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Autore: LorasWeasley    05/03/2021    3 recensioni
Tre incontri diversi con i genitori del proprio partner per tre coppie differenti:
-Sakuatsu
-Semishira
-Kuroken
Genere: Comico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kenjiro Shirabu, Kiyoomi Sakusa, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Semishira

Shirabu aveva litigato con Semi.
In realtà quella non doveva essere una grande novità considerando com’era iniziato il loro rapporto. Tutti nella squadra sapevano quello che avevano e come lo avevano, quindi se durante una pratica li trovavano ai due lati opposti della palestra con il perenne cipiglio incazzato sul volto non si facevano troppe domande e li lasciavano a sbollire la loro rabbia.
Quel giorno però sapevano entrambi di aver esagerato, ma soprattutto sapevano che non era una cosa che poteva essere sistemata con il tempo.
Era iniziato tutto la notte prima quando, durante una scappatella notturna sul tetto del dormitorio, Semi aveva chiesto Ti va di venire da me nel finesettimana? Mia mamma fa il compleanno e penso che possa essere un buon momento per presentarti a loro.”
Shirabu si era irrigidito al suo fianco e questo non era certo passato inosservato al suo ragazzo, ma prima che potesse domandare spiegazione il castano aveva parlato “No. Non sono pronto.”
“Stiamo insieme da cinque mesi” aveva fatto presente l’altro piccato e deluso “pensavo che ormai fossimo in quella fase.”
Kenjiro si era alzato ancora più nervoso “Ho detto di no! Non so neanche da dove iniziare con loro! Come ci si comporta? E poi so che faranno tutte quelle domande e io non…”
“Sono scuse!” lo accusò il più alto mettendosi a sua volta in piedi “che vuol dire che non sai come comportarti? Esattamente come ti comporti con i tuoi genitori!”
“Sto andando via” annunciò Shirabu mentre si girava e dirigeva verso la porta.
Semi era furioso e non poté fare a meno di urlargli dietro “Sì bravo, scappa come fai sempre!”
Di norma questo avrebbe riportato indietro il ragazzo considerando quanto fosse orgoglioso, ma quella volta continuò imperterrito con il suo passo frettoloso per poi chiudersi con forza la porta alle spalle.
Non parlavano da quel momento.
Era da poco passato il pranzo e Shirabu era steso sul proprio letto con un braccio a coprirgli gli occhi. Mille pensieri gli invadevano il cervello fino a quando non decise di ignorare tutto il proprio orgoglio e andare dal suo ragazzo a sistemare le cose.
Era già vestito e dovette solo indossare in fretta le scarpe prima di aprire la porta del proprio dormitorio.
Sussultò sul posto quando per poco non sbatté contro la figura di Semi in piedi proprio lì davanti, aveva una mano alzata e chiusa in un pugno di chi è pronto a bussare.
Shirabu arrossì mentre il volto dell’altro si ammorbidiva e sussurrava –Ehy…
-Stavo venendo da te- si mise subito sulla difensiva il più piccolo.
Eita sorrise, poi allungò la mano per accarezzargli la guancia –Mi dispiace per ieri- mormorò sincero –Non avrei dovuto dire quelle cose ma soprattutto non dovrei costringerti a fare qualcosa che non vuoi fare. Mi rendo conto che è davvero un grande passo e non dovevo insistere come ho fatto. Insomma… non credo di averti ancora detto che ti amo, nonostante lo faccia da così tanto tempo… quindi sì, scusa, sto divagando. Andremo con i tuoi tempi.
Kenjiro divenne ancora più rosso a quella dichiarazione così sincera e tranquilla. Chiuse gli occhi e inclinò il viso verso la sua mano alla ricerca di più coccole.
Ci mise solo qualche secondo a decidere che l’avrebbe fatto. Riaprì gli occhi e con uno sguardo risoluto annunciò –Voglio portarti in un posto.
 
