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Autore: Wild_soul    24/04/2021    2 recensioni
Stiles Stilinski, un giovane poliziotto forse fin troppo sveglio per la sua età.
Derek Hale, dichiarato colpevole dell’omicidio della sua famiglia.
Il loro incontro-scontro avverrà proprio di fronte alla scena di un crimine. Ma sarà possibile per Stiles avere fiducia in un ricercato?
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ma buongiorno bellezza” a quell’affermazione, Stiles si bloccò poco convinto, girandosi lentamente verso il suo interlocutore.

“Ehm…buongiorno, Parrish…?” di risposta, Jordan quasi si strozzò con il caffè che stava sorseggiando.

“Ero riferito ad Oscar…ma certo, un buongiorno anche a te Stilinski” ignorando l’espressione estremamente offesa che il minore aveva assunto, continuò “Sono più che sicuro che tu non abbia dormito bene stanotte”

“Oscar. Prima notte insieme. Un incubo” di risposta, il cane sbuffò sonoramente, gesto che l’agente interpretò con un ‘Stai esagerando’, tantoché si ritrovò a rispondergli “Non.sono.una.Drama.queen. Non la smettevi di muoverti”

“Non vorrei interrompere la vostra discussione” il vicesceriffo lanciò un’occhiata estremamente eloquente al ragazzo “Ma volevo dirti che sulla scrivania ci sono quei materiali che mi avevi chiesto ieri e vedi di non rovinarli, sono documenti ufficiali”

Dopo aver ringraziato con un cenno della testa il superiore, Stiles volò alla sua postazione per studiare con molta attenzione i documenti. Si trattava dei fascicoli scolastici dei ragazzi incontrati al centro veterinario, ognuno con le rispettive assenze, voti scolastici, richiami ed eventuali espulsioni. Ad una prima lettura dei fascicoli, l’agente si ritrovò ad essere estremamente deluso nel non aver scoperto alcunché di interessante, se non che Liam Dunbar, il più giovane, si fosse trasferito quell’anno nel liceo e che, a cinque mesi dall’inizio della scuola, vantasse due richiami disciplinari. Delle due ragazze, anche Malia Tate sembrava avere un carattere alquanto burrascoso, mentre l’altra, Lydia Martin, possedeva voti impeccabili in qualsiasi materia. Per terminare, i due ragazzi, Scott Mccall e Isaac Lahey, non possedevano voti brillanti, ma la loro condotta il classe sembrava essere ottima. 

Stiles sbuffò, chiudendo i documenti con fare annoiato. Cosa aveva pensato di poter trovare nei fascicoli di cinque adolescenti? Dichiarazioni o testimonianze riguardo un reato?

“Che imbecille” mormorò, lanciando da parte i fogli e appoggiandosi pigramente allo schienale “Che razza di idiota” fece vagare annoiato lo sguardo sulla scrivania, mentre iniziò distrattamente a giocherellare con la penna, disegnando piccole spirali immaginarie sulla superfice.

-Maledette spirali-

Socchiuse lo sguardo quando il suo campo visivo venne occupato da un oggetto che aveva dimenticato in ufficio da ormai una settimana. Non che gli fosse mai interessato, in realtà.

Il libro di Gerard.

Lo prese in mano con cautela. Date le sue condizioni, aveva seriamente paura che si potesse disintegrare tra le sue mani, e fece correre le dita lungo la vecchia rilegatura usurata. Aveva da sempre avuto un debole per i libri antichi. Non che fosse un gran lettore –anzi, in questo campo Stiles affermava sinceramente di essere ignorante- ma amava il profumo della carta, la sensazione dello sfogliare antiche pagine ingiallite. Sensazioni che lo affascinavano oltre ogni limite.

Si guardò intorno. Non aveva ricevuto alcun incarico e, dato il silenzio che si percepiva dal corridoio, Stiles era più che convinto che si sarebbe trattato di una noiosissima giornata. Puntò nuovamente lo sguardo sul libro.

-Perché no?-

Aprì delicatamente la copertina.

Bestiario

Stiles lesse il titolo che capeggiava al centro della prima pagina, alzando istintivamente un sopracciglio piuttosto scettico. Ok, non era decisamente quello che si fosse aspettato, ma a lui piacevano le storie fantasy. Seguì attentamente la descrizione di creature, ovviamente mitologiche, di cui non aveva mai sentito parlare, tra cui Banshee, Berserker, Darach, Druidi, Kanima, Kitsune. Era un libro estremamente ben scritto nonostante si trattasse di un racconto puramente immaginario. Ogni bestia aveva una precisa analizi delle sue caratteristiche fisiche, punti deboli e abilità particolari, ad esempio il Kanima secerneva una particolare sostanza in grado di paralizzare le vittime.

“Affascinante” affermò ad alta voce, osservando lo splendido disegno in dettagli dorati alla fine del paragrafo riguardanti una Kitsune. Avvertì un leggero spostamento alle sue spalle, fino a ritrovarsi il muso di Oscar nel bel mezzo del suo campo visivo “Togliti” affermò, dandogli una leggera pacca sul muso “Fammi leggere”  ricevette come risposta un basso ringhio di rimprovero “O mio dio” alzò gli occhi al cielo “Togliti” ripeté con tono più deciso, prendendo il cane per il collare e costringendolo a spostarsi.

Si era quasi illuso di aver vinto quella stupida battaglia, fino a quando non sentì un forte strattone sulla manica della divisa ed un cigolio preoccupante alla sedia girevole. Non ebbe neanche il tempo materiale di voltarsi che si ritrovò gambe all’aria con il muso soddisfatto e beffardo del cane ad osservarlo sopra di lui.

“Ti odio” sbuffò, liberando l’uniforme dalla morsa di Oscar e tentando di tornare in piedi.

 

“Come mai hai fatto un sopralluogo al centro veterinario, Stiles?”

“Vede, sceriffo, qualche giorno fa sono arrivate sulla mia casella postale delle segnalazioni anonime che affermavano di aver riconosciuto Derek Hale proprio in quella zona. Mi è sembrato opportuno controllare di persona”

“Non credi sia troppo affrettato dare importanza a questo tipo di voci oltretutto senza nome?” rispose l’uomo, corrugando appena lo sguardo “Ad ogni modo, hai scoperto qualcosa di interessante?”

“Non ancora, signore, ma mi sono fatto consegnare i fascicoli scolastici dei ragazzi che lavorano lì. Mi è saputo strano trovare ben cinque tirocinanti in un centro veterinario così piccolo”

“Chi sono i ragazzi?” a quella domanda, Stiles posò un foglio sulla scrivania, leggendo ad alta voce i nomi dei cinque studenti.

“…e Malia Tate. Lei è…?”

“Oh, non ci badare. È molto diffuso il cognome Tate” rispose lo sceriffo, muovendo distrattamente una mano di fronte al viso, intuendo la domanda dell’agente “Ma…tornando ai ragazzi…hai controllato le loro assenze? Se veramente lavorano tutti insieme nel centro veterinario, dovrebbero risultare assenti negli stessi giorni”

“Devo davvero indagare su questi studenti?” chiese il poliziotto, estremamente perplesso.

“Non ti ho chiesto di indagare, Stiles, ma di verificare” sentenziò l’uomo “Piuttosto, come va con il nuovo compagno?”

“Sinceramente, sceriffo…” il ragazzo si ritrovò inaspettatamente indeciso su cosa dire “Non abbiamo legato molto durante la scorsa settimana…ma vorrei provare qualche altro giorno di prova prima di giungere ad una conclusione” rispose, stupendo se stesso per l’onestà con cui si fosse appena espresso.

Già, era vero. Quella palla di pelo nero fastidiosa, brontolona e che sicuramente vantava una qualche discendenza dai lupi, iniziava ad essere meno difficile da sopportare.

 

“O mio dio” sbraitò esasperato, gettando un’occhiata di fuoco verso il cane “Non ti sopporto più” concluse, lanciando un calcio da sotto le coperte, per sottolineare la sua frustrazione. Oscar, dal canto suo, continuò ad aggrovigliarsi spensierato con la vecchia coperta in pile che Stiles gli aveva dato. Più precisamente, era stata furtivamente rubata da sopra il divano durante un momento di distrazione dell’agente, e quando quest’ultimo aveva tentato di riappropriarsene, aveva ricevuto quattro o cinque ringhi di avvertimento. Quindi il ragazzo aveva bonariamente lasciato correre la faccenda, così come ora stava ignorando il fatto che il suo adoratissimo compagno si stesse divertendo a stracciare la coperta sopra al suo letto.

