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Autore: __Lily    03/03/2021    1 recensioni
«Come potresti essere un mostro? Chi te lo ha detto?»
Mi strinsi nelle spalle.

Quella volta stavo giocando con Asuka non lontana da casa e lei era andata a riprendere la palla che era rotolata lontana, degli uomini ci videro e uno di loro disse «sono le figlie di quel demone, altri due piccoli mostri.»

Non ricordo il loro volto ma le loro parole non le ho mai dimenticate.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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DUE.






Fin dal mio primo ricordo Asuka era al mio fianco e mi teneva la mano.
Mi sorrideva mentre raccoglieva fiori nel bellissimo giardino costruito da nostro padre, fiori rari e preziosi che tempo prima della nostra nascita aveva fatto piantare per la mamma.
«Vieni Setsuna!»
Sbruffo ma poi la raggiunsi e lei mi sorridi e.
«Prendi quello giallo» mi disse con la sua voce squillante.
«Non ne hai presi abbastanza?»
«No, avanti coglilo.»
A me non piaceva fare le corone di fiori ma a lei sì e si divertiva così tanto nel farle, il suo sorriso era come quello della mamma e quando sorrideva inevitabilmente mi sentivo felice anche io.
Colsi il fiore e glielo porsi senza smettere di intrecciare tutti quei fiori senza alcuna difficoltà.
«Grazie» rispose sorridendomi.
«Quante ne hai fatte? Prima o poi questi fiori non cresceranno più e nostro padre si arrabbierà.»
«Cresceranno Setsuna, i fiori crescono sempre e poi a papà non dispiace.»
Prese una delle corone di fiori e me la mise in testa.
«Questa è per te ti piace? Credo che il giallo ti stia bene!»
Alzai gli occhi al cielo ma non tolsi la corona, Asuka si era impegnata così tanto per farla.
«Questa è la mia invece» disse mettendosi anche lei una corona di fiori in testa, «adoro il rosa!»
Poi si sdraiò sul prato colorato a fissare il cielo, mi tese la mano e allora mi sdraiai anche io.
«Non voglio tornare al villaggio» dissi piano.
Il villaggio non mi piaceva, non importava che ci fossero gli zii e nostra cugina e tutti gli altri, non mi piaceva.
«Lo so ma tra qualche giorno torneremo.»
«Vorrei che papà e la mamma decidessero di rimanere qui per sempre.»
«Non devi avere paura Setsuna io sarò sempre con te.»
«Non ho paura Asuka ma non mi piace, non mi piace come gli abitanti ci guardano tu non-»
Mi bloccai, non volevo dirlo ad Asuka lei era molto più sensibile di me e se quella cosa era stata in grado di ferirmi allora lei ne sarebbe rimasta ferita ancora di più.
«Cosa?»
«Nulla.»
Rimansi in silenzio mentre mia sorella mi fissava, ogni giorno mi stupisco di quanto siamo diverse io e lei come il sole e la luna, entrambi splendono nel cielo ma lo fanno in modo e in momenti diversi.
Asuka è come il sole è calda e luminosa e tutti le voglio bene mentre io mi sento come la luna più sicura durante la notte, protetta dal suo manto.
Sentii dei passi ma non mi voltai sapevo già che era mio padre.
«Cosa fanno le mie principesse?» domandò sedendosi accanto a me.
«Padre!»
Asuka si tirò su e gli si gettò tra le braccia sorridendogli.
«Ti piace?» chiese dopo aver preso il suo braccio.
«Sì è molto bella.»
«Ne ho fatta una anche a Setsuna.»
Mio padre mi sorrise ma non volevo alzarmi da lì, il sole che stava scaldando il mio piccolo corpo mi faceva stare bene.
«E ne hai fatta una anche per la mamma?»
«Sì e una anche per te e Jaken.»
«Hai lavorato molto allora. Perché non vai a portargliela?»
Asuka prese le altre corone di fiori ma prima di andare ne lasciò una a nostro padre, la sua aveva dei fiori viola come la luna sulla sua fronte.
I piedi di mia sorella calpestarono l’erba poi la sentii correre via senza le scarpe che aveva lasciato vicino a dove si era sdraiata.
«Non vuoi venire a salutarmi?» chiese mio padre.
Spostai il volto verso di lui e gli sorrisi poi come aveva fatto Asuka prima con me allungai la mano verso di lui che la prese e si sdraiò vicino a me.
«Mi piace qui» dissi tornando a fissare il cielo e le nuvole con le loro mille forme.
«Anche a me.»
«Padre possiamo rimanere ancora?» chiesi mentre mi mettevo a pancia in sotto così potevo guardarlo meglio.
«So che non vuoi tornare al villaggio lo capisco Setsuna, ma dobbiamo farlo.»
«Perché? Il tuo palazzo è più bello e non c’è nessuno a parte noi.»
«Perché ci sono persone che ci stanno aspettando ma ho una sorpresa per te.»
Rimasi stupita, sì ci faceva sempre dei doni per lo più ad Asuka che adorava i kimono e ne aveva più di quanti avrebbe mai indossato ma… be’ io non ero semplice come lei per i regali.
«Ricordi Kohaku?»
«Lo zio di Hisui?»
«Sì lui. Kohaku è tornato a stare al villaggio e ha deciso di formare nuovi sterminatori, vorresti fare parte della squadra?» domandò lui fissandomi.
«Posso?» chiesi sorpresa.
«Se è ciò che vuoi sì, io e tua madre abbiamo già parlato con Kohaku ma la scelta ora è tua Setsuna.»
«Sì!» urlai e poi anche io come Asuka mi gettai tra le sue braccia, non sono mai stata brava a dimostrare i miei sentimenti per quanto io ami i miei genitori e mia sorella e tutti gli altri.
«E’ andata bene.»
Alzai lo sguardo e vidi la mamma in piedi poco più lontana da noi, in testa aveva ancora la corona di fiori fatta da Asuka.
«Mamma!»
Le sue braccia erano già lì ad accogliermi poi mi diede un bacio e mi scompigliò un po’ i capelli.
«Visto che hai accettato allora vieni voglio farti vedere una cosa.»
Uscimmo tutti e tre dal giardino e andammo nella stanza mia e di mia sorella, Asuka era già lì sorridente e vidi che la sua impazienza era molta.
«Chiudi gli occhi» disse mia madre e obbedii.
Mio padre era accanto a me, mi posò una mano sulla spalla e poi disse: «Aprili ora.»
D’avanti a me c’era una tuta da sterminatrice come quella che avevo visto alla zia Sango e proprio come la sua aveva le spalline rosa.
«Oh!»
«Ti piace?» chiese la mamma mentre me la consegnava.
«Sì! Io… grazie.»
«Sapevamo che avresti accettato e una sterminatrice che si rispetti merita una tuta come si deve.»
«Padre, madre è bellissima!»
«Quando torneremo ringrazia tua zia Sango è stata lei ad aiutarmi a creare questa tuta e Asuka ha scelto il colore delle spalline.»
«Così sarò con te anche quando ti allenerai» disse mia sorella.
Ma certo il rosa era il suo colore preferito dopo tutto.