Di sicuro Semi non si aspettava che il suo ragazzo l’avrebbe portato in un cimitero.
All’ingresso, mentre Shirabu comprava un piccolo mazzo di fiori, provò a chiedere cosa ci facessero lì. Ma il più basso l’aveva zittito semplicemente dicendogli di aspettare. Così l’aveva continuato a seguire senza più fare domande.
Kenjiro entrò e a passo sicuro iniziò a camminare tra le varie stradine al suo interno, superando tombe e tombe. Neanche una volta si era fermato o aveva rallentato incerto, come se conoscesse a memoria quel luogo, come se fosse ormai un’abitudine.
Infine poi arrivò davanti a una tomba doppia.
Semi si bloccò sul posto quando lesse le scritte sulle lapidi.
Kenjiro non aveva mai parlato della sua famiglia. Non che Eita non ci avesse provato, ma ogni volta che anche solo accennava all’argomento veniva subito troncato o finivano per litigare come era successo la sera prima. Quindi Semi si era convinto che Shirabu non aveva un bel rapporto con loro e aveva smesso di insistere: se il suo ragazzo non voleva dirgli nulla non sarebbe stato lui a insistere.
Non aveva proprio pensato però che i genitori di Kenjiro fossero morti. Soprattutto non da sette anni, come recitava la data in entrambe le lapidi.
Semi era talmente scioccato da quella scoperta che si riprese solo dopo che Shirabu lasciò i fiori sulla lastra in marmo per poi tornare al suo fianco e sedersi sulle ginocchia.
-Vieni qui- sussurrò afferrandogli la mano per farlo mettere al suo fianco.
Semi lo accontentò, non sapeva che dire e aveva un groppo in gola –Kenjiro, io…
-Loro sono i miei genitori- lo interruppe il castano con un leggero sorriso che sulle sue labbra era sempre così raro.
Poi puntò nuovamente lo sguardo di fronte a sé -Mamma, papà- chiamò piano mentre chinava la testa lentamente –Lui è Eita, il mio ragazzo. Lui è speciale, sapete? Mi sopporta ogni giorno nonostante io sia sempre così arrabbiato con il mondo. Nonostante lo tratti di merda per la maggior parte del tempo lui… lui è sempre lì.
I suoi occhi si erano fatti lucidi e il suo labbro aveva iniziato a tremare, questo però non lo fermò dal continuare a mormorare –Sono certo che l’avreste amato tanto quanto lo amo io. E se anche un giorno dovesse lasciarmi, il modo in cui mi tratta e le sensazioni che mi fa provare resteranno per sempre una delle cose che non dimenticherò mai, per questo ho deciso che dovevate conoscerlo.
Non appena la sua prima lacrima scese lungo la sua guancia, le braccia di Semi furono intorno a lui per stringerlo in un abbraccio che non aveva bisogno di parole.
Il pianto di Shirabu non era disperato, era un pianto triste e calmo di chi è quasi abituato a tutto quel dolore. Era come se per tutta la vita non avesse provato altro e questo pensiero stava distruggendo il cuore di Semi.
Si ritrovò a fissare le due lapidi e, senza neanche rendersene davvero conto, a parlare direttamente con loro –Mi prenderò cura di vostro figlio. Lo giuro, signori Shirabu.
Kenjiro sussultò tra le sue braccia mentre alzava i suoi occhi rossi e gonfi su di lui in uno sguardo stupito, Semi gli baciò la fronte.
-Loro saranno per sempre la tua famiglia- sussurrò asciugandogli le guance con i pollici –e non potrei mai cancellare o sostituire il loro ricordo. Ma permettimi di essere colui che ne creerà una nuova con te.
Kenjiro poté solo annuire mentre nuove lacrime si accumulavano nei suoi occhi. Ma Eita era già lì pronto a baciarlo e consolarlo.
-Non sarai più solo.
  
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