Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |       
Autore: Lady Five    06/03/2021    3 recensioni
Troppa curiosità sulle Mura non ha mai portato a nulla di buono... chi ha fatto domande, spesso ha pagato a caro prezzo. Ma qualcuno non si rassegna a subire tutta questa omertà e chiede aiuto alla Legione Esplorativa, deciso a scoprire la verità... sulle Mura, ma anche su un grave fatto del suo passato. E la sua presenza getterà un po' di scompiglio anche tra i cadetti...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin Arlart, Erwin Smith, Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa dell'autrice
 

L'ispirazione per questa storia mi è venuta da una delle schede con le informazioni divulgabili che compaiono nella prima stagione dell'anime (non vi dico quale, per ora, per non spoilerare).

Mi sono poi presa alcune libertà (che fanfiction sarebbe, se no?), che mi sembra giusto, invece, segnalare subito.

La prima è di tipo “urbanistico”: in una sorta di mappa trovata su internet (vi lascerò tutti i riferimenti nell'ultimo capitolo) si evince che la caserma dove sono addestrate le reclute si trovi nei territori interni del Wall Rose, non distante dal distretto di Trost. Il quartier generale della Legione Esplorativa è in un'altra struttura, ma tutto sommato non dovrebbe essere troppo distante, e si presume che lì saranno trasferiti i cadetti che sceglieranno di entrare nel corpo (ringrazio per le delucidazioni un fan della pagina Facebook “Attack On Titan Italia”, Vin Ken Tørtu, che ha gentilmente risposto alla mia domanda).

Nella mia storia, ho immaginato che i due edifici coincidano (oppure che le reclute che hanno superato il corso siano state trasferite lì, prima di scegliere in quale corpo entrare) e quindi tutti i protagonisti, dai cadetti ai veterani della Legione Esplorativa, si trovino già a convivere nello stesso luogo.

La seconda licenza riguarda Levi: è chiaro che lui non si occupi dell'addestramento delle reclute, ci sono altri preposti a questo compito. Però non è così assurdo immaginare che, nel periodo in cui non si organizzavano le spedizioni fuori dalle mura, potesse occasionalmente fare delle “masterclass” per i novellini.

Noterete anche che “Mura” sarà sempre scritto con l'iniziale maiuscola, perché nella mia storia (ma direi anche in quella originale) diventano un vero e proprio personaggio.

 

Buona lettura!

 

 

 

 

I personaggi di questa storia, scritta senza scopo di lucro, appartengono al loro legittimo autore, Hajime Isayama.

 

 

 

 

 

