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Autore: Herm_periwinkle    09/03/2021    1 recensioni
Draco ed Hermione si sono sempre odiati ed insultati, finché una punizione li porterà a scoprire che, alla fine, non sono poi così diversi.
Il quinto anno sarà particolarmente turbolento quando si ritroveranno ad essere vittima di una maledizione.
Riusciranno a uscirne illesi o rischieranno di morire perché non riusciranno a spezzarla? Soprattutto, saranno in grado di mettere a tacere le voci malevole che girano su di loro?
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-Dal capitolo 10-
Hermione prese coraggio e gli pose la domanda che da giorni gli ronzava in testa "Ehi Malfoy" alzò lo sguardo verso di lui, fino a guardarlo fisso negli occhi "Volevo chiederti... noi, insomma..."
"Sputa il rospo, Granger"
"Ci odiamo?"
-Dal capitolo 29-
Poi all'improvviso, sentì un urlo sovrastare il ringhio della bestia. "Non azzardare a farti ammazzare, bastardo di un Malfoy!"
Era la voce di Potter.
Malfoy si chiese se non fosse già morto.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Hermione si svegliò con i gridolini impazziti di Lavanda e di Calì nelle orecchie.
“Che dici faccio i capelli lisci o con i boccoli?” chiedeva Lavanda all’amica, guardandosi allo specchio.
“Decisamente i boccoli e se fossi in te mi metterei il nastro dorato tra i capelli, li fa risaltare ancora di più” disse convinta Calì, infilandosi un paio di orecchini dorati e controllando che il viso fosse in ordine.
Hermione si stropicciò gli occhi, alzandosi a fatica.
“Hermione, visto che sei sveglia, sai se Ron preferisce i capelli sciolti o raccolti? Mi faccio delle trecce? No, poi se no sembro troppo piccola. Uno chignon spettinato? Quello so che piace molto ai ragazzi, ti dà un’aria così innocente… allora Hermione, come faccio i capelli?” continuò Lavanda, vedendo che non stava ricevendo risposta.
“Cosa c’entra Ron?” chiese Hermione confusa, che era rimasta ferma alla prima parte del monologo e non riusciva a comprenderne il nesso.
Lavanda e Calì ridacchiarono, scambiandosi occhiate eloquenti.
“Ron ha proposto a Lavanda di studiare insieme dopo le lezioni” rispose Calì estremamente eccitata, con fare malizioso. “Di solito siete voi a due a studiare insieme, non pensi che lo abbia chiesto a Lavanda per provarci con lei? Certo, un tentativo un po’ goffo, ma sappiamo come è fatto Ron.”
Ridacchiarono ancora. “Ron-ron non ci sa proprio fare con le ragazze, ma penso proprio di piacergli. Allora, Hermione, come faccio i capelli?”
“Oh, non saprei” rispose Hermione, leggermente scossa. Era convinta che Ron non apprezzasse la compagnia di Lavanda ed era anche piuttosto sorpresa che dopo quello che fosse successo con i gemelli avesse l’audacia di uscire con un ragazzo della stessa famiglia. “Non ne abbiamo mai parlato” rispose, pensando a come avrebbe potuto reagire Ginny ad una simile notizia.
“Immagino, forse non avrei dovuto chiedere a te. D’altronde tu parli solo di studio” disse Lavanda con non curanza.
Hermione si sentì ferita da simili parole. Lei non parlava solo di compiti, sapeva essere una persona interessante che pensava anche ad altro, eppure le persone si fermavano solo all’apparenza. Si infilò in fretta la divisa e si diresse velocemente in Sala Grande a fare colazione. Aveva parlato abbastanza con quelle due che le sarebbe bastato per tutta la giornata.
 
