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Autore: __Lily    13/03/2021    1 recensioni
«Come potresti essere un mostro? Chi te lo ha detto?»
Mi strinsi nelle spalle.

Quella volta stavo giocando con Asuka non lontana da casa e lei era andata a riprendere la palla che era rotolata lontana, degli uomini ci videro e uno di loro disse «sono le figlie di quel demone, altri due piccoli mostri.»

Non ricordo il loro volto ma le loro parole non le ho mai dimenticate.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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QUATTRO.







Arrivammo che era pomeriggio, papà aveva voluto fare una sosta anche se non ero stanca e nemmeno la mamma e Asuka lo sembravano.
«Madre mi fai una treccia?» chiese Asuka.
«Certo, vieni» rispose spalancando le braccia.
«Le tue trecce sono sempre così belle a me non vengono così» si lamentò Asuka.
«Serve solo un po’ di pratica.»
Osservai le sue dita muoversi con decisione mentre intrecciava i capelli argentei della mia gemella e sapeva sempre con esattezza dove e quando intrecciare rimasi quasi incantata.
«Ne vuoi una anche tu?»
«No si rovinerebbe in fretta e poi sta meglio ad Asuka.»
Finita la treccia mia sorella iniziò a saltellare e sorridere mentre la mamma mi fece avvicinare a lei.
«Allora cosa ne dici di una coda?»
Annuii e mi sedetti, la sentii pettinarmi i capelli con le dita e poi iniziò a raccoglierli, li tirò un po’ alzandoli e me li legò con altri capelli.
«Ecco fatto» disse facendomi una carezza «una piccola sterminatrice perfetta.»
«Credi che al maestro piacerò?»
«Non ho dubbi e poi Kohaku ci conosce da molto tempo anche se tu e Asuka non lo avete ancora incontrato.»
«Kohaku sarà un buon maestro Setsuna, dovrai dargli ascolto.»
«Lo farò.»
«Asuka vieni qui mangiamo qualcosa e poi ripartiamo.»
«Padre quando arriviamo possiamo andare dagli zii? Voglio vedere Kikyo.»
«Dopo che ci saremo sistemati e poi ci hanno invitati a cena.»
«Davvero? Evviva!»
Sorrisi, era bello vedere Asuka così contenta e io ero felice di rivedere mia cugina e gli zii se solo non fosse stato Musashi…





