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Autore: Littletoknow    12/03/2021    1 recensioni
Dopo più di cinque anni dalla fine della Seconda Guerra magica Hermione si troverà a dover ancora soffrire per eventi non solo del suo tempo, ma anche eventi passati. Il passato di Hermione non andrà solo a tormentare la ragazza ma anche Remus Lupin, che a sua volta dovrà venire a patti con il suo passato, ma anche il suo presente.
La storia tratta di due periodi ben precisi: il passato, cioè gli anni del quinto libro 1995/96 e gli anni successivi alla guerra, nel particolare 2003/2004.
Pairing Principale: Remus Lupin/Hermione Granger
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Hopeless Wanderer

 

 

 

 

Il suo ufficio era l'unico sul piano ad essere ancora illuminato, il rumore di fogli che si spostavano sotto le mani veloci era l'unico rumore rimasto nel corridoio.

Aveva deciso di tenere la porta aperta, sapendo di essere l'ultima persona rimasta a lavorare fino a tardi, come spesso accadeva.

L'orologio da muro era appena scattato, il ticchettio di quest'ultimo sembrava ammonirla.

Alzò leggermente lo sguardo dai fogli posati sulla scrivania, pieni di numeri e note a margine, e lo posò sull'orologio in questione.

Erano le 20.07 di un Giovedì sera.

 

Non poteva farci nulla, era il suo lavoro.

Amava il suo lavoro.

La dedizione che metteva a scuola nello studiare le nozioni per i G.U.F.O o i M.A.G.O era la stessa, se non di più.

Gli appunti che sottostavano al suo sguardo erano così pieni di note e cancellature che chiunque poteva passare ore a cercare di decifrarli e non riuscirci, ma non lei. Erano mesi ormai che quegli appunti erano il suo pane quotidiano: quando non erano con lei in ufficio, erano posati sul tavolo da pranzo in cucina, pronti per essere letti o modificati per via di un'intuizione.

Ma quella sera non era una buona serata; La testa le doleva e non riusciva a concentrarsi e a comprendere come quella linea e quelle rune fossero lì. Chinata com'era sulla scrivania la schiena le doleva, era nella stessa posizione da ore.

Sollevò lo sguardo una seconda volta.

Erano le otto e un quarto.

"Ok, basta così."  disse stropicciandosi gli occhi con la mano.

Prese la bacchetta e con un colpo di quest'ultima gli appunti si ordinarono in una pila e si infilarono nella sua borsa di pelle pronta per essere raccolta da terra.

Si alzò stancamente dalla sedia e controllando di non aver lasciato nulla sulla scrivania prese la borsa e uscì dalla porta dell'ufficio chiudendola a chiave.

Percorse il corridoio e arrivò nell'atrio scuro circolare che prese a girare su se stesso.

Chiuse gli occhi, la testa già le faceva male, ci mancavano solo le vertigini.

Sentì di nuovo il silenzio nella stanza e aprì gli occhi.

Estrasse di nuovo la bacchetta e con un movimento fluido della mano una porta si aprì mostrandole il corridoio che portava agli ascensori dorati del Ministero della Magia.

Con il solito sferragliare metallico l'ascensore arrivò davanti a lei e sentì la solita voce femminile annunciare

"Nono Livello, Ufficio Misteri".

Ormai era così abituata a sentirlo nominare che non vi faceva più caso, ma si ricordava la prima volta che aveva sentito quella stessa voce pronunciarlo anni fa.

Erano passati quasi 7 anni.

Scosse la testa come per cacciare via i ricordi di quegli anni, non che la spaventassero, ma erano spesso accompagnati da emozioni agrodolci.

"Secondo Livello, Ufficio Applicazione della Legge sulla Magia"

"Hermione!"

Un uomo leggermente stempiato e dai capelli rosso vivo stava camminando velocemente verso l'ascensore con sotto un braccio una pila di fogli e nell'altra mano teneva una valigetta.

Hermione mise una mano di istinto sulle porte per evitare che si chiudessero prima che l'uomo potesse entrare.

"Oh, Arthur, ciao!"

Arthur Weasley le sorrise raggiante entrando nell'ascensore dorato.

"Grazie.." - disse leggermente affannato - "a quest'ora pensavo di essere rimasto solo io al lavoro."

Hermione rise.

"Beh, oggi sono in anticipo rispetto al solito. Prima il dovere e poi il piacere, Arthur. Lo sai come sono fatta!"

