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Autore: GuitarFreak77    26/08/2009    1 recensioni
Una storia drammatica, che inizia con il ritrovamento da parte di Gerard e Mikey di un ragazzo, ridotto in fin di vita.
Chi è?
Perchè è ridotto così?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gerard Way, Mikey Way, Nuovo personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa fanfiction è una traduzione autorizzata dall'autrice.
Nè io nè lei conosciamo alcun membro dei MCR o le loro famiglie. Questa non è una storia vera. La storia è stata scritta da GuitarFreak77.

Inoltre, all'autrice farebbe piacere ricevere commenti per capire se le sue storie piacciono o meno.
Quindi continuate a commentare.

Spero che la traduzione vi aggradi.
Enjoy ^^



Gerard POV

“Kevin? Va tutto bene?” chiesi.
Il ragazzo annuì esausto e baciò la fronte del fratello. Frank mormorò qualcosa e Kevin strofinò la sua schiena.
“Sono solo Mikey e Gerard” sussurrò. “Devi riposarti ora.”
Girò la testa per vederci e sorrise. “Hey!” disse piano.
“Hey ragazzino, come ti senti?” chiesi.
“Okay” rispose.

Chiuse gli occhi mentre Kevin gli sussurrò qualcos'altro. Non sentimmo cosa disse, ma quando ebbe finito di parlare, l'unica risposta di Frank fu un leggero grugnito.
“Non è uno dei giorni migliori per lui” spiegò Kevin.
“E tu?" chiesi. “Sembri anche tu piuttosto stanco."
Annuì. “Sì, immagino che potreste dire che abbiamo entrambi avuto una lunga giornata.”

“Cosa è successo?” chiedemmo allo stesso tempo.
“Bhè, ha avuto un paio di attacchi e di incubi oggi. Non ne vuole parlare ma devono essere stati piuttosto brutti, perchè si è svegliato piangendo un paio di volte da quando sono qui.”
“Povero ragazzo” disse Mikey.
“Ma tu?” dissi io. “Perchè sei ridotto così?”
“E perchè non eri a scuola a oggi?” aggiunse Mikey.

“Bhè, ecco cosa è successo. Sono andato a scuola stamattina, come sempre, ed i ragazzi respondabili di questo ... " disse tracciando i punti sulla nuca del fratello. “... erano tutti riuniti al mio armadietto. Parlavano di Frankie, e pretendevano di non notare che io potevo sentire, quando il capo si è girato e mi ha detto ‘Oh hey! Kev! Non ti vedo da un po'.’ Poi mi ha detto qualcosa su come fosse ironico che mio fratello fosse un vegetale.”

“Non ci ho più visto. Ne avevo abbastanza e sono saltato addosso al figlio di puttana ed ho iniziato a dargli pugni in ogni angolo che potevo raggiungere. Gli ho rotto il naso prima che il resto della gang mi ha tolto di mezzo. Mi sono battuto e difeso con ogni mezzo che avevo prima che un insegnante venisse e fermasse tutto. Mi ha afferrato per il colletto dell'uniforme e mi ha protato in presidenza. Il preside ha chiamato i miei genitori ma poi abbiamo parlato prima che arrivassero. Mi è sempre piaciuto il preside. E' sempre stato un tipo giusto. Bhè, ora dovrei dire il mio ex-preside.”

“Non dirmi che sei stato espulso dalla scuola?" chiedi scioccato.
“No, ma fra poco ci arrivo” disse. “Comunque. Gli ho parlato di tutto ciò che sta succedendo a Frank. Ovviamente lo sapeva già. Perchè ormai tutta la città lo sa. Mi ha chiesto se io mi sentivo meglio riguardo alla cosa ed evidentemente no, visto che salto addosso ai ragazzi e gli gonfio la faccia. Non è da me fare a pugni. Quindi ho detto no, ed abbiamo avuto una lunga conversazione su molte cose. Gli ho detto che so per certo che quelli sono i ragazzi che hanno ferito Frank. Nessuno può negarlo, ma allo stesso tempo a nessuno gliene frega.”

“Così, quando i miei genitori sono arrivati, erano arrabbiati. Comprensivi certo, ma abbiamo passato l'intera mattinata con il preside ed alla fine abbiamo deciso che la cosa migliore sarebbe portarmi via da quella scuola. Quei ragazzi chiaramente non andranno da nessuna parte e poiché causerebbero solo problemi, è la miglior cosa davvero.”
“Quindi ora che farai?” chiesi.
Sorrise.
“Bhè, quando sono arrivato a casa mio padre era furioso. Mi ha urlato per un sacco di tempo. Poi sono sbottato e gli ho detto quanto preoccupato ed arrabbiato sono stato io. Quanto mi abbia fatto soffrire scoprire al telegiornale che mio fratello era sul letto di morte e non dai miei genitori. Dopo un po' lui si è calmato. Mi ha mandato in camera mia a cambiarmi i vestiti e poi mi ha preso con sè e siamo andati ad iscrivermi ad un liceo privato. Inizio domani.”

