Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Lady Five    19/03/2021    3 recensioni
Troppa curiosità sulle Mura non ha mai portato a nulla di buono... chi ha fatto domande, spesso ha pagato a caro prezzo. Ma qualcuno non si rassegna a subire tutta questa omertà e chiede aiuto alla Legione Esplorativa, deciso a scoprire la verità... sulle Mura, ma anche su un grave fatto del suo passato. E la sua presenza getterà un po' di scompiglio anche tra i cadetti...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin Arlart, Erwin Smith, Levi Ackerman, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente smise di piovere e Levi non poté più sottrarsi al suo incarico.
Una mattina, a colazione, comunicò a Kim che l'avrebbe accompagnata a fare una ricognizione lungo le Mura. La ragazza lo ringraziò con entusiasmo e si fece trovare mezz'ora dopo nel cortile, in abiti da lavoro e con una grossa borsa a tracolla. Il capitano conduceva per le briglie due cavalli.

“Sai cavalcare?” le chiese brusco.
“Un pochino...” rispose Kim, intimidita da quel modo di fare sempre così scostante.
“Beh, tanto non dobbiamo fare molta strada. Quella borsa è proprio necessaria?”
“Veramente sì... ci sono dentro delle cose che mi servono per lavorare...”
Levi sbuffando la prese e la assicurò sulla groppa del suo cavallo, poi aiutò la ragazza a salire sull'altro.
“Seguimi!” le intimò.
Si allontanarono al trotto, dirigendosi verso un'area contigua al Wall Rose poco abitata e abbastanza lontana dalla caserma. La gente spettegola su tutto ed Erwin aveva ritenuto più prudente non dare troppo nell'occhio. E bisognava guardarsi anche dai seguaci del culto delle Mura, che avevano occhi e orecchie dappertutto... Il capitano era sollevato perché erano riusciti a sfuggire ad Hanji ... opportunamente intrattenuta proprio dal comandante Smith. Ma con quella matta non si poteva mai stare tranquilli.
Arrivati al punto stabilito, Kim tirò fuori dalla sua borsa taccuini, matite e quello che sembrava un grosso album da disegno e iniziò a osservare le Mura, a toccarle, a prendere appunti o a fare schizzi. Sembrava essere interessata soprattutto alla base, nel punto in cui si incontrava con il manto erboso. Levi se ne stava in disparte, apparentemente dedito alla cura dei cavalli e annoiato, ma in realtà non la perdeva d'occhio. Che cosa stava cercando davvero? Era solo curiosità intellettuale la sua?
Nelle mani della ragazza a un certo punto spuntò un piccolo scalpello, o martello, Levi non riusciva a vedere bene, e con quello si mise a colpire le Mura in più punti. All'improvviso si volse verso di lui.
“Di che cosa sono fatte le Mura? Cioè... pensavo fossero di un tipo di pietra particolare, ma non è così... Sono perfettamente lisce, uniformi, senza giunture, ma non sono intonacate 1o rivestite in qualche modo... Non si riescono nemmeno a scalfire con questo... A Mitras ho campionato ogni tipo di materiale usato nei vari edifici, dal più umile al più sfarzoso, ma non ho trovato nulla di simile. Non capisco proprio!”
Levi non rispose subito. Anche perché non sapeva cosa dire. Non aveva la più pallida idea di come fossero fatte le Mura. Non se l'era mai nemmeno chiesto. A dirla tutta, non gliene fregava proprio nulla. Avevano ben altri problemi, lui e i suoi compagni. E non capiva perché una mocciosa ricca e viziata si dovesse interessare tanto a una questione simile. Se prima si sentiva vagamente a disagio, ora gli stava montando il nervoso.
“Non lo sappiamo di che cosa siano fatte le Mura. Noi ci occupiamo di altro, signorina” disse con voce dura.
Ma Kim non si lasciò intimidire.
“Pensa che io possa parlarne con la signora Hanji?” insistette.
“Il caposquadra Hanji in questo momento ha altre priorità.”
La ragazza parve riflettere. Poi guardò verso l'altro.
Ecco, ci siamo! pensò il capitano rabbuiandosi.
“È possibile salire fino in cima? Immagino di sì...”
“Ne parlerò con il comandante Smith. Salire lassù può essere pericoloso, solitamente i civili non sono ammessi.”
“Allora penso che per il momento possa bastare, possiamo tornare in caserma, capitano. E grazie per la sua pazienza e il suo tempo.”
“Dovere.”
Non ci bastava una pazza, pensava Levi mentre cavalcavano, sempre in rigoroso silenzio, sulla via del ritorno, ci mancava quest'altra fuori di testa! Se parla con Hanji, siamo fottuti!
Rientrati alla base, Kim si ritirò nella sua stanza e il capitano andò difilato da Erwin, dopo aver controllato dove si trovasse il caposquadra Zoe. Era fortunatamente impegnata in una sessione di addestramento e ne avrebbe avuto ancora per un po'.
Il comandante era da solo.
Levi fece il suo rapporto sulla mattinata trascorsa sotto le Mura con Kim.
Gli seccava terribilmente ammetterlo, ma la questione del materiale di cui erano fatte quelle stramaledette Mura gli si era conficcata nel cervello come una lama d'acciaio.
“Quella vuole salire in cima” riferì a Erwin.
L'uomo sospirò.
“Lo immaginavo.”
Come cavolo faceva a prevedere sempre tutto? Beh, dopotutto non era un caso che il capo fosse lui.
“Le ho detto che avrei chiesto a te, perché lassù può essere pericoloso e i civili normalmente non sono ammessi.”
“Hai fatto bene. La accontenteremo, ma con calma, senza fretta. Le faremo indossare un'imbracatura. Magari verrò anch'io oppure ti assegnerò un paio di uomini, per sicurezza.”
Levi sgranò gli occhi. La mocciosa doveva avere degli appoggi davvero molto in alto. Non c'era altra spiegazione.
“E c'è quell'altra cosa... la storia del materiale con cui sono state costruite le Mura. Le ho detto che noi ci occupiamo d'altro, ma lei vuole parlarne con Hanji e tu ti puoi ben immaginare le conseguenze catastrofiche se lo facesse...”
Erwin si passò una mano sul viso tirato. Pareva riflettere e a Levi sembrò di cogliere, come in rarissime altre occasioni, un'ombra di incertezza.
“È vero, noi ci occupiamo d'altro... e sarebbe meglio se lo facesse anche quella ragazza. Finirà per mettersi nei guai... ma finché la cosa rimane tra noi, non accadrà. Che parli pure con Hanji, se vuole... non ci caverà nulla, e lei in questo momento ha il chiodo fisso di catturare un gigante per studiarlo dal vivo, non credo abbia tempo per altro...”
Il capitano alzò gli occhi al cielo, congedandosi. Lì erano impazziti tutti! Quanto a Zoe, lui non era così ottimista!

