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Autore: __Lily    18/03/2021    1 recensioni
«Come potresti essere un mostro? Chi te lo ha detto?»
Mi strinsi nelle spalle.

Quella volta stavo giocando con Asuka non lontana da casa e lei era andata a riprendere la palla che era rotolata lontana, degli uomini ci videro e uno di loro disse «sono le figlie di quel demone, altri due piccoli mostri.»

Non ricordo il loro volto ma le loro parole non le ho mai dimenticate.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Naraku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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CINQUE.







Quel pomeriggio iniziò il mio addestramento da sterminatrice.
La mamma mi aveva accompagnata nel luogo dove ci saremmo allenati io e gli altri bambini e inoltre era impaziente di rivedere il suo vecchio amico Kohaku io invece ne avevo sentito parlare solo dalle gemelle e raramente da Hisui che non ricordava molto lo zio.
«Guarda Setsuna ci sono molti bambini» disse la mamma indicandoli.
Era vero c’erano abbastanza bambini almeno dieci o forse di più e Hisui era uno di quelli.
Hisui era vicino a suo zio ma quando ci vide arrivare ci corse incontro e abbracciò mia madre.
«Zia Rin!»
«Hisui sono felice di rivederti» rispose lei scompigliandogli i capelli.
Lui era più grande di me di qualche anno e a volte parlagli mi intimidiva per questo mi mettevo sulla difensiva.
«Rin quanto tempo» disse Kohaku venendoci incontro.
«Kohaku!» rispose lei e poi lo abbracciò.
Mia madre non abbracciava mai altri uomini a parte mio padre quindi il mio maestro doveva essere importante per lei.
«Sono così felice che tu sia tornato.»
«Anch’io e poi mi mancavate e anche Musashi» rispose guardandosi intorno ma poi il suo sguardo si posò su di me.
«E tu devi essere Setsuna.»
Annuii.
«Sì lei è Setsuna» rispose la mamma spingendomi un po’ avanti.
Non ero come lei e Asuka così aperte e non impacciate nel parlare con gente nuova.
«Sei pronta Setsuna?»
«Sì Sensei» risposi.
«Sensei? Be’ dovrò abituarmi a questo nome immagino» rispose sorridendo «Hisui, Setsuna andate ad unirvi agli altri io arrivo subito.»
Hisui si incamminò ma io non ci riuscivo.
«Madre…»
Lei si abbassò.
«Andrà tutto bene vedrai» rispose dandomi un bacio, «Kohaku ti insegnerà molte cose.»
Hisui tornò indietro mi prese per mano e ci unimmo agli altri bambini.
Rin rimase a guardare la figlia che titubate raggiungeva un gruppo di bambini con cui sperava potesse fare amicizia, la amava immensamente e anche se amava suo marito e il suo carattere sperava che la figlia riuscisse ad aprirsi a nuove persone anche se ciò avrebbe significato tempo, ma farla partecipare a quella formazione sarebbe stato utile o almeno lo sperò.
«Sembri molto più agitata tu di lei.»
«Temo che sia così.»
«Rin andrà bene sono certo che le piacerà o almeno lo spero.»
«Non dubito di te Kohaku ma Setsuna… lei non è come Asuka, non è facile per lei aprirsi agli altri. Ha un grande cuore ma non riesce a mostrarlo.»
«Mi ricorda qualcuno» rispose Kohaku.
«Già in questo assomiglia molto a Sesshomaru, Kohaku…»
«Tranquilla Rin la terrò d’occhio, sono più che certo che sia davvero una bambina speciale.»
«E’ meglio che vada ora.»
«Sì anche io» disse voltandosi verso i nuovi apprendisti.
«Se vuoi passa a trovarci.»
«Lo farò.»
Rin salutò Kohaku poi diede un’ultimo sguardo alla figlia e si incamminò nuovamente verso casa.