Cap. 1

Pioggia, vento e fango.
Le condizioni ideali per un VERO allenamento. Per trasformare quella banda di mocciosi indisciplinati in veri combattenti. E dar loro qualche possibilità in più di portare a casa la pelle e non finire ammazzati prima di compiere diciotto anni... quelli che erano abbastanza folli da decidere di arruolarsi nella Legione Esplorativa.
Questo pensava il capitano Levi, congedando i ragazzi dopo quel pomeriggio di addestramento durissimo. La stagione autunnale era ormai inoltrata e, come ogni anno, le spedizioni fuori dalle Mura sarebbero state sospese fino a primavera. Ma questo non era un buon motivo per rammollirsi, anzi!
Adesso, però, voleva soltanto rientrare in caserma e togliersi di dosso quello schifo che gli imbrattava l'uniforme e gliela incollava addosso, procurandogli un fastidio insopportabile.
Stava imboccando il corridoio che conduceva al suo alloggio, quando la voce del comandante Smith dietro di lui lo fermò.
“Levi! Vieni nel mio ufficio, per favore. Ho bisogno di parlarti.”
Il capitano sbuffò e ricacciò in gola la sfilza di insulti che gli stava salendo alle labbra.
“Subito?” chiese gelido, senza nemmeno voltarsi.
“Sì, subito. Solo un attimo.”
Levi tornò sui suoi passi e seguì Erwin nella stanza. Certe volte aveva l'impressione che il superiore approfittasse dei suoi punti deboli con il preciso intento di farlo incazzare.
Si vendicò sedendosi, zuppo di pioggia e coperto di fango com'era, sulla poltrona anziché sulla sedia di fronte a Erwin, abbandonandosi per bene sullo schienale e incrociando le gambe. Ma il comandante non fece una piega e lo fissò impassibile.
“Sta arrivando una grana dalla capitale” disse dopo alcuni secondi.
Levi alzò un sopracciglio. Certo, da Mitras solitamente non arrivavano altro che grane. Qual era la novità? E, soprattutto, visto che di solito se le smazzava Erwin, cosa c'entrava lui?
“Una ragazza.”
Levi sollevò anche l'altro sopracciglio. Ma continuò a tacere. Non avrebbe dato a Smith alcuna soddisfazione.
“È una specie di studentessa... si interessa di antichità o roba simile. Nella fattispecie, deve fare uno studio sulle Mura... non chiedermi perché. Non avevo nemmeno idea che qualcuno si occupasse di queste cose... Starà da noi per qualche tempo, spero poco, finché non avrà completato dei non meglio specificati rilevamenti o qualcosa del genere e poi se ne tornerà a casa.”
Un campanello di allarme cominciò a suonare nella testa del capitano: Erwin stava per rifilargli una fregatura. E infatti...
“Vorrei che la seguissi tu.”
Questa volta Levi scattò come punto da uno scorpione.
“Perché io? Di marmocchi a cui fare da balia ne ho già più che a sufficienza! Mollala alla Quattrocchi! È roba per lei, non per me!”
Erwin sospirò. Di sicuro si era aspettato una reazione del genere.
“Non è così semplice. A parte che Hanji è già abbastanza invasata così, non ha bisogno di altri stimoli ! Mi serve qualcuno, lucido e distaccato, che la tenga d'occhio.”
Levi si fece serio.
“Non ti fidi? In effetti, la cosa suona parecchio strana...”
“La ragazza mi è stata raccomandata da Zackley1 in persona. Qui c'è la lettera, è arrivata stamattina. È figlia di un pezzo grosso della capitale, uno che ha agganci molto in alto, e oltretutto è un suo amico. Non posso rifiutarmi, capisci? Fosse capitato tra qualche mese, avrei potuto accampare come scusa le spedizioni fuori le Mura, ma adesso...”
“Già... e probabilmente non è nemmeno un caso. L'avranno scelto apposta.”
“È probabile. Ma non è questo il punto. Quasi certamente non c'è niente sotto, ma... con tutto quello che succede qui, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Si tratta soltanto di accompagnarla sulle Mura o dove diavolo deve andare, e controllare che non ficchi il naso dove invece non deve. Mi auguro sia una questione di pochi giorni. Ti solleverò da altri incarichi. Degli allenamenti extra possono occuparsi Mike e Hanji, per un po'.”
Levi assunse un'aria schifata. Fare da cane da guardia a una ragazzina viziata non era proprio nelle sue corde.
“Mi pare di capire che non ho scelta...”
“No, infatti” disse Erwin. Il suo sguardo era impenetrabile, come quasi sempre.
“Quando arriva costei?”
“Tra una settimana, strade e pioggia permettendo. Le troveremo una stanza vicino agli alloggi degli ufficiali, così sarà più sotto controllo. Non so come farà una ragazza dell'alta società ad adattarsi a vivere in un posto come questo, ma non è un problema nostro. E... sarebbe meglio che non socializzasse troppo con le reclute... potrebbe distrarli dai loro compiti.”
“Ricevuto. Ora, se non ti dispiace, andrei a darmi una ripulita...”
“Oh, sì, certo, naturalmente! Scusami tanto se ti ho trattenuto in queste... condizioni.”
Stronzo! - pensò Levi uscendo dalla stanza - come se non l'avessi fatto apposta!


