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Autore: Schmetterlinge    01/05/2021    1 recensioni
Il Genio della Pallavolo.
Il Piccolo Gigante.
E una squadra di ragazzi altrettanto talentuosi sempre pronti a dare manforte, anche nei momenti più bui, dove le difficoltà paiono insormontabili.
Una raccolta di alcuni dei momenti più iconici - talvolta rivisitati - di una serie che ha fatto sognare e continua a far sognare gli appassionati della pallavolo.
E non solo loro.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo scorreva lento e inesorabile e - nonostante sperasse nel contrario - sapeva di non poter fare nulla per arrestarne la corsa.

 

Aveva raggiunto la soglia dei ventotto anni eppure le sembrava di essere ancora una ragazzina, la stessa ai tempi del liceo Karasuno, gli anni degli allenamenti sfibranti, dei tornei serali e delle gare nazionali, gli anni in cui tutto aveva avuto inizio.

 

 

 

Quanto avrebbe voluto tornare indietro

 

Un’utopia

 

 

Yachi se ne stava seduta - assorta - in canotta e pantaloncini, i capelli color del grano - un tempo a caschetto - a fare da cornice al bel visino tondo, una matita dietro l’orecchio e un paio di quaderni sparsi sul letto.

 

Era talmente persa nei meandri sei suoi pensieri da non essersi accorta della presenza di qualcuno oltre la porta della sua camera d’albergo, qualcuno che doveva fremere d’impazienza a giudicare dalla foga con cui aveva iniziato a bussare.

 

“Cosa …?”

 

Dovette soffocare un rantolo alla vista di Hinata in maglietta e bermuda, il volto impensierito, gli occhi stanchi e solcati, un flebile sorriso sulle labbra.

 

“Posso?”

 

Si scrutarono per interminabili secondi quando la ragazza gli fece cenno col capo.

 

“Fammi indovinare, non riesci a prendere sonno?”

 

“Tu?”

 

“Dovresti riposare, domani …”

 

“Abbiamo la finale, lo so.”

 

Hinata era sempre stato intrepido e spavaldo, per certi versi un vero incosciente; con il passare degli anni, invece, aveva finito col maturare, diventando più razionale, più responsabile ma decisamente più ansioso.

 

“Vuoi stenderti un attimo?”

 

“…”

 

Fortunatamente bastava entrare in campo per dimenticare ogni forma di incertezza ma mancava ancora qualche ora al match e la vera sfida sarebbe stata cercare di rassicurarlo e fargli prendere sonno.

 

“Kageyama?”

 

“L’ho visto aggirarsi nella hall …”

 

Evidentemente anche il Re della Pallavolo non era immune da preoccupazioni o paranoie.

 

 

 

Buono a sapersi, allora era umano anche lui.

 

 

 

“Dovresti riposare …”

 

“Avevo bisogno di vedere un volto amico.”

 

“Tobio?”

 

Hinata sbuffò sonoramente, soffocando una risata.

 

“Qualcun altro che non fosse Kageyama, Bokuto o i ragazzi della squadra.”

 

Yachi sorrise, sdraiata sul fianco e a pochi centimetri dal volto del rossiccio; il loro rapporto era sempre stato qualcosa di indefinibile, unico nel suo genere, incomprensibile ai più ma poco importava.

 

 

Molto più che amici ma non abbastanza da volersi definire una coppia.

 

Eppure…

 

 

“Hinata …”

 

 

 

 

Non era importante che gli altri capissero ma andava bene così

 

 

 

 

“Quando ti vedranno uscire dalla mia camera penseranno che …”

 

“Non voglio metterti in difficoltà.”

 

“Non l’hai mai fatto.”

 

 

 

Si erano sempre protetti a vicenda 

 

 

 

“Yachi …”

 

Shoyo si specchiò in quelle iridi ramate che aveva amato fin dal loro primo incontro, restando in attesa, pendendo dalle labbra di lei, le uniche in grado di tranquillizzarlo.

 

“Cerca di riposare.”

 

“Troppa adrenalina.”

 

“Adrenalina o paura?”

 

“E’ una finale importante, lo sai.”

 

“…”

 

Quel ragazzo era incorreggibile.

 

“Non puoi permetterti di arrivare stanco o non sarai di aiuto a nessuno.”

 

Kageyama aveva bisogno di lui, Bokuto e tutti gli altri avevano bisogno di lui e non poteva permettersi di fare passi falsi, non alla vigilia della finale olimpionica.

 

“Hai provato con della camomilla?”

 

“Alle terza mi sono arreso.”

 

Avrebbe voluto trattenersi dallo scoppiare a ridergli in faccia ma fu inutile.

 

“Non ridere.”

 

“E’ un po’ difficile, non credi?”

 

Di questo passo sarebbero rimasti svegli fino all’alba.

 

“Hinata …”

 

Sollevò le dita della mano sinistra, iniziando a carezzargli il volto mentre il rossiccio perseverava nell’osservarla quasi volesse leggerle dentro.

 

“Chiudi gli occhi.”

 

“Devo preoccuparmi?”

 

“…”

 

Lei non rispose, accennando un flebile sorriso non appena scorse l’amico socchiudere le palpebre.

 

“Domani …”

 

 

Fu poco più che un sussurro

 

 

 

Fece leva sui gomiti, sporgendosi quel tanto che bastava per avvertire il respiro di Shoyo mischiarsi al proprio.

 

“Gioca anche per me.”

 

“…"

 

Sfiorò le labbra di lui, così morbide e carnose, regalandogli un bacio che parve durare un’eternità.

 

“…”

 

Quando si staccò, avvertì Shoyo intrappolarla e ricambiare quel contatto tanto dolce.

 

“…”

 

“…”

 

Il petto di Hinata contro il proprio, le braccia di lui attorno ai fianchi, fronte contro fronte; non avrebbe potuto sentirsi più al sicuro.

 

“Te lo prometto.”

 

“…”

 

Era un tono di voce sommesso, tanto che Yachi si ritrovò a soffocare un sorriso non appena vide il rossiccio abbandonarsi tra le braccia di Morfeo.

 

“A domani, allora.”

 

“…”

 

Si avvicinò, accostando la fronte al mento di lui, mentre la testa si faceva sempre più pesante, le palpebre calanti e il respiro ipnotico; tentò di resistere pur di godersi quel momento che, ne era certa, avrebbe custodito per molto tempo quando tutto si fece tremendamente buio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si svegliò di soprassalto, timorosa di essere rimasta a letto, ma scoprì - con grande piacere - di essere in perfetto orario; diede una rapida occhiata alla sveglia.

 

 

 

Hinata se ne era già andato

 

 

 

 

 

Sorrise nell’intravedere un biglietto sul comodino, accompagnato da quella che aveva tutta l’aria di essere una colazione.

 

 

 

 

Il solito galante

 

 

 

 

Dovette soffocare una risata, le lacrime agli occhi dalla contentezza, nel leggere:

 

 

 

Grazie per questa notte.

 

Ci vediamo tra un paio d’ore, goditi la colazione.

 

Hinata

 

 

 

 

Inutile dire che, quando fu certa di essersi resa presentabile, si precipitò alla porta dove ebbe il piacere di imbattersi in quella che si era sempre divertita a definire “l’altra faccia della medaglia.”

 

“Tobio…”

 

Il moro la scrutò dolce.

 

“E’ di buon umore oggi, più carico del solito.”

 

“Davvero?”

 

“Ne sai qualcosa?”

 

Kageyama sapeva leggerle dentro come nessun altro.

 

“No, perchè?”

 

Si scrutarono per interminabili secondi, quando il Re del Campo la prese per la vita.

 

“Andiamo, o faremo tardi.”

 

“Posso camminare anche sulle mie gambe.”

 

“Così facciamo prima.”

 

Risero, il tutto sotto gli sguardi incuriositi dei presenti, quando raggiunsero la hall.

 

“Ci vediamo al palazzetto?”

 

“Contaci.”

 

Quando lo vide allontanarsi sentì una morsa allo stomaco, una malinconia indescrivibile; quei ragazzi avevano grandi responsabilità, non solo verso se stessi ma verso una Nazione intera.

 

 

 

 

Così giovani 

 

 

 

 

“Kageyama!”

 

Lo rincorse, affiancandoglisi.

 

“Mi raccomando …”

 

Non vi fu bisogno di altre parole, tra loro era sempre stato semplice.

 

“Stai tranquilla.”

 

“Ma…”

 

“Non voglio che ti preoccupi, d’accordo?”

 

Chiuse gli occhi non appena avvertì la mano di lui carezzarle la testolina folta e darle le spalle per raggiungere gli altri; Hinata li osservava poco distante.

 

 

 

 

Quanto avrebbe voluto farsi carico di quella responsabilità 

se avesse significato dar loro del sollievo

 

 

 

 

Sollevò le dita della mano destra in segno di saluto non appena li vide scomparire, il volto impensierito e il cuore a mille, pregando che la loro caparbietà e il loro talento fossero abbastanza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

//

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Era riuscita a sedere in prima fila tanto da cogliere anche il più piccolo dettaglio, invisibile ai più.

 

 

 

 

 

La coppia d’oro

 

 

 

 

Quando li vide entrare in campo alti e prestanti, le spalle ampie e i muscoli tesi, fu certa di aver perso un battito.

 

“Ti senti bene, Yachi?”

 

Schimizu la fissava dolce.

 

“Suppongo di si.”

 

Credette di svenire non appena scorse il piccolo gigante ringraziarla con un cenno di saluto, dedicandole quel match tanto temuto quanto atteso, il tutto sotto lo sguardo vigile e complice di Tobio.

 

“Andrà bene.”

 

“…”

 

Sorrise nel scorgere i ragazzi della Karasuno fare il tifo con quanto più fiato, proprio come al liceo.

 

 

 

Nonostante lo scorrere del tempo, 

 

certe cose non avrebbero mai avuto fine.

 

 

 

 

Finché Hinata e Tobio avessero lottato, giocando al meglio delle loro possibilità, lei avrebbe resistito.

 

 

 

 

Insieme a loro 

 

 

 

 

Finché la coppia d’oro avesse continuato a vivere e a far sognare, la sua vita avrebbe avuto un senso.

 

 

 

I ragazzi della Karasuno

 

 

 

 

Avrebbe continuato a incoraggiarli dagli spalti e loro a guardarla come se non avessero mai visto nulla di più bello.

 

 

 

 

Semplicemente loro

 

 

 

 

 

Hinata, loquace ed espansivo, bisognoso di rassicurazioni.

 

Tobio, silenzioso, apparentemente freddo ma sempre presente.

 

 

 

 

 

 

Always

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ finita!!

Anche questa raccolta è giunta al termine (spero di non aver fatto disastri con i nomi ^.^)!

Tengo a ringraziare tutti coloro che si sono soffermati e che hanno perseverato nel seguire capitolo dopo capitolo, grazie mille di cuore per la fiducia e la costanza!

Certa che vi saranno altre occasioni per scrivere di questo incredibile manga - scoperto troppo tardi - non mi resta che dire: alla prossima avventura!

Schmetterlinge 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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