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Autore: Lady_Whytwornian    04/03/2021    0 recensioni
Un nemico astuto e che dovrebbe essere morto torna a torturare John e Guide (Todd)
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sheppard si svegliò sudato. Non era la prima volta. Negli ultimi tempi accadeva sempre più spesso.
Si guardò allo specchio: no…non poteva essere. L’immagine che vedeva riflessa non era la sua, ma di qualcuno che sapeva essere morto. Che doveva essere morto…
Aprì il rubinetto e si gettò in faccia dell’acqua gelata. Doveva essere un incubo. Sì. Sicuramente lo era. In realtà lui stava ancora dormendo e stava rivivendo un terribile incubo.
Aveva paura a riaprire gli occhi. Lo fece lentamente come se non volesse vedere realmente quello specchio. Aprì prima un occhio. Nulla. Forse era davvero in un incubo. Poi aprì anche l’altro. Tutto normale. Allora – pensò cercando di rassicurarsi - era proprio un sogno.
Si vestì e decise di andare a fare colazione. Era presto, ma non aveva più sonno.
Anche Teyla arrivò di buon’ora.
- Che aspetto orribile hai… una brutta nottata?
- No…solo un sogno…un brutto sogno…
Non se la sentiva di raccontarle cosa vedeva da più di una settimana a questa parte. Lo stesso incubo che si ripeteva ed era sempre più vero. Ma in fondo cosa poteva dirle? Lo avrebbe preso per pazzo. O forse stava davvero diventando pazzo? Probabilmente nell’intero universo esisteva solo un altro essere che poteva capire quello che stava provando. Un essere con cui poter parlare di quello che stava provando in questi giorni. Ed era ancora più da pazzi pensare una cosa simile.
Trascorse la giornata con attività di routine. Per fortuna nulla di impegnativo. Non ne avrebbe potuto reggere lo stress.
Arrivò la sera e si diresse verso il suo alloggio. Si fermò davanti alla porta prendendo un profondo respiro: non era sicuro di voler andare a dormire. E se fosse tornato?
Cercò di convincersi che gli incubi in realtà non avevano mai ucciso nessuno e men che meno facevano diventare reali le persone sognate. Sicuramente non facevano resuscitare i morti…Rivisse per un attimo il duello in cui si erano affrontati. In quella piazza. Ricordava lo sguardo fermo di Koyla e riusciva anche a sentire gli occhi dei suoi compagni puntati su di lui. Lo sparo. Sì. Era morto.
Si sdraiò cercando di convincersi di questo e lentamente la stanchezza ebbe il sopravvento.
E di nuovo quel corridoio buio, quell’umidità che penetrava nelle ossa. La cella. Quell’odore di muffa. Scosse la testa. No. Non di nuovo. Non era possibile!
E poi la dura sedia dove veniva legato e imbavagliato e quella voce: - Nutriti di lui…
- No! - Tutto ciò era molto reale per John che si svegliava ogni volta da tali sogni urlando e tremando.
D’istinto si guardò il petto per assicurarsi che non ci fossero i segni della mano del Wraith. La vecchia cicatrice era ancora lì a memoria di quei giorni ma non stava sanguinando. Se ne assicurò passandoci la mano sopra.
Si alzò, si passò le mani tra i capelli bagnati. e andò verso il bagno. Una doccia. Sì. Era quello che ci voleva. Una bella doccia. Si spogliò e si mise sotto il getto dell’acqua. Per un attimo pareva che con essa scivolasse via anche il ricordo della visione che lo stava ormai tormentando da troppo tempo. Prese l’asciugamano e se lo mise in cintura e tornò davanti allo specchio. Non aveva il coraggio di guardare. Per alcuni minuti rimase in silenzio con lo sguardo basso ed entrambe le mani appoggiate sul lavabo. Poi sollevò lo sguardo e non ebbe più dubbi: era ben più di un incubo. Il viso che ora lo stava guardando dallo specchio stava ridendo di lui. Quel ghigno che non avrebbe mai dimenticato.
- Sheppard…ci vediamo di nuovo… e questa volta non fallirò.
- Kolya…
- Sono già qui…Sono sempre stato qui…
Guardò terrorizzato il volto che ben conosceva. Arretrò incredulo.
Questa volta non aveva dubbi. Qualcuno che era in grado di essere Kolya era entrato nella sua mente.
E se fosse stato in grado di impadronirsene?
Rimase a lungo a pensare seduto sul suo letto. Cosa avrebbe potuto fare?
- Non è possibile. Non può essere reale. Forse sono impazzito.
Parlava a voce alta come per esorcizzare il suo nemico. Poi arrivò a dire una cosa che non avrebbe mai pensato di fare in tutta la sua vita. Il suo pensiero andò a colui con il quale aveva condiviso quell’esperienza.
Doveva solo trovare un modo per fargli arrivare un messaggio. L’idea che gli venne era folle, ma era l’unica che poteva funzionare.
  
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