“Ciao, come va?” chiese timidamente, sedendosi a tavola accanto a Ginny. Ron, senza degnarsi di guardarla in volto si alzò e si andò a sedere in un altro punto del tavolo. Harry la guardò interdetto e, dopo aver ricevuto un calcione da sotto il tavolo da parte di Ginny, rispose con imbarazzo: “Tutto bene, tu?”
“Bene anche io, dai” disse, cominciando ad imburrare una fetta di pane.
Ginny tentò in tutti i modi di animare la conversazione, continuando a lanciare occhiatacce a suo fratello dall’altra parte del tavolo, che la ignorava deliberatamente. Hermione apprezzò i tentativi dell’amica, ma sapeva che Harry era estremamente deluso e che non l’avrebbe perdonata così facilmente, soprattutto perché aveva osato paragonare suo padre a Malfoy. Dal canto suo, anche lei, per quanto soffrisse per il litigio, era anche arrabbiata.
“Sappi che comportandoti così ti stai dimostrando più meschino di Malfoy” sussurrò all’orecchio di Harry, prima di prendere le scale per andare a lezione di Incantesimi.
Harry rimase spiazzato, ma non poté fare niente per ribattere e camminò accanto ad Hermione in religioso silenzio fino all’aula di Pozioni.
Quando entrarono videro Ron seduto in un posto diverso dal solito, tra Lavanda e Calì, che rideva a squarciagola, come se stesse sentendo la battuta più simpatica del secolo.
“Se preferisci sederti in un altro posto vai, non sentirti costretto a sederti accanto a me” disse con mestizia Hermione, andandosi a sedere ad un banco vuoto in terza fila. Harry la seguì. Era arrabbiato con lei e intendeva farle capire che stava facendo una scemenza, ma non voleva lasciarla sola. Tuttavia, quando vide che Draco Malfoy si stava sedendo al banco dietro di loro, sentì crescergli in petto il terribile impulso di tirargli il cazzotto che conservava in canna dal momento della rivelazione, che non gli aveva ancora tirato solo perché voleva bene ad Hermione. Dovette usare tutto il suo autocontrollo per non girarsi e sputargli.
“Posso sedermi con voi?” chiese Neville. “Ho visto che Ron si è messo in un altro posto, avete litigato? Mi ha detto che ti sei innamorata, Herm, è vero?” chiese con candore. Era davvero confuso per quella situazione. Luna gli aveva detto che Ron solo un ragazzo che stava scoprendo che ‘la luce che cercava brillava per un altro fiore’, ma, ad essere completamente sinceri, non era stato gran che utile a chiarire la situazione e non poteva dire di aver capito cosa intendeva. Che cosa c’entravano i fiori e la luce?
Hermione arrossì di colpo, scuotendo con imbarazzo la testa, mentre Harry cercò di liquidare il tutto con un “Ma no, avrai capito male, è lui che si sta sentendo con una ragazza.”
Hermione fu colpita da quelle parole e si girò riconoscente verso Harry, ma lui aveva già distolto lo sguardo e stava fissando la porta dell’aula, aspettando il professor Lumacorno in evidente ritardo.
“Uh, cosa sentono le mie orecchie!” esclamò Pansy, seduta accanto a Draco, che non si era evidentemente persa una parola di quanto aveva detto Neville. “Non oso immaginare chi possa essere tanto sfigato da poter stare con te. Oh, aspetta, che sciocca, sicuramente sarà un amore platonico non ricambiato, perfetto per la più secchiona della scuola.”
“Taci, Pansy” rispose lapidaria Hermione, lanciando un’occhiata fugace al biondo, che era evidentemente sbiancato.
“Sicuramente è un amore non ricambiato” continuò la mora ridendo con cattiveria. “D’altronde guardati… capelli crespi, senza curve, sei brutta, sai, non potrai mai piacere a qualcuno.”
“Pensa per te, Pansy, non è che tu sia chissà quale bellezza” rispose Hermione, terrorizzata che la bomba potesse esplodere da un momento all’altro. Poteva vedere il nervosismo aumentare ogni secondo di più sia, sul volto di Harry che sul volto di Draco. Temeva che se non si fosse difesa da sola e non l’avesse rimessa subito al suo posto, uno dei due ragazzi, se non entrambi, le avrebbe come minimo tirato una capocciata.
Pansy mimò un conato di vomito, ben decisa a continuare. Ad Hermione sembrò estremamente stupida, soprattutto perché le sue parole venivano deliberatamente ignorate da tutti quelli che aveva attorno. Continuava a blaterare con il solo scopo di ferirla, ma Hermione sapeva bene che la mora desiderava il ragazzo che lei, a sua insaputa, aveva. Chissà che faccia farebbe se scoprisse la verità si ritrovò a pensare, nascondendo un sorrisetto.
“Al solo pensiero di qualcuno che ti possa baciare mi sento male, povero ragazzo! E pensa poi tutti i piccoli schifosi sangue sporco che verrebbero fuori. Diglielo anche tu, Draco, concorderai con me che nessuno la potrebbe amare.”
Draco aveva la mascella serrata e gli occhi che sprigionavano saette. “Presumo di sì” disse con freddezza, sperando di poter far star zitta Pansy. Sperò che Hermione non ci rimanesse troppo male. Non era la cosa che le avrebbe voluto far sentire, soprattutto perché in quel momento non era sicuro che stesse troppo bene emotivamente, soprattutto considerando che quell’idiota di Waesley stava ridendo in maniera esageratamente sguaiata dall’altro lato della classe. Era evidente che lo stesse facendo solo per farsi notare e dimostrarle quanto stesse bene anche senza di lei. Che bambino.
Vide gli occhi di Harry assottigliarsi in due fessure, ma il ragazzo decise di stare zitto e di limitarsi a guardarlo male.
“Ora stai zitta, Pansy, se permetti vorrei ripassare e mi stai dando fastidio” disse poi con alterigia, lasciando la ragazza senza parole.
“Si può sapere che ti prende? Sembra quasi che tu la stia difendendo. Un tempo l’avresti insultata con me!” squittì Pansy con preoccupazione.
“Carino da parte tua parlare di me come se non fossi qui davanti” commentò Hermione ad alta voce senza girarsi nemmeno.
“Mi sembra evidente che ora ho cose più importanti da fare, come studiare. Dovresti farlo anche tu, i tuoi voti sono molto bassi.”
“Non ti riconosco più” cominciò a lamentarsi, ma si bloccò non appena vide l’occhiata assassina che Draco le aveva lanciato.
 
