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Autore: Liioisjustchemical    22/04/2021    0 recensioni
Nori Yikeda possiede il quirk Magnete ed è capace di attirare a sé i metalli che la circondano.
C'è un compagno di classe per cui prova sentimenti diversi da quelli che prova per gli altri: Shoto Todoroki, e proprio con lui sarà costretta a condividere... beh... molto poco spazio.
Forse, però, la vicenda le farà aprire gli occhi sui veri sentimenti del ragazzo.
Forse amare perdutamente senza mai farsi avanti non è la chiave per una storia a lieto fine. Soprattutto quando la tua migliore amica condivide i tuoi stessi sentimenti, soprattutto quando lei, a differenza tua, è ricambiata dal ragazzo in questione.
C'è una luce alla fine del tunnel o Todoroki e Nori erano fatti per stare assieme? E soprattutto, se c'è davvero quella luce, che nome porta?
[Todoroki // Bakugo x OC] [accenni di TodoMomo]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Momo Yaoyorozu, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Todoroki avanzò lentamente vero Mina e Bakugo. Mentre procedeva pensai che doveva essere uno scherzo del destino: Bakugo, per colpa sua il professor Aizawa mi aveva intrappolava tra le sue bende quella mattina, ed ora ero io a doverlo aiutare a liberarsi da delle funi che lo legavano stretto ad una bomba.
 
Todoroki arrivò ad un pelo dai due, prestando estrema attenzione al più minimo spostamento d’aria pur di non stimolare il meccanismo dell’esplosivo. Si chinò di fronte ai due, ora i suoi occhi si trovavano alla stessa altezza di quelli di Bakugo e Mina. Guardò prima la ragazza, poi il compagno poi posò una mano il più vicino possibile alla bomba.
 
In un secondo il getto di ghiaccio congelò l’esplosivo, ma nessuno osò muoversi. Solo dopo che Todoroki si voltò per farmi un cenno cominciai ad avvicinarmi. Cercai di fare il più cautamente possibile, non perché non mi fidassi di lui, piuttosto perché, inconsciamente, temevo che qualcosa potesse comunque andare storto. Ad ogni modo li raggiunsi ed anche io mi chinai accanto a Todoroki.
 
Sfiorai la bomba congelata con le dita e lanciai un’altra occhiata al mio compagno. Presi un profondo respiro e strinsi il ghiaccio tra le dita, poi con uno strattone deciso la tirai a me. La bomba si staccò dal corpo di Bakugo.
 
Mentre Todoroki cominciava a sciogliere i nodi che legavano ancora i due ragazzi. Vidi con la coda dell’occhio Mina aiutarsi a scogliere i nodi che le tenevano assieme le caviglie. Non riuscivo a smettere di osservare quella bomba, cristallizzata nel ghiaccio di Todoroki.
 
Mi resi anche, congelandosi, si era attaccata alla tshirt di Bakugo e quando l’avevo afferrata tirando un pezzo di stoffa si era strappato lasciando il ragazzo con parte del petto ed il fianco sinistro scoperto.
 
“Se proprio volevi vedermi nudo ti bastava chiedere. Non c’era bisogno di ridurmi a pezzi la maglietta” Bakugo si alzò in piedi appena fu liberato dalle corte e si posizionò di fronte a me sorridendo.
 
Avvampai, che razza di idiota.
 
“Sei un imbec…”
 
“Nori” Todoroki mi chiamò. Voltandomi mi resi conto che ormai anche Mina si era liberata “abbiamo finito, perché il tempo continua a scorrere?” domandò.
 
Ci guardammo tutti rapidamente attorno, in effetti la cosa non tornava.
 
“Forse Aizawa vuole che distruggiamo questa” dissi porgendo la bomba al gruppo mentre mi alzavo in piedi.
 
“In quel caso potrebbe pensarci Bakugo” suggerì Mina.
 
“Dammi qua” fece il biondo strapandomi poco elegantemente la bomba di mano “andiamo di sotto” continuò avviandosi nel corridoio senza curarsi del fatto che lo seguissimo o meno.
 
