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Autore: fri rapace    28/08/2009    5 recensioni
Sirius decide di fare uno scherzo ai danni di Severus Piton durante il loro quinto anno a Hogwarts: gli suggerisce un metodo infallibile per bloccare il Platano Picchiatore, in modo da permettergli di seguire Remus Lupin e dargli così una bella lezione. E lo scherzo va a segno. James non riesce a fermare il Serpeverde in tempo e questi viene attaccato da Remus in forma di mannaro. Vent'anni dopo...
Genere: Commedia, Drammatico, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine del tunnel-cap 9 Tonks condusse Remus nella propria camera: il suo letto non era molto grande, valutò. Meglio così, sarebbero stati costretti a starci stretti stretti…
Era una fortuna, perché l’espressione di assoluto panico assunta da Remus, dopo che Tonks aveva cercato di fargli capire con molto tatto (frutto di ore di prove davanti allo specchio), che lo amava, le faceva dubitare che lui intendesse ancora andare fino in fondo.
Ma contro ogni previsione la fece accomodare sul letto, iniziando a spogliarla senza esitare e senza alcun imbarazzo.
“Ma come… ma come…? Ti destabilizza tanto una carezza, sembra che essere preso per mano o farti dire che ti si vuol bene sia per te una cosa tanto sconvolgente da mandarti in crisi totale, e sei così disinvolto nel…”
Indicò la maglietta che le aveva appena sfilato, gettata sull’abat jour.
“Il sesso non ha nulla a che fare con l’amore, è molto più semplice,” rispose Remus pratico.
Fece per continuare a spogliarla, con urgenza e mosso da un’intensa eccitazione, ma senza metterci il sentimento che Tonks si era aspettata da una persona dolce come lui.
Sembrava che gli fosse necessario mantenere un ampio distacco, che si sforzasse d’agire solo d’istinto, evitando così il coinvolgimento emotivo che tanto lo spaventava.
Che sciocco! Pensava davvero di riuscire a soffocare in eterno le proprie emozioni?
Tonks gli allontanò le mani, guardandolo con rimprovero e sentendosi molto delusa.
Remus rimase immobile per un lungo istante, e quando si decise a parlare lo fece a capo chino e ingobbendo le spalle, in un atteggiamento che palesava l’umiliazione che stava provando in quel momento.
“Sono un lupo mannaro, che ti aspettavi?” cercò di giustificarsi. “Tra i mannari è così che si fa…” gettò un’occhiata astiosa su un punto imprecisato dietro di lei, prendendo a tormentarsi le mani, l’aria infelice di chi si sente del tutto inadeguato e fuori posto.
Tonks, dispiaciuta, fece per attirarlo verso di sé, ma lui si scansò seccamente.
“Che mi aspettavo?” gli disse, accigliandosi un poco. “Di fare l’amore. Non con un lupo mannaro, non con un uomo… ma con te,” Tonks gli prese una mano tra le sue, cercando di obbligarlo a guardarla. “Con te, Remus, che, ne sono convinta, saprai farmi sentire speciale sotto queste belle lenzuola a scacchi fosforescenti, come ti riesce con i tuoi grazie, i tuoi sorrisi, la tua dolcezza.”
Non sapeva se Remus la stava ascoltando, il suo sguardo era ora rivolto alle mani rovinate. Fissava, rigido, quella ancora intrappolata tra le sue.
“Vuoi che me ne vada?” le domandò brusco. “Non ti aspettare nulla da me, non sono all’altezza,” le dicevano i suoi occhi sfuggenti e tormentati.
Remus si alzò con un sospiro e lei fu certa che stesse sul serio per lasciarla.
Non era andato nulla per il verso giusto, aveva sbagliato tutto… avrebbe dovuto essere più comprensiva con lui, si accusò, dandosi poi dell’idiota.
Ma Remus non si allontanò molto. Lo osservò avvicinarsi all’abat jour per recuperare la sua maglietta. Girò di nuovo attorno al letto, accucciandosi poi davanti a lei e iniziando a infilargliela giù per la testa.
Tonks non poté impedirsi di scoppiare a ridere, cacciandolo indietro.
“Non ho bisogno che tu mi vesta!”