L'uomo le sorrise annuendo mentre con un piccolo saltello sistemava le varie scartoffie che gli stavano scivolando da sotto il braccio.

"Lunedì prossimo sarete a pranzo con noi alla tana?" Chiese Arthur che guardava in basso cercando ancora di controllare i fogli.

"Certo che sì, Ron si è preso il giorno libero e il compleanno di Ginny non me lo perderei per nulla al mondo, lo sai. Ventitré anni si festeggiano solo una volta!"

Sul viso di Arthur si dipinse un grosso sorriso.

"Siete tutti cresciuti ormai. Mi sembra ieri quando vi accompagnavamo per prendere il treno per Hogwarts.."

Hermione lo guardò senza dire nulla, con un sorriso dolce che le affiorava sulle labbra.

"Atrio"

Le porte dell'ascensore si spalancarono,

Hermione uscì seguita da Arthur. Si incamminarono verso i camini dove anche altri impiegati si stavano dirigendo. Dopotutto non erano proprio gli ultimi.

"Ora scappo Hermione, non vorrei far preoccupare Molly, ci vediamo lunedì!"

Disse mentre controllava l'orologio al polso e con passi veloci si infilò nel camino facendosi avvolgere dalle fiamme verdi.

"A lunedì prossimo! Salutami Molly!"

Hermione aveva ancora il sorriso sulle labbra.

Lei si voltò e si incamminò verso i camini.

"Siete tutti cresciuti ormai"

Era vero.

Erano tutti cresciuti.

Harry era un Auror di Terzo livello e ormai stava da anni con Ginny che era entrata a far parte della squadra di Quidditch delle Holyhead Harpies. Ron, anche lui come Harry, aveva deciso di intraprendere la carriera da Auror e stava con Hermione da qualche anno. Andava tutto bene.

Più o meno.

Con Ron era da più di un anno che la loro relazione era più bassi che alti. Lei con il suo lavoro all'Ufficio Misteri e lui come Auror. Pur convivendo si vedevano davvero poco.

"Non hai mai tempo per me"

Questa era la frase che si sentiva ripetere da un anno. Non era così. Anche se qualche sera a settimana lavorava fino a tardi le altre sere si obbligava a finire ad un orario umano, tornare a casa e cenare insieme a lui. A volte, o come avrebbe detto la Trelawney, "quando i pianeti erano allineati", riusciva a pranzare con Harry Ron e Ginny prima di ritornare a lavoro.

Ma anche Ron doveva lavorare e spesso i loro orari non coincidevano.

Settimane prima era riuscita a tornare a casa alle cinque e per festeggiare aveva cucinato per ore per fargli una sorpresa. Tendenzialmente Ron lasciava un messaggio dicendo che faceva tardi o mandava un patronus. Quella sera niente.

Alla fine era tornato alle due di notte scusandosi dicendo che lo avevano trattenuto a lavoro.

"Pensieri felici stasera, eh!" pensò.

Troppo stanca per continuare a pensarci mise i piedi nel camino e si materializzò nella zona di apparizione davanti a casa.

Avevano comprato da due anni una piccola casa in un quartiere babbano di Londra, non troppo lontana dal Ministero.

Guardò in alto, la finestra a destra, quella della camera da letto era accesa così come quella in cucina. Strano. Ron le aveva detto che sarebbe tornato dopo le dieci. Dopo pochi passi era sui due scalini davanti alla porta di casa, inserì le chiavi e aprì la porta. La prima cosa che fece fu posare le chiavi nel piatto dell'ingresso e posare la valigetta vicino all'attaccapanni.

"Sono a casa!"

Disse percorrendo il corridoio che collegava la cucina al salotto. Prese le scale per salire su al piano di sopra e sentì il rumore dell'acqua che colpiva il piatto della doccia. Ovviamente non l'aveva sentita entrare.

Entrò nella camera da letto dove a farla da padrone era il letto matrimoniale dove dormivano lei e Ron. La porta del bagno era chiusa e il rumore dello scroscio d'acqua la faceva da padrone.

"Sono tornata!" Lo ripeté avvicinandosi alla porta un poco per essere sicura che lui la sentisse. L'acqua si fermò.

Nel mentre Hermione si era avvicinata al comò vicino alla porta e si stava togliendo le scarpe e i vestiti per mettersi dei vestiti più comodi prima di cenare.

