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Autore: ale81194    04/05/2021    1 recensioni
{Spoiler per chi non ha letto il manga l 1462 parole}
Dal testo:
Le loro conversazioni erano fatte così: l’altro avrebbe parlato quando ne avrebbe sentito il bisogno.
Le era mancato stare da sola con lui senza dover pensare a nulla di importante. Ultimamente, a causa delle ricerche sulle sette mura, la maggior parte delle loro interazioni riguardavano solo le missioni.
Guardarlo preparare il pranzo le dava una sensazione di calore e pace. Mentre lo osservava una domanda si fece largo nella sua mente, una domanda che non tardò a essere espressa.
«Hai mai voluto baciare qualcuno?»
Una domanda semplice, spontanea, diretta. Forse fin troppo.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma, Ray
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Did you ever want to kiss anyone?




«Per caso qualcuno ha visto Ray?» Chiese Emma entrando nella sala da pranzo.

«No. Hai già controllato in biblioteca?» le rispose Oliver alzando lo sguardo dalla mappa che stava studiando. L’amica fece segno positivo con il capo. Guardò gli altri ma tutti scossero la testa.
«Antennina»
Yuugo e Lucas erano appena arrivati nella stanza con delle posate e la tovaglia.  
«In cucina»
Che stupida, come ho fatto a non pensarci.
Emma sorrise, abbracciò velocemente entrambi gli adulti e corse verso il luogo suggerito.