Remus si fermò, adagiandosi la maglia in grembo e prendendo a stropicciarla con gesti nervosi. “Tu mi hai rivestito, quando ne ho avuto bisogno. Lo so quello che hai fatto per me. Anche se stavo male, ricordo,” la sua voce si intenerì, mentre le sfiorava un braccio con la punta delle dita. “Sei una donna molto forte, forse non sai neppure quanto. E non aspettarti da me che riesca a farti sentire speciale, non è necessario… Perché tu sei speciale. Lo sai, non è vero?” l’adorazione nella sua voce era tanto appassionata da farle sentir male nell’ascoltarlo. “Scusami. Sono riuscito a dare il peggio di me, stasera…” Remus si strinse nelle spalle, mortificato.
Tonks gli prese il viso tra le mani e appoggiò la fronte contro la sua. “Ti amo, Remus,” gli mormorò, mettendo nelle due semplici parole tutto il suo cuore.
Le loro labbra non erano mai state così vicine. Non si erano mai baciati, eppure lo aveva trascinato nel proprio letto, chissà che idea si era fatto di lei.
“Questo è un colpo basso,” la accusò Remus, accarezzandole delicatamente la bocca con il pollice. Poteva sentire, quasi fosse una presenza tangibile, lo sconvolgente fremito celato dietro il suo gesto gentile.
“È molto più semplice ammettere di amare qualcuno mentre si fa sesso,” si difese lei, con un tono che voleva essere scherzoso, ma le parole le uscirono malferme per l’emozione.
“Mentre si fa…” una ruga sottile apparve tra le sopracciglia chiare di Remus, e quando proseguì, lo fece con uno sforzo evidente. “ Si fa… l’amore,” corresse infine, parlando a fatica, la voce roca ridotta a poco più di un sussurro.



“Eccovi, finalmente!” esclamò Lily, spostandosi per farli entrare. Era stranamente agitata, e evitava accuratamente il loro sguardo, l’atmosfera stessa era pervasa da un’angosciante aura di disagio.
“James mi ha detto tutto,” proseguì, ferma pur essendo visibilmente dispiaciuta.
James, in piedi dietro Lily, indirizzò a Remus un sorrisetto di scuse.
C’era anche Sirius, un po’ defilato, appoggiato a una parete.
Remus iniziò ad innervosirsi. “Detto cosa?”
Lily scosse la testa, delusa. “Voi non crescerete mai, vero? Remus, non hai più quindici anni, è ora che inizi a comportanti come un adulto.”
Tonks fece un passo in avanti, viso e capelli accesi dalla rabbia. “Non ti permettere mai più di parlargli a questo modo! Chi ti credi di essere? Bada al tuo, di uomo!”
Le parole dell’amica fecero esitare Lily per lo stupore, e quando si decise a proseguire la sua voce aveva assunto un tono pacato. “Tonks… mi spiace, ma… Remus ha qualcosa da dirti.”
Lui la guardò smarrito, ma l’intervento di Sirius gli chiarì la situazione.
“Non potevo non dirlo a James, lo capisci? Questo non è un gioco. C’è una spia nell’Ordine e abbiamo capito chi è, dobbiamo metterla in condizione di non fare più danni! La vita di Neville è in pericolo e con essa lo stesso Mondo Magico! E quello che ho visto nella tua mente…”
Fantastico, si disse Remus, Sirius aveva raccontato tutto a James. Da lì, il passo dal chiedere consiglio a Lily era stato breve.
Come al solito, aveva danneggiato altre persone con le sue azioni sconsiderate, stupido lupo mannaro incapace, che non era neppure in grado di utilizzare l’Occlumanzia!
Lily si rivolse a Tonks. “Mi spiace, ma… abbiamo scoperto che … ecco... la spia dell’Ordine, è tuo padre.”
La ragazza impallidì, persino i capelli le si spensero in un rosa più simile a una sfumatura che a un colore vero e proprio.
“No,” gemette, scuotendo lentamente la testa.
“Tonks…” cercò di proseguire Lily. “Lascia che ti spieghi…”
“No!” urlò lei. “Vi sbagliate, lui non potrebbe… perché avrebbe dovuto? Spiegatemi solo questo, perché?”
James si accostò alla moglie, spettinandosi con gesti nervosi i capelli già arruffati. “Noi pensiamo, beh, che l’abbia fatto per proteggere te e tua madre… un patto con i Mangiamorte che gli assicurasse la salvezza per voi due. Bellatrix ti voleva morta, Tonks. Sirius dice che era nelle sue intenzioni fare di tutto per eliminarti.”
“Mio padre non è un traditore! Lo sa che io so difendermi benissimo da sola! Sono un Auror, lui non mi sottovaluta come fanno tutti! Come fate anche voi!”
