- Pairing : Karin/Sakura, accenni(ssimi)
SasuNaru , SakuSasu ,
KarinSasu .
- Genere : Introspettivo ,
Malinconico , Nonsense .
- Rating : Giallo .
- Avvertimenti : AU (Another
Universe) , Flashfic , Shoujo-ai .
Dedicata
a Ghen, che mi pare l’avesse apprezzata, e ad Hika_chan, il
cui unico
errore è derivato da una mia mancanza della quale non la
finirò mai di pentirmi
XD.
L'ho scritta parecchio tempo fa e si vede, lo stile non mi piace per
nulla. Va be', mettiamola online e vediamo (LL).
Ringrazio infinitamente Shinushio e Ghen per le loro
recensioni, siete veramente il sangue per una persona che passa un
momento complicato e ha voglia di rassicurazioni e coccole ♥.
Grazie
›
She.
Una mattina come tante.
Impegni quotidiano che, d’improvviso, diventano nulla.
Lei era perfetta . – All’incirca.
–
Lei era fiamma che consuma, lei era acqua che persevera. Lei era aria
che dona
il respiro e terra che sigilla la fine.
Lei era vincolo e libertà, forza e debolezza.
Lei era amore e odio, nero e bianco.
Lei era libertà e illusione.
Lei era vita e morte.
Lei era una vita di luce e buio, di litigi e dolci baci segreti, di
lividi e
fiori.
Lei era una morte lenta e dolorosa, come tante pugnalate che
– ancora –
stringono il cuore in una morsa
soffocante, mai del tutto piacevole. Mai del tutto sgradevole.
Lei era l’iniezione letale, la dose di troppo, il bicchiere
pieno.
Lei era sicurezza, e giustizia, e timido, puro candore.
Lei era l’impronta di lucidalabbra sul colletto.
Lei era la paura della prima volta.
Lei era Sakura-chan.
La mia Sakura-chan.
Mai mia del tutto, sicuramente.
Lei voleva Sasuke-kun, il sogno di una bambina e poi di
un’adolescente.
Non lo avrebbe mai avuto lei, non lo avrei mai avuto io.
– E i Kami sanno quanto lo
desideravamo... –
Stupido, borioso, ragazzino viziato.
Tu e il tuo sole maledetto.
Lei rideva con l’ignaro rivale, e in solitudine non aveva mai
rimpianto
l’Uchiha.
Anzi, aveva dato il consenso all’amico d’infanzia,
un sorriso dolce e sereno
sul volto.
Però non avrebbe mai smesso di sognare.
Però soffriva. – Inutilmente.
–
Però le sue lacrime erano sulle mie labbra, i suoi graffi
sulla mia pelle, il
suo profumo fra i miei capelli.
Noi eravamo vita e morte.
Noi eravamo libertà e illusione.
Noi eravamo amore e odio, nero e bianco.
Noi eravamo vincolo e libertà, forza e debolezza.
Noi eravamo...
Noi...
«
Ancora
qui? »
« Tsk! »
Mi volto a guardarlo, scettica.
« Stai scherzando? Ero solo di passaggio. »
Annuisce, mai del tutto convinto da queste mie risposte.
Mai del tutto convinto del perché mi trovi di fronte a
questa casa, destinata a
restare vuota fino al prossimo affitto. È carina, dopotutto,
le grandi aiuole
del giardino un po’ poco
curate che
danno l’idea del giusto quotidiano, e le imposte chiuse.
Senza troppa fretta, riprendiamo la strada per scuola, Suigetsu al mio
fianco.
« Karin? Che fine ha fatto quel profumo che usavi prima,
quello dolciastro? »
« Ti dà noia? » sbotto io, irritata da
questa curiosità.
« Umh, figurati cosa me ne frega... »
« Meglio per te. »
Silenzio di – mancata – riflessione.
E no, comunque, il cuore non fa male.
Perché lei non è mai stata la mia Sakurachan.
– Finora. –
[427 parole.]