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Autore: Lady_Whytwornian    04/03/2021    0 recensioni
Un nemico astuto e che dovrebbe essere morto torna a torturare John e Guide (Todd)
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Contemporaneamente dall’altra parte della galassia
Elbereth sta discutendo animosamente con il suo comandante in capo.
- Non accetto un tuo simile comportamento! Non ti darò mai questo permesso!
Qualche giorno prima Guide aveva avuto la più strana conversazione che gli fosse mai capitata. Era stato raggiunto sul suo incrociatore da un messaggio proveniente da uno dei suoi adoratori: un umano, un certo colonnello John Sheppard, voleva parlargli e lo avrebbe aspettato in quel villaggio. Era sorpreso e incuriosito: decise di raggiungerlo pur prendendo tutte le precauzioni del caso. Ricordava fin troppo bene come era andata l’ultima volta.
- Grazie per essere venuto – gli disse John quando lo vide entrare – e prima che tu me lo chieda, sono da solo e disarmato.
- Cosa vuoi colonnello Sheppard? – chiese il wraith senza tanti preamboli.
- Ho bisogno di aiuto…del tuo aiuto…
- Divertente….
- Ascoltami, se non fosse assolutamente necessario non ti avrei cercato…
- Ho da fare… - e si voltò per ansarsene.
- Koyla…
Il Wraith rimase immobile in silenzio. Sentì il suo respiro accelerare: quello che stava succedendo a lui quindi non era un caso. Un uomo che sapeva essere morto era in qualche modo tornato. E li stava tormentando entrambi nuovamente.
Si voltò lentamente sospirando. Forse, dopotutto, era questa la spinta necessaria che aspettava per proseguire nella sua decisione.
- Sheppard…mi sono sempre chiesto se e quando sarebbe venuto questo momento e a quanto pare siamo entrambi disposti a rischiare tutto per cercare di capire chi o cosa ci sta ancora torturando…
- Non capisco…che stai dicendo?
- Voglio prendere una nave e dirigermi verso un pianeta che credo possa darmi e a questo punto darci, le risposte alle nostre domande… probabilmente sarà l’ultima cosa che farò. Non credo che avrò molte chance di restare vivo. Ma ormai ho deciso e a quanto pare anche tu…
Rimase a riflettere. La presenza dell’umano non era stata prevista, ma forse avrebbe potuto tornargli utile.
- Non capisco
- La mia azione non sarà di certo perdonata
Sheppard era confuso. Non avrebbe mai pensato che la vendetta personale potesse essere un sentimento che un Wraith poteva provare. Anzi, non era mai stato certo che i Wraith potessero provare qualcosa che fosse lontanamente simile ad un sentimento. Ma la voce di Guide lo aveva tradito. Quell’esitazione era chiara: era disposto ad andare contro il volere della sua regina per vendicarsi. Avrebbe preso un alveare. Di sicuro non sarebbe stato accolto a braccia aperte se fosse mai tornato. Però quello che gli aveva detto era vero: aveva deciso anche lui e anche lui sarebbe andato contro gli ordini pur di capire cosa gli stesse succedendo e mettere la parola fine a tutto questo. Non era mai riuscito a trovare il coraggio di parlarne con nessuno. Chi poteva mai capire qualcosa che non riusciva nemmeno a spiegare a se stesso?
- Sheppard…non fare finta di pensare…riattiverò per un attimo il mio segnalatore. Io sarò già a destinazione e ti aspetterò per un giorno Se non ti vedrò arrivare, significa che avrai preso un’altra decisione. Ed io proseguirò nella mia.
Non aveva mai accettato le conseguenze dei suoi anni di prigionia: la sua voglia di vendetta era superiore alla sua obbedienza alla sua regina.
Sapeva che la sua disobbedienza gli sarebbe costata molto cara. Forse la vita. Ma il pensiero di Kolya era diventato per lui un’ossessione. Lo voleva a tutti i costi.
Avrebbe pagato care le sue azioni, ma per quanto lui volesse resistere, la sua mente non era più capace di pensare ad altro.