Tonks era fuori di sé. Estrasse rapidamente la bacchetta, prendendoli alla sprovvista. “Dove lo avete portato? Dove?”
Lily, incurante della bacchetta puntata su di lei, le si avvicinò ancora di più. “Ora calmati, ragioniamo.”
“No! Voi l’avete già condannato! Avete già deciso che è lui, la spia!” ringhiò, furente.
“Vi state sbagliando!” intervenne Remus. Non poteva più starsene zitto, tutto quello stava accadendo a causa sua.
Lily lo fissò con un misto di rimprovero e qualcosa di molto simile alla commiserazione. “Remus, ti conosco… lo dici solo perché non vuoi far soffrire Tonks, non vuoi che lei ti allontani. Non andresti mai contro di lei anche solo per questo motivo.”
“No, ti sbagli!” mentì Remus, pur sapendo di mentire.
James fece per prenderlo per un braccio, ma lui si scostò, con una rabbia più rivolta verso se stesso che non a lui.
“Lunastorta, ti prego… la situazione è chiara, e l’hai capito anche tu, ci stavi riflettendo tanto che è la prima cosa che Sirius ha visto nei tuoi pensieri.”
Tonks lo fissò allibita e profondamente delusa. L’aveva ferita. “È vero, Remus? Anche tu credi che mio padre…?”
“Io…”
“Lui è accorso subito quando l’ho chiamato per aiutarti, lui… come puoi pensare che farebbe del male a Neville? Gli vuole bene, gli vuole così bene perché… perché… per lui fare del male a Neville sarebbe come farne a… a me!” la voce le si ruppe, gli occhi gonfi di lacrime per la collera, l’espressione sofferente.
E Remus capì. Capì da che parte doveva stare, capì che Lily aveva ragione. Era ora che la smettesse di dosare le proprie azioni solo per evitare di essere allontanato, solo perché gli piaceva avere attorno persone da cui si sentiva accettato, o, addirittura, amato.
“Sirius,” chiamò.
“Sì?”
“Avrai il mio pieno perdono, vecchio mio. Lo prometto,” si morse il labbro per punirsi dell’ennesima bugia. Avrebbe finto di avergli concesso il suo perdono… almeno, fino a che Sirius non avesse sinceramente mostrato un briciolo di rimorso per la morte di Severus. “Ti chiedo solo una cosa in cambio, un sacrificio enorme per te, me ne rendo conto.”
“Qualunque cosa!” esclamò l’uomo, staccandosi dal muro, l’aria di chi ha paura di credere davvero a quello che ha appena sentito, ma allo stesso tempo fortemente determinato, quasi entusiasta.
“Ted… dov’è?” chiese svelto.
Sirius trattenne il respiro.
Sapeva bene cosa gli aveva chiesto come pegno, il tradire il suo migliore amico, quello che per lui era come un fratello. Gli aveva chiesto di schierarsi contro James.
James fece per intromettersi, cauto. “Sirius, Remus, così non risolviamo nulla. Per favore, usate la vostra coscienza!”
“Ancora a casa sua. Sorvegliato. Non sa nulla.”
Tonks non se lo fece ripetere due volte, si Smaterializzò portando Remus con sé.
“Così hai deciso da che parte stare.” Sentì dire James con amarezza, prima di preparasi anch’esso a raggiungere la casa dei Tonks per fermarli.









Grazie,
Moony3, per la bellissima recensione ^^
Sono veramente felice che il “mio” Sirius ti piaccia, in effetti nei libri dice cose anche molto profonde, poi spesso è il primo a disattenderle, ma non è lo sciocco che pensa solo alle donne a cui spesso viene ridotto. Ti ringrazio anche per i commenti su Silente e Neville, in effetti sono personaggi che piacciono molto anche a me.
Sì, la colpa del compito affidato a Neville e Tonks è tutta di James e Peter!! Io non c’entro ^^.
Ah! Finalmente qualcuna, oltre a me, che non è rimasta per nulla stupita della storia tra Remus e Tonks! Io, all’epoca del quinto libro, avevo pensato subito “ma questi due stanno assieme” e: Remus non è mai a Grimmauld Place, perché dormirà da Tonks…
E allora non sapevo nulla di pairing, fanfiction ect… solo… mi sembrava… boh… “normale” pensarla così.
Ti ho prenotato un posto al corso di Tonks, ci sarò anche io, sono già molto indirizzata verso i suoi metodi ;-)
Ciao
Fri
   
 
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