«Bambini formate un cerchio!»
Tutti obbedimmo e anche in fretta cosa che fece indubbiamente piacere al mio Sensei.
«Bene io sono il vostro maestro, il mio nome è Kohaku e lei» disse indicando un piccolo demone che gli stava a fianco «è Kirara.»
«E’ così carina!» disse un’altra bambina.
Di bambine c’erano solo tre e io ero una di quelle, il resto erano tutti maschi.
«Bene ora presentatevi a turno a partire dall’ultimo a destra.»
Io ero al centro accanto a me c’era Hisui e poi un bambino che ancora non conoscevo.
Sentii molti nomi quel giorno e parecchi li memorizzai, infondo sarebbero stati miei compagni.
«Io sono Hisui» disse il mio amico facendo un passo avanti.
Toccava a me ma odiavo essere così al centro dell’attenzione.
Guardai il mio maestro che a sua volta mi incoraggiò con lo sguardo così feci un passo avanti.
«Setsuna» dissi e poi mi rimisi al mio posto e guardai gli altri miei compagni presentarsi.
Aspettammo che tutti si presentassero poi il maestro si alzò in piedi e ci guardò uno a uno.
«Adesso voglio che scegliate un compagno ma dovete ricordare che quel compagno non lo potrete cambiare quindi pensateci bene vi lascio del tempo.»
Mi guardai attorno ma vidi che gli altri bambini già parlavano tra di loro e che la maggior parte puntavano su Hisui.
Aspettai un po’ ma nessuno venne da me e io non ebbi il coraggio di andare da loro così mi sedetti in disparte sotto a un albero e attesi che decidessero con chi stare.
Hisui era accerchiato da molti bambini e da una delle bambine Akane ma non sembrava dispiacergli, poi il mastro venne a sedersi vicino a me.
«Non dovresti scegliere il tuo compagno?» mi chiese gentilmente.
«Sì ma loro non mi vogliono.»
«Dovete ancora conoscervi bene Setsuna.»
«No Sensei loro non mi vogliono perché sono diversa» risposi fissandolo.
«E’ quello che pensi?»
«E’ quello che so, è quello che ho sentito» risposi ma non riuscii a reggere di più il suo sguardo.
«Qui non dovrai sentirti in questo modo io voglio formare nuove squadre di sterminatori e in una squadra deve esserci fiducia. Troverai il compagno giusto per te non ho dubbi» disse lui guardando gli altri bambini.
«E se non lo trovo?»
«Vuoi fare una scommessa con me Setsuna?»
«Cosa scommettiamo?»
«Decidi tu.»
Non mi venne in mente nulla e il maestro non proseguì oltre.
«Conosco da molto tempo i tuoi genitori, devo molto a tuo padre e Rin… lei è come una sorella per me.»
«Non lo sapevo.»
«Sono mancato troppo tempo da questo villaggio ma era ciò di cui avevo bisogno ma ora sono tornato» rispose sorridendomi «il tuo aspetto è come quello di Rin ma il tuo carattere è come quello del signor Sesshomaru e un carattere simile spiccherà sempre sugli altri.»
Gli sorrisi, era il primo abitante di quel villaggio che parlava bene non solo di mia madre ma anche di mio padre.
«Guarda» disse indicando Hisui che correva verso di noi.
«Zio Kohaku! Ehm… Sensei!»
«Prendi fiato Hisui!»
Arrivò quasi ansimante ma con un sorriso stampato in faccia.
«Ho scelto con chi voglio fare squadra.»
«Hai ancora del tempo per pensarci.»
«No, ho deciso Sensei.»
Il maestro si alzò in piedi e chiamò tutti gli altri così mi alzai anche io, ogni fibra del mio essere mi urlava di andarmene da lì ma era solo il primo giorno e il maestro era stato buono con me.
«A quanto pare stiamo per formare la prima squadra, allora chi hai scelto Hisui?»
«Setsuna.»
Alzai lo sguardo e lo posai su di lui, mi sorrideva, non capivo.
«Io?» domandai sbalordita.
«Lei?» chiesero tutti in coro.
«Sì, voglio fare squadra con te se lo vuoi anche tu.»
Il maestro mi guardò e sorrise e poi sorrise ancora di più a suo nipote.
«Bene-»
«Non è giusto! Lei non dovrebbe nemmeno essere qui!» disse uno dei bambini, il suo nome era Mitsuo.
«E perché non dovrebbe essere qui?»
«Sensei lei.. lei è una mezzodemone» rispose quasi con disgusto.
Sussultai, non era la prima volta che sentivo dirmi una cosa simile dagli abitanti del villaggio.
«Sì è vero Setsuna è per metà un demone, suo padre è un demone molto potente che molte volte ha difeso questo villaggio è la sua presenza che fa scappare tutti i demoni che altrimenti ci attaccherebbero, inoltre io devo molto a Sesshomaru se avete dei problemi riguardo alla sua natura allora potete andarvene» rispose ma questa volta il sorriso era svanito dal volto del mio Sensei.
Rimasi sorpresa ancora di più, davvero mi aveva difesa?
«Ma Sensei-»
«Mi avete sentito?» chiese a tutti.
Annuirono, anche Mitsuo lo fece ma il suo sguardo era di disprezzo e rabbia.
«Setsuna vuoi fare squadra con Hisui?»
Guardai Hisui e la sua mano tesa per qualche istante e poi la afferrai.
«Bene voi sarete una squadra finché rimarrete degli sterminatori» annunciò sorridente a tutti noi.
Non capivo perché Hisui tra così tanti bambini avesse scelto proprio me ma ogni volta che lo guardavo lui mi sorrideva.
Akane finì per fare squadra con Shinji e Kasumi con Hisoka.
A volte vedevo Kasumi guardare timidamente verso di me ma entrambe eravamo chiuse e introverse.
