise amaramente. “A quanto pare, però, l’ho fatto con tono ostile e questo li ha convinti a chiudere la chiamata”.

Laxus avrebbe voluto ridere – lo trovava fottutamente divertente – ma si trattenne.

“Cosa posso fare per farti sentire meglio?” gli chiese.

“Non c’è bisogno che tu– Non è per questo che sono qui”. Freed scosse lievemente la testa guardandosi intorno. “Volevo solo dare un’occhiata alla fiera. Me ne hai parlato così bene che ho pensato che potesse essere una bella occasione per distrarmi e calmarmi. Anche se la persona che mi ha riattaccato il telefono in faccia dubita che io sia in grado di mantenere la calma”.

Laxus rise. Se Freed era dell’umore giusto per prendersi in giro da solo, allora poteva farlo anche lui.

“Be’, in qualità di residente locale e tuttofare del festival, sarò la tua guida personale”. Laxus sorrise facendo un passo indietro. “Ti consiglierei la prova di forza in modo da prendere a pugni qualcosa, ma sappi che quella merda è truccata”.

“Dice che qualcuno è più forte di te, quindi?” lo prese in giro Freed, e Laxus gli sorrise di rimando.

“Visto che ti piace tanto fare lo sbruffone, vuoi per caso vedere chi è più forte tra me e te?”

“Be’, so già che vincerei, ma se vuoi compromettere ulteriormente il tuo ego allora accetto”. Freed sorrise.

Laxus si sentì in qualche modo soddisfatto all’idea di aver indovinato il modo in cui Freed avrebbe reagito in una situazione di sfida come quella. Si chiese se sarebbe riuscito anche a coinvolgerlo in una scommessa esattamente come era accaduto a lui poco prima ad opera di Mirajane – la quale, tra l’altro, era ancora lì e li guardava con un sorriso di cui Laxus sapeva di non potersi fidare.

“Non ti dispiace se accompagno Freed a fare un giro, vero?” chiese a Mirajane lanciandole uno sguardo d’avvertimento.

“Certo che no”. Mirajane gli diede una pacca sulla spalla. “Vado a cercare Lisanna sperando che non stia vomitando sul ciglio della strada”.

“Cos’ha?” chiese Freed preoccupato.

“Sta bene, è solo che non sa rifiutare una ciambella appena sfornata”. Mirajane rise. “Penso proprio che vi rivedrò entrambi molto presto. Dovremmo andare a mangiare qualcosa insieme, Freed. È evidente che Laxus tiene a te, sono proprio curiosa di conoscerti meglio”. Mirajane ammiccò. Stronza, pensò Laxus. “Ciao” disse infine Mirajane.

Entrambi ricambiarono il saluto e Laxus continuò a fissarla mentre si allontanava.

“Allora…” cominciò Freed sorridendogli. “Prova di forza?”

Laxus annuì. “Prova di forza”.

I due trascorsero il resto del pomeriggio a provare qualsiasi gioco ispirasse un po’ di competizione. Le uniche bancarelle che avevano evitato erano state quelle in cui sapevano già in partenza di non avere possibilità di perdere o di terminare senza un premio. Erano entrambi molto competitivi, ma proprio questo – insieme agli insulti giocosi e all’intollerabile autocompiacimento da parte del vincitore di ogni gioco – aveva reso il pomeriggio divertente, e Laxus aveva adorato ogni singolo momento.

Aveva ragione: lui e Freed andavano d’accordo anche al di fuori della casa, forse perfino più d’accordo di quando lavoravano insieme.

Durante quel pomeriggio trascorso insieme, Laxus era rimasto colpito da una cosa. Freed, stressato a causa di ciò che era successo, era venuto alla fiera ascoltando il suo suggerimento e forse sapendo che lui sarebbe stato lì. Una fiera per bambini non era di certo il luogo adatto a divertirsi per uno come Freed, quindi era molto probabile che l’avvocato si fosse recato lì solo per lui, per Laxus. Inoltre, non è che Freed non avesse nessun altro amico a Magnolia. Avrebbe potuto anche invitare Evergreen o Bickslow, ma non lo aveva fatto. Aveva scelto di divertirsi con lui.

