Hopeless Wanderer
Il suo ufficio era l'unico sul
piano ad essere ancora illuminato, il rumore di fogli che si spostavano sotto
le mani veloci era l'unico rumore rimasto nel corridoio.
Aveva deciso di tenere la porta
aperta, sapendo di essere l'ultima persona rimasta a lavorare fino a tardi,
come spesso accadeva.
L'orologio da muro era appena
scattato, il ticchettio di quest'ultimo sembrava ammonirla.
Alzò leggermente lo sguardo dai
fogli posati sulla scrivania, pieni di numeri e note a margine, e lo posò
sull'orologio in questione.
Erano le 20.07 di un Giovedì sera.
Non poteva farci nulla, era il suo
lavoro.
Amava il suo lavoro.
La dedizione che metteva a scuola
nello studiare le nozioni per i G.U.F.O o i M.A.G.O era la stessa, se non di
più.
Gli appunti che sottostavano al
suo sguardo erano così pieni di note e cancellature che chiunque poteva passare
ore a cercare di decifrarli e non riuscirci, ma non lei. Erano mesi ormai che
quegli appunti erano il suo pane quotidiano: quando non erano con lei in
ufficio, erano posati sul tavolo da pranzo in cucina, pronti per essere letti o
modificati per via di un'intuizione.
Ma quella sera non era una buona
serata; La testa le doleva e non riusciva a concentrarsi e a comprendere come
quella linea e quelle rune fossero lì. Chinata com'era sulla scrivania la
schiena le doleva, era nella stessa posizione da ore.
Sollevò lo sguardo una seconda
volta.
Erano le otto e un quarto.
"Ok, basta così." disse stropicciandosi gli occhi con la mano.
Prese la bacchetta e con un colpo
di quest'ultima gli appunti si ordinarono in una pila e si infilarono nella sua
borsa di pelle pronta per essere raccolta da terra.
Si alzò stancamente dalla sedia e
controllando di non aver lasciato nulla sulla scrivania prese la borsa e uscì
dalla porta dell'ufficio chiudendola a chiave.
Percorse il corridoio e arrivò
nell'atrio scuro circolare che prese a girare su se stesso.
Chiuse gli occhi, la testa già le
faceva male, ci mancavano solo le vertigini.
Sentì di nuovo il silenzio nella
stanza e aprì gli occhi.
Estrasse di nuovo la bacchetta e
con un movimento fluido della mano una porta si aprì mostrandole il corridoio
che portava agli ascensori dorati del Ministero della Magia.
Con il solito sferragliare
metallico l'ascensore arrivò davanti a lei e sentì la solita voce femminile
annunciare
"Nono Livello, Ufficio
Misteri".
Ormai era così abituata a sentirlo
nominare che non vi faceva più caso, ma si ricordava la prima volta che aveva
sentito quella stessa voce pronunciarlo anni fa.
Erano passati quasi 7 anni.
Scosse la testa come per cacciare
via i ricordi di quegli anni, non che la spaventassero, ma erano spesso
accompagnati da emozioni agrodolci.
"Secondo Livello, Ufficio
Applicazione della Legge sulla Magia"
"Hermione!"
Un uomo leggermente stempiato e
dai capelli rosso vivo stava camminando velocemente verso l'ascensore con sotto
un braccio una pila di fogli e nell'altra mano teneva una valigetta.
Hermione mise una mano di istinto
sulle porte per evitare che si chiudessero prima che l'uomo potesse entrare.
"Oh, Arthur, ciao!"
Arthur Weasley le sorrise
raggiante entrando nell'ascensore dorato.
"Grazie.." - disse
leggermente affannato - "a quest'ora pensavo di essere rimasto solo io al
lavoro."
Hermione rise.
"Beh, oggi sono in anticipo
rispetto al solito. Prima il dovere e poi il piacere, Arthur. Lo sai come sono
fatta!"
L'uomo le sorrise annuendo mentre
con un piccolo saltello sistemava le varie scartoffie che gli stavano
scivolando da sotto il braccio.
"Lunedì prossimo sarete
a pranzo con noi alla tana?" Chiese Arthur che guardava in basso cercando
ancora di controllare i fogli.
"Certo che sì, Ron si è preso
il giorno libero e il compleanno di Ginny non me lo perderei per nulla al
mondo, lo sai. Ventitré anni si festeggiano solo una volta!"