“Davvero?” dissi. “E come ti senti ora?”
“Okay credo. FOrse un po' spaventato, perchè non sono mai stato in una scuola privata prima d'ora. Ma sono d'accordo sul fatto che questa sia stata la soluzione migliore. L'altra sera quando ho parlato di uccidere quei ragazzi, ero serissimo, ma so che non potrei farlo. Se continuavo ad andare lì ogni giorno e guardare le loro facce sporche ed ascoltarli vantarsi per ciò che hanno fatto, avrei fatto qualcosa di stupido. Non che rompere il naso di uno sia la cosa più intelligente da fare, ma dovevo fare gioco di squadra, giusto?" disse sorridendo al fratello addormentato.

Risi leggermente. Non volevo incoraggiare la violenza, ma allo stesso tempo era simpatico pensare che quei ragazzi si erano presi un po' di ciò che meritavano.
“Bhè, la scuola privata non è così male” dissi per rassicurarlo. “Mikey ed io siamo andati ad una scuola privata e non ne siamo usciti così male" sorrisi, aspettandomi un'obiezione dal ragazzo, ma lui annuì solamente.
“Penso davvero che andrà tutto bene” disse, cercando di convincersi più di qualunque altra cosa.

“Oh! Ho anche confessato di fronte ai miei genitori che sgattaiolavo ogni giorno fuori casa con voi per vedere Frank. Ho pensato di togliermi il peso. All'inizio mio padre non ne era contento, ma poi si è calmato ed ha capito. Poi mi ha detto che non devo più uscire di nascosto e che avevo il diritto di essere con lui se io volevo. La mia nuova scuola è solo a pochi isolati da qui, quindi sarò qui ogni giorno quando arriverete. Dopo essermi iscritto, papà mi ha lasciato qui e gli ho detto che mi avreste dato un passaggio voi per tornare a casa.”

“Deve essere un sollievo enorme” dissi. “E lui cosa ha detto di tutto questo?” dissi indicando il fagotto al centro del letto. Ormai Frank era sommerso nelle lenzuola e dormiva rumorosamente.
“Non ho ancora avuto la possibilità di discuterne con lui. Non è molto presente con la testa. Credo che non abbia nemmeno notato che sono qui. Ma penso che sarà felice che io mi sia tirato fuori da quella situazione. Poichè lui c'è già passato, non vorrebbe che io facessi qualcosa di stupido.”

“Bhè, una nuova scuola è una grande cosa. Oggi è stato un grande giorno, ma ora hai la possibilità di ricominciare tutto da capo" gli dissi.
“Bhè, domani devo andare solo per mezza giornata per una specie di orientamento nella scuola. Poi inizierò a frequentarla Lunedì. Domani è anche il suo compleanno" disse segnando Frank. "Quindi sarò qui non appena esco da scuola. Non credo dovrebbe essere solo il giorno del suo compleanno anche se tutto quello che può fare è dormire.”
Solo allora mi accorsi che le decorazioni di compleanno sui muri si mescolavano a quelle di Halloween. Da lì iniziai a farmi domande su Frank. Mi dispiaceva non sapere molto su di lui come persona.

Sembrò capire cosa stavo facendo.
“Se ti stai chiedendo cosa prendergli di regalo, non preoccuparti. Avete già fatto abbastanza per lui. Per entrambi, in realtà. Se non fosse stato per voi, non sarebbe qui a vedere il suo diciottesimo compleanno.”
Mi sentii la faccia diventare rossa ed alzai lo sguardo per vedere quella di Mikey fare lo stesso.
Un silenzio imbarazzante riempì la stanza e nessuno riuscì a pensare a qualcosa da dire. Il tutto fu interrotto solamente quando la testa di Frank fece capolino dalle lenzuola e lui fece uscire dalla bocca un suono, a metà fra un grugnito ed un rantolo di dolore.

“Frankie, stai bene?” chiese Kevin allarmato.
Lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi e tutto quello che riuscì a dire fu: “Fa male!”
“Dove Frankie? Dimmi dove ti fa male” tossì suo fratello.
Frank alzò le mani e le mise entrambi sulla testa. Sembrava che cercasse di urlare, ma nessun suono gli usciva.
Kevin premette il pulsante delle chiamate e sembrò passare un'eternità prima che un'infermiera rispose infastidita al ragazzo che continuava a premere il bottone.
“Sta male!” gridò Kevin.
L'infermiera arrivò ed accese una luce che fece voltare Frank per allontanarsi.