Laxus pensò che fosse bello essere la prima scelta di Freed.

“Be’, ti senti più calmo ora?” chiese Laxus guardando Freed mentre passavano accanto ad una bancarella.

“Penso di sì”. Freed annuì. “Ma sono ancora un po’ nervoso per come mi hanno trattato al telefono. Avrebbero potuto essere più diretti fin dall’inizio”.

“C’è qualcos’altro che posso fare?” chiese Laxus, pentendosi subito dopo per aver lasciato trapelare una certa urgenza in quella domanda, ma Freed non sembrava essersene accorto.

“Be’…” cominciò Freed con un tono di voce che Laxus trovò inconsueto. “C’è una cosa che mi farebbe sicuramente sentire meglio”.

“E cos’è?” chiese Laxus con prudenza. Freed non rispose, limitandosi a far scorrere lo sguardo di lato con un sorriso. Laxus lo imitò e, quando colse le intenzioni di Freed, si bloccò sul posto. “No” affermò categorico.

“Ma io sono triste, Laxus” disse Freed con un tono tutt’altro che triste. “E questo mi renderebbe felice”.

“Non se ne parla” insistette Laxus con fermezza.

No, non l’avrebbe fatto. Non si sarebbe lasciato cadere in quella dannata vasca piena d’acqua solo per far felice Freed.

“Allora suppongo che tu non ci tenga a me”. Freed sorrise senza nemmeno provare a sembrare abbattuto. “Pensavo che fossimo più… intimi, ma evidentemente mi sbagliavo”.

“Puoi giurarci” confermò Laxus. “Non mi immergerò nell’acqua fredda in autunno, che cazzo”.

“Ricordo che da bambino i miei genitori mi portavano ad un festival proprio come questo” cominciò Freed fingendosi triste, ma Laxus non pensò nemmeno per un secondo che l’argomento fosse stato abbandonato. “Sai, i miei genitori, entrambi morti” continuò Freed. “Questo sì che mi rende triste. In effetti, è da un po’ che mi sento sempre triste. E se ci fosse qualcosa che tu potessi fare per farmi ridere o farmi sentire più allegro, sarebbe incredibilmente crudele da parte tua non farlo”.

Laxus ci mise qualche secondo a riprendersi dallo shock perché wow, Freed lo stava facendo davvero.

“Tua madre” disse lentamente. “Stai usando la morte di tua madre per convincermi a provare uno stupido gioco. Pensi che sarebbe felice se lo sapesse?”

“Penso che apprezzerebbe la mia capacità di trarre il massimo dalla situazione”. Freed sorrise e Laxus si lasciò andare ad una risata. “Okay, farti sentire in colpa non funziona. Cosa devo fare per convincerti?” chiese Freed.

“Accetterò di farlo solo se lo farai prima tu”. Laxus ghignò incrociando le braccia. “Voglio vedere se sei disposto a rovinare il tuo completo Armani”.

“Prima di tutto non è Armani. È Burberry, perché io ho buon giusto” lo corresse Freed e Laxus sorrise. “E siccome sono stato io a proporre per primo l’idea, trovo più giusto che sia tu a cominciare. Ricorda che sono molto triste”.

“No” disse ancora Laxus scuotendo la testa.

Freed sospirò e sul suo volto comparve quell’espressione tipica di quando si ritrovava ad affrontare un problema riguardante la casa o il suo lavoro. Il fatto che si stesse impegnando così tanto per convincerlo a provare quel maledetto gioco era così ridicolo e al tempo stesso così dannatamente tipico di Freed che Laxus non riusciva a smettere di sorridere. Solo Freed avrebbe potuto prendere una cosa così stupida con lo stesso livello di serietà con cui si sarebbe occupato di una questione legale riguardante una società multimilionaria.

“Il gioco consiste nel centrare l’obiettivo con la palla per far cadere in acqua la vittima seduta sulla sedia” spiegò Freed, e Laxus sollevò un sopracciglio. Era la prima volta che Freed si rivolgeva a lui con quel tono da avvocato. “Inizierò io comprando tre palle. Se ti faccio cadere al primo colpo, vinco io. Se ti faccio cadere al secondo o al terzo colpo, avrai tre tentativi anche tu. Se non cadi nemmeno una volta, pagherò tutte le palle di cui hai bisogno per vendicarti su di me”.