Sul viso di Arthur si dipinse un
grosso sorriso.
"Siete tutti cresciuti ormai.
Mi sembra ieri quando vi accompagnavamo per prendere il treno per
Hogwarts.."
Hermione lo guardò senza dire
nulla, con un sorriso dolce che le affiorava sulle labbra.
"Atrio"
Le porte dell'ascensore si
spalancarono,
Hermione uscì seguita da Arthur.
Si incamminarono verso i camini dove anche altri impiegati si stavano
dirigendo. Dopotutto non erano proprio gli ultimi.
"Ora scappo Hermione, non
vorrei far preoccupare Molly, ci vediamo lunedì!"
Disse mentre controllava
l'orologio al polso e con passi veloci si infilò nel camino facendosi avvolgere
dalle fiamme verdi.
"A lunedì prossimo!
Salutami Molly!"
Hermione aveva ancora il sorriso
sulle labbra.
Lei si voltò e si incamminò verso
i camini.
"Siete tutti cresciuti
ormai"
Era vero.
Erano tutti cresciuti.
Harry era un Auror di Terzo
livello e ormai stava da anni con Ginny che era entrata a far parte della
squadra di Quidditch delle Holyhead Harpies. Ron, anche lui come Harry, aveva
deciso di intraprendere la carriera da Auror e stava con Hermione da qualche
anno. Andava tutto bene.
Più o meno.
Con Ron era da più di un anno che
la loro relazione era più bassi che alti. Lei con il suo lavoro all'Ufficio Misteri
e lui come Auror. Pur convivendo si vedevano davvero poco.
"Non hai mai tempo per me"
Questa era la frase che si sentiva
ripetere da un anno. Non era così. Anche se qualche sera a settimana lavorava
fino a tardi le altre sere si obbligava a finire ad un orario umano, tornare a
casa e cenare insieme a lui. A volte, o come avrebbe detto la Trelawney, "quando
i pianeti erano allineati", riusciva a pranzare con Harry Ron e Ginny
prima di ritornare a lavoro.
Ma anche Ron doveva lavorare e
spesso i loro orari non coincidevano.
Settimane prima era riuscita a
tornare a casa alle cinque e per festeggiare aveva cucinato per ore per fargli
una sorpresa. Tendenzialmente Ron lasciava un messaggio dicendo che faceva
tardi o mandava un patronus. Quella sera niente.
Alla fine era tornato alle due di
notte scusandosi dicendo che lo avevano trattenuto a lavoro.
"Pensieri felici stasera,
eh!" pensò.
Troppo stanca per continuare a
pensarci mise i piedi nel camino e si materializzò nella zona di apparizione
davanti a casa.
Avevano comprato da due anni una
piccola casa in un quartiere babbano di Londra, non troppo lontana dal
Ministero.
Guardò in alto, la finestra a
destra, quella della camera da letto era accesa così come quella in cucina.
Strano. Ron le aveva detto che sarebbe tornato dopo le dieci. Dopo pochi passi
era sui due scalini davanti alla porta di casa, inserì le chiavi e aprì la
porta. La prima cosa che fece fu posare le chiavi nel piatto dell'ingresso e
posare la valigetta vicino all'attaccapanni.
"Sono a casa!"
Disse percorrendo il corridoio che
collegava la cucina al salotto. Prese le scale per salire su al piano di sopra
e sentì il rumore dell'acqua che colpiva il piatto della doccia. Ovviamente non
l'aveva sentita entrare.
Entrò nella camera da letto dove a
farla da padrone era il letto matrimoniale dove dormivano lei e Ron. La porta
del bagno era chiusa e il rumore dello scroscio d'acqua la faceva da padrone.
"Sono tornata!" Lo
ripeté avvicinandosi alla porta un poco per essere sicura che lui la sentisse.
L'acqua si fermò.
Nel mentre Hermione si era
avvicinata al comò vicino alla porta e si stava togliendo le scarpe e i vestiti
per mettersi dei vestiti più comodi prima di cenare.
"Mi hanno massacrata oggi,
sono distrutta" continuò a parlare togliendosi la camicia e infilandosi
una maglietta di Ron che le arrivava a metà coscia,
"un sacco di appunti, le rune
che diventano sempre più complicate ogni foglio che analizzo e Saul che mi sta
con il fiato sul collo.."
Era passata ai calzini,
"..ho pure incontrato tuo
padre e mi ha ricordato l'invito per domenica.."
Nessuna risposta.
"Ron...?"
Chiese con voce più forte mentre
tentava a piedi nudi di raccogliere le ciabatte che si erano infilate sotto il
letto.
La porta del bagno si aprì e Ron
ne uscì velocemente con un asciugamano in vita chiudendosi la porta alle
spalle.
"Ehi! Sei tornata presto!"
Hermione che stava ancora
allungando il braccio sotto il letto per raggiungere la seconda ciabatta sbuffò
e finse di ridere
"Ah, ah, ah, molto divertente
Ron. Ma come diavolo è finita qua sotto?"
Corrucciando le sopracciglia,
prese la bacchetta posata sul comodino e con "Accio!" si trovò la
seconda ciabatta in mano.
Alzò lo sguardo su Ron e gli
sorrise.
"Pensavo finissi più tardi,
mi avevi detto che sarebbe stata lunga oggi."
Lo guardò confusa e girò gli occhi
sulla sveglia sul comodino.
"Ron sono le otto e mezza
passate."
Sottolineò guardandolo
"Eh, lo so..." disse il
rosso disse ridendo passandosi una mano tra i capelli bagnati.
Hermione non ci badò molto, era
contenta che non se la fosse presa per essere arrivata tardi ancora una volta.
"Hai finito in bagno? Vorrei..."
Un tonfo proveniente dal bagno la
fece sussultare. Guardò Ron negli occhi.
"Che cos'era?" Chiese
Hermione con gli occhi spalancati per il suono improvviso.
"Ma niente, sarà caduta la
bottiglia del bagnoschiuma" disse Ron mentre le orecchie diventavano
rosse.
Hermione si tranquillizzò. Gli
mise una mano sul petto, si mise in punta di piedi e lo baciò sulle labbra.
"Pensavo saresti stato tu il
ritardatario stasera", gli disse con un sorriso sulle labbra.
"Comunque, hai finito in
bagno? Così mi sciacquo un secondo prima di cenare. Sono stravolta!", si
stava incamminando verso il bagno ma Ron si mise tra lei e la porta
"No, non ancora!"
Le orecchie erano ancora più
rosse.
Lo guardò stupita, doveva
semplicemente struccarsi e lavarsi il viso. Due minuti ed era fuori. Aveva pure
una gran fame, non aveva mangiato molto a pranzo.
"Scusami due secondi entro ed
esco, mi devo strucc..."
Un secondo rumore la interruppe
per la seconda volta. Guardò Ron che aveva chiuso gli occhi e aveva le orecchie
rosse e il viso pallido. Si allontanò da lui.
"Ron, che cos'era?"
Nessuna risposta. Riformulò la
domanda, con il tono di voce più alto.
"Ron. Cosa sta facendo questi
rumori?"
"Ma nessuno!"
"Nessuno? Io ti ho chiesto co..."
Lo guardò in viso e si
immobilizzò.
La stanchezza era scomparsa.
Non l'aveva notata prima perché
non lo aveva osservato bene in faccia. Ma la vide subito.
Riconobbe quell'espressione sul
viso del suo ragazzo. Gliel'aveva vista in molte occasioni, specialmente a
scuola.
Orecchie scarlatte e viso pallido.
Era nel torto.
"Chi c'è nel nostro
bagno?"
Lo allontanò spingendolo via con
la mano.
"Ma nessuno Hermione!"
Stava mentendo. Lo sapevano
entrambi.
Infatti, lui non si stupì nel
vederla alzare la bacchetta.
"Homenum Revelio"
Hermione sgranò gli occhi e lo
guardò.
Si, c'era qualcuno nel loro bagno.
"Hermi..."
"ZITTO! Spostati."
Cercò di spingerlo via dalla porta
a due mani. Non ci riuscì, era il doppio di lei dopotutto.
"Hermione! Ferma posso spiegare..."
la guardò con uno sguardo pieno di vergogna.
A quelle parole non ci vide più.
"STUPEFICIUM!"
La forza dello schiantesimo spedì
Ron contro il muro di fianco alla porta. Era svenuto.
Sentì un urlo provenire da dietro
la porta.
Scavalcò le gambe di Ron con una
falcata, raggiunse la maniglia e spinse con tutto il suo peso facendo sbattere
la porta del bagno contro l'armadio degli asciugamani. Hermione con il petto
che si alzava e abbassava velocemente guardò verso la doccia.
E la vide.
Dietro al vetro ricoperto di
goccioline con un asciugamano che le copriva il corpo c'era una ragazza. I
capelli biondi e umidi le cadevano lungo la schiena. Gli occhi sbarrati pieni
di terrore per essere stata scoperta.
"Fuori." sputò Hermione
come fosse veleno.
La ragazza si staccò dal muro
piastrelle e lentamente mise un piede fuori dalla doccia.
"FUORI!"
Hermione le puntò la bacchetta
addosso.
Con un sobbalzo di paura la
ragazza uscì di fretta dal bagno. Hermione la guardò mentre velocemente
raccoglieva i vestiti raggruppati per terra. Si spostò di scatto per farla
passare dalla porta, non voleva toccarla. Sempre puntandole la bacchetta
addosso la seguì con lo sguardo mentre quest'ultima usciva dalla stanza ancora
avvolta dal suo asciugamano. Hermione guardava l'ingresso della sua camera da
letto con gli occhi sgranati e il fiatone. La sentì scendere le scale di corsa,
correre per il corridoio, aprire la porta di ingresso e chiuderla. L'ultimo
suono che sentì fu il suono della sconosciuta che si materializzava.
Il silenzio che ne seguì fu
terribile.
Guardò Ron a terra con ancora
l'asciugamano in vita, era sempre svenuto.
Non ci poteva credere.
Lo guardò disgustata, le veniva da
vomitare.
La sua mente era piena di pensieri
e l'unico coerente era quello di scappare. Velocemente aprì l'armadio e in
fondo a destra c'era il suo vecchio baule di Hogwarts. Lo aprì violentemente e
con gesti veloci della bacchetta fece entrare tutti i suoi vestiti e oggetti
che le venivano in mente sparsi per la casa.
Era un automa, si muoveva a
scatti. Sembrava stesse scappando dai Mangiamorte, correva per la stanza
cercando di vestirsi il più velocemente possibile e uscire. Ron era svenuto
certo, ma si sarebbe svegliato a breve.
Incantò il baule e lo spedì
velocemente giù per le scale, verso l'ingresso.
Si infilò le scarpe e lo seguì di
corsa, le pareti sembrava che si stessero stringendo su di lei impedendole di
respirare.
Uscì di casa lasciando le chiavi
nella ciotola, non voleva avere nulla a che fare con quella dimora.
Prese il baule e lo trascinò di
peso verso la zona di materializzazione. Si fermò di colpo in mezzo alla
strada.
"Dove vado?!" pensò
disperata.
Harry e Ginny praticamente
convivevano e avevano posto per lei, ma no. Non aveva la forza di andare da
loro.
Lei era la migliore amica di
entrambi certo ma Ron era migliore amico di Harry e fratello di Ginny.
La Tana? No. Pessima idea.
E poi le venne in mente.
Nel mentre le gocce di pioggia
avevano iniziato a picchiettarle sul viso. Velocemente raggiunse la zona di
smaterializzazione.
Chiuse gli occhi girò su se stessa
e si materializzò.
Delle risate riempivano la cucina
del numero 12 di Grimmauld Place a Londra.
La voce di un uomo, roca dalle
risate, si poteva sentire sovrastare le altre.
"Erano le quattro del mattino
ed eravamo appena tornati dalla Stamberga Strillante. Sai quella dove Remus
doveva stare nelle notti di luna piena a quei tempi. Ecco, io e James eravamo
appena rientrati e stavamo cercando di fare poco rumore per i corridoi per non
farci beccare dai professori. Quando a un certo punto vediamo sulla mappa il
nome di Silente che stava per girare l'angolo e beccare me e James, in
pieno."
"E cosa avete fatto?"
Chiese una voce profonda.
"Ci siamo guardati e senza
dirci una parola ci siamo trasformati, non sapevamo cos'altro fare."
"E Silente?"
"E Silente svolta l'angolo,
si ferma e vede un cervo e un cane nero fermi in un corridoio a fissarlo
immobili. Ci guarda, sorride e dice "Scusatemi non volevo interrompere. Un
difetto di un povero vecchio."
E poi gira i tacchi e se ne
va!"
Sirius Black, Kingsley Shacklebolt
e Remus Lupin erano chinati in due dal ridere mentre erano seduti al tavolo di
mogano della cucina.
Sirius che aveva appena finito di
raccontare la storia si stava asciugando le lacrime dagli occhi mentre Remus e
Kingsley si tenevano la pancia per il troppo ridere.
"Ne sapeva una più di Merlino
quell'uomo!"
concluse Sirius con una risata.
Remus che, come gli altri due
uomini, aveva le lacrime agli occhi versò a Sirius e a se stesso un po' di vino
elfico per poi fare cenno con la testa a Kingsley, che negò con il capo e coprì
il bicchiere con la mano.
"No, no basta. Grazie"
con la risata che ancora usciva dalla sua bocca, "a differenza vostra
domani sono operativo già dalle sei!"
"Essere professori ha i suoi
vantaggi."
confermò Remus alzando il
bicchiere, come per concedergli un punto.
Era da anni che Remus e Sirius
passavano le proprie estati in Grimmauld Place. Dopo la fine della guerra
avevano aiutato il Ministero della Magia a gestire la crisi nella quale
Voldemort aveva lasciato il Paese dopo essere stato sconfitto da Harry.
L'anno successivo entrambi avevano
ricevuto una richiesta da parte della Preside McGonagall
di entrare a far parte del corpo docente. Remus era tornato ad essere il
professore di Difesa contro le Arti Oscure e Sirius aveva preso il posto della McGonagall
come Professore di Trasfigurazione.
"Il grande Trio come se la
sta cavando all'interno del Ministero?" chiese Sirius rivolto a Kingsley
alzandosi per aprire la finestra. Un piccolo temporale estivo stava iniziando a
cadere su Londra.
"Dalle mie informazioni molto
bene, Harry si impegna molto in ogni cosa che fa, ma questo lo sapete meglio di
me," entrambi sorrisero, "Ron anche è molto capace, hanno entrambi
molto a cuore il loro lavoro."
"E Hermione?" chiese
Remus che sentì lo sguardo di Sirius che dalla finestra gli perforava la nuca.
"So poco del suo lavoro,
dopotutto è un Indicibile, ma Saul, il suo capo dipartimento è molto
soddisfatto di lei.
A quanto pare lavora in
continuazione, non si ferma mai."
Remus sorrise.
"Lei è fatta così."
Sirius si schiarì la gola e Remus
continuò a sorridere a Kingsley, ignorandolo.
Sirius e Kingsley si misero a
parlare della nuova gestione di Azkaban, che era stata completamente
ricostruita e la collaborazione con i Dissennatori eliminata. Questo
cambiamento era dovuto anche grazie a Sirius, che si era fatto portavoce della
campagna. La prigione non era più quella di un tempo. Sempre dura, difficile,
protetta ma comunque più controllata e umana.
Suonarono alla porta. Remus lasciò
i due in cucina a parlare e andò lui ad aprire.
Una Hermione Granger in lacrime,
fradicia di pioggia e pallida come un fantasma cadde in ginocchio sull'ultimo
scalino del numero 12 di Grimmauld Place.
"Remus.." disse con voce
flebile e roca accasciandosi.
"HERMIONE!" esclamò
spaventato Remus che la raccolse da terra in extremis e la prese tra le sue
braccia. Era svenuta.
"SIRIUS! KINGSLEY! VENITE A
DARMI UNA MANO!"
Spazio Littletoknow
Oooh bene! Sono mesi che rimugino
su questa storia e che cerco di trovare il tempo di pubblicarla e forse oggi è
il giorno (o sera ahaha!). Mi rendo conto che molti di noi amano Ron ma questa
storia è incentrata su una coppia ben precisa e purtroppo lui o finiva a fare
la macchietta o aveva un ruolo più rilevante seppur negativo. Ho preferito la
seconda da come potete leggere. So che molti/e di voi non avranno incontrato
questo pair ma sono una grande amante di Remus/Hermione, bizzarra come cosa
visto il mio amore per Tonks, ma dopo aver letto molte FF su di loro me ne sono
innamorata. Amanti di Remus/Tonks non me ne vogliate vi prego! Detto ciò
concludo dicendo che la voglia di scrivere questa storia è nata dal fatto che
non ci sono molte FF su questo pair purtroppo, e non trovandone altre ho deciso
di scriverne una io! Detto ciò grazie a voi che avete letto e alla prossima!