Le condizioni, quelle atmosferiche stavolta, peggiorarono nei giorni successivi, quindi l'ospite ritardò parecchio ad arrivare. Mitras era lontana e le strade con quel tempo diventavano quasi impraticabili.
Finché, una mattina in cui la pioggia sembrava aver concesso una tregua, una carrozza si fermò davanti alla caserma. Il conducente allungò un biglietto ai due soldati di guardia che, evidentemente preavvertiti, lasciarono entrare la vettura nell'ampio cortile, fino alla porta d'ingresso dell'edificio principale.
La portiera si aprì lentamente e ne scese una figura minuta e completamente coperta da un pesante mantello. Il cocchiere la aiutò a scaricare le due valigie che costituivano il suo bagaglio, poi risalì in cassetta e si allontanò di gran carriera.
La figura si tolse il cappuccio, rivelando una lunga treccia bionda e un viso roseo e delicato. La ragazza si guardò intorno intimidita, non sapendo bene che cosa fare. Una delle guardie dell'ingresso la raggiunse quasi subito.
“Mi segua, signorina. La accompagno dal comandante Smith. Dia pure a me le valigie.”
Il giovane sollevò i due colli senza apparente sforzo, rispondendo ai suoi ringraziamenti con un semplice cenno del capo, e la scortò attraverso i corridoi, fino all'ufficio di Erwin. Bussò e, invitato a entrare, si mise sull'attenti.
“Comandante, è arrivata la persona che stava aspettando.”
“Bene. Falla entrare. Grazie, puoi andare.”
La ragazza avanzò nella stanza. Erwin si era già alzato e le andava incontro con la mano tesa.
“Benvenuta, signorina Axelsson. Sono Erwin Smith. Spero che abbia fatto buon viaggio.”“Sì, malgrado le pessime condizioni delle strade. Innanzitutto desidero ringraziarla per aver accettato la mia richiesta. Intendo darvi il meno disturbo possibile...”
Lui fece un gesto vago. Intanto la ragazza aveva scostato il mantello, per porgergli a sua volta la mano, e l'uomo notò che indossava pantaloni di fustagno e pesanti scarponi. La cosa lo colpì positivamente.
“Mi auguro che si troverà bene. Qui non abbiamo molte comodità, ma cercheremo di rendere il suo soggiorno gradevole.”
“Oh, non si preoccupi di questo, io mi adatto facilmente a qualsiasi situazione!”
Erwin stava per aggiungere qualcosa, quando entrò Levi.
Il capitano aveva visto arrivare la carrozza e aveva subito intuito di chi si trattasse. Aveva quindi lasciato l'area dove stava addestrando i ragazzi e si era diretto alla caserma.
“Oh, capiti a proposito - esclamò Erwin - Signorina, le presento il capitano Levi, a cui può rivolgersi per tutte le sue necessità. La accompagnerà dove desidera e veglierà su di lei.”
La ragazza si volse verso il lui e gli porse la mano.
“Piacere, capitano. Io mi chiamo Kim Axelsson.”
Se Erwin stava chiaramente facendo di tutto per mettere la nuova arrivata a suo agio, Levi non intendeva invece collaborare. Ricambiò rapidamente la stretta di mano, senza quasi guardarla, e assunse la sua solita aria scocciata.
La ragazza rimase un po' perplessa da un'accoglienza così poco incoraggiante, ma non disse nulla.
“Venga, la accompagniamo al suo alloggio” disse invece Erwin, indicando a Levi le due valigie rimaste vicino alla porta. Il capitano assunse un'espressione scandalizzata. Per chi l'aveva preso? Per un facchino? Quando quella storia fosse finita, gliela avrebbe fatta pagare!
Ma, quando vide Erwin prendere una delle due borse, non poté esimersi dall'afferrare l'altra e seguirlo, masticando improperi tra sé e sé.
Un'altra cosa che l'aveva fatto andare in bestia era che la stanza assegnata alla Axelsson fosse di fronte alla sua. Si augurava con tutto il cuore che quella non fosse una rompiballe, o l'avrebbe sistemata lui, con i suoi metodi! Se ne fregava, lui, che fosse una raccomandata!
In più, nei giorni precedenti, Erwin l'aveva fatta ripulire e aveva affidato a Levi la supervisione delle operazioni. Certo, così sarebbe stato sicuro del risultato, il vecchio volpone! E tutto per che cosa? Per leccare il culo a Zackley e a quei tromboni dell'alta società di Mitras!
“Ecco qua, signorina Axelsson. Può riposarsi un po', prima del pranzo, che sarà servito alla mensa tra due ore. Passerò a prenderla io, intanto che si ambienta.”Kim ringraziò i due uomini con un luminoso sorriso e si guardò intorno. La camera era molto spartana, ma profumava di pulito ed era abbastanza calda. Del resto, sapeva che non stava andando in un albergo di lusso. Il comandante Smith era molto gentile... mentre quell'altro non sembrava affatto contento di doversi occupare di lei. Prevedeva una convivenza difficile.