Zia Kagome ci aveva preparato molte cose buone e alcune provenivano dal suo tempo come il ramen che preferivamo quasi tutti e per cui mio zio Inuyasha litigava spesso con zio Shippo.
«Com’è andata al palazzo?» chiese zia Kagome porgendo un’altra ciotola allo zio.
«Be’ abbiamo avuto un piccolo incidente ma ora è tutto apposto» rispose la mamma fissandomi.
«Che è successo?» domandò lo zio dopo aver ingoiato una quantità assurda di ramen.
«Setsuna si è ferita ma ora sta bene» disse mio padre.
Le ferite erano guarite in fretta non c’era più traccia ma ricordavo ancora bene l’illusione e quanto fosse potente ed ero determinata a continuare quell’allenamento fino a quando non fossi stata in grado di liberarmi da sola.
«Volete che la controlli? Posso-»
«Non serve Kagome lo ha già fatto Haru e poi le ferite sono guarite quasi subito» disse mio padre per calmare quasi tutti.
«D’accordo ma se cambiate idea…»
«Ha fatto male, l’ho sentito.»
«Come hai fatto Asuka? E tu che hai combinato?» chiese Kikyo curiosa.
«Mi stavo allenando.»
«Con i Tengu.»
«Cosa? Contro i Tengu? Setsuna…»
«Zia Kagome sto bene e poi c’ero quasi.»
Gli zii mi fissarono con sguardi di rimprovero ma quando guardai verso mio cugina nel sguardo non c’era affatto rimprovero ma comprensione.
«Li hai cacciati spero, questa è la seconda volta che i Tengu-»
«Volevo Kagome ma Setsuna mi ha implorato di non farlo.»
«Tsk e da quando hai il cuore così tenero Sesshomaru?»
«Ti consiglio di rimangiarti ciò che hai detto» rispose mio padre posando la mano sull’elsa della spada.
«Inuyasha a cuccia!» e mio zio si schiantò sul pavimento con un rumore impressionante facendo schizzare il poco ramen rimasto nella ciotola.
«Ah ma sarà mai possibile che voi due litighiate sempre?!»
«Dannata smettila!» ribatté lui alzandosi.
«Ci ho provato anche io ma funziona solo lo dice la mamma» disse Kikyo e scoppiammo tutti a ridere.
«Non è affatto divertente!»
Mio padre fece l’occhiolino a Kikyo e poi le consegnò il regalo che le aveva preso prima di tornare al villaggio.
«Aprilo.»
«Oh zio Sesshomaru è bellissimo!»
Tirò fuori il kimono incartato in un sacco e poi si gettò tra le braccia di mio padre, a volte invidiavo il rapporto che aveva con Kikyo ma ne ero anche felice.
Kikyo era più di una cugina per me e Asuka era una sorella e noi le volevamo molto bene.
«Asuka ha scelto il colore ma ero certo che ti sarebbe piaciuto.»
«Sì!»
Poco più tardi mia sorella crollò vinta dal sonno e dagli avvenimenti degli ultimi giorni ma io non ero ancora così stanca e infondo ero felice di stare con Kikyo e gli zii per quanto disprezzassi il villaggio.
«Setsuna chan sei pronta per domani?» chiese zia Kagome.
«Sì voglio conoscere il maestro.»
«Ti troverai bene con Kohaku è una persona molto buona e gentile.»
«Se ha deciso di formare nuovi sterminatori deve sentirsi davvero pronto» disse mio zio.
«Era ora che si lasciasse il passato alle spalle» rispose serio mio padre.
«Kohaku ti deve molto.»
«Non mi deve nulla Kagome non ho fatto granché, sappiamo tutti di chi è il merito se il suo cuore batte ancora. Tenseiga non avrebbe potuto restituirgli la vita.»
«Questo è vero ma per quanto mi scocci ammetterlo se è vivo è anche merito tuo Sesshomaru.»
«Hanno ragione» aggiunse la mamma sorridendo a mio padre.
«Sarà meglio andare» rispose lui osservando Asuka che dormiva profondamente stretta alla sua coda.
«Sì» concordò la mamma.
Mio padre prese Asuka in braccio, salutò gli zii e diede un bacio a Kikyo chiedendole di venire a trovarci ora che eravamo tornati al villaggio e promettendole che la prossima volta che fossimo tornati al suo palazzo lei sarebbe venuta con noi.
«Buonanotte» dissi io salutando tutti e abbracciando mia cugina poi presi la mano di mia madre e ci avviammo verso la nostra casa.
Asuka non si svegliò nemmeno quando papà la mise nel futon e la coprì pur sapendo che quella coperta sarebbe stata scalciata lontano poco dopo.
«Dovresti dormire anche tu» disse tirando su la coperta anche a me.
«Sì ma sono agitata per domani padre.»
«Non hai motivo di esserlo Setsuna.»
«Io dicevo sul serio quando ho detto che gli altri bambini non saranno come me e poi mi evitano già.»
«Allora quei bambini sono solo dei poveri stolti e si pentiranno di aver evitato colei che un giorno diventerà una delle più grandi sterminatrici» rispose sorridendomi alla fine.
«Credi davvero che diventerò così brava?»
«Non lo credo, io lo so.»
Anche la mamma venne a darci la buonanotte.
«Tuo padre ha ragione ma anche se loro non saranno buoni con te tu ricorda di esserlo con loro mh? Essere buoni non vuol dire essere deboli.»
«Lo ricorderò.»
«Bene ora dormi» disse lei dandomi un bacio poi tutti e due si alzarono e raggiunsero il loro letto, poco dopo guardando Asuka mi addormentai.



 

Quando mi svegliai era poco più dell’alba e a parte mio padre non c’era nessun altro sveglio.
«Vuoi allenarti un po’?»
«Sì!»
Uscimmo fuori dopo che ebbi indossato la mia tuta da sterminatrice.
«Cosa ti ha insegnato tuo zio?» mi chiese curioso.
Mi allenavo anche con lui e mi piaceva imparare così tante cose da così tante persone.
«A usare gli artigli.»
«Mostramelo.»
Sguainò la sua spada mentre io mi preparavo.
«Sankon-Tessou!» urlai scagliandomi contro di lui, sapevo che avrebbe parato i miei colpi e sapevo che sarebbe sempre stato così, per quanto potessi diventare forte non avrei mai eguagliato quella forza innata che aveva lui.
La sua spada parò i colpi come previsto ma non mi arresi, riprovai ancora e ancora senza però riuscire a colpirlo ma ci andai vicina perché vidi un pezzo di stoffa del suo kimono volare via trasporta dal vento.
«Ben fatto» mi disse sorridendo «Inuyasha qualche volta serve a qualcosa.»
«Sesshomaru, Setsuna!»
«Andiamo tua madre è sveglia.»
Corsi da lei sorridente.
«Madre hai visto?!»
«Sì ma ora basta allenarsi e poi avrai tutto il pomeriggio per farlo.»
«Sì ma non con mio padre.»
«Non smetterò di allenarti Setsuna ma ora credo sia pronta la colazione.»




Dopo aver lasciato Setsuna nel luogo dove avrebbe iniziato la sua formazione con Kohaku, Sesshomaru andò da suo fratello che come previsto era rimasta a casa.
Aveva portato Asuka con sé così avrebbe potuto giocare con Kikyo mentre lui avrebbe parlato con il fratello.
«Hey non allontanatevi troppo!» urlò Inuyasha alla figlia e alla nipote mentre correvano tenendosi per mano.
«Allora Sesshomaru? Perché sei qui?»
«Devo chiederti un favore» rispose il demone a denti stretti.
«A me?»
«Sì.»
Inuyasha lo fissò per qualche secondo incredulo, Sesshomaru stava davvero chiedendo il suo aiuto?
«Cosa vuoi? Non girarci troppo intorno.»
«Devi parlare con Setsuna io… ciò che diciamo io e Rin… le nostre parole non la convincono ma forse le tue sì.»
«Riguardo a cosa?»
«Non le piace stare qui e credo che la colpa sia degli abitanti di questo villaggio, anche se non mi vuole dire di chi si tratta so che qualcuno le ha detto delle cose che l’hanno ferita» rispose il demone tremando di rabbia.
«Ho capito non aggiungere altro, dopo vado a prenderla quando avrà finito la lezione con Kohaku e mentre la riaccompagno proverò a parlarle.»
«Grazie» rispose il fratello maggiore alzandosi.
«Non è facile per quelli come noi ma Setsuna è una bambina forte e intelligente.»
«Vuole mostrarsi sempre più forte di ciò che è e temo che questo sia colpa mia, voglio solo che sia felice» rispose mentre era voltato di spalle.
«Lo è per quanto dica di detestare questo villaggio, ci penserò io in questo la capisco meglio di chiunque altro.»
Sesshomaru annuì e uscì dalla casa di Inuyasha e Kagome.







 

Eccoci siamo quasi alla fine di Yashahime, e ancora non so cosa pensare di questo anime... però vi saluto come sempre e vi ringrazio se vi va fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre vi lascio con un estratto del prossimo capitolo.


 

«A quanto pare stiamo per formare la prima squadra, allora chi hai scelto Hisui?»
«Setsuna.»
Alzai lo sguardo e lo posai su di lui, mi sorrideva, non capivo.
«Io?» domandai sbalordita.
«Lei?» chiesero tutti in coro.
«Sì, voglio fare squadra con te se lo vuoi anche tu.»
Il maestro mi guardò e sorrise e poi sorrise ancora di più a suo nipote.
«Bene-»
«Non è giusto! Lei non dovrebbe nemmeno essere qui!» disse uno dei bambini, il suo nome era Mitsuo.
«E perché non dovrebbe essere qui?»
«Sensei lei.. lei è una mezzodemone» rispose quasi con disgusto.
Sussultai, non era la prima volta che sentivo dirmi una cosa simile dagli abitanti del villaggio.

  
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