Videogiochi > League of Legends
Segui la storia  |       
Autore: lilithiums    08/04/2021    0 recensioni
La storia ripercorre le vicende accadute dopo il racconto ufficiale "Confessioni di una lama spezzata" pubblicato dalla riot nel 2018.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riven, Yasuo
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una mattina come un'altra sembrava essere iniziata, il gallo cantava a squarciagola svegliando tutti i membri che abitavano la casa dei Konte. Riven si strofinó gli occhi, ancora assonnata, con un sospiro si alzò dal letto, infilò i piedi nelle pantofole spartane color panna, per poi dirigersi in bagno, aveva davvero bisogno di una doccia fredda per cacciar via i sogni orribili che ancora infestavano la sua mente ogni volta che chiudeva le palpebre. “Dyeda...DYEDA?” La voce della signora Konte risuonava nel silenzio mattutino, appena la udí, la giovane albina uscì dal bagno avvolta da un enorme asciugamano. Ogni cosa era più grande di lei lì, dopotutto vi avevano abitato due giovani uomini, non una donna minuta come lei. Strattonó con foga l’asciugamano sulla sua pelle umida, per poi infilarsi la solita tunica enorme, arrotolandone le maniche sulle braccia e sulle gambe almeno 8 volte. Raccolse i suoi capelli ribelli in una coda alta, pettinandoli velocemente, per poi scendere quei pochi e ripidi scalini che portavano al piano di sotto, per fare colazione insieme ai due anziani. Riven fece timidamente capolino nella sala da pranzo, dove vi erano già il signore e sua moglie seduti con una tazza di latte e caffè fumante dinanzi a sé. Salutó i due con un sorriso ed il rossore appena percettibile sulle gote, mentre prendeva posto a tavola. Shava esordì felice come una Pasqua, per ragioni a Riven ancora ignote. “Dyeda, cara, non dovresti più vestirti con abiti cosi grandi, è scomodo dato che vivrai qui a lungo, non trovi?” L'albina si scostó dal viso una ciocca tagliata in modo grossolano, per guardare la donna, per poi distogliere immediatamente lo sguardo fissando il caffè scuro dinanzi a sé. Menti. Devi mentire, non ne hai bisogno, non approfittare della loro gentilezza. “Non ne ho bisogno...io, posso lavorare anche così, sono abiti comodi.” Speró con tutta se stessa di essere stata convincente, ma persino lei aveva udito un tentennamento nella sua voce. I due coniugi si guardarono negli occhi a vicenda prima di scoppiare in una risatina. Riven alzò il capo confusa, guardó Shava scomparire dietro la porta, per farci capolino dopo una manciata di secondi, con in mano un'enorme cesto di vimini. A quella distanza non riusciva a vederne il contenuto, l'anziana si avvicinò al tavolo su cui vi erano seduti Asa e Riven, posandovi la cesta. Vestiti, c'erano dei vestiti di vari colori, bianco, nero, giallo, azzurro, persino rosa e rosso! “Oh!” Riven esclamò sorpresa fra se e se, con le lacrime agli occhi che minacciavano di scendere da lì a pochi istanti. Erano per lei, dalla sua...famiglia. Shava avvicinò la cesta a Riven, con un enorme sorriso compiaciuto e comprensivo. “Sono tuoi, cara. Alcuni un tempo appartenevano a me, altri li ho comprati appositamente per te. Stai lavorando sodo, non chiedi nulla in cambio, vorresti solo qualcuno che si prenda finalmente cura del tuo animo lacerato. Non ci importa quali crimini tu abbia commesso, la ragazza che abbiamo di fronte adesso, non è un mostro. È una splendida donna, lavoratrice, umile e gentile, dyeda.” Eccole, le lacrime a lungo represse, stavano sgorgando dai suoi occhi gonfi ed arrossati, rigandole il viso scarno, da sempre aveva lottato per non mostrarsi debole ai due coniugi Konte, ma era tutto vano, lo sapevano dal primo momento che l'avevano vista, sapevano il peso dei suoi demoni che si portava sulle spalle, e li avevano accettati, avevano accettato lei, una spada rotta, una Noxiana spietata richiedente asilo nello stesso luogo che voleva dominare. “Non…” Lottó con l'emozione che cercava di esplodere dentro il suo cuore, cercò di parlare senza che la voce le tremasse, si morse il labbro inferiore cercando di distogliere la sua attenzione dalle lacrime che cadevano copiosamente. “Non merito tutta questa indulgenza. Io...io li ho uccisi tutti! E probabilmente ho assistito alla caduta dei vostri figli.” Chiuse gli occhi, conscia del dolore che aveva causato ai due anziani con le sue parole. Il silenzio era calato nell'abitazione, sembravano attimi eterni per la giovane redenta. “Il destino ci ha ripagato donandoci un'altra figlia e noi ne siamo grati.” Il gatto del granaio dal pelo grigio folto ed arruffato, entrò dalla finestra semi aperta, per strusciarsi sulla gamba di Riven, come se volesse rafforzare le parole di Shava. La sua attenzione ricadde sull'animale al suo fianco, stranamente le sembrò cosi simile a lei. Sola, indipendentemente, ma a volte in cerca di cure. Posó la mano destra sul capo del gattino, che in tutta risposta miagoló, mentre con l'altra si asciugó le lacrime amare dal viso abbronzato. “Grazie, Emair, Fair…” La voce rotta dall'emozione, un sorriso che le illuminava il volto in fiamme, era da molto che non sorrideva genuinamente. Molte cose stavano cambiando attorno a lei, ma soprattutto in lei. A Noxus non era permessa alcuna forma di debolezza, piangere era un tabù, affidarsi ad altri in questo modo lo era altrettanto, l'unica cosa che doveva contare per te era se stessi e nessun altro. La solitudine l’accompagnava fin dai suoi 6 anni di vita, non le pesava molto, se stessa era l'unica persona che aveva, che conosceva, fino a quel momento. Si sentiva finalmente parte di un qualcosa, che non aveva niente a che vedere con la guerra. Una famiglia, la stessa che aveva sempre sognato, ancor prima degli incubi oscuri.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > League of Legends / Vai alla pagina dell'autore: lilithiums