Salve a tutti,
Xx_scrittrice88_xX: mi spiace che la
tua scorsa recensione non sia stata pubblicata, mi sarebbe piaciuto sapere cosa
ne pensavi di quel capitolo. Passando al precedente, beh ovviamente farlo
trovare a casa, sarebbe stato troppo semplice, ma io amo complicarmi la vita. Mi
auguro che questo chappy possa essere di tuo gradimento. Baci
Lithium80: eccoti il capitolo. Fammi sapere se
ti piace, son sempre felice di ricevere delle opinioni sincere.
Giulls: siamo giunti ai capitoli che non hai letto sul
forum. Ti invito a dirmi cosa pensi, ci tengo molto a questi ultimi passi della
storia. Tvb
Come sempre vi
lascio una canzone e devo ringraziare l’autore, perché da quando l’ho sentita
la prima volta che mi ha ispirato questo capitolo. Ce l’avevo in testa da mesi.
Alla prossima
settimana…baci.
Decisi di
proseguire a sinistra, il lato del cuore, corsi a lungo, guardandomi
attentamente attorno, ma dove cavolo poteva essere andato? Per la fretta avevo
dimenticato il cellulare in valigia, accidenti a me!!! Girovagai per ore, senza
trovarlo, non sapevo più dove andare; ormai si era fatto buio, avevo pensato di
tornare al suo appartamento e aspettarlo lì, ma non sapevo più orientarmi. Ero
distrutta, fui attirata dall’odore della salsedine, dovevo trovarmi vicino al
mare, alzai gli occhi e vidi un enorme cartello “Baia di Santa Monica”. Volevo
camminare sulla sabbia, presi il mio ipod dalla tasca, non mancava mai il mio
fedele compagno e mi misi ad ascoltare la musica, mentre passeggiavo sulla
stradina che dava sulla spiaggia. A farmi compagnia la canzone di Tiziano
Ferro, di qualche anno prima, “Il regalo più grande”, quanto l’adoravo “Voglio
farti un regalo, qualcosa di dolce, qualcosa di raro. Non un comune regalo di
quelli che hai perso o mai aperto, o lasciato in treno, o mai accettato. Di
quelli che apri e poi piangi, che sei contenta e non fingi. In questo giorno di
metà settembre ti dedicherò il regalo mio più grande…” il mio regalo
più grande? L’amore che avrei voluto donare senza condizioni a Rob, lo
desideravo molto più di quanto desiderassi l’aria, il cibo e l’acqua per
nutrirmi “Vorrei donare il tuo sorriso
alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a te, per ricordarti
che il mio amore è importante, che non importa ciò che dice la gente perché. Tu
mi hai protetto con la tua gelosia che anche molto stanco il tuo sorriso non
andava via. Devo partire però se ho nel cuore la tua presenza è sempre arrivo e
mai partenza…” camminavo sulla sabbia a piedi nudi e pensavo a come
fare per tornare al suo appartamento, potevo prendermi un taxi e farmi portare
alla Prisma Avenue, non ci avrei messo molto a trovare quel palazzo dal colore
sgargiante. D’un tratto alzai gli occhi e vidi una figura umana maschile
camminare qualche metro dinanzi a me, sembrava che lo conoscessi, quei capelli,
quel buffo portamento…misi meglio a fuoco e…”Cavoli!!! È…è…”, la musica mi era complice, in un modo che non so
spiegare, iniziai a cantare “…e se
arrivasse ora la fine che sia in un burrone, non per volermi odiare, solo per
voler volare. E se ti nega tutto quest’estrema agonia, e se ti nega anche la
vita respira la mia. E stavo attento a non amare prima di incontrarti e
confondevo la mia vita con quella degli altri. Non voglio farmi più del male
adesso, Amore…Amore…” cantai
così forte che lui si girò e mi confermò la sua identità: Rob…spalancò gli
occhi, io lasciai le scarpe e corsi da lui che era rimasto fermo, mi avvicinai
e gli cantai un altro pezzo “…vorrei
donare il tuo sorriso alla luna perché di notte chi la guarda possa pensare a
te, per ricordarti che il mio amore è importante, che non importa ciò che
dice la gente e poi…” ci guardammo, ci avvicinammo ancora, io mi alzai
sulle punte e in men che non si dica ci ritrovammo occhi dentro occhi, fronte
contro fronte, come se il tempo per noi non fosse mai passato…continuai a
cantare “…Amore dato, amore preso, amore mai reso. Amore grande come il tempo
che non si è arreso. Amore che mi parla coi tuoi occhi qui di fronte. Sei tu,
sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu, sei tu…Il regalo mio più