Perché sì, Oscar non aveva nemmeno per un minuto preso in  considerazione l’idea di poter dormire nella cuccia quella seconda notte. E Stiles si era pacificamente arreso alla sua volontà.

Passò qualche altro minuto prima che il cane trovasse la posizione per lui più comoda e si addormentasse, mentre l’agente faticò davvero molto a trovare sonno. Dopo una buona mezz’ora spesa ad osservare il soffitto, accese la sua abat-jour e, stando ben attento a non svegliare Oscar, tirò fuori dal cassetto del comodino il Bestiario che si era portato via dall’ufficio. Una lettura lo avrebbe di certo aiutato a conciliare il sonno.

Licantropi

Quello era il titolo del nuovo capitolo. A differenza delle creature di quella mattina, aveva già sentito parlare di licantropi, soprattutto all’età di diciassette anni, quando aveva frequentato per un breve periodo una ragazza fissata con la saga di Harry Potter. Ma nulla di più.

Lesse quelle pagine una dopo l’altra, non accorgendosi di aver ormai passato le due di notte, catturato da una vorace curiosità che neanche lui sapeva di avere. Quando la sveglia sul comodino segnò le tre meno un quarto, si costrinse, controvoglia, ad abbandonare la sua lettura e a riporre il libro nel cassetto.

 

La mattina dopo si presentò in ufficio inaspettatamente sveglio nonostante non avesse dormito neanche la metà delle sue solite ore di sonno. Si sedette alla postazione e riprese in mano i fascicoli del giorno prima, deciso a seguire il consiglio dello sceriffo. Appuntò in un foglio le varie date in cui ognuno dei cinque ragazzi risultava non essere presente e notò fin da subito che tre di loro, Malia, Isaac e Liam, spesso fossero assenti o uscissero anticipatamente dall’orario scolastico. L’ultima data segnata nell’elenco delle era il 14 febbraio.

Stiles arricciò involontariamente il naso, stiracchiandosi il collo. Era più che sicuro che quella data non fosse casuale, ma non ebbe tempo di porsi altre domande, che i suoi occhi caddero sul calendario appoggiato in un angolo della scrivania. Proprio sulla casella corrispondente, lui stesso aveva scritto un nome: Kate. Era stato il giorno del ritrovamento del cadavere.

Lesse la seconda data che appariva nell’elenco delle assenze. 14 gennaio. Sapeva perfettamente cosa stesse a significare, ma afferrò comunque il calendario e sfogliò una pagina. Una seconda scritta: Victoria. Continuò a seguire il calendario, cercando la terza data, il 16 dicembre, dove, ovviamente, non trovò nessuna scritta. E poi il 16 novembre. E, ancora, Il 17 ottobre.

Lesse ancora quelle date una dopo l’altra, puntando ogni volta il dito sulla casella corrispondente del calendario. Quando ripeté questo procedimento per la terza volta, si accorse di trovare automaticamente i giorni. Non perché se li ricordasse a memoria, ma perché cadevano tutti nelle notti di luna piena, che era raffigurata da un cerchietto vuoto in basso a destra della casella.

Rimase immobile per un tempo indeterminabile, con ancora un dito sul calendario e l’altro sull’elenco delle assenze, mentre tentava di razionalizzare la sua scoperta.

-Forse quei tre ragazzi fanno parte di una strana setta…forse sono semplicemente scaramantici…-

Ma nessuna di quelle teorie gli parve convincente, non meno di quell’ipotesi che stava iniziando a premere sulla sua testa. Istintivamente cacciò fuori dalla ventiquattrore il Bestiario.

La sera prima non aveva avuto tempo di terminare il capitolo, ma in quel momento gli parve molto giusto finire la lettura sui licantropi che, a differenza delle altre creature, occupavano la maggior parte del libro. Fece scorrere velocemente il dito lungo quella carta ingiallita, fino ad arrivare alla voce “segni particolari”. Lesse poche parole.

Spirale: simbolo di vendetta, è una figura usata fin dall’antichità durante i conflitti tra branchi o, in generale, contro i nemici.

Chiuse con un tonfo sordo il libro, premendo forte le dita sulle meningi.

Oscar, guardingo, aveva osservato attentamente la scena dalla sua postazione senza emettere un suono.

     
   
 
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