“Vai avanti, io ti raggiungo” disse Draco a Pansy, continuando a scribacchiare sul suo quaderno, sistemando gli appunti che aveva preso quel giorno.
“Se vuoi ti aspetto fuori, non ho fretta” provò a dire lei.
“No, ti ho detto che puoi andare. Impara a fare le cose anche da sola una volta tanto” rispose brusco il ragazzo, senza nemmeno degnarsi di alzare la testa dal foglio. Pansy se ne andò in silenzio, raccogliendo in fretta la sua roba.
 
“Vieni a lezione con me?” chiese Hermione ad Harry, vedendo che non dava cenno di volersi alzare dalla sedia.
“No, vai pure” disse lui, non distogliendo gli occhi dal libro. Hermione si guardò intorno e vide che la classe si stava svuotando in fretta. Lanciò un’occhiata a Draco, che le fece cenno che fosse tutto a posto. Seppure con il cuore in agitazione, si decise infine di lasciare l’aula, sperando vivamente che Harry non facesse nulla di folle e che Draco continuasse a mantenere il controllo come aveva fatto negli ultimi giorni.
 
“Allora Potter, che volevi dirmi?” chiese il biondo quando l’aula fu vuota, mostrandogli il bigliettino in cui gli chiedeva di rimanere in classe per parlarsi.
“Sappi che continuo a considerarti una persona disgustosa e senza cuore” esordì con freddezza.
Draco annuì, pacato. “Anche io continuo a considerarti un pallone gonfiato con manie di protagonismo, ma immagino che non siamo qui per parlare di questo. Tu sai.”
“Io so” asserì Harry, guardandolo fisso negli occhi. “Io so, e sono anche sicuro che tu non la ami realmente. Non cercare di dirmi il contrario, non mi interessa la tua opinione, il tempo mostrerà che ho ragione.”
Draco rimase in silenzio, aspettando che il moro continuasse. Sapeva che le parole non sarebbero servite a nulla e che probabilmente l’odio di Potter nei suoi confronti non sarebbe mai svanito. Lo trovava più che comprensibile.
“Sappi solo che se scopro che l’hai usata, che l’hai fatta soffrire, che non l’hai trattata come merita, non ci penserò due secondi a farti tutto il male possibile. Ti renderò la vita un inferno.”
“Perché stai mantenendo il nostro segreto?” chiese Draco con voce greve. “Se tu volessi, potresti farci lasciare solo dicendolo in giro.”
“Lo so” disse di nuovo Harry. “Ma, a differenza tua, non sono una serpe. Se facessi così spezzerei il cuore di Hermione e lei non smetterebbe di amare te, ma inizierebbe ad odiare me. Ti lascerò il tempo di rivelare la tua vera natura e sarò accanto a lei per proteggerla se tu oserai sfiorarla anche solo con un dito. Non ci vorrà molto perché le cose tornino alla normalità: lei ricomincerà ad odiarti presto, non puoi fingere a lungo. La tua vera natura verrà fuori presto” concluse, raccogliendo i suoi libri e andandosene.
“Sai una cosa Potter?” gli disse Draco, poco prima che lasciasse l’aula. “Questa è probabilmente la cosa più da serpe che potessi decidere di fare.”
 

 
Ciao a tutti! 
Cercherò di pubblicare il prossimo capitolo entro sabato, a prestissimo!

 
   
 
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