--
 
Giunti ai piedi del palazzo ci radunammo in cerchio. Vidi che il countdown era a pochi minuti dallo scadere.
 
“E adesso?” chiese Mina più rivolta a me e Todoroki che non a Bakugo.
 
Tutti ci voltammo verso di lui, ma il ragazzo sembrava non volersi muovere. Continuava a tenere la bomba in mano senza avanzare di un passo.
 
“Bakugo, puoi colpire oggetti in volo con le tue esplosioni?” domandai appena un’idea mi balenò in testa.
 
“Che cazzo intendi dire, testa di melanzana?” Bakugo puntò i suoi occhi su di me. Sentii Todoroki sbuffare appena alle mie spalle e anche io, prima di rispondere, presi un gran respiro.
 
“Intendo dire” ringhiai “che, dato che di certo caprai che non possiamo far esplodere la bomba qui in mezzo a noi, potresti lanciarla lontano e farla esplodere in aria, prima che cada, in modo da non creare danni”
 
Bakugo sembrò ponderare per un attimo le mie parole.
 
“Forse non sei proprio stupida in fondo” rispose prima di allontanarsi di qualche metro da noi e lanciare la bomba in aria come gli avevo suggerito.
 
Prima che riuscì a farla esplodere Todoroki mi si avvicinò. Sembrava che stesse per dire qualcosa ma l’esplosione fu così rumorosa da farmi saltare sul posto e nell’esatto momento in cui la bomba fu fatta scoppiare, il countdown si interruppe.
 
La voce di Aizawa tuonò dagli altoparlanti e annunciò la conclusione della fase uno della nostra simulazione. Si premurò di farci notare che ce l’avevamo fatta giusto per una manciata di minuti, ma poco mi importava. Avevamo finito la prova, io e Todoroki eravamo riusciti a portare a termine la simulazione con successso.
 
--
 
Io e Todoroki fummo bendati e condotti da Aizawa, beh, non so dove. A differenza di Bakugo e Mina non ci legò, ma percepivo l’aria attorno a me in un modo strano. Come se mi trovassi in una grotta o un post piccolo o senza finestre.
 
Il professor Aizawa si allontanò comunicandoci che avemmo potuto toglierci le bende al cominciare del countdown. Quando il via fu annunciato ed il tempo cominciò a scorrere mi sfilai la benda.
 
La prima cosa che vidi fu il viso di Todoroki, a pochissimi millimetri dal mio. Di botto scattai all’indietro, ma un dolore lancinante mi partì dalla testa quando sbattei sulla parete alle mie spalle.
 
Ok, respira altrimenti fai venire giù la grandine a forza di insulti.
 
Mi guardai attorno e mi resi conto che eravamo rinchiusi come in una teca di vetro. La scatola era minuscola e non sembrava esserci modo di uscire. Su un lato, diversi tubi si fondevano con la parete ed immaginai servissero per farci arrivare aria.
 
Guardai Todoroki in preda al panico. No, non soffro di claustrofobia o almeno, non soffro di claustrofobia di norma, ma essere rinchiusa in una cazzo di scatoletta grande quanto il baule della mia auto posso dire che non mi vada a genio.
 
Porca puttana era così vicino.
 
Riuscivo a sentire il suo profumo. Era un profumo di pulito e c’era qualcosa di fiori, tipo gelsomino. Un’altra cosa che riuscivo a percepire era il suo respiro, decisamente meno affannato del mio. A poco a poco cominciai a sentirmi mancare l’aria e un non riuscii a frenare un leggero affanno.
 
“Non farti prendere dal panico, è sempre una simulazione” Todoroki mi allungò una mano e puntò i suoi occhi nei miei.
 
“Hai ragione. È una simulazione” cercai di convincermi che non ci sarebbe stato un vero pericolo e tentai di riguadagnare un briciolo di lucidità.
 