«Raaaayyy»
Il ragazzo sentendo urlare il proprio nome alzò gli occhi al cielo e, dall’eco dei passi, capì che presto se la sarebbe ritrovata dietro.
«Ehy Ray» lo richiamò quando arrivò all’ingresso della cucina.
«Non c’è bisogno di richiamarmi, il mio udito funziona benissimo» disse il corvino mentre lei si avvicinava per vedere cosa lui stesse cucinando.
«Hai bisogno di qualcosa, Emma?»
Lei fece uno dei suoi soliti sorrisi. «Il libro blu con le stelle in rilievo, sai dove è? Mi servirebbe per il gioco di stasera con i piccoli»
«L’ultima volta lo avevano Alicia e Jemina. Prova a vedere nel secondo cassetto del comodino della camera, di solito i libri li mettono lì» le rispose continuando a tagliare le verdure.
«Ti serve altro?» aggiunse, notando che lei non si era ancora all’allontanata.
«Mmm… forse»
Emma poggiò la schiena su uno dei mobili, vicino al ragazzo. Stette per lunghi istanti a osservare il suo migliore amico. Negli ultimi due anni Ray era cambiato molto: era diventato alto, molto più di lei, le sue spalle si erano allargate e il suo fisico si stava lentamente irrobustendo, anche i capelli erano cresciuti, forse un po’ troppo, ma a lei piacevano così. Tuttavia, non era solo il fisico a essere cambiato, anche lui come persona era maturata.
«Trovi che io sia cambiata negli ultimi due anni?»
Non c’era bisogno che lui la osservasse, sapeva già la risposta, ma decise comunque di fermarsi, spostando il suo sguardo su di lei: sì, decisamente. Il suo fisico stava iniziando a sembrare quello di una giovane donna e anche il suo modo di fare stava diventando più consapevole, ma questo non glielo avrebbe mai detto.
«È normale, Emma» rispose semplicemente prima di riprendere il lavoro. La ragazza sorrise, sapeva che le risposte banali di Ray nascondevano pensieri ben più articolati, pensieri che lui non avrebbe mai espresso a voce alta.
Entrambi non dissero più nulla e rimasero in silenzio a lungo. Le loro conversazioni erano fatte così: l’altro avrebbe parlato quando ne avrebbe sentito il bisogno.
Le era mancato stare da sola con lui senza dover pensare a nulla di importante. Ultimamente, a causa delle ricerche sulle sette mura, la maggior parte delle loro interazioni riguardavano solo le missioni.
Guardarlo preparare il pranzo le dava una sensazione di calore e pace. Mentre lo osservava una domanda si fece largo nella sua mente, una domanda che non tardò a essere espressa.
«Hai mai voluto baciare qualcuno?»
Una domanda semplice, spontanea, diretta. Forse fin troppo.
Ray sentendola rischiò di bruciarsi con il contenuto della pentola che stava spostando.
«Ehy! Stai bene?» chiese la ragazza preoccupata.
«Non preoccuparti, non è successo nulla» disse poggiando il cibo, per poi guardarla stupito.
«Piuttosto, che razza di domanda è?»
«Non lo so. L’ho solo pensato e detto. Tutto qua.»
Emma, maledetta, quando imparerai che alcuni pensieri non possono essere espressi con tale leggerezza.
Nonostante i suoi pensieri e l’imbarazzo, Ray, con lo stupore di entrambi, rispose.
«Sì»
Emma spalancò i suoi occhi verdi. A questo tipo di domande Ray non risponde mai, e piuttosto che mentire se ne resta in silenzio o cambia strategicamente argomento.
Ray si pentì di aver aperto bocca quando vide un’ondata di curiosità attraversare gli occhi della persona accanto a sé.
«Chi?»
Nessuna risposta.
«Chi? Anna? Gilda? Violet?»
Stessa domanda, stessa conclusione.
«Non lo dirò a nessuno, daiii»
Il ragazzo non le rivolse nemmeno un’occhiata, continuava solo a girare il minestrone.
Emma mise il broncio.
«Se io ti rigirassi la domanda tu non risponderesti. Non fare domande a cui non sei pronta a rispondere tu per prima, Emma.» Aveva ragione, come sempre, ma per una volta voleva essere lei ad avere la meglio.
«E invece sì»
Ray alzò un sopracciglio: «Sul serio?»
Emma fece segno positivo con il capo. Sul viso di Ray si dipinse uno strano ghigno, aveva abbandonato il mestolo e si era avvicinato.
«Allora rigiriamo la domanda. Emma, hai mai voluto baciare qualcuno?»
«Sì»
«Bene, e vorresti dirmi, gentilmente, chi?» chiese poggiando la propria fronte contro quello di lei. Emma sentì il suo viso diventare più caldo, i loro visi erano troppo vicini, ma continuò a guardarlo dritto negli occhi, il suo orgoglio non le avrebbe permesso di abbassare lo sguardo per prima.
Dovevo star zitta, maledizione, ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro.
Il suo cuore stava accelerando, lo sentiva, e l’ansia la stava divorando. Prese coraggio e, dopo un profondo respiro, disse quello che non avrebbe mai pensato di dover dire ad alta voce, soprattutto davanti a lui.
«Tu.»
Ray sgranò gli occhi: era difficile sorprenderlo, ma Emma era riuscita a farlo ben due volte quel giorno.
Come poche volte in vita sua, Ray decise di assecondare le proprie emozioni: eliminò la distanza tra i due premendo le sue labbra contro quelle di Emma. Un piccolo, dolce e casto bacio. Pochi secondi dopo si staccò trovando davanti a sé una Emma sconvolta. L’espressione di Emma era talmente buffa che Ray iniziò a ridere.
Solo quado sentì la sua risata, Emma sembrò riprendersi. Vedendolo, Emma, tra il miscuglio di emozioni che stava provando in quel momento, si sentì pervadere dalla rabbia.
«Non è divertente prendere in giro le persone» Gli urlò, sentiva gli occhi pizzicare: si sarebbe messa a piangere molto presto se il corvino non avesse smesso.
Pur non smettendo del tutto di ridere, Ray l’abbracciò. Emma cercò di divincolarsi ma il ragazzo la tenne stretta a sé.
Non lo farei mai Emma. Non su questo.
Le sussurrò.
«Allora perché…»
«Perché mi sono messo a ridere? Perché la tua espressione era buffa, pel di carota.»  
Emma alzò lo sguardo, i suoi occhi verdi erano ancora un po’ lucidi ma mostravano un certo stupore. Ray la guardò confuso. «Erano anni che non mi chiamavi così»
Solo allora il corvino si rese conto di come l’aveva chiamata: era stata una cosa istintiva.
Emma gli sorrise dolcemente ma, di colpò, si allontanò dall’abbraccio, ricordandosi improvvisamente che lui l’aveva baciata. Le guance di Emma si tinsero di un rosso vivo. Ray aggrottò la fronte, ma prima che potesse chiederle qualcosa fu interrotto.
«Perché lo hai fatto?» gli chiese seria.
«Davvero, non ci arrivi da sola?»
Nonostante la domanda fosse una già di suo una risposta, a Emma non bastava, voleva sentirselo dire chiaramente.
«Voglio esserne sicura»
«Uh? Di cosa?» Eccolo, lui e la sua voglia insopportabile di metterla sempre in difficoltà.
«Del bacio. Perché l’hai fatto? Dimmelo.» Emma si riavvicinò.
«E se non volessi dirtelo?» le chiese tirandole su il volto con due dita, sogghignando.
«Non ti rivolgerò più la parola» Era una minaccia assurda e insensata, lo sapeva, ma la sua mente non aveva altre idee. «Neppure se mi stessero per uccidere?»
«Neanch—»
«Ray, Nat ha bisogno di te, terminiamo noi qui in cucin– Oh»
Violet e Gillan erano appena entrate in cucina interrompendo il loro discorso. Emma girò leggermente lo sguardo e vide che le due avevano una strana espressione. La cosa non le piacque.
Vedendole Ray lasciò andare il viso della ragazza e si spostò leggermente, composto come sempre.
«Non fate quelle facce, c’è un malinteso» il tono di voce era calmo, ma gli occhi verdi di Emma dicevano qualcos’altro. E le ragazze l’avevano compreso: lei era una brava bugiarda, ma non era paragonabile a Ray, perciò se avessero voluto sapere qualcosa, l’unico modo sarebbe stato quello di stuzzicare la ragazza dai capelli arancioni.
«Sul serio? Allora, sareste disposti a raccontarcelo questo malinteso?»
«Beh, fatevelo raccontare da Emma, ragazze, io vado da Nat. La zuppa sarà pronta tra 10 minuti, il pane è nel forno» annunciò Ray andando verso la porta.
«Okay, ci vediamo dopo!» lo salutarono le altre.
Prima di andarsene, però, ebbe un’esitazione. Si girò per guardare Emma: stava cercando di salvarsi dal terzo grado messo in atto dalle due amiche più grandi.
«Emma – la chiamò, attirando su di lui l’attenzione di tutte e tre – eri tu.» E sparì.
Eri tu.
Emma ebbe un tuffo al cuore, divenne completamente rossa mentre nella sua mente continuavano a ripetersi quelle due parole ininterrottamente.  
«Emma? Cos’è successo?» le chiese per l’ennesima volta Violet.
«Niente, proprio niente» disse Emma mentre le sue labbra si dispiegavano in un enorme sorriso nonostante l’imbarazzo.
Le due si guardarono confuse.
Qui è decisamente successo qualcosa. Pensarono all’unisono.












































Angolo autrice
Come al mio solito scopro cose scritte mesi e mesi fa, a caso. Meraviglioso.
Va beh, lasciamo stare. Come state? Io non lo so, in liena di massima direi bene.
Eccomi qui una OS che secondo me non è uscita così male, scritta quasi un anno e mezzo fa.
Spero vi strappi un sorriso e vi piaccia.
Un bacio,
~ Ale
  
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