Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: The world of Kassie    14/03/2021    0 recensioni
Kassandra ed Evander sono due ragazzi non solo accumunati da una solida amicizia, ma anche da un passato oscuro che vorrebbero dimenticare. Per fare ciò Evander cerca di andare avanti con la sua vita, sperando che il futuro che si vuole costruire lo aiuti a fare in modo che nessuno soffra tanto quanto ha sofferto lui. Kassandra, al contrario, non affronta quel lato oscuro della sua anima, chiudendosi sempre di più in se stessa. Indossando ogni giorno una maschera sperando che nessuno veda mai quando in realtà sia distrutta.
Ha già sbagliato in passato. Tutte le sue speranze per il futuro sono già state gettate nel cesso quel pomeriggio.
Ma forse, anche per gli animi più tormentati c'è una speranza.
Quest'anno potrebbe essere l'anno della svolta.
Quest'anno il ragazzo dal sorriso come il sole potrebbe diventare il ragazzo senza più speranze, mentre la ragazza dal temperamento oscuro, potrebbe ritrovare un valido motivo per vivere.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 CAPITOLO 5:

       Evander era nervoso, avrebbe dovuto parlare con Kassandra a proposito di Alastor e non sapeva da che parte iniziare. Non che ci fosse qualcosa di cui vergognarsi, o di cui preoccuparsi. Era totalmente sicuro che la sua migliore amica sarebbe stata contenta per lui.

Preoccupata.
 
Ma contenta che lui avesse trovato qualcuno con cui uscire e divertirsi almeno per una sera. Allora perché sentiva una strana sensazione ogni volta che il discorso gli passava per la mente e cercava di parlare con lei?

Forse aveva paura che si potesse arrabbiare? Che non sarebbe stata felice ma anzi, la preoccupazione di saperlo fuori senza di lei poteva prendere il sopravvento? O forse, una piccola parte di lui, sperava che la ragazza lo seguisse? Che decidesse di chiamare Amelia e di andare a spiarlo sperando di non farsi beccare?

Si sentiva tremendamente ansioso.

Da quanto tempo non usciva con un ragazzo?

Decisamente troppo.

“Eve”

“K-Kass” sobbalzò portandosi una mano al petto

“Non volevo spaventarti” sorrise dolce lei mentre appoggiava la sua borsa sul letto

“No, scusami, è solo che ero sovrappensiero”

“Ti va di parlarne?” domandò mentre si sedeva sul suo letto e metteva il suo cellulare in carica

Evander si voltò e si alzò dalla sedia per poi mettersi a sedere vicino all’amica, non sapendo bene da dove cominciare.

“Questa sera esco”

“Oh, beh, bene. Chi è il fortunato?”

“Non lo conosci”

“Il che non aiuta di certo a restringere il campo dato che a parte te al campus non conosco nessuno”

“Conosci Julian e Dave”

“No” scosse la testa lei “TU conosci Julian e Dave. Io li ho visto solo sabato scorso”

“Credevo che dopo sabato sera, avresti capito che vogliono uscire con noi di nuovo”

“Si, lo so. Ma solo perché siamo usciti tutti assieme una volta, non vuol dire che conosco quelle persone. L’unica che sto conoscendo è Amelia, ma lei non è al campus e non è un uomo, quindi, sono sicura non sia lei il tuo appuntamento segreto”

“Non è un appuntamento segreto” precisò subito

“Chiamalo come vuoi” fece spallucce “Sta di fatto che sta sera esci, da solo con un’altra persona e non mi vuoi tra i piedi” gli diede una leggera spallata

“Non è che non ti vogli tra i piedi, è solo che-”

“Vuoi risparmiarmi tu che sbaciucchi qualcuno?” lo prese in giro mettendo poi le labbra in modo che sembrasse stesse per baciarlo  

“Stupida” la spinse così che entrambi finirono distesi sul letto ridendo come non mai

Si sistemarono e poi Kassandra, messasi di lato, iniziò a giocare con i ricci del suo migliore amico che si beava, come ogni volta, di quel tocco.

“Lo sai che sono contenta che tu possa uscire e divertirti?”