"Mi hanno massacrata oggi, sono distrutta" continuò a parlare togliendosi la camicia e infilandosi una maglietta di Ron che le arrivava a metà coscia,

"un sacco di appunti, le rune che diventano sempre più complicate ogni foglio che analizzo e Saul che mi sta con il fiato sul collo.."

Era passata ai calzini,

"..ho pure incontrato tuo padre e mi ha ricordato l'invito per domenica.."

Nessuna risposta.

"Ron...?"

Chiese con voce più forte mentre tentava a piedi nudi di raccogliere le ciabatte che si erano infilate sotto il letto.

La porta del bagno si aprì e Ron ne uscì velocemente con un asciugamano in vita chiudendosi la porta alle spalle.

"Ehi! Sei tornata presto!"

Hermione che stava ancora allungando il braccio sotto il letto per raggiungere la seconda ciabatta sbuffò e finse di ridere

"Ah, ah, ah, molto divertente Ron. Ma come diavolo è finita qua sotto?"

Corrucciando le sopracciglia, prese la bacchetta posata sul comodino e con "Accio!" si trovò la seconda ciabatta in mano.

Alzò lo sguardo su Ron e gli sorrise.

"Pensavo finissi più tardi, mi avevi detto che sarebbe stata lunga oggi."

Lo guardò confusa e girò gli occhi sulla sveglia sul comodino.

"Ron sono le otto e mezza passate."

Sottolineò guardandolo

"Eh, lo so..." disse il rosso disse ridendo passandosi una mano tra i capelli bagnati.

Hermione non ci badò molto, era contenta che non se la fosse presa per essere arrivata tardi ancora una volta.

"Hai finito in bagno? Vorrei..."

Un tonfo proveniente dal bagno la fece sussultare. Guardò Ron negli occhi.

"Che cos'era?" Chiese Hermione con gli occhi spalancati per il suono improvviso.

"Ma niente, sarà caduta la bottiglia del bagnoschiuma" disse Ron mentre le orecchie diventavano rosse.

Hermione si tranquillizzò. Gli mise una mano sul petto, si mise in punta di piedi e lo baciò sulle labbra.

"Pensavo saresti stato tu il ritardatario stasera", gli disse con un sorriso sulle labbra.

"Comunque, hai finito in bagno? Così mi sciacquo un secondo prima di cenare. Sono stravolta!", si stava incamminando verso il bagno ma Ron si mise tra lei e la porta

"No, non ancora!"

Le orecchie erano ancora più rosse.

Lo guardò stupita, doveva semplicemente struccarsi e lavarsi il viso. Due minuti ed era fuori. Aveva pure una gran fame, non aveva mangiato molto a pranzo.

 

"Scusami due secondi entro ed esco, mi devo strucc..."

Un secondo rumore la interruppe per la seconda volta. Guardò Ron che aveva chiuso gli occhi e aveva le orecchie rosse e il viso pallido. Si allontanò da lui.

"Ron, che cos'era?"

Nessuna risposta. Riformulò la domanda, con il tono di voce più alto.

"Ron. Cosa sta facendo questi rumori?"

"Ma nessuno!"

"Nessuno? Io ti ho chiesto co..."

Lo guardò in viso e si immobilizzò.

La stanchezza era scomparsa.

Non l'aveva notata prima perché non lo aveva osservato bene in faccia. Ma la vide subito.

Riconobbe quell'espressione sul viso del suo ragazzo. Gliel'aveva vista in molte occasioni, specialmente a scuola.

Orecchie scarlatte e viso pallido.

Era nel torto.

 

"Chi c'è nel nostro bagno?"

Lo allontanò spingendolo via con la mano.

"Ma nessuno Hermione!"

Stava mentendo. Lo sapevano entrambi.

Infatti, lui non si stupì nel vederla alzare la bacchetta.

 

"Homenum Revelio"

 

Hermione sgranò gli occhi e lo guardò.

Si, c'era qualcuno nel loro bagno.

 

"Hermi..."

"ZITTO! Spostati."

Cercò di spingerlo via dalla porta a due mani. Non ci riuscì, era il doppio di lei dopotutto.

"Hermione! Ferma posso spiegare..." la guardò con uno sguardo pieno di vergogna.

A quelle parole non ci vide più.

"STUPEFICIUM!"

La forza dello schiantesimo spedì Ron contro il muro di fianco alla porta. Era svenuto.