Al suo rientro parlò con Elbereth nella speranza di ottenere il suo permesso a procedere nel suo intento. Ma senza risultati.
Prese una delle navette e raggiunse una delle navi alveari in orbita e che gli era fedele, dove il suo secondo, Starlight, gli era molto più che obbediente per dovere, gli era anche amico. Sapeva che lo avrebbe aiutato senza fare troppe domande.
Quando arrivò in sala comando, il comandante in seconda fece per lasciagli la plancia di comando, ma Guide gli fece solo un cenno per fargli capire che non era ancora il tempo di andare. Aveva bisogno di riflettere. Un’ultima volta. Poi non si sarebbe potuto più tornare indietro.
Si recò nel suo alloggio. Sospirò. Andò davanti all’enorme finestra e si mise ad osservare le stelle che riempivano l’intero specchio. Le stelle…La sua memoria tornò nuovamente alla sua lunga prigionia. Quanto gli erano mancate. Era uno spettacolo per il quale valeva la pena di rischiare tutto; persino morire.
Annuì. Sì. Ormai aveva preso la sua decisione.
Se poi fosse rimasto ancora vivo, avrebbe accettato la punizione a lui riservata, qualunque essa fosse. Voleva prendersi ancora qualche momento, non tanto per essere certo di ciò che voleva fare, su questo non aveva più dubbi, ma semplicemente per riprendere il controllo totale della sua mente che per un momento era stata invasa da un’ondata di emozioni. Non era abituato a questo. Tornò nella sala comando e questa volta prese posto sulla consolle di comando che gli era stata prontamente ceduta dal suo secondo.
Digitò le coordinate per il salto nell’iperspazio. Da quel momento sapeva che sarebbe stato ufficialmente ricercato come disertore se non come traditore. Lui e il suo equipaggio che lo stava seguendo senza discutere.
Aveva comunque deciso che si sarebbe preso interamente la responsabilità. Se necessario avrebbe barattato la sua vita per quella dei suoi sottoposti.
Elbereth ricevette la notizia che uno dei suoi alveari aveva lascito l’orbita e aveva effettuato il salto nell’iperspazio senza comunicare coordinate e senza alcun permesso.
- Così hai deciso, Guide…perché ne hai fatto un caso personale?
- Mia signora – chiese l’ufficiale che le aveva portato la notizia – come dobbiamo procedere?
Elbereth rimase a lungo a riflettere prima di dare una risposta: non poteva lasciar correre. Anche se si trattava di Guide.
- Ha disobbedito ad un mio ordine diretto e non posso accettare questo. Da questo momento Guide è ricercato per tradimento. Lui e tutti gli ufficiali della nave. Attivate tutte le intelligence per rintracciarli. Date loro la possibilità di arrendersi e di rientrare. Garantite l’immunità all’equipaggio se il comandante si consegnerà senza discutere. Di lui me ne occuperò io personalmente.
- Se non dovesse arrendersi?
- Il destino di tutti sarà segnato dalla scelta di uno. Ma sono certa che non lascerà che venga distrutto un interno equipaggio.
Il comandante portò una mano al petto e chinò la testa. Era molto meravigliato di questa decisione. Tutti sapevano della relazione che esisteva tra la regina e Guide ed era alquanto sorpreso. I suoi pensieri non rimasero nascosti a Elbereth.
- Non comprendo la tua perplessità. Prima di essere il mio consorte è un mio suddito e sottoposto. Non gli è in ogni caso concesso approfittare della sua posizione per disobbedire e fare a suo piacimento. Forse sarei stata più indulgente se avesse preso una navetta e se ne fosse andato da solo; ma ha preso un intero alveare per i suoi scopi personali, mettendo a repentaglio la vita di altri ufficiali e guerrieri oltre che di una intera nave. Questo non lo posso accettare in nessun caso. Se dovesse tornare vivo non lo dimenticherà mai. Probabilmente per lui potrebbe essere meglio morire nella sua ricerca di vendetta.
  
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