Prima che con Hanji, che era sempre molto impegnata e difficile da avvicinare, Kim parlò con Armin. Ormai la ragazza cenava sempre con il solito gruppetto e dopo si intratteneva a chiacchierare con lui fino all'ora di ritirarsi per la notte. Entrambi erano così presi dai loro discorsi che nemmeno si accorgevano degli sguardi a volte incuriositi, a volte maliziosi, delle altre reclute.
Kim gli sottopose i suoi dubbi.
“Capisci, le Mura sembrano fatte di un materiale che non è stato usato da nessun'altra parte. Dove se lo sono procurato, i costruttori?”
Armin all'inizio si limitava ad ascoltare, ancora un po' in soggezione davanti a quella ragazza più grande, che sembrava sapere tante cose più di lui. Ma in breve prese maggiore confidenza, incoraggiato dalla sua gentilezza e dalla sua semplicità.
Così, quella sera decise che poteva fidarsi di lei e iniziò a raccontarle del libro di suo nonno, dove si parlava di deserti di sabbia, continenti di ghiaccio e immense distese di acqua salata. Le rivelò anche che era proprio grazie a quel libro se lui e i suoi amici non avevano perso la speranza, non si erano rassegnati a un'esistenza precaria e avevano deciso di entrare nell'esercito.
Kim lo ascoltò a bocca aperta, senza mai interromperlo, sempre più sconvolta.
“Forse c'è un mondo là fuori, che nessuno di noi conosce e che può nascondere molti segreti. Tra cui, probabilmente, quelli che riguardano le Mura...” concluse il ragazzo.
Per Kim era difficile sostenere quella nuova visione delle cose: ne subiva il fascino irresistibile, eppure era consapevole che per lei e per tutti loro rischiava di essere soltanto un'utopia, un'illusione, un sogno irrealizzabile. Vivere da reclusi le sembrò allora ancora più intollerabile, con la coscienza di quello che si stavano perdendo.
“Ma... sei sicuro che non si tratti di fantasie, di leggende?” obiettò.
“No, non posso esserne sicuro. Ma non posso essere sicuro nemmeno del contrario... cioè, potrebbe essere tutto vero. Mio nonno ne era fermamente convinto.”
“E lui, come ha avuto quel libro?”
“Lo ha avuto da suo padre, ma non sapeva come lui a sua volta ne fosse venuto in possesso...”
“Mi... mi mostreresti quel libro? - gli chiese Kim esitante - ti giuro che non ne farò parola con nessuno!”
“Lo farei volentieri, Kim, credimi, ma purtroppo non ce l'ho più. Siamo dovuti scappare così in fretta da Shiganshina... non l'ho potuto portare con me...”
A quel punto Armin le raccontò anche delle terribili esperienze attraverso cui erano passati lui e i suoi due amici fraterni, Eren e Mikasa, di come a un certo punto si fossero trovati tutti e tre senza famiglia, e della decisione di arruolarsi per poi entrare nella Legione Esplorativa. In realtà, era stato Eren a scegliere e per lui e Mikasa era stato naturale seguirlo.
Kim era sinceramente addolorata. Si rendeva conto che, nel suo mondo ovattato, non arrivava che una pallida eco di ciò che succedeva nei territori più esterni, delle condizioni di vita della maggior parte della popolazione, dei drammi che si erano consumati negli ultimi anni, degli orrori che ragazzi come lei avevano vissuto in prima persona.
Posò delicatamente la sua mano affusolata su quella di Armin, facendolo trasalire. Stava per dirgli qualcosa, ma la campana richiamò tutti nelle camerate.

Piovve di nuovo a dirotto per i successivi tre giorni e la salita in cima alle Mura dovette per forza di cose essere rimandata.







 

1 Nel manga (capitolo34) è Armin a fare un'osservazione sulla struttura delle Mura, dicendo che appaiono senza mattoni né intonaco.

  
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