Sentì un urlo provenire da dietro la porta.

Scavalcò le gambe di Ron con una falcata, raggiunse la maniglia e spinse con tutto il suo peso facendo sbattere la porta del bagno contro l'armadio degli asciugamani. Hermione con il petto che si alzava e abbassava velocemente guardò verso la doccia.

E la vide.

Dietro al vetro ricoperto di goccioline con un asciugamano che le copriva il corpo c'era una ragazza. I capelli biondi e umidi le cadevano lungo la schiena. Gli occhi sbarrati pieni di terrore per essere stata scoperta.

"Fuori." sputò Hermione come fosse veleno.

La ragazza si staccò dal muro piastrelle e lentamente mise un piede fuori dalla doccia.

"FUORI!"

Hermione le puntò la bacchetta addosso.

Con un sobbalzo di paura la ragazza uscì di fretta dal bagno. Hermione la guardò mentre velocemente raccoglieva i vestiti raggruppati per terra. Si spostò di scatto per farla passare dalla porta, non voleva toccarla. Sempre puntandole la bacchetta addosso la seguì con lo sguardo mentre quest'ultima usciva dalla stanza ancora avvolta dal suo asciugamano. Hermione guardava l'ingresso della sua camera da letto con gli occhi sgranati e il fiatone. La sentì scendere le scale di corsa, correre per il corridoio, aprire la porta di ingresso e chiuderla. L'ultimo suono che sentì fu il suono della sconosciuta che si materializzava.

 

Il silenzio che ne seguì fu terribile.

Guardò Ron a terra con ancora l'asciugamano in vita, era sempre svenuto.

Non ci poteva credere.

Lo guardò disgustata, le veniva da vomitare.

La sua mente era piena di pensieri e l'unico coerente era quello di scappare. Velocemente aprì l'armadio e in fondo a destra c'era il suo vecchio baule di Hogwarts. Lo aprì violentemente e con gesti veloci della bacchetta fece entrare tutti i suoi vestiti e oggetti che le venivano in mente sparsi per la casa.

Era un automa, si muoveva a scatti. Sembrava stesse scappando dai Mangiamorte, correva per la stanza cercando di vestirsi il più velocemente possibile e uscire. Ron era svenuto certo, ma si sarebbe svegliato a breve.

Incantò il baule e lo spedì velocemente giù per le scale, verso l'ingresso.

Si infilò le scarpe e lo seguì di corsa, le pareti sembrava che si stessero stringendo su di lei impedendole di respirare.

Uscì di casa lasciando le chiavi nella ciotola, non voleva avere nulla a che fare con quella dimora.

Prese il baule e lo trascinò di peso verso la zona di materializzazione. Si fermò di colpo in mezzo alla strada.

"Dove vado?!" pensò disperata.

Harry e Ginny praticamente convivevano e avevano posto per lei, ma no. Non aveva la forza di andare da loro.

Lei era la migliore amica di entrambi certo ma Ron era migliore amico di Harry e fratello di Ginny.

La Tana? No. Pessima idea.

E poi le venne in mente.

Nel mentre le gocce di pioggia avevano iniziato a picchiettarle sul viso. Velocemente raggiunse la zona di smaterializzazione.

Chiuse gli occhi girò su se stessa e si materializzò.

 

 

Delle risate riempivano la cucina del numero 12 di Grimmauld Place a Londra.

La voce di un uomo, roca dalle risate, si poteva sentire sovrastare le altre.

"Erano le quattro del mattino ed eravamo appena tornati dalla Stamberga Strillante. Sai quella dove Remus doveva stare nelle notti di luna piena a quei tempi. Ecco, io e James eravamo appena rientrati e stavamo cercando di fare poco rumore per i corridoi per non farci beccare dai professori. Quando a un certo punto vediamo sulla mappa il nome di Silente che stava per girare l'angolo e beccare me e James, in pieno."

"E cosa avete fatto?" Chiese una voce profonda.

"Ci siamo guardati e senza dirci una parola ci siamo trasformati, non sapevamo cos'altro fare."

"E Silente?"

"E Silente svolta l'angolo, si ferma e vede un cervo e un cane nero fermi in un corridoio a fissarlo immobili. Ci guarda, sorride e dice "Scusatemi non volevo interrompere. Un difetto di un povero vecchio."

E poi gira i tacchi e se ne va!"