“Come credi che ci troveranno?” domandai “la cella sembra a prova di suono” mentre parlavo mi guardai attorno per individuare qualche oggetto metallico che avrei potuto attirare a noi cercando di rompere il vetro. Ad essere sincera, dubitavo che il vetro si sarebbe potuto rompere con molta facilità, eppure avrei tentato senza pensarci due volte.
 
Trascorse il primo minuti e sentii un sibilo provenire dalla parete alle spalle di Todoroki, dove si trovavano i tubi per l’ossigeno. Dal tubo più in basso, quasi al’altezza del pavimento, cominciò a sgorgare un rivolo d’acqua.
 
“NO!” sgranai gli occhi. Quindi era questa la trappola: una panic room che si sarebbe riempita a poco a poco d’acqua fino a farci annegare. Ovviamente, se Bakugo e Mina non fossero arrivati in tempo.
 
Al mio grido Todoroki si voltò di scatto, sbattendo contro la parete. Eppure la cella era talmente piccola da impedirci movimenti ampi. Per riuscire a voltarsi dovetti accavallare le gambe sopra le sue. Arrossii terribilmente per la situazione che mi pareva fin troppo equivoca.
 
Ma che problemi ha Aizawa a sottoporci a prove del genere, porca puttana?!
 
“L’acqua scorre l…”
 
“Sh!” zittii Todoroki poco educatamente, eppure era necessario che mi lasciasse contare. Sì, stavo contando i secondi. Quando l’acqua si interruppe tornai a guardarlo.
 
“L’acqua scorre per trenta secondi e, se le mie previsioni sono corrette, allo scoccare di ogni minuto si interrompe per ricominciare a quello successivo. Ora, però non mi torna. A questa velocità la cella si riempierà molto prima che siano passati 30 minuti” spiegai “questo mi fa sospettare che ci sia un modo per far uscire quest’acqua” conclusi.
 
Todoroki sembrò sorpreso dal mio ragionamento, ma non si lasciò sfuggire commenti.
 
Aspettammo un’altra manciata di minuti e verificammo che la mia previsione era corretta. Sfortunatamente, nessuno dei due riusciva ad individuare un modo per far uscire l’acqua dalla scatola di vetro.
 
Il livello dell’acqua mi arrivava ormai a metà coscia, ovviamente da seduta perché non avrei avuto assolutamente spazio per alzarmi dritta in piedi.
 
“Nori! Todoroki!” sentii uno strillo acuto provenire dalla parete di fronte a me e una figura rosa comparve correndo nella nostra direzione. Dietro di lei, Bakugo la seguiva imprecando. Ancora una volta mi mossi senza pensare e mi catapultai verso la parete.
 
L’acqua riprese a scorrere e io scivolai finendo addosso a Todoroki. Le nostre gambe si incrociarono e dovetti appoggiarmi alla parete di vetro per non sbattervi la faccia. Il viso del ragazzo era poco a destra del mio, il mio petto era ormai irrimediabilmente contro il suo e temevo di non fargli altro se non male se avessi provato ad alzarmi.
 
“Poca puttana” imprecai in preda all’imbarazzo. L’acqua continuò ad uscire impregnandomi i vestiti mentre Mina e Bakugo si erano ormai fatti vicini.
 
“Cosa cazzo è?” chiese Bakugo, non so bene a chi.
 
“Si riempie d’acqua per trenta secondi ogni minuto. All’incirca di così” dissi indicando sul mio dito la misura dell’acqua “e poi si stoppa e ricomincia il minuto successivo” spigai.
 
Mina e Bakugo continuarono ad osservarmi con gli occhi sgranati, si scambiarono un’occhiata poi tornarono a guardare noi.
 
“Nori” Todoroki, sotto di me, mi posò una mano sulla spalla “non ci sentono” disse.
 
Il resto della frase mi morì in gola.
 
Osservai i nostri compagni fuori dalla cella ancora intenta a trovare un modo per tornare ad assumere una posizione meno equivocabile senza calpestare Toroki.
 