“Mh”

“Non devi preoccuparti per me, io sarò qui a leggere” continuò

“Mh”

“Se, però, ci fosse un qualsiasi problema-”

“Ti chiamerò” completò la frase

“Bravo il mio cucciolo” sorrise per poi stenderti vicino a lui

“Kass”

“Mh?” mugugnò lei che, ad occhi chiusi, si godeva la vicinanza del ragazzo

“E se non volesse uscire con me perché, beh, insomma lo sai-”

“Scherzi vero?”

“No”

“Oh, andiamo. Non puoi dirmi davvero che non ti sei mai accorto della corte che ti accompagna ogni volta che giri per il campus”

“In realtà credo che guardino te”

“Perché sono la dea greca della morte e della disperazione accompagnata da un dio greco della bellezza insormontabile?” lo prese in giro

“No” scosse la testa lui

“Beh, di certo non possono sapere che non hanno nessuna speranza con te”

“Questo perché credono tu sia la mia ragazza. E non si avvicinano dato che, lasciatelo dire, alle volte sei terrificante”

“Non è vero!”

“Ed autoritaria”

“Non è vero! E se non la smetti ti arriva un pugno ben assestato che stasera il tuo appuntamento segreto non ti riuscirà a riconosce”

“Ecco appunto” sorrise “Kass”

“Si?”

“E se non dovessi, si insomma, se lui-”

“Eve” aprì gli occhi e si mise sopra il suo migliore amico “Sarebbe un folle a non voler uscire con te per qualsiasi motivo. Sei intelligente, dolce, qualcuno che preferisce prendersi cura di una pazza schizofrenica piuttosto che vivere la vita come un qualsiasi ventenne. Quindi non e sottolineo NON provare a pensare anche solo per un istante che chiunque ti abbia chiesto di uscire non abbia visto quello che vedo io ogni giorno”

“Tu sei di parte”

“No” sorrise dolce “Eve, nessuno si prenderebbe carico di-” sospirò “Di una come me”

“Kass”

“No” scosse la testa “Senti Eve, vai e divertiti. Anche solo se è un’uscita con qualcuno e te la vuoi spassare, fallo! La vita è troppo breve per passarla pensando a che cosa un’altra persona pensa di noi”

Evander prese la sua amica e se la strinse al petto baciandole la testa mentre lei si lasciava cullare da lui.

“Grazie”

“E poi chissà, magari potrei sempre seguirti in incognito. Sono sicura che Amelia approverebbe l’idea” scherzò
***

           Evander era ancora più nervoso a mano a mano che si avvicinava l’ora di uscire dalla sua camera per incontrarsi con Alastor. Dopo le mille raccomandazioni fatte dalla sua migliore amica si era finalmente deciso ad uscire.

Che cosa avrebbe fatto?

Che cosa avrebbe detto?

E se Alastor non si fosse presentato?

Se lo avesse solo prese in giro a causa del suo orientamento sessuale?

Certo, al momento non sapeva che lui fosse gay, ma sicuramente durante la serata sarebbe uscito il discorso. E come poteva andare allora?

Lo avrebbe deriso?

Lo avrebbe chiamato abominio?

“Evander, wow” disse mentre il castano si voltava di scatto

“Ho messo le prime cose che ho trovato” fece spallucce

“Beh, stai benissimo” sorrise “Allora? Andiamo?”

“Si, certo”

I due si incamminarono diretti verso un pub chiamato “The Hole in the Wall”, un piccolo locale nel centro di Scarborough dove pochissimi studenti vi si recavano a causa dello spazio angusto e della lontananza dal vero centro studentesco, ovvero il pub in cui lavorava Amelia.

Ad Evander andava bene passare la serata in un locale in cui non conosceva nessuno, eppure nonostante tutto, una parte di lui stava decisamente maledicendo sé stesso per aver accettato di andare in quel pub dimenticato da tutti quelli che conosceva.

“Che dici, qui può andare?” chiese il castano indicando un tavolo con due posti liberi

“Si, perfetto” sorrise Evander

I due amici presero posto, poco dopo una ragazza dai capelli corvini portati sbarazzini, con occhiali ed un rossetto rosso ciliegia che faceva risaltare i denti bianchi, si presentò al loro tavolo.

“Buonasera ragazzi, che vi porto?”

“Per me una birra bionda media”

“E per te, bellezza?”

