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Autore: Jashin99    23/03/2021    0 recensioni
"-Fratelli.- Iniziò il profeta aprendo le braccia. Sotto il suo palco la folla gremita lo guardava come a un serpente che si erge dal turbante. Vedeva molti visi diversi, uomini, donne, anziani, bambini persino. Tutti delle classi più basse, com’era stato lui un tempo, per lo più mossi dalla curiosità della fama del veggente. Poco importava: presto avrebbero visto la Verità."
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Malzahar non ha ancora una storia tutta sua. Penso che sarebbe più o meno così.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Malzahar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Fratelli.- Iniziò il profeta aprendo le braccia. Sotto il suo palco la folla gremita lo guardava come a un serpente che si erge dal turbante. Vedeva molti visi diversi, uomini, donne, anziani, bambini persino. Tutti delle classi più basse, com’era stato lui un tempo, per lo più mossi dalla curiosità della fama del veggente. Poco importava: presto avrebbero visto la Verità.
-Fratelli.- Ripeté: -Guardatevi attorno, guardatevi l’un l’altro. Cosa vedete? Sabbia, desolazione, fame, sofferenza. Chi di voi ha conosciuto altro da questo?-.
Si accese un mormorio sommesso (com’era logico visto che li aveva spronati a confrontarsi) che tacciò con le sue prossime parole: -Persino il Sole di questa terra vi odia. Le piogge non la bagnano, le nubi non la rinfrescano, il vento è arido e non lenisce le bruciature sulla pelle; e voi siete presi nel mezzo, senza alcun criterio. Senza… giustizia. Ma una giustizia è forse possibile?-.
Ai piedi della folla, vide tracciarsi delle crepe sulla sabbia, ma nessun altro le aveva ancora notate. Lui non ebbe il minimo incespicamento e proseguì: -In cuor vostro già sapete la risposta. Le angherie che subite vi opprimono e non riuscite a liberarvene…-.
-Menzogne!- Un uomo si fece avanti, un uomo calvo vestito di un’armatura leggera con una strana insegna dipinta. Malzahar aveva già visto quel segno molte volte nelle sue visioni. Se fosse stato lo stesso di un tempo, sarebbe stato molto scocciato da quell’intervento.
-Una soluzione è possibile! Il Grande Magus creerà un nuovo ordine, egli dominerà Shurima e si ricorderà di chi lo ha servito!-.
Un brusio più forte del precedente si sollevò, coprendo le fenditure sempre più frequenti ma accorte a non farsi sentire. Ad un certo punto, però, vide una donna col velo abbassare il volto e spaventarsi, allora richiamò l’attenzione di tutti alzando la mano.
-È vero, qualcuno propone la ribellione, la lotta. Sibili leziosi per orecchie stanche, nuove fiamme per tizzoni spenti. Promesse dolci come il miele. Ma cosa vi porteranno se non guerra e miseria? In verità, nulla di ciò che promette! Solo altre morti, solo altra oppressione, nuovi padroni uguali ai precedenti! Guardate nel vostro animo: la stessa idea della ricerca di una fantomatica libertà è angosciante, avvilente, vi affatica, vi addolora! No, fratelli miei, non è questa la via…-.
Le brecce spruzzarono sabbia, provocando l’agitazione della folla che barcollò confusa e allarmata, come minestra mescolata nella ciotola.
-Io vi dico: non ci sarà mai fine ai mali del mondo! Non c’è soluzione che cancelli iniquità e dolore, che porti la pace assoluta ed eterna se non…- Arti deformi, artigli affilati e fauci assassine fuse in mostruosi corpi viola sbucarono dal terreno con orridi ruggiti, assalendo le persone e uccidendole tra schizzi di sangue suoni atroci. Scoppiò il caos: la marea di carne si scontrava e si ammassava ghermita dai micidiali assalitori, pecore circondate da lupi, e macchiava la sabbia di rosso. Tra le urla e i ringhi, un infervorato Malzahar proseguiva il suo discorso con le braccia spalancate a croce.
-…se non accogliere il dono dell’abisso, la fine stessa del mondo! Ecco il mio regalo per voi! Ecco l’assoluta liberazione dal male: il nulla eterno!-.
-Mostro!- Una voce si levò tra le grida e i pianti, l’uomo in armatura il quale, emerso dalla carneficina in atto, gli lanciò contro un pugnale. Il furore mutò in sgomento quando questo si fermò a mezz’aria, senza che Malzahar muovesse in dito.
-Tutti noi possiamo essere profeti della Verità, io non sono che un umile mendicante a cui l’abisso ha parlato! Non importa se crederanno o meno: il mio dono è per tutti!- Detto ciò si librò in aria circondato da un vortice oscuro; il guerriero, terrorizzato, fece per indietreggiare, ma dal volto del profeta un raggio viola lo colpì in pieno, immobilizzando e costringendolo a un disperato urlo di dolore che sopraffece tutti gli altri. Infine, ridotto allo scheletro di sé stesso, cadde riverso in avanti e fu dilaniato.
-Basta.- Con quella semplice parola, i mostri si fermarono. Guardò i sopravvissuti, non erano che un decimo dell’inizio, uomini coperti di sangue, gli occhi spiritati, la mente finalmente aperta ad accettare la Verità.
-Gioite, fratelli miei, siete stati scelti. Voi sarete gli araldi della fine del mondo. Andate ora, andate e spargete la profezia! Mostrate a tutti il dono del Vuoto!!!-.
Il primo a inginocchiarsi fu un bambino, un infante dalla carnagione olivastra e i capelli castani a cui i genitori avevano appena salvato la vita, pena la loro; poi la donna di prima, il cui velo era intonso di sangue, poi tutti gli altri, sporcandosi anch’essi dei corpi sventrati a terra. Malzahar si crogiolò di quell’ovazione silenziosa, alzò lo sguardo al cielo, chiuse gli occhi…
Quando li riaprì, abbassò lo sguardo. Sotto il suo palco, la folla gremita lo guardava attenta. Celato dalla maschera, Malzahar sorrise: tutto sarebbe andato bene. Allargò le braccia e cominciò il suo discorso.
-Fratelli.-.
   
 
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