“Che te ne pare? - chiese Erwin a Levi, tornando in ufficio.
Levi arricciò il naso.
“Sembra molto educata. Non ha l'aria della spia, comunque. Anche se le vere spie non ce l'hanno certo scritto in faccia!”
“È anche molto graziosa...”
“Già. Troppo. Non passerà inosservata. Quanti anni ha?”
“Diciotto o diciannove, se ho capito bene. Non sarà facile tenerle lontani i cadetti... oltretutto, è una civile, quindi non soggetta ai nostri regolamenti in materia.”
Il capitano alzò le spalle. Non erano cavoli suoi, quelli. Se uno o più di quei mocciosi decideva di farsi spezzare il cuore, che facesse pure.

In mensa regnava la solita confusione. Malgrado il vitto lasciasse molto a desiderare per qualità, tutti divoravano ogni cosa fino all'ultimo boccone. La gioventù e i notevoli sforzi fisici a cui erano sottoposti quotidianamente contribuivano al loro gagliardo appetito. Del resto, sapevano bene che non avrebbero avuto altro fino al pasto successivo.
Kim fu prelevata da Smith dalla sua stanza e presa subito sotto l'ala protettrice di Hanji e Petra. Il comandante non aveva potuto evitare di mettere al corrente gli altri ufficiali del nuovo arrivo, per cui Hanji travolse la poveretta come un fiume in piena, tempestandola di domande sui suoi studi. La ragazza, un po' intimidita, rispondeva in modo educato, ma senza entrare mai troppo nei dettagli. Di questo però la sua vivace interlocutrice sembrava non accorgersi affatto. Levi, invece, che, seduto poco distante e apparentemente immerso nei suoi pensieri, in realtà non si perdeva una parola, lo notò subito. Forse non significava nulla, quella strana reticenza, però...
E poi aveva ragione Erwin: qualcosa non tornava. Lui non era certo uno studioso, ma sapeva benissimo, come tutti del resto, che la memoria storica dell'umanità risaliva a 100 anni prima. Un po' poco per parlare di “antichità”... Su quel passato, poi, gravava una fitta nebbia... A quanto gli risultava, non c'erano testimonianze scritte... si vociferava di libri proibiti... ma nessuno sapeva nulla di preciso... Infine, era noto a tutti anche che la curiosità sulle Mura non era gradita alle autorità, civili, militari e religiose. Chi aveva fatto domande, spesso l'aveva pagata a caro prezzo. Ma questa ragazza arrivava dalla capitale raccomandata addirittura da Zackley... a quale scopo? Era considerata del tutto innocua, magari un po' suonata, o aveva un altro compito da portare a termine?
Forse Erwin ci aveva visto giusto, a farla controllare da lui. Come sempre, del resto.





 

1Il nome del Comandante supremo dell'esercito all'interno delle Mura si trova scritto o pronunciato anche in altri modi (come Zackly e, nell'anime, Zachary).

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Lady Five