Quella notte dopo che Asuka si fu addormentata decisi di tornare ad allenarmi con i Tengu, il giorno non potevo farlo ma la notte nessuno lo avrebbe notato.
Mia sorella dormiva tranquilla a volte parlava pure nel sonno, le tirai su la coperta che aveva calciato e dopo aver indossato la mia nuova tuta raggiunsi i protettori del palazzo di mio padre.
Non li temevo come forse avrei dovuto, sapevo bene che non avrebbero mai oltrepassato il limite che non mi avrebbero ferita troppo o altrimenti mio padre li avrebbe uccisi.
Cercai di non fare rumore, la mamma poteva ancora non sentirmi ma mio padre o Jaken sì e non ci tenevo a essere scoperta.
L’aria era fredda ma questo non mi scoraggiò dall’uscire.
I due Tengu si guardavano intorno pronti ad intervenire contro chiunque.
«Pss» li chiamai io.
«Principessa! Cosa fai qui a quest’ora?»
«Voglio allenarmi con voi» risposi risoluta.
«Non possiamo gli ordini-»
«Stanno tutti dormendo e poi se non mi alleno con voi non saprò mai quanto sono migliorata no? Forza.»
I due Tengu rimasero immobili, anzi quello a sinistra tornò a fissare la sua parte senza dire nulla.
«Vi ho detto di combattere con me.»
«Il padrone ci ucciderebbe se ti accadesse qualcosa.»
«Starò attenta ma voi non dovrete trattenervi, voglio che usiate l’illusione.»





