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Autore: anna900    24/04/2021    2 recensioni
Dal secondo capitolo:
il giornalista lo intervistò.
“Sei emozionato Hutton per questa ultima partita in Brasile?”
“Ultima partita?” ripetè quasi in simultanea Patty, non ne sapeva nulla
“Sì, ringrazio tutti i miei tifosi e coloro che hanno giocato con me in questi anni, ma ora è giunto il momento di fare scelte diverse, anche se il Brasile, e in particolar modo il Brancos, resterà sempre nel mio cuore!”.
“Ma voi ne sapevate qualcosa?” si chiesero tra loro i compagni nipponici...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scuola superiore era finalmente giunta al termine e con essa il tanto atteso diploma. Patty aveva compiuto diciotto anni ed era cresciuta. Era diventata più alta, i capelli si erano allungati e il suo corpo, nascosto sempre dalle larghe tute o dalla divisa scolastica, era diventato quello di una bella donna; solo lo sguardo non era modificato, manteneva sempre quella genuinità che conquistava un po’ tutti.

Presto avrebbe cominciato l’Università. I genitori le avevano proposto di iscriversi a Tokio nella facoltà di lingue, come le avevano suggerito i professori, lei non aveva obiettivi particolari da raggiungere, pertanto aveva accettato senza vagliare altre possibilità.

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Gli anni sono trascorsi: tre lunghi anni di attese telefoniche, sogni e incubi che non faccio che rivivere. Il suo saluto alla fermata, la prima telefonata ricevuta dopo molti mesi dalla sua partenza. In questi anni sono ‘caduta’ tante volte, ovviamente nel senso lato del termine, ma ho sempre trovato dentro me la forza per rialzarmi, non potevo fare altrimenti: ho sempre solo e soltanto potuto contare su me stessa.

In cuor mio ho sempre sperato che in quelle telefonate, prima o poi, Holly si sbilanciasse e che, anche se a distanza, mi confessasse i suoi sentimenti, ma questo non è mai successo. Ogni tanto penso ancora che nessuno potrebbe sostituirlo, che se solo lui mi sfiorasse io non lo lascerei più andare: ma questi sono solo miei sogni, perché in realtà lui non mi ha mai detto nulla per farmi sperare qualcosa di più, perciò pensare a una storia con lui ora sembra davvero un’assurdità. E io sono così stanca di aspettare…

Con i miei pensieri tristi varco la soglia di casa e subito mia madre mi viene incontro:

“Patty hai ricevuto una lettera”.

“Davvero mamma?”. La osservo bene: “E’ della federazione”.

Mi tremano le mani, ho fatto richiesta al signor Pearson di partecipare ai mondiali, spero non ci sia scritto qualcosa di brutto…

“Gentile signorina Gatsby, date le sue eccellenti prestazioni come prima manager in questi anni nella squadra della New Team, abbiamo l’onore di comunicarle la sua convocazione in Francia. Se deciderà di non accettare informi tempestivamente… AAAAHHHH MAMMA SONO STATA CONVOCATA ANCHE IO!”.

Mia madre mi sorride felice, è contenta anche lei. Sa quanto io tenga alla mia mansione da manager nella squadra di calcio del paese, figuriamoci per la nazionale!

 

“È stupendo cara!”

“Sì, mamma che bello!”.

DRIIN- DRIIN, il telefono squilla e corro a rispondere mentre passo la lettera a mia madre per fargliela leggere;

“Pronto, ciao Amy…. sei stata convocata?”, chiedo d’istinto

“Siiii ANCHE TU?”, Amy se possibile esplode di gioia anche più di me.

“SIIIIII , CHE BELLO STAREMO INSIEME!”

Alla fine della telefonata scopro che oltre a me e Amy è stata convocata anche Jenny: sono così felice perché stare con due amiche che non vedo da tanto tempo è una notizia che chiude in modo perfetto questo cerchio. Il cuore mi scoppia nel petto, non solo per le emozioni che provo per la convocazione, ma soprattutto perché potrò rivedere e trascorrere del tempo con Holly dopo tanti anni, perché sicuramente il capitano non potrà mancare! Questo contatto è importante per me: potrò davvero capire cosa provo per lui, e sarà l’occasione giusta per prendere definitivamente le distanze se mi renderò conto che non potrà mai esserci nulla tra noi. Prima o poi bisogna tornare con i piedi per terra, non si può sempre restare ancorati a un sogno, specie se il sogno è solo unilaterale.

Le ore passano, e io continuo a girare per casa con un sorriso stampato in volto: oggi nessuno me lo toglierà e i miei pensieri più cupi non potranno farsi sentire. Mia madre e mio padre sono usciti per fare la spesa e io non andrò agli allenamenti, i miei mi hanno chiesto di mettere un po’ in ordine la mia stanza, dato che a breve partirò e poi stasera dovremmo uscire perché abbiamo una partita importante a cui assistere con tutti gli amici al ristorante di Bruce.

Mentre sono intenta nei miei lavori, sento il telefono squillare e così rispondo.

“Pronto”

“Ciao Patty… non credevo rispondessi tu!”

“Ciao Holly, ma come mai chiami a quest’ora?”

“No, ecco, io… nulla… non mi sono reso conto dell’ora, anzi, ma tu non dovresti essere al campo sportivo?”

“Meno male che non ti sei reso conto dell’ora!”, scoppio a ridere, mi fa piacere sapere che tenga a mente i miei impegni, ma questa telefonata fatta in un orario non usuale mi stranizza non poco. Non importa, sono talmente felice che nulla potrebbe distruggere questo momento e poi sentirlo mi aiuta sempre a stare meglio.

Intavolo una conversazione:

“Non è da molto che mi hai chiamata, è successo qualcosa?”, chiedo incuriosita, in genere chiama una volta ogni due settimane.

“No, nulla, solo che… ti ho già detto che a breve tornerò in Giappone?”

“Sì, e poi ci sarà l’immediata partenza per la Francia”. A differenza delle atre volte in cui sono stata triste ogni qualvolta pensavo alla sua toccata e fuga qui a Nankatsu, stavolta sono molto felice; non credo lui sappia della mia nomina.

“Già, stasera vedrai la registrazione dell’ultima partita di campionato prima della pausa estiva con il Brancos?”

“Sì, saremo tutti al ristorante di Bruce ad assistere e tiferemo per te anche se hai già terminato di giocare da un po’. A proposito, avete vinto, vero?”

“Non posso dirtelo Patty, ti rovinerei la sorpresa, comunque vi sono grato del vostro sostegno… se in questi anni ho collezionato tanti successi lo devo anche a voi. Bene allora ci vediamo nei prossimi giorni”

“A presto Holly”

“A presto Patricia”.

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Patty non capì bene il senso di quella telefonata, notò che il tono usato dal ragazzo era molto più dolce rispetto al solito e in alcuni momenti quasi imbarazzato, ma prese quella telefonata come prendeva sempre le sue chiamate: come un motivo per rendere le sue giornate più serene. Terminò di rassettare la sua stanza e si preparò per uscire, voleva andare dalle sue amiche un po’ prima della partita e comunicare la sua convocazione. Non aveva detto nulla a Holly perché desiderava fargli una sorpresa e leggere sul suo volto lo stupore nel momento in cui avrebbe appreso da lei stessa la notizia, ma non stava più nella pelle, doveva confidarsi con Eve e con Susi.

Mentre si incamminava per raggiungere gli altri pensava che essere manager per la New Team, da quando Holly e Benji non giocavano più con loro, era diverso: la New Team non riusciva più a vincere il campionato nazionale, anche se in quegli anni si erano piazzati a un dignitosissimo secondo posto; certo il secondo posto non era male, ma la squadra desiderava fare di meglio. Lei però, come tutti i tifosi, non aveva mai perso le speranze di vedere nuovamente sollevare quella tanto desiderata coppa.

Si lanciò su Eve e Susi a cui raccontò subito la novità, ma chiese di mantenere il segreto con i ragazzi. Voleva stupirli tutti. Si sedette a osservarli giocare e li vide correre come gazzelle in quel campo, alla ricerca della palla per segnare un goal. Era solo una partita d’allenamento, ma se Holly aveva lasciato un insegnamento a quei ragazzi era proprio quello di non darsi mai per vinti e di dare sempre il massimo per raggiungere e realizzare i loro obiettivi. E forse proprio per questo tutti tenevano in modo speciale al capitano, perché con la sua umiltà e la sua tenacia era riuscito a superare ostacoli imponenti.

I pensieri di Patty si incentrarono sulla sua amicizia con il numero 10: “Sì, Holly è speciale per tutti noi! Un caro amico e un esempio da seguire in ogni circostanza!”

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“Ma è questo il modo di giocare? Non va bene per nulla!”

Ci voltiamo, chi è che osa interrompere un allenamento, oltretutto perfetto?

Bruce e gli altri ringhiano contro quella voce: “Se hai il coraggio fatti vedere e se credi di saper fare meglio scendi qui a giocare, ti daremo una bella lezione!”