“Un Gimlet, grazie” sorrise di ricambio notando come le gote di lei arrossirono

Quando poi la cameriera si voltò per andare al bancone con l’ordine, Alastor abbassò lo sguardo verso il suo fondoschiena, sperando che Evander non notasse quella sua piccola mossa.

Ovviamente si sbagliava.

Il castano notò quel gesto, ma preferì non fiatare e cercare di non pensarci.

“Lo sai, non pensavo mi avresti scritto”

“E perché mai?”

“Beh, diciamo solo che non mi sei sembrato, come posso dire, interessato”

“Interessato?”

“Si, interessato a voler uscire con me”

“Oh, no, assolutamente no. È solo che non ti conosco e, beh ecco, nonostante Kass dica che per me è facile fare amicizia, in realtà non è così”

“E come mai?” chiese

“Per varie cose che mi sono successe nel passato” ammise sperando che Alastor cambiasse discorso il prima possibile

“Ecco a voi, ragazzi” disse la cameriera mettendo davanti i due i rispettivi bicchieri

“A te” sorrise Alastor per poi prendere il suo bicchiere “A noi”

“A noi”

“Che sia la prima di molte altre serate” aggiunse per poi prendere un sorso del suo cocktail

“Si”

“Allora, che cosa mi racconti di te, Evander?”

“Non c’è molto da dire, in verità, ho passato tutta la mia vita a Glendfield. Mia madre mi ha cresciuta da sola, praticamente. Mio padre se ne è andato quando io avevo pochi mesi. Non ho ricordi di lui. Un giorno ha deciso che la vita famigliare non faceva per lui e se ne è andato”

“Mi dispiace”

“Oh, non ti devi preoccupare, mia mamma ha trovato l’amore della sua vita, Robin. È uno apposto e mi ha cresciuto come se fossi suo figlio. Infatti, mi ha anche dato il suo cognome”

“E non hanno voluto un figlio loro? Senza offesa eh”

“Nessuna offesa, purtroppo Robin non può avere figli, quindi si è dovuto accontentare di uno come me” alzò le spalle

“Io credo che sia davvero fortunato ad averti come figlio. Alle volte sono proprio le persone con cui non condividiamo il sangue, quelle che ci amano di più”

“Già” sorrise “Ma sai, anche se sono figlio, ho sempre Kass. Non vedo l’ora di fartela conoscere, lei è come, beh, Kass è la sorella che mi sono scelto”

“Parli spesso di lei, potrei quasi pensare che tu ne sia innamorato”

“Oh, credimi non potresti essere più lontano dalla realtà”

Ecco.

Quello era il momento.

Era l’occasione per dire ad Alastor che a lui le ragazze non interessavano, non piacevano, non lo attraevano. E si sarebbe ritrovato a bere da solo. Come capitava ogni volta che diceva il suo orientamento sessuale ad un qualsiasi uomo. Se poi si trovava davanti ad un “maschio alfa”, beh, in quel caso, si salvi chi può.

“È brutta, quindi?”

“Cos- no!” esclamò subito “Kass è una bellissima ragazza, se solo iniziasse a valorizzarsi di più”

“Non dirmi che è una di quelle che crede nella bellezza naturale” scosse la testa “Insopportabili, quasi peggio di quelle che continuano a sostenere che se sono in carne è perché sono curvy e non perché non stanno attente a quello che mangiano”

“Non credi che sia un discorso troppo generalizzato? Certo, ci sono ragazze che magari sono un po' in carne perché seguono la dieta sbagliata. Ma alcune di loro hanno delle patologie o delle malattie che noi non conosciamo. Non puoi avere la presunzione di categorizzarle tutte come curvy, o obese o che so io. Alcune di loro vivono con la costante ansia di non andare bene per la società, vengono bullizzate nei social, o per strada o dalle stesse amiche”

“Hey, calmati. Non volevo offendere nessuno. Stavo solo esprimendo il mio parere”

“Lo capisco, ma alle volte prima di esprimere il proprio parere bisognerebbe riuscire a mettersi nei panni di quelle, passami il termine, categorie di persone a cui ci si riferisce”

“Sembra quasi che anche tu abbia ricevuto un trattamento simile” disse Alastor “O stai ancora parlando della tua amica?”