Rin non riusciva a dormire per quanto ci provasse non ci riusciva, era inquieta e sentiva che qualcosa non andava.
Senza dire nulla al marito che sapeva perfettamente dove stesse andando scese dal letto e andò dritta nella stanza delle figlie.
Da quando erano nate spesso la notte andava a controllarle, aveva quasi perso Setsuna quel giorno, il giorno stesso della sua nascita e ancora la paura che potesse accadere loro qualcosa non la lasciava.
Asuka dormiva tranquilla nel suo letto ma la coperta era caduta a terra così Rin la prese e ce la avvolse, prima di andare da Setsuna le diede un bacio e le accarezzò i capelli, quei capelli che erano uguali a quelli di suo marito.
Si fermò a metà quando vide il letto sfatto e vuoto, sua figlia non c’era.
Corse subito verso il giardino possibile che fosse lì? Altre volte era accaduto ma quando arrivò lo trovò vuoto, i fiori ondeggiavano per via del vento ma di Setsuna non c’era traccia.
«Setsuna!» urlò.
Tornò indietro fino alla sua stanza chiamò Sesshomaru agitata per la scomparsa di Setsuna.
«Rin?»
«Non c’è! E’ sparita, Setsuna non c’è!» disse in lacrime.
«Come non c’è?»
«Io… l’ho cercata anche nel giardino non c’è, è sparita Sesshomaru.»
«Calmati ora» le disse abbracciandola «credo di sapere dov’è.»
Lui e Rin uscirono dal palazzo dicendo a Jaken di rimanere con Asuka e se si fosse svegliata di non farla uscire dalla stanza e di rimanere con lei.
«Credi che sia uscita?»
«Sì.»
Sapeva che sua figlia spesso andava fuori la notte per allenarsi, una volta o due l’aveva seguita e il giorno dopo aveva avvertito i suoi custodi di non accettare per nessun motivo le sue richieste ma a quanto sembrava era stato inutile.
Setsuna era a terra nell’erba fredda e bagnata della notte con gli occhi chiusi e le labbra contratte.
Rin ricordava ancora quanto dolorosa fosse stata quella visione in cui anni prima era finita proprio lì dove era si trovava sua figlia.
«Setsuna!»
«Ferma» disse Sesshomaru prendendole un braccio.
«Ma…»
«Aspetta dalle ancora un po’ di tempo.»
Se aveva voluto sottoporsi a quella prova allora doveva essere sicura che ne sarebbe uscita e lui voleva vedere, voleva assistere a quel momento anche se dopo ci sarebbe stata una punizione infinta per lei e anche per i Tengu.
«Fermali!» lo supplicò Rin ma non rispose, non si mosse.
Sua figlia era ancora in quel modo nulla era cambiato in quel minuto trascorso dal loro arrivo.
Sentì Rin divincolarsi dalla sua presa e correre da Setsuna, si gettò in ginocchio sull’erba fredda e bagnata della notte e ordinò ai Tengu di smetterla.
Finalmente potè prendere tra le braccia la bambina senza essere risucchiata a sua volta in una visione, le accarezzò il volto e la baciò ma Setsuna impiegò qualche istante a svegliarsi.
«Setsuna…»
«Mamma?»
«Oh! Sì sono io amore mio, va tutto bene» le disse in lacrime accarezzandole il volto, poi la strinse a sé ancora più forte senza smettere di piangere.








 

ECCOMI, nuovo aggiornamento prima del previsto perché sono molto avanti con questa ff che spero sia gradita da chi legge. Se v va fatemi sapere cosa ne pensate!
Vi lascio con una piccola anticipazione.

«Mi dispiace» dissi poco prima di arrivare alla loro stanza «se fossi più simile ad Asuka sarebbe più bello e forse mi amereste di più.»
«Guardami» disse mia madre «questo non devi pensarlo né dirlo mai più. Noi vi amiamo entrambe per come siete e non vorremo mai che cambiaste per fare felici noi. E’ giusto che siate diverse non devi sentirti in colpa per questo, capito?»
La guardai e desiderai davvero tanto di essere come lei e Asuka non che non mi piacesse assomigliare a mio padre ma loro erano così perfette e sapevano sempre cosa dire mentre io non lo sapevo mai.

  
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