grande…” parole più vere non ce n’erano in quel
momento…finito di cantare, Rob mi avvolse con le sue mani e mi strinse, io
strinsi lui e ci baciammo...il bacio più dolce che avessi mai ricevuto…Non ci
eravamo mossi da lì, non dicemmo una parola…lasciammo che a parlare fossero i
nostri corpi avvinghiati l’uno alla altra avvolti dall’amore che provavamo
l’uno per l’altra e che nessuno avrebbe più potuto ostacolare…
Restammo stesi
sulla sabbia per un po’, ero stretta a lui, poggiata con la testa sul suo petto
caldo, ci accompagnava solo il rumore dei nostri cuori e del mare che faceva
l’amore con la battigia…io ripensavo a tutto quello che era successo, a come
fosse strana la vita…mi aveva regalato una persona splendida come Rob, poi me
l’aveva portata via e ora? Era di nuovo vicino a me a rendermi la persona più
felice del mondo. Gli avevo detto che era il mio regalo più grande, che non me
ne importava del giudizio della gente, volevo solo ed esclusivamente lui…
“Ho desiderato
tanto vivere questo momento” le sue parole interruppero il
silenzio “Anche io…”
“Marghe…” “Si?” “Tu devi
perdonarmi, io…” alzai la testa di scatto e gli tappai
la bocca con la mano “No, Rob, no! Niente scuse, so che se hai
agito in
determinati modi era per aiutare me e te ne sarò sempre grata,
ma ora siamo
qui, io e te, di nuovo insieme e non voglio che i sensi di colpa e le
scuse
rovinino l’atmosfera che si è creata!” mi
guardò, sorrise, mi accarezzò il
volto “La tua saggezza mi è mancata, sai?”
“Solo quella?” chiesi ironica e
maliziosa, lui alzò lentamente la testa e si avvicinò al
mio volto “No,
sciocchina. Mi sei mancata come l’aria, senza di te, ho vissuto
le pene
dell’inferno…” “Oh Rob. Direi che abbiamo
aspettato anche troppo per
ritrovarci, non credi?” “Si, ma ora abbiamo tutto il tempo
per recuperare.
Comincio col portarti al mio appartamento, cena e…”
“E dormiamo, perché sono
distrutta” risi “Vedremo…” “Prima di
andare da te, dovrei passare in albergo a
disdire la stanza e a prendere i bagagli” “Ok, su
andiamo!” mi porse la mano e
mi aiutò ad alzarmi.
Ci prendemmo per
mano e passeggiamo ancora sulla spiaggia “Rob, posso farti una domanda?”
“Certo…” “Ti aspettavi che venissi qui?” “Diciamo che lo speravo. Non ero
sicuro che tu mi amassi ancora…ero convinto che tu amassi Eric…” “Eric…”
sospirai “l’ho fatto soffrire e non me lo perdonerò mai, ma non ci crederai, è
stato proprio lui a spingermi a partire, io non volevo, avevo paura…” “Eric è
sempre stato un ragazzo molto posato e saggio…un po’ come te, per questo vi
vedevo bene insieme” mi fermai, lo guardai torva “Aspetta! C’è un ma…” “E
sentiamo questo <
Dopo esser
andati all’albergo e aver recuperato i miei bagagli, ci dirigemmo verso il suo
appartamento in taxi. Durante il tragitto, Simona mi telefonò, non ebbi neanche
il tempo di dire “Pronto?” che fui aggredita dalle urla della mia amica “Ma che
cavolo di fine hai fatto? Sono ore che provo a telefonarti e il tuo cellulare
risulta sempre spento.” “Ehm, Simona scusa. Appena arrivata in albergo, mi sono
cambiata e sono uscita, dimenticando il cellulare in stanza” “Immagino che tu
sia corsa a cercare Rob” “Si, sono andata da Carl e poi al suo appartamento”
“Ah…e mi spieghi fino a quest’ora dove sei stata?” “A cercare Rob!” e lo
guardai “Scusa, ma non sei stata a casa sua?” “Si, ma non c’era” ora anche lui
guardava me “E ora dove sei? In albergo?” “No, sono in taxi e sto andando
all’appartamento di Rob!” ci sorridemmo “Non capisco, non ci sei stata oggi?”
“Si…ma ora ci sto andando con…lui!!!” ci fu un momento di silenzio, poi un urlo
“Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa…sei con Rob!!! L’hai trovato? Che vi siete detti? Mi
devi raccontare tutto!!!” risi “Ah la solita impicciona, curiosona…eheh…come ti
ho detto, sono stata da lui, ma non c’era, alchè sono andata a cercarlo, quando
stavo per rassegnarmi l’ho incontrato e…ora siamo insieme” fissai i suoi
meravigliosi occhi e mi persi “Benissimo…ma avete parlato?” “Ehm, direi che
hanno parlato meglio le nostre labbra appiccicate le une alle altre” ridendo
Rob mi strinse più a sé “Oddio! Sono troppