Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: eleCorti    02/05/2021    11 recensioni
E se al posto di Freezer sul pianeta Namek ci fosse stato Cooler?
“Interessanti, queste sfere del drago…” di solito lui non origliava mai le conversazioni dei membri del suo piccolo esercito di élite, ma non fidandosi particolarmente dei sayan per quella volta aveva deciso di fare un’eccezione. Ed aveva fatto bene ad immischiarsi negli affari dei sayan. Aveva scoperto un piccolo dettaglio che avrebbe potuto fargli molto, molto comodo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cooler, Crilin, Goku, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Partenza verso il pianeta Namek
 
Era stato uno scontro duro, durissimo. Avevano rischiato di perdere, ma poi grazie al fato o a un colpo di fortuna, le sorti del duello si erano ribaltate e lui si era ritrovato con in mano la katana di Jiajirobei puntata verso il collo di quel sayan. E lui tremava, Crilin lo aveva notato mentre con la mano poco ferma avvicinava la lama della spada verso il nemico. Lui aveva chiuso gli occhi, ormai rassegnato al suo destino di morte certa, mentre Crilin levava in aria la katana per poi abbassarla verso il suo avversario. E lui aveva assunto un’espressione di puro stupore quando il suo carnefice si era fermato a pochi millimetri dal suo corpo. Goku aveva deciso di avere pietà di colui che aveva definito suo fratello e Crilin aveva deciso di assecondarlo, lasciando andare Vegeta che, con la coda tra le gambe, strisciò verso la sua navicella, non perdendo tempo a spiccare il volo. Crilin sperava che non si sarebbe mai più azzardato a tornare sulla terra. E poi erano arrivati Bulma e il maestro Muten che li raccolsero, Chichi aveva gettato le sue braccia sul suo bambino, non curandosi del suo povero marito che giaceva quasi in fin di vita sul retro dell’aeroplano. E poi erano andati a riprendersi le salme dei loro compagni caduti in quella sanguinosa battaglia. Dovevano essere contenti per la vittoria, non facile, ottenuta, ma nessuno di loro si sentì di gioire e festeggiare, poiché quel giorno delle vite erano scivolate via. E non potevano essere restituite: Piccolo era morto e con lui anche il dio della Terra e il drago Shenron con loro. Lo sconforto gli aveva presi.
Poi a Crilin tornò in mente una cosa, un piccolo dettaglio, un minuscolo lembo di conversazione che avevano avuto con i due sayan. Loro avevano affermato che Piccolo fosse in realtà originario del pianeta Namek su cui – almeno così loro dicevano – dovevano esserci delle altre sfere del drago, magari più potenti. Non era una cosa certa, ma il gioco non valeva la candela?
“Forse possiamo riportare in vita Yamcha e gli altri.” Si azzardò a dire Crilin. Gli altri lo guardarono con un misto di incredulità e curiosità.
“Ho sentito dire dai due sayan che esistono altre sfere del drago sul pianeta Namek, ovvero sia quello  di origine di Piccolo e dio.” Spiegò Crilin.
“Ma come ci arriviamo su Namek? Non abbiamo i mezzi!” Bulma, che era una scienziata, dovette frenare l’entusiasmo che si era creato.
“è vero, hai ragione.” A Crilin gli si smorzò la gioia. L’idea che aveva avuto era giusta, ma impossibile da realizzare. Dopo quel piccolo sprazzo di luce nonché di speranza il silenzio calò di nuovo tra le mura dell’aeroplano. E non si spezzò fino a quando non giunsero in ospedale, a quello della città dell’Ovest.

 
****
 
Il giorno dopo quando erano in ospedale, la speranza si era riaccesa di nuovo: Crilin si era ricordato che aveva fregato il telecomando della navicella sayan a Vegeta e, dato che quella del suo compagno era ancora lì sulla Terra – in quel momento la stavano guardando proprio in televisione – decisero di richiamarla, così con quella sarebbero potuti andare su Namek, ma Crilin sbagliò tasto e la navicella andò in frantumi sotto gli sguardi sgomenti degli scienziati che l’avevano riesumata. Di nuovo caddero nello sconforto ed esso non cessò di invadere i loro cuori, dato che – ricordandosi della navicella di Radish, il fratello di Goku – l’altra navicella a loro disposizione era stata distrutta dal piccolo Gohan.
Ed ecco che giunse Mr. Popo, il custode del palazzo di dio, il quale aveva saputo dell’intento di Crilin e gli altri di andare su Namek, che – come una manna dal cielo – informò loro che, effettivamente c’era un’altra navicella: quella su cui, tempo addietro, dio era giunto sulla Terra. E dato che non sapeva come azionarla, invitò Bulma a seguirlo.
Popo aveva portato Bulma in una terra sperduta, dove giaceva la navicella dalla forma un po’ bizzarra. Riuscirono ad azionarla – certo per farla partire occorreva parlare il namecciano, la lingua dei namecciani – e così la speranza di riavere i loro amici si riaccese, anzi si fece vivida e quasi tangibile.
“Sì, la navicella funziona. Datemi cinque giorni e la rimetterò un po’ in sesto, installando sul computer di bordo un traduttore per il namecciano!” aveva esclamato Bulma, tutta contenta, non appena tornò in ospedale.
“Perfetto. Goku, tu sei dei nostri?” Crilin si rivolse al suo migliore amico, l’unico ancora allettato. Lui e Gohan se l’erano cavata con dei graffi, ma Goku aveva quasi tutto rotto.
“Io? Mi piacerebbe ma i senzu ancora non sono maturati, almeno a quanto dice Karin.” Aveva risposto Goku, ma Crilin non se ne preoccupò. Sul pianeta Namek non avrebbero affrontato alcuna minaccia – i namecciani erano un popolo pacifico, così avevano detto quei sayan – quindi non era strettamente necessaria la presenza di Goku. Potevano andare lui e Bulma.
“Voglio venire anch’io!” aveva esclamato il piccolo Gohan e dopo vari rimproveri e scenate da parte di Chichi, il gruppo che doveva partire alla volta di Namek si era già formato. I tre si diedero appuntamento all’isola di Muten tra cinque giorni.
 
****
 
E così cinque giorni erano finalmente trascorsi e i tre si erano ritrovati alla Kame House sull’isola del maestro Muten. Bulma e Gohan si erano tagliati i capelli, non aveva potuto fare a meno di notare Crilin, in più la madre del piccolo sayan lo aveva caricato di uno zaino colmo di libri. Così non avrebbe perso nemmeno una lezione, aveva detto Chichi. Loro comunque non stavano più nella pelle. Non appena Bulma disse con tono fermo la parola d’ordine per aprire la navicella, Piccolo, salirono con l’adrenalina in corpo, per affrontare una nuova avventura. Senza sapere, però, che sul pianeta Namek avrebbero trovato una brutta sorpresa ad attenderli.
 
****
 
Non appena arrivò alla destinazione automatica registrata dalla sua navicella, Vegeta fu subito messo nella vasca rigeneratrice. Era conciato talmente male, che non riusciva a reggersi in piedi. Gli ci volle comunque poco tempo per guarire completamente dalle ferite che quel sayan di infimo livello, e i suoi amici, gli avevano inferto.
“Oh Vegeta, menomale. Stai bene. Temevamo saresti morto. Ehi ma la tua coda?” aveva domandato uno degli alieni che lo aveva salvato.
“Ah sì, ricrescerà non ti preoccupare.” Se n’era dimenticato, quasi. Si vestì ed uscì da quella piccola stanza.
“Dov’è Cooler?” domandò.
“Ah è partito. È andato su un pianeta chiamato Namek…” ma Vegeta non gli fece finire la frase, un moto di rabbia gli era esploso. Allora Cooler stava ascoltando la conversazione che aveva avuto con il namecciano e i terrestri.
Non doveva perdere altro tempo. Doveva andare subito sul pianeta Namek e prendere le sfere prima di Cooler, ne andava del suo orgoglio da sayan. Ancora ricordava quando era stato venduto come uno schiavo qualunque a Cooler, dal fratello di Cooler, Freezer, che lo aveva accolto quando il suo pianeta era esploso dopo una collisione con un meteorite. Da quel momento aveva giurato di vendicarsi di Freezer. E se voleva avere anche un minimo di possibilità contro il tiranno spaziale, doveva acquisire l’immortalità. E per farlo doveva prendere le sfere del drago ed esprimere il suo desiderio.
“Dammi qua!” strappò di mano lo scouter dall’alieno e corse verso la sua navicella, salendoci di tutta fretta e partendo verso il pianeta Namek.

 
****
 
“Interessanti, queste sfere del drago…” di solito lui non origliava mai le conversazioni dei membri del suo piccolo esercito di élite, ma non fidandosi particolarmente dei sayan per quella volta aveva deciso di fare un’eccezione. Ed aveva fatto bene ad immischiarsi negli affari dei sayan. Aveva scoperto un piccolo dettaglio che avrebbe potuto fargli molto, molto comodo.
“Sauzer!” un alieno dalla pelle viola e i capelli biondi si inchinò al cospetto del suo signore.
“Agli ordini, possente Cooler.” Aveva esordito lui, rimanendo sempre inchinato.
“Prepara la navicella. Partiamo subito per il pianeta Namek.” Aveva ordinato, alzandosi dal suo trono, circondato dalla desolazione, provocata dalla distruzione. Dovunque lui andasse c’era sempre la distruzione, la desolazione e la disperazione. Ma nulla è eterno, anche lui sarebbe invecchiato e morto prima o poi, quindi cosa c’era di meglio che chiedere l’eterna giovinezza. Lui era il più forte dell’universo e nessuno avrebbe mai potuto ucciderlo, l’immortalità per un guerriero come lui era alquanto futile.
“Agli ordini, possente Cooler.” L’alieno si alzò, correndo verso i suoi compagni, comandando loro di preparare la navicella.

 
****
 
Erano passati sette giorni da quando erano partiti e finalmente erano giunti sul pianeta Namek. Durante il viaggio Crilin e Gohan si erano allenati mentalmente, così da non perdere i loro riflessi, in caso avessero trovato ostilità da parte dei namecciani. Quando atterrarono sul pianeta i due ragazzi si precipitarono fuori, rimanendone estasiati, dato che non avevano mai visto un pianeta oltre alla Terra. Bulma li seguì a ruota, indossando una tuta spaziale.
“E così questo sarebbe il pianeta Namek…” aveva detto. “Bene, mettiamoci subito a cercare le sfere!” ed azionò subito il dragon radar, il quale ne segnalò cinque tutte nell’identico posto.
Non ebbero, però, il tempo di compiere alcun passo, che qualcuno li intercettò. Erano degli alieni, non namecciani e nemmeno dei sayan, però Crilin notò che indossavano lo stesso dispositivo per rilevare la forza combattiva di un avversario, che portava Vegeta. Quindi dovevano essere dalla stessa parte.
“Ehi, voi chi siete? Non siete namecciani!” tuonò uno dei due.
“Ehm… noi siamo dei turisti!” fece Bulma, che era alquanto spaventata, per stemprare la situazione. Crilin e Gohan non erano affatto intimoriti da quei due.
“Avete scelto il momento sbagliato per venire su Namek!” esclamò uno di loro, poi con un colpo di una specie di arma da fuoco – anche se sparò un laser – danneggiò la loro navicella. E stava per colpire anche i tre, ma Crilin e Gohan li misero subito al tappeto.
“Presto! Dobbiamo nasconderci! Gohan nascondi la tua aura!” e camminando cercarono un posto dove nascondersi.
Chi erano quei tipi? Non poté fare a meno di domandarsi Crilin e perché erano lì? Qualcosa gli diceva che loro non erano i soli a cercare le sfere del drago e che erano appena incappati in una faccenda molto, molto pericolosa.
 
 
 
 
Note dell’autrice: salve! Dopo secoli che non scrivo una long su questo fandom ci ritorno. Allora… l’altro giorno guardavo Il destino dei sayan e mi è venuto un lampo: ma se al posto di Freezer ci fosse stato Cooler come sarebbero andate le cose? Ed ecco che è nata questa storia. Questo primo capitolo è identico alla parte dell’anime, ecco perché è abbastanza breve, rispetto ai miei standard. Ah… e poi ho voluto cambiare il desiderio di Cooler perché dato che lui si considera il più forte dell’universo ha la convinzione che non c’è nessuno di così forte da poterlo ferire né tantomeno ucciderlo, però sa che prima o poi invecchierà e con la vecchiaia potrebbe scivolare in secondo piano tra i membri della sua famiglia, ecco perché ho pensato che l’eterna giovinezza è un desiderio che potrebbe addirsi a lui, rispetto che l’immortalità. Spero che questo primo capitolo vi piaccia. A presto.
 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: eleCorti