“Sono un uomo gay. Ogni giorno da quando ho fatto coming out non aspetto altro che qualcuno decida di picchiarmi perché ho lo smalto alle unghie, perché mi vesto in modo non conforme a quello che un “vero uomo” dovrebbe indossare” spiegò mimando le virgolette “Quindi si. Ci sono passato e non sopporto quando qualcuno scambia la propria opinione per pura ignoranza”

“Mi dispiace, io non-” deglutì “Scusami, dico davvero. Non ho pensato a quello che dicevo mentre lo dicevo. So che cosa vuol dire essere preso di mira dai bulli e, non ci ho pensato. Ti prego, scusami davvero”

Evander lo guardò.

Sembrava sincero e poi, doveva ammetterlo, non lo conosceva così bene da poter dire se avesse esagerato o meno. Stava solo esprimendo il suo pensiero ed Evander aveva sparato a zero senza dargli il tempo di spiegare che cosa volesse intendere sul serio.

“Scusami tu” disse alla fine “E’ solo che ho imparato ad attaccare prima di venire attaccato da chiunque avesse un briciolo di pregiudizio”

“Lo so, e ti capisco” sorrise imbarazzato “Non sono nella tua stessa situazione, ma avere un padre insegnante nella stessa università in cui studi non è stato il massimo. Soprattutto se le persone volevano esserti amiche solo per avere un voto più alto o non facevano altro che chiedermi favori su favori”

“Non deve essere stato facile”

“No, se in mezzo ci metti che io e mio padre non eravamo proprio fatti l’uno per l’altro, per usare un eufemismo” prese un sorso del nuovo cocktail che avevano ordinato “Ma non parliamo di queste cose, non roviniamoci la serata”

“Si, hai ragione”

“Allora Evander, che cosa ti ha portato a Scarborough? Immagino tu abbia avuto molte scelte prima di finire in questa città dimenticata da tutti”

“Scarborough non è così male, se solo gli dessi una possibilità” iniziò “E poi è una tra le migliori università con la specialistica per diventare insegnante di scuola elementare. Come ti ho già detto, vorrei riuscire ad insegnare ai bambini a non avere pregiudizi su qualsiasi altra persona possano incontrare nella loro vita”

“Tua madre deve essere orgogliosa di come ti ha allevato” sorrise “Lo sai, non sembra che tu abbia solo vent’anni”

“Non sei il primo a dirmelo” ammise imbarazzato “Credo sia per il fatto che ho dovuto imparare a crescere subito, come se mi sentissi in dovere di proteggere mia mamma prima che incontrasse Robin, e poi con Kass… Credo sia per quello che difficilmente vado d’accordo con quelli della mia età”

“Beh, allora è una fortuna per me, dato che nella carta ho ventitré anni” scherzò

Evander lo guardò non riuscendo a capire che cosa intendesse con quella frase.

“Non dirmi che non hai capito che sto cercando in tutti i modi di provarci con te” precisò “Dio, devo aver perso il mio tocco magico”

“Tu stai… Con me?”

“Direi proprio di sì” scosse la testa “O tu sei troppo ingenuo, davvero, è meglio se mi alleno di più allo specchio”

“I-io non, ecco, non credevo che-”

“Non credevi, che cosa? Spero tu non abbia pensato che volessi uscire con te solo perché ti ho visto più e più volte circondato da ragazzine starnazzanti”

“Beh, no, ma, insomma-”

“Lo sai, sei ancora più bello quando arrossisci e ti imbarazzi”

Come era inevitabile, Evander arrossì ancora di più.

“Che dici, facciamo un altro giro?”

“Si, certo, perché no”

“Dobbiamo assolutamente brindare a questa serata, sperando che sia il nostro punto di partenza e che dopo questa sera, ci saranno molte altre sere insieme”

Alastor si alzò per andare verso il bancone ad ordinare mentre Evander si sentiva strano; la serata stava andando bene, Alastor lo stava corteggiando in modo serrato, soprattutto adesso. Allora perché sentiva che c’era qualcosa che non andava?

Si voltò a guardarlo, notando come si era posto nei confronti della barista. Quel ragazzo nascondeva qualcosa, ne era sicuro.

Ma ci avrebbe pensato in un altro momento.
***

“Buongiorno funghetto”

“Mh”

“Ti ho preparato un’aspirina” disse con voce bassa Kassandra mentre porgeva al suo coinquilino un bicchiere di vetro

“Ho la testa che mi scoppia” si lamentò mentre, lentamente, si toglieva le coperte da sopra la testa

“Non avresti dovuto bere così tanto”

“Mh”

“Almeno non hai vomitato sul letto come faccio io” scherzò

“Mh”

“Credi di farcela se esco un paio di ore?” domandò mentre gli accarezzava i ricci

“S-si”

“Se hai bisogno basta che mi chiami” precisò per poi dargli un bacio sulla fronte “Almeno non hai preso la febbre”

“Sarai in libreria?”

“Credo di sì” fece spallucce per poi alzarsi “Sicuro che posso andare?”

“S-si. Io rimarrò qui fino a quando il mondo non smetterà di girare”

“Allora buona fortuna, perché mi sa che ci vorrà un po'” scherzò per poi uscire

            Quella mattina la giornata non era esattamente delle migliori, al contrario, appena uscita dal campus il cielo aveva deciso di annuvolarsi ancora di più e dal nulla un vento che avrebbe potuto far volare la casa di Dorothy, ovviamente, come se il vento non bastasse, non si era portata via un ombrello nel caso quelle nuvole nere avessero deciso di riversarsi contro di lei.

“Non dirmelo”

“Non provarci!” esclamò lei cercando di non bagnare troppo la libreria

“Prendere un ombrello era troppo normale per te?”

Kassandra alzò gli occhi al cielo e si avvicinò alla sua solita poltrona.

“Andiamo, pensavo che ormai avessimo creato un certo legame” continuò Sebastian mentre spostava dei libri

“Che cosa stai facendo?” domandò lei

“Per il tuo grande disappunto, perché lo so che sarai contrariata da ciò, sto cercando di dare una sistemata a questo posto”

“Non mi stai dicendo che sei chiuso ed io sono entrata senza chiedere effettivamente se fosse aperto o chiuso”

“Non preoccuparti, con una giornata così difficilmente la gente entra qui. O di regola difficilmente la gente, a parte te, entra qui”

“Eppure, sono sicura di aver visto la fila alcuni pomeriggi. Sai, ragazzine urlanti, ragazzini che ti ammiravano da distante”

“Una battuta? Subito appena arrivata?”

Kassandra scosse la testa e si mise a girovagare per i vari scaffali ma, in quel disordine che Sebastian stava creando, non riusciva a trovare qualcosa che la potesse aiutare a passare alcune ore lontana dal campus.

“Vuoi una mano?” si ritrovò a dire

“Stai scherzando?”

“No” sospirò “In mezzo a questo casino non mi trovo e vedere te che vai su e giù mi sta urtando il sistema nervoso. Sono una persona con la pazienza ai minimi storici”

“Mio nonno non me lo perdonerà mai”

“Sbaglio o lui ora non c’è?” chiese incrociando le braccia al petto

“Hai così tanta voglia di passare del tempo con me, eh” sorrise lui

“Non provarci” lo guardò “Non sei tu il motivo per cui sono qui”

“Non cederai mai, vero?” scosse la testa “Lo sai, Kassie, alle volte un sorriso ed un po' di gentilezza non ti ucciderebbe”

“Kassie? Siamo diventati così amici?”

Lui la guardò alzando un sopracciglio e poi, come se nulla fosse, sorrise continuando a spostare i libri.

“Se proprio vuoi aiutarmi, prendi quelli e portali di qua” indicò con la testa “Allora, c’è qualche motivo specifico che ti spinge a stare qui ad aiutare un povero librario alle prime armi, anziché stare con il tuo fidanzato?”

“Il mio fidanzato?” domandò lei non capendo

“Capelli ricci, alto, decisamente troppo protettivo nei tuoi confronti”

“Lui è Eve” rispose lei “Il mio migliore amico”

“Sicura?”

“Non potrei essere più sicura. Se non fossimo amici e vedesse me e te passeggiare per la spiaggia, fidati, guarderebbe te”

“Oh. Beh, il mio migliore amico ha il fidanzato” fece spallucce

“E questi?” domandò lei mentre prendeva altri libri

“Lì, grazie” indicò “Proprio non mi vuoi rispondere, vero?”

“Non c’è una risposa. Semplicemente non mi piace stare chiusa in quattro mura”

Lui la guardò.

“Qui posso viaggiare dove voglio” precisò subito

“Scusami la domanda, ma avendo il tuo migliore amico con te, non dovresti stare con lui?”

“Sì e no” alzò le spalle “Tu stavi ogni secondo con il tuo migliore amico, o con la tua migliore amica”

“Con Steve ci sono cresciuto, a parte quando si trattava di ragazze eravamo sempre assieme”

“Ma se, per ipotesi, aveste avuto caratteri diametralmente opposti e tu non fossi poi così felice di aver fatto l’universitàcon lui, non cercheresti di passare meno tempo possibile con il tuo migliore amico in modo tale che lui possa farsi la sua vita senza avere il peso di doversi preoccupare sempre per te? Non cercheresti in tutti i modi di lasciargli vivere la sua vita, anche a costo di non farne parte?”

“Credo, beh, di sicuro farei tutto quello che è in mio potere per non essere un peso per il mio migliore amico”

“Quindi puoi capire il perché preferisca passare il mio tempo in questa libreria in cui molto tempo fa riuscivo a stare bene, mentre ora sono costantemente disturbata, rispetto a passare il mio tempo al campus”

“Senza dimenticare che ti sto sfruttando per spostare i libri e gli scaffali” sorrise lui

“Esatto” si ritrovò a sorridere a sua volta

“E’ davvero molto importante, vero?”

“Si, si lo è”

“Se non fosse gay, saresti innamorata di lui?” chiese a brucia pelo

“Come lo puoi essere dell’aria che respiri” si ritrovò a dire “Eve è la parte della mia anima buona. Tutti credono che l’anima gemella sia il vero amore, io credo che la mia sia lui. Non mi importa se non ci baciamo, non facciamo l’amore, quando ho bisogno, quando ci sono quei giorni in cui non vorrei rimanere da sola con me stesa, lui è lì”

“Ti capisco” ammise alzandosi e facendosi scrocchiare la schiena “Steve è il fratello che non ho mai avuto. Abbiamo giurato di essere l’uno al fianco dell’altro, fino alla fine dei nostri giorni”

“Non ti facevo un sentimentale”

“Non ti facevo una romantica”

I due si guardarono e poi si sorrisero continuando con il loro lavoro di sistemare quella piccola capsula del tempo che, ormai Kassandra ne era consapevole, non sarebbe stata più la stessa in cui aveva messo piede quasi due anni prima.

Ed un po' iniziava a capire che forse, tutto intorno a lei stava cambiando.

Evander che, nonostante fosse stata solo la prima uscita, iniziava ad aprire il suo cuore a qualcuno, Amelia che stava diventando una sua amica, la libreria in cui era abituata ad andare e, lo doveva ammettere, anche lei stava cambiando.

Se qualcuno le avesse detto che l’avrebbe vista spostare libri con un perfetto estraneo, facendo anche conversazione, non ci avrebbe mai e poi mai creduto.

Credeva che il suo mondo fosse finito quel pomeriggio, ma forse, il suo mondo stava lentamente ricominciando a girare.

Forse, il suo mondo avrebbe avuto inizio proprio da quel pomeriggio di tanti anni fa in cui aveva perso una persona a lei cara.

“Hai impegni per questa sera?”

“Calma Soldato d’inverno” lo prese in giro “Aiutarti a sistemare libri, non fa di noi una nuova coppia di amici che escono
insieme il sabato sera”

“Soldato d’Inverno?”

“Non starò qui a spiegarti chi sia” scrollò la testa

“Mi sa che avrò delle ricerche da fare, allora” scherzò

“Buona fortuna” sorrise lei

“Lo sai, sei più carina quando sorridi”

“Funziona veramente questa frase?” lo guardò

“Alle volte” fece spallucce mentre lei rideva

“Beh, schiavista, ora devo proprio andare” disse prendendo il telefono in mano

“La tua anima gemella?”

“Bingo!”