“Si può sapere perché tu hai una possibilità di evitare di sederti sulla sedia e io no?” chiese Laxus aggrottando la fronte. “E non dirmi che sei triste, perché potrei buttarti in acqua io stesso”.

Freed ci pensò per un momento. “Semplicemente perché io sono il tuo capo: se non lo farai, ti licenzierò”.

Ben sapendo che Freed stesse scherzando, Laxus rise scuotendo la testa. Avrebbe potuto controbattere fino ad avere la meglio o fino a che l’idea non fosse stata accantonata, ma non lo fece. Perché Freed, dopo tanto stress per via della casa e del lavoro, si stava finalmente divertendo.

In fondo che male avrebbe potuto fargli un po’ di acqua fredda? Oltretutto, non era detto che Freed avesse una buona mira. E se anche l’avesse avuta, almeno sarebbe stato felice.

“Bene” concordò Laxus, e Freed sorrise. “Ma se riuscirò a farti cadere in acqua, sappi che ti farò un video e che lo tirerò fuori molto più spesso delle foto di Elfman travestito da mostro”.

“Non ho alcun dubbio” rispose Freed senza smettere di sorridere.

I due si avvicinarono alla bancarella, parlarono con il venditore e Freed pagò le tre palle. Laxus si tolse tutti gli oggetti che avrebbero potuto danneggiarsi in acqua e poi guardò la sedia sospesa sulla vasca con un pesante sospiro. Si arrampicò sulla piccola scala e si sedette sulla sedia scuotendo la testa quando si accorse dell’espressione chiaramente soddisfatta sul volto di Freed.

“Non mi prenderai” lo informò. “Se non riesci ad usare una sega senza tagliarti, non vedo come potresti fare centro con una palla”.

“Continua pure a dubitare di me” rispose Freed. “Ti farò ricredere”.

Laxus guardò Freed posizionarsi nel cerchio rosso sul prato. Dopo di che, l’avvocato prese una delle palle da baseball in mano, serrò leggermente gli occhi, si mise in posizione e lanciò la palla ad una velocità piuttosto preoccupante.

Laxus trasalì, ma non cadde.

Un’imprecazione pronunciata a bassa voce e il rumore della palla che colpiva il telo piuttosto che l’obiettivo di legno fecero spuntare un sorriso sul volto di Laxus. In base alle regole stabilite da Freed stesso, dopo altri due tentativi sarebbe toccato a lui sedersi sulla sedia e, a differenza di Freed, Laxus non aveva nessuna intenzione di mancare l’obiettivo. Nonostante non gli fosse piaciuto particolarmente, ai tempi delle superiori aveva fatto parte della squadra di baseball nel ruolo di lanciatore, quindi colpire l’obiettivo sarebbe stato dannatamente facile per lui.

Stava per dirlo a Freed quando un’altra palla sferzò l’aria in direzione dell’obiettivo.

Laxus non cadde nemmeno stavolta.

Gonfiò il petto soddisfatto e rise. Naturalmente Freed se ne accorse e gli rivolse uno sguardo che Laxus, con le gambe penzoloni sull’acqua, trovò ancora più divertente.

“Se sbagli di nuovo, non avrò pietà di te. Lo sai, no?” disse Laxus.

“Non sbaglierò” puntualizzò Freed con calma.

“Lo spero per te”. Laxus sorrise. “Perché sembreresti veramente ridicolo tutto bagnato”.

Freed non rispose. Si voltò verso l’obiettivo, prese l’ultima palla, si mise in posizione e la lanciò.

Laxus avvertì la sedia cedere.

Quando cadde nella vasca, emise un rumoroso e poco dignitoso strillo perché l’acqua era a dir poco congelata. Tremò dalla testa ai piedi e gli ci volle qualche secondo per riemergere in superficie. Rabbrividì ancora di più al contatto con l’aria fredda autunnale, quasi rimpiangendo la temperatura dell’acqua. Respirò profondamente e si passò le mani tra i capelli incontrando l’espressione vittoriosa di Freed che lo stava chiaramente riprendendo con il telefono.