Che poi, cazzo, a lui non infastidiva questa situazione? Perché se ne stava fermo così senza dire o fare niente? Solo io mi sento in imbarazzo a trovarmi distesa sopra un mio compagno di classe in una cella più piccola di uno sgabuzzino e fradicia d’acqua?
 
I nostri compagni fuori continuavano a gridare, prima a noi poi tra di loro. Era completamente inutile, non c’era modo di comunicare. Come potevamo lavorare assieme se non potevamo parlate tra di noi??
 
Alla fine mi decisi: “dai passa di qua”
 
Todoroki intuì e cominciò a scivolare a sinistra.
 
Un colpo incredibilmente forte mi fece sobbalzare e il ragazzo scivolò.
 
Ma porca di quella puttana.
 
Torodoki cercò di risistemarsi, ma era tutto inutile. Ogni colpo che Bakugo sparava al vetro ci faceva tremare e le pareti bagnate e l’acqua sul fondo della cella ci rendeva i movimenti sempre più limitati. Alla fine ci rinunciammo e dovetti restare rigida in una posizione scomoda per non adagiarmi su Todoroki.
 
Sentivo il suo fiato sui miei capelli ed il suo petto a pochi centimetri dalla mia schiena. Io riuscivo a stendere le gambe senza problemi, ma lui no.
 
L’ennesimo colpo di Bakugo mi fece perdere definitivamente la pazienza.
 
“Ci vuoi dare un taglio testa di cazzo??” strillai battendo a mia volta i pugni sul vetro. Proprio nel punto dove il biondo aveva provato le sue mani per provocare l’esplosione.
 
Il ragazzo sobbalzò. Ci mise un secondo ad assottigliare gli occhi e digrignare i denti, pronto a rispondermi a tono… nonostante non avesse la più pallida idea di quello che gli avevo appena detto, non potendo sentirmi attraverso il vetro.
 
All’improvviso mi resi conto che Mina era completamente sparita, e a giudicare dall’acqua che ormai mi arrivava all’altezza dell’ombelico, anche da parecchio tempo.
 
“Dai fatti da parte” sentii dei passi avvicinarsi rapidamente e la voce della ragazza provenire da dietro di me. Non ci pensai nemmeno a voltarmi, sapevo fin troppo bene che, o meglio chi, c’era dietro di me. No, no, non mi sarei girata per nulla al mondo.
 
“Ragazzi! Ho perlustrato tutta l’area” Mina si inginocchiò per arrivare all’altezza dei nostri visi, mentre Bakugo rimaneva in piedi accanto a lei, le mani sui fianchi e un’incancellabile smorfia di disappunto.
 
“Qui fuori è un labirinto. Per questo ci abbiamo messo così tanto anche a trovarvi, tuttavia non ci sono materiali di metallo che potrebbero tornare utili a Nori, niente di appuntito per rompere il vetro e nemmeno esplosivi perché Bakugo possa farlo saltare, io…” Mina si interruppe nonappela l’acqua nella nostra cella ricominciò a sgorgare.
 
Sbuffai.
 
“Todoroki” chiesi, ancora una volta imponendomi di non voltarmi “dimmi che hai qualche idea” sospirai tirandomi indietro i capelli con le mani, ormai bagnate.
 
Shoto scosse la testa: “io…”
 
“Fermi” prima che Todoroki potesse continuare a parlare, Bakugo intervenne. Si chinò a sua volta, gli occhi puntati sul tubo che continuava a far uscire acqua.
 
“Non vi pare che stia uscendo più forte?” domandò.
 
Mi si gelò il sangue nelle vene e percepii Todoroki irrigidirsi.































Buonasera!!
Torno ad aggiornare questa storia. 
Era nata come una cosa di massimo 3 capitoli, ma ieri notte non riuscivo a dormire e mi è venuto un lampo di genio. Ovviamente mi sono messa a scrivere ed ora il piano è di continuare molto, ma molto più a lungo.
Detto ciò, non prometto niente perchè non so ancora come organizzarmi per scrivere e pubblicare, ma sicuramente ci risentiremo presto!
Un abbraccio a tutti i lettori
Leo
  
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