In breve tutte le squadre furono formate e per quel giorno il nostro Sensei decise che poteva bastare.
Il tramonto era vicino, il sole stava piano piano calando tingendo di arancione l’orizzonte, presto sarebbe scesa la notte e la luna avrebbe preso il suo posto.
Mi domandai cosa avesse fatto Asuka senza di me, infondo era la prima volta che stavamo divise per così tanto tempo e un po’ mi mancava.
Iniziai ad incamminarmi sapevo che quel giorno mi avrebbe accompagnata a casa zio Inuyasha ed ero felice di stare un po’ sola con lui, lui mi capiva perché era come me.
Hisui mi camminava accanto felice, sentii il suono di un uccello e vidi la chioma di un albero muoverei quando l’uccello volò via, ah che bella sensazione doveva essere quella!
«Hisui perché lo hai fatto?»
«Cosa?»
«Volevano tutti stare con te, perché hai scelto me? E’ perché nessuno mi voleva?» chiesi e alla fine trovai il coraggio di guardarlo.
La sua tuta era simile alla mia ma le sue spalline erano verdi chiare, Kirara ci aveva seguiti e camminava al fianco di Hisui.
«Ti sbagli Setsuna, io ti ho scelta perché volevo stare con te. Con zio Sesshomaru che ti allena e mio zio Kohaku diventerai una grande sterminatrice e poi così… posso stare più tempo con te» rispose impacciato.
«E perché dovresti volerlo? Forse mi hai confusa con Asuka.»
«Affatto.»
Non mi disse più nulla ma di tanto in tanto mi guardava per poi smettere non appena me ne accorgevo.
Vidi mio zio alla fine del sentiero e gli corsi incontro.
«Zio!»
«Eccoti qua!»
Si abbassò così che potessi abbracciarlo, mi diede un bacio e poi mi porse la mano.
Salutò anche Hisui scompigliandogli i capelli scuri e così simili a quelli di zio Miroku.
«Vuoi che veniamo con te?»
«Non serve e poi ho Kirara con me.»
Kirara emise un miagolio e si strusciò contro la gamba destra del mio nuovo compagno di avventure.
«Va bene ma tieni gli occhi aperti, Kirara lo affido a te.»
«A domani Setsuna! A presto zio!»
Lo guardai correre via seguito da Kirara, l’erba che veniva calpestata dai suoi stivali, piccole zolle che si alzavano per ricadere più in là.
«Sei pronta?»
«Sì.»
Camminammo per un po’ in silenzio fissando il panorama e ascoltando il gorgoglio dell’acqua che ricordava la risata di una persona possente, gli uccelli che volevano verso il sole calante e il chiacchiericcio delle donne che tornavano dal fiume con le ceste dei panni lavati.
«Setsuna c’è qualcosa di cui vorresti parlarmi?»
Lo guardai incerta per qualche secondo, i miei genitori dovevano aver detto qualcosa allo zio.
«Non cambierebbe nulla.»
«Provaci.»
«Non mi piace stare qui preferisco il palazzo di mio padre.»
«Da quando non ti piace più Musashi?»
«Io…»
«E' successo qualcosa vero?»
«Nemmeno i bambini del corso del Sensei mi vogliono qui, io non sono come loro. Il Sensei ci ha chiesto di scegliere dei compagni ma nessuno voleva stare con me perché sono una mezzodemone» risposi guardando mio zio, lui si fermò.
«Ciò che siamo è complicato da capire, siamo metà di una cosa e metà di un’altra ma non siamo poi così diversi dagli umani sai?»
«Allora perché non ci vogliono?»
«Be’… il fatto è che le persone hanno paura di ciò che non conoscono, i demoni sono associati al male per questo hanno paura.»
«Ma mio padre non è cattivo, anche il Sensei lo ha detto.»
Il volto di mio zio rimase pensieroso per un po’, poi mi sorrise e riprese a caminare.
«Tuo padre è cambiato molto negli anni e la sua presenza a Musashi è un bene. Un giorno capiranno il loro errore Setsuna.»
«Se avessero ragione? Se io… se io fossi un mostro?» domandai spaventata.
«Come potresti essere un mostro? Chi te lo ha detto?»
Mi strinsi nelle spalle.
Quella volta stavo giocando con Asuka non lontana da casa e lei era andata a riprendere la palla che era rotolata lontana, degli uomini ci videro e uno di loro disse «sono le figlie di quel demone, altri due piccoli mostri.»
Non ricordo il loro volto ma le loro parole non le ho mai dimenticate.









 

Come sempre ringrazio chi legge le mie storie e vi lascio con una piccola anticipazione del capitolo sei:

 

«Diventerò più forte di così padre, sarai orgoglioso di me anche se non sono un demone» dissi.
«Non devi diventare più forte per me e poi sono già orgoglioso di te Setsuna, lo sono dal giorno in cui sei nata. Sia tu che Asuka siete perfette così come siete e non dovresti desiderare di essere diversa.»
Gli sorrisi felice di quelle parole, quando ci voltammo per rientrare vidi mia madre sulla soglia della casa con una coperta sulle spalle che ci sorrideva.
Ci venne incontro, baciò prima mio padre e poi me.
«Tuo padre ha ragione, sei perfetta così come sei e noi siamo già molto orgogliosi di te e anche di Asuka. Se vuoi continuare a seguire i corsi di Kohaku devi farlo solo per te stessa Setsuna» mi disse spostandomi una ciocca di capelli scuri come i suoi dietro all’orecchio.
«Sì madre voglio farlo per me.»

  
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