 

Sirius Black, Kingsley Shacklebolt e Remus Lupin erano chinati in due dal ridere mentre erano seduti al tavolo di mogano della cucina.

Sirius che aveva appena finito di raccontare la storia si stava asciugando le lacrime dagli occhi mentre Remus e Kingsley si tenevano la pancia per il troppo ridere.

"Ne sapeva una più di Merlino quell'uomo!"

concluse Sirius con una risata.

Remus che, come gli altri due uomini, aveva le lacrime agli occhi versò a Sirius e a se stesso un po' di vino elfico per poi fare cenno con la testa a Kingsley, che negò con il capo e coprì il bicchiere con la mano.

"No, no basta. Grazie" con la risata che ancora usciva dalla sua bocca, "a differenza vostra domani sono operativo già dalle sei!"

"Essere professori ha i suoi vantaggi."

confermò Remus alzando il bicchiere, come per concedergli un punto.

Era da anni che Remus e Sirius passavano le proprie estati in Grimmauld Place. Dopo la fine della guerra avevano aiutato il Ministero della Magia a gestire la crisi nella quale Voldemort aveva lasciato il Paese dopo essere stato sconfitto da Harry.

L'anno successivo entrambi avevano ricevuto una richiesta da parte della Preside McGonagall di entrare a far parte del corpo docente. Remus era tornato ad essere il professore di Difesa contro le Arti Oscure e Sirius aveva preso il posto della McGonagall come Professore di Trasfigurazione.

 

"Il grande Trio come se la sta cavando all'interno del Ministero?" chiese Sirius rivolto a Kingsley alzandosi per aprire la finestra. Un piccolo temporale estivo stava iniziando a cadere su Londra.

"Dalle mie informazioni molto bene, Harry si impegna molto in ogni cosa che fa, ma questo lo sapete meglio di me," entrambi sorrisero, "Ron anche è molto capace, hanno entrambi molto a cuore il loro lavoro."

"E Hermione?" chiese Remus che sentì lo sguardo di Sirius che dalla finestra gli perforava la nuca.

"So poco del suo lavoro, dopotutto è un Indicibile, ma Saul, il suo capo dipartimento è molto soddisfatto di lei.

A quanto pare lavora in continuazione, non si ferma mai."

Remus sorrise.

"Lei è fatta così."

 

Sirius si schiarì la gola e Remus continuò a sorridere a Kingsley, ignorandolo.

 

Sirius e Kingsley si misero a parlare della nuova gestione di Azkaban, che era stata completamente ricostruita e la collaborazione con i Dissennatori eliminata. Questo cambiamento era dovuto anche grazie a Sirius, che si era fatto portavoce della campagna. La prigione non era più quella di un tempo. Sempre dura, difficile, protetta ma comunque più controllata e umana.

 

Suonarono alla porta. Remus lasciò i due in cucina a parlare e andò lui ad aprire.

Una Hermione Granger in lacrime, fradicia di pioggia e pallida come un fantasma cadde in ginocchio sull'ultimo scalino del numero 12 di Grimmauld Place.

 

"Remus.." disse con voce flebile e roca accasciandosi.

"HERMIONE!" esclamò spaventato Remus che la raccolse da terra in extremis e la prese tra le sue braccia. Era svenuta.

 

"SIRIUS! KINGSLEY! VENITE A DARMI UNA MANO!"

 

 

 

 

 

Spazio Littletoknow

Oooh bene! Sono mesi che rimugino su questa storia e che cerco di trovare il tempo di pubblicarla e forse oggi è il giorno (o sera ahaha!). Mi rendo conto che molti di noi amano Ron ma questa storia è incentrata su una coppia ben precisa e purtroppo lui o finiva a fare la macchietta o aveva un ruolo più rilevante seppur negativo. Ho preferito la seconda da come potete leggere. So che molti/e di voi non avranno incontrato questo pair ma sono una grande amante di Remus/Hermione, bizzarra come cosa visto il mio amore per Tonks, ma dopo aver letto molte FF su di loro me ne sono innamorata. Amanti di Remus/Tonks non me ne vogliate vi prego! Detto ciò concludo dicendo che la voglia di scrivere questa storia è nata dal fatto che non ci sono molte FF su questo pair purtroppo, e non trovandone altre ho deciso di scriverne una io! Detto ciò grazie a voi che avete letto e alla prossima!

   
 
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