“Cazzo” si lamentò Laxus. I vestiti erano così fradici che gli si erano incollati addosso.

“Freddina?” chiese Freed, mentre Laxus si apprestava a scendere giù dalla scala.

“Fanculo” ribatté il biondo con voce leggermente tremante. Quando scese per terra tutto gocciolante, provò a scrollarsi via un po’ d’acqua, ma non aiutò molto perché naturalmente i vestiti erano completamente zuppi. “Porta il tuo fottuto culo là sopra, Justine”.

“Temo che questa bancarella ora debba chiudere, signore” disse una voce vicina a loro.

Laxus si bloccò rivolgendo lo sguardo al venditore.

“Sta scherzando, vero?” disse con voce ora più ferma. “Sta chiaramente scherzando”.

Il venditore scrollò le spalle. “In realtà per me sarebbe molto più vantaggioso chiuderla che tenerla aperta”.

Laxus rifletté per un momento su ciò che aveva detto il venditore cercando di comprenderlo. Quando finalmente colse l’implicazione dietro le sue parole, lo sguardo di Laxus cadde su Freed, il quale non sembrava per nulla turbato dalla situazione. Al contrario, appariva incredibilmente compiaciuto per ciò che aveva chiaramente fatto.

“L’hai corrotto affinché chiudesse?!” esclamò Laxus, e il sorriso di Freed si allargò.

“Se ti fossi lasciato convincere fin dall’inizio quando cercavo di farti sentire in colpa, a quest’ora non ti sentiresti così tradito” rispose Freed. Che stronzo.

“Lo sai che ora ti butterò lì dentro personalmente, vero?”. Laxus fece un passo avanti, i piedi che praticamente sguazzavano nelle scarpe piene d’acqua. “E non pensare nemmeno per un momento che io non ne sia capace, perché sappiamo entrambi quanto sono più forte di te. L’ha detto quella dannata prova di forza”.

“Avevi detto che era truccata” protestò Freed immobile.

“Non importa”. Laxus scrollò le spalle. “È piuttosto evidente che tra me e te sono io il più grosso”.

Laxus non lo aveva pianificato, anzi, lo aveva fatto in maniera del tutto inconscia: ad un certo punto, durante la conversazione, aveva afferrato Freed per la cravatta con l’unico obiettivo di rendere più credibili le minacce. Un modo per fargli capire che, nonostante non fosse veramente arrabbiato con lui, voleva davvero trascinarlo in acqua per pareggiare i conti. E avrebbe funzionato se solo non si fosse ritrovato Freed così vicino.

Così dannatamente vicino che ora il suo respiro ancora un po’ tremante si infrangeva direttamente sulle labbra di Freed. Così vicino che Laxus notò un piccolo neo sotto l’occhio di Freed di cui non si era mai accorto prima di quel momento. Così vicino che all’improvviso si rese conto di quanto i vestiti gli si fossero praticamente appiccicati alla pelle, una sensazione che lo fece sentire incredibilmente vulnerabile.

Se si fosse piegato un po’ in avanti, le loro labbra si sarebbero toccate.

Entrambi sembrarono rendersene conto nello stesso momento, ma per qualche attimo nessuno dei due parlò.

“F-forse dovrei andare a casa” disse alla fine Laxus con voce più debole di quanto avrebbe voluto, mentre lasciava andare la cravatta di Freed. “Per farmi una doccia e cambiarmi”.

“Certo”. Anche la voce di Freed suonò piuttosto distante. “Se vuoi ti accompagn–”.

“Posso andarci a piedi, non è lontano” mentì Laxus. “Ci vediamo”.

“Ciao” rispose Freed facendo un passo indietro.

Laxus si voltò e si incamminò, rifiutandosi – forse stupidamente – di guardare indietro.

 

 

 

 

Chiarimenti della traduttrice:

1 PETA = People for the Ethical Treatment of Animals, organizzazione statunitense a sostegno dei diritti animali che però ne uccide molti per ragioni estremamente controverse.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Fairy Tail / Vai alla pagina dell'autore: Eryiss