“E chi me la darebbe questa lezione, tu Bruce?”

Dal fondo degli spalti ci apparve l’unico a cui avremmo dovuto pensare fin da subito: il nostro caro amico Benji.

“BENJI, è BENJI” cominciarono ad urlare i ragazzi e gli corsero tutti incontro.

Paul e John: “Capitano sei tornato!”, eh sì perché ai tempi della Saint Francis era lui il loro capitano.

Alcune lacrime scendono sul mio volto senza poterle trattenere. È così bella questa riunione e tra qualche giorno ci sarà anche Holly: poi sì che saremo di nuovo tutti insieme.

“Ragazzi mi siete mancati!” dice un Price felice di essere con la sua squadra.

“Benji racconta, com’è essere il primo portiere dell’Amburgo?”, iniziano a domandargli i suoi ex compagni.

“è una vittoria: ho superato parecchi avversari per poter ricoprire questo posto e ora sono soddisfatto di me stesso!”.

I racconti di Benji furono tanti, ne aveva fatta di strada in quegli anni; tutti si avvicinarono ad ascoltarlo ad eccezione di Tom che si sedette un po’ più distante. Ascoltava con interesse le vicissitudini dell’amico perché ne era orgoglioso, ma chi lo conosceva da più tempo voleva riservarsi un posto più vicino. Io, Eve e Susi ci sedemmo con discrezione accanto a Tom e istintivamente strinsi la mano a quest’ultimo. Siamo diventati grandi amici in questo periodo, proprio come lo sono lui e Holly.

L’ora per assistere alla partita del Brancos si stava avvicinando e i ragazzi andarono a casa a cambiarsi. Anche io andai a prepararmi. Ci incontrammo dopo circa un’ora al ristorante dei genitori di Bruce che aveva il collegamento intercontinentale. Ovviamente, anche se continuavo a ripetermi che tra me e il capitano non poteva esserci nulla, non appena la telecamera inquadrò Holly, il mio cuore cominciò a battere all’impazzata.

“Zitti, zitti un giornalista sta intervistando Holly”, sentii Paul urlare.

“Hutton quanta strada hai fatto per giungere a questo punto. Sei emozionato?”

“Sì, lo sono sempre, ogniqualvolta metto piede su un campo di calcio”

“Forse è per questo che arrivi tanto ai tuoi tifosi: leggono la tua emozione sul volto ma contemporaneamente anche le tue sicurezze. Sei pronto ad affrontare questa ultima partita in Brasile?”

“Ultima partita?” ripeto quasi in simultanea, non ne sapevo nulla.

“Sì, ringrazio tutti i miei tifosi, il mister e coloro che hanno giocato con me in questi anni, è grazie anche a loro se sono riuscito a tagliare traguardi importanti; ma ora è giunto il momento di fare scelte diverse, anche se il Brasile, e in particolar modo il Brancos, resterà sempre nel mio cuore!”.

“Ma voi ne sapevate qualcosa?” chiedono tra loro i ragazzi.

Solo Benji e Tom si scambiano un sorriso complice, segno che in realtà sono perfettamente a conoscenza della novità.

La partita comincia e mentre tutti sono attenti a ciò che accade, io non riesco a fare a meno di chiedermi come mai Holly abbia deciso di dare il suo addio al Brancos e soprattutto perchè non mi avesse mai confidato nulla. Invasa da questi pensieri che non mi permettono di seguire con serenità la partita e che mi destabilizzano, mi sento chiamare da mio padre:

“Patty vieni un attimo”

“Sì papà”, mi avvicino a lui.

“Fuori c’è qualcuno che mi ha chiesto di chiamarti”

“Papà ma sto guardando la partita”, protesto, non capisce che non è il momento per gli scocciatori?
“Esci non te ne pentirai” mi fa l’occhiolino e si allontana da me.

Rimango a fissarlo mentre lo vedo sedersi tranquillamente; ultimamente mio padre è davvero strano, spesso parla sottovoce al telefono come se avesse qualcosa da nascondere. Mah, scrollo le spalle e faccio come mi ha chiesto, dopotutto è difficile che mi chieda di fare qualcosa e quando accade glielo devo. Non appena esco fuori dal ristorante però, la sorpresa che mi appare davanti è eccezionale.

Holly è lì davanti a me: alto, bello con la carnagione abbronzata che mi scruta e sorride. Ero pronta a fargli io una sorpresa tra qualche giorno e invece lui la sta facendo in questo preciso istante a me: non sono in grado di descrivere le emozioni che sto provando in questo momento.

 

 

   
 
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