“Domani siamo chiusi!” esclamò mentre lei era dalla porta “Ma se vuoi passare per una tazza di tea e per aiutarmi con gli scaffali, io ci sono”

“Buona giornata Sebastian” lo salutò lei
***

“Mi sento uno schifo, ma almeno mi sono alzato dal letto e mi sono lavato e profumato”

“Tu profumi sempre”

Evander guardò Kassandra che si stava spogliando dato che era rientrata completamente fradicia a causa della pioggia.

“Vado a farmi una doccia calda”

“Non potevi prendere un ombrello?”

“Speravo di riuscire ad arrivare in libreria prima della pioggia” sbuffò per poi chiudersi in bagno

Mentre la rossa era all’interno del piccolo bagno, qualcuno bussò alla porta della camera. Evander guardò verso la porta bianca dietro la quale vi era Kassandra, ma sapeva bene che se mai fosse stato qualcuno per lei, glielo avrebbe detto.

Di nuovo qualcuno bussò.

Era come paralizzato.

Ogni volta che sentiva bussare alla porta non poteva non ripensare a quando era chiuso in bagno con Hayden e Kassandra e dietro la porta vi era il diavolo in persona.

“Evan, Kassie, sono io, Julian”

Il riccio si rilassò all’istante e, dopo alcuni secondi, andò ad aprire.

“Hey”

“Ciao Evan” sorrise imbarazzato “Scusami se sono piombato così, ma vedi, ehm, io e Dave andiamo a pranzo qui vicino e ci siamo chiesti se volevate unirvi, così magari potevamo organizzare qualcosa per stasera”

“Oh, ehm” si grattò la nuca “Veramente Kass al momento è in doccia ed io non sono in vena di andare fuori a mangiare”

“Oh, ehm, o-okay” balbettò deluso “Scusami allora, credevo solo che dopo, si insomma, dopo la scorsa settimana, potevamo organizzare qualcos’altro”

“No, non preoccuparti, per stasera non ci sono problemi. Sia io che Kass non abbiamo impegni. È solo che lei è uscita e si è presa la pioggia, io invece sono uscito ieri sera e devo ancora smaltire un po' la sbornia”

“Si, non ti devi preoccupare”

“Eve, avevo sentito la porta e-” la rossa si bloccò “Oh, ehm, ciao”

“Ciao Kassie”

“Mi ero dimenticata che dovevate vedervi?” domandò mentre si avvicinava alla porta frizionandosi i capelli con l’asciugamano “Se volete, tempo di vestirmi, ed esco”

“No, nessun programma che non sai” si affrettò a dire Julian “Ero solo venuto ad invitarvi fuori a pranzo, ma Evan mi ha già detto di no”

“Però potremmo vederci questa sera” precisò subito il riccio

“Senti, ehm”

“Julian” disse il biondo

“Si, lo so” alzò gli occhi al cielo la rossa “Perché tu ed il tuo amico non passate di qui più tardi? Così ci mettiamo d’accordo sul da farsi e sento anche Amelia”

“Okay, si perfetto. A dopo allora”

Kassandra lo salutò con la mano per poi andare verso il bagno per finire di prepararsi, mentre Evander, dopo averlo salutato, chiuse la porta.

“Kass”

“Si?”

“Secondo te potrei invitare Alastor questa sera?”

“Chi?” domandò lei mettendo la testa fuori

“Il ragazzo di ieri sera”

“Oh, lui, beh, non vedo perché no. Ma sei davvero sicuro sia pronto a conoscere una pazza psicopatica che non ha la ben che minima voglia di fare finta che la gente le piaccia?”

“Con Julian e gli altri non hai avuto problemi”

“Perché lui non parlava con me sabato scorso, e perché eravamo al cinema e quindi non parlava nessuno”

“Non è vero”

“Alle volte sei proprio ingenuo” scosse la testa

“E tu sei più cinica del solito”

“Lo so” fece spallucce per poi uscire dal bagno

“Quella è mia?”

“Nostra!” esclamò lei “Questa è la nostra felpa”

“Allora provo a chiamarlo”

“Vai cowboy” lo incoraggiò mentre si distendeva sul letto

“Tu potresti invitare il ragazzo della libreria”

“Non c’è nessun ragazzo della libreria”

“Come vuoi” sorrise per poi prendere il suo IPhone e cercare in rubrica il nome di Alastor
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: The world of Kassie