Capitolo 3 Amici fuori dal comune

Passò un mese durante il quale le italiane tornarono nella loro scuola mantenendosi sempre in contatto con gli inglesi attraverso lettere scritte a mano.
Fu proprio questo giorno che le ragazze ricevettero nelle buste dei biglietti per andare a Londra durante un ponte tra due festività che , miracolo, durava una settimana. Non vi dico la meraviglia dipinta sui volti delle giovani, erano talmente felici che si cercarono per tutta la scuola e, una volta trovate, improvvisarono uno stacchetto stile Britney Spears davanti ad una decina di ragazzi che le guardarono ammutoliti per le mosse che avevano visto fare dalle compagne. Le italiane non si fecero ripetere due volte l’invito ed andarono lo stesso pomeriggio in aeroporto (il giorno seguente sarebbero state a casa essendo domenica). Il viaggio fu breve perché usato per esercitarsi nel parlare velocemente in inglese dato che avevano perso la parlantina.
Una volta sbarcate le ragazze e la professoressa Conte si guardarono intorno in cerca dei ragazzi che, come scritto nelle lettere, le sarebbero venute a prendere. Tutto questo lo sto dicendo così velocemente perché si è effettivamente svolto a velocità lampo per le protagoniste tanta era l’allegria. Voglio però precisare che c’era anche una figura, com’è giusto che sia, che non era affatto felice di dover tornare in Inghilterra; difatti la povera Alessandra venne letteralmente trascinata dalle coetanee fino all’aeroporto(E fu l’unica a non prendere parte allo stacchetto alla Britney Spears.)
Come stavo dicendo, le nostre avvenenti fanciulle (Si fa per dire NdA) (Si fa per dire eh??!! NdRaga) (Ehm.. Credo che potete anche mettere via quelle scope, possiamo parlare civilmente, no? NdA) (Pestaggio selvaggio. Ouch NdA) (Tzè, che razza di autrice. NdRaga) Dicevo, le nostre caaare ragazze attendevano i loro prodi cavalieri.. (Autrice..!! è_é NdRaga) (Ok, ok.NdA) insomma alla fine gli inglesi arrivano e se le portano a visitare gli ambienti che frequentano normalmente nei doposcuola. Arriva il crepuscolo e la compagnia decide che è il momento di andare a nanna, se non fosse che...
“E quello che diamine è?!” urlò Melania disgustata verso un essere peloso apparso al centro della strada che avevano appena imboccato.
“Oh-oh . Ragazze, forse è meglio che ve ne andiate. Ci pensiamo noi.”Disse Andrew mentre Taylor e Manuel, dopo aver spinto le loro ragazze (risp Elisa e Melania) in un’altra strada, gli si affiancavano.
“Io vado con loro così se ci seguono li sistemo.” Disse Josh ai compagni che stavano diventando impazienti visto che le ragazze non se ne andavano.
A quel punto Josh, Lucas e il professore presero per mano la rispettive ragazze, e la donna, ed iniziarono a correre incitando anche le altre due a fare lo stesso.
Ma Melania era come diventata un tutt’ uno con il pavimento perché si era accorta che altri due esseri l’avevano raggiunta. Le creature stavano per attaccarla con un balzo e ferirla mortalmente se non fosse stato per l’intervento provvidenziale di Alessandra che, ringraziando il sempre maggiore allenamento per lo sviluppo dei riflessi, aveva colpito uno dei due con un calcio così potente da farlo ruzzolare per la strada. L’altro si sconcentrò dalla sua iniziale preda e portò tutta la sua attenzione verso l’intruso che rispose con una serie di pugni a raffica di cui, la bestia, riuscì a schivarne solo pochi.
Ma si vedeva che i danni inflitti dai colpi della ragazza sortivano solo un effetto temporaneo.
Fu per proteggerla che Josh Collins si rivelò facendo apparire la sua spada di Fuoco e troncando così la testa alla bestia che si accasciò al suolo facendo sfuggire un urlo a Melania e inondando di sangue Alessandra.
Dopo l’intervento del ragazzo le altre bestie si allontanarono e la situazione divenne ancora più complicata del previsto.
Josh Collins si era rivelato e non si poteva fare nulla per impedire che le ragazze chiedessero spiegazioni per l’accaduto. Ma le domande tardarono ad arrivare.
La strada era divenuta silenziosa come mai.
Proprio Josh ruppe il silenzio con una domanda che, probabilmente, non avrebbe dovuto fare:“Come stai?”
A tale domanda Alessandra prima lo guardò con sguardo incomprensibile, sentiva di essere stata tradita, provava odio, incomprensione ma, soprattutto, paura.
E quando il ragazzo tentò di avvicinarsi a lei per abbracciarla qualcosa scattò: la paura.
La paura , prendendo il sopravvento, la fece gridare a squarciagola facendo così capire al ragazzo il grosso errore che aveva compiuto.
*Probabilmente..* pensa il ragazzo abbassando il braccio e arretrando di un passo *..per lei non sono molto diverso dal mostro che ho appena ucciso.
Anzi, sono peggio.* Chinò il capo e strinse i pugni così forte da rompere la pelle.
*Le ho mentito, l’ho ingannata facendole credere di essere quello che non potrò mai essere, ho dimostrato di non essere realmente umano. E tutto questo per non rischiare di perderla quando, invece, se la stava cavando  benissimo da sola.
Sono un idiota.
Alla fine l’ho persa lo stesso.*
Nel momento in cui le mancò il fiato lui si girò e, sempre a capo chino per non mostrare le lacrime, se ne andò certo di non poterla più vedere.
In quel momento iniziò a piovere a dirotto come se l’intera volta celeste fosse partecipe della tristezza ed il dolore che il ragazzo provava.
Ma non sempre ciò che crediamo perduto lo è realmente.
Il Destino gli avrebbe dato altre occasioni per vederla, ovviamente, quando meno se lo sarebbe aspettato. Specialmente se ci sono degli amici veri pronti a tutto per risolvere simili problemi.

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Uh-uh, fine terzo capitolo... i ragazzi riusciranno a riappacificare i due amici? O dovrà intervenire il destino?
cucciolotta 92

RINGRAZIAMENTI!!

Sono consapevole che questa storia non sia delle migliori, perciò... una caloroso abbraccio all'unico lettore/lettrice che segue questa storia. Grazie di esistere! Scriverò finchè ci sarà almeno un'anima disposta a leggere.