“Frank dolcezza, puoi dirmi dove fa male?” chiese.
Lui non capì oppure non era in grado di rispondere. Era qualcosa di nuovo. Avevamo visto un sacco di attacchi, ma questo sembrava qualcosa che lo accecava.
“Si teneva la testa” le spiegò Mikey.
“Dolcezza, è la testa che ti fa male?” lei chiese.
Lui singhiozzò ed annuì, allontanandosi ancora dalla luce.
“Troppa luce!” urlò quando l'infermierà uscì dalla stanza.

Kevin si allungò e spense la lampada, per poi piazzare un lenzuolo sui suoi occhi. L'infermiera tornò di corsa nella stanza con un ago, gli prese gentilmente un braccio e trovò una vena.
“Sentirai un pizzicorio dolcezza” avvertì.
Lui sobbalzò quando l'ago entrò nella pelle ma non sembrò sentire altro.
“Ecco fatto” disse. “Dovresti iniziare a sentirti meglio fra pochi minuti.”

Aspettammo pazientemente mentre il suo respiro si rilassava e la sua mano spostava il lenzuolo dagli occhi. Fece un cenno alla lampada, di nuovo accesa, che Kevin spense subito. Dopo un po' Frank si sedette, con quel sorriso famigliare, e sembrò accorgersi per la prima volta delle persone che lo circondavano.
“Belle decorazioni” sorrise, toccando i fantasmi, i pipistrelli e le zucche stilizzati che pendevano da ogni muro.
Il ragazzo più giovane rise.
“Sì, bhè, è il meglio che ho potuto comprare nel negozio di un ospedale.”
Buttò un braccio attorno a Kevin. "Va tutto bene, grazie.”

“Ti senti meglio ora?” Kevin chiese, sbadigliando e strofinandosi gli occhi.
“Sì, molto meglio, e sembra che tu debba andare a casa e riposarti" disse Frank osservando suo fratello. “Domani frequenterai una nuova scuola. E' un grande giorno" disse con un ghigno.
“Cosa? Ma come ... ?”
“Ho sentito qualcosa di quello che gli hai detto” disse. “Non tutto, ma abbastanza. Comunque sono abbastanza stanco anche io.”
Guardò me e Mikey. “Portatelo a casa, per favore.”
“Ma ... ” iniziò a protestare Kevin.
“Ma niente. Va a casa e dormi un po'. Domani vorrò sapere tutto. Penso che una nuova scuola è ciò di cui avevi davvero bisogno" disse per supportarlo.

Il ragazzo annuì ed accarezzò il collo del fratello, aspettando che si addormentasse. Io e Mikey non potemmo fare altro che sorridere.
“Che c'è?” chiese irritato Kevin.
“Sei così gentile con lui” dissi. “E' davvero fantastico.”
“Cosa dovrei fare, farlo cagare addosso ancora un po?" chiese sarcastico.
“Come se ne tu potessi” mormorò Frank fra i cuscini. “Ed ora march! Esci di qua, sono stanco” e spinse Kevin verso la porta.

Non era particolarmente tardi quando lasciammo l'ospedale, in effetti era più presto del solito, ma i fatti del giorno sembravano aver davvero stancato a morte il ragazzo.
“Quindi!” disse Mikey, facendo scendere dalla schiena il ragazzo mezzo addormentato. “Diciamo che noi vorremmo prendere davvero qualcosa per il compleanno di Frank. Tu cosa suggeriresti?”
“Niente, davvero” rispose. Poi si stirò ed iniziò a dormire in macchina. Poiché non doveva più sgattaiolare fuori di casa, potemmo portarlo alla porta di casa. Era una buona cosa, perchè probabilmente il povero ragazzo non sarebbe riuscito ad arrivare a casa prima di crollare esausto.

Prima di scendere, mise la mano sulla maniglia della portiera e si fermò.
“Oh. Immagino che se davvero voleste prendergli qualcosa per domani, lui potrebbe volere qualche t-shirt di qualche band. Una cosa che c'è da dire riguardo i nostri genitori, è che sono stati sempre molto bravi nell'assicurarsi che Frank avesse i vestiti e tutto quello che gli serviva. Ma il punto è che hanno sempre comprato cose per il figlio che avrebbero voluto avere e non per quello che avevano" disse triste, prima di sbadigliare ancora una volta ed uscire dalla macchina.


Rieccomi tornata dalle vacanze.^^
Spero la ff continui a piacervi ( ; GuitarFreak77 vi manda i suoi saluti ed i suoi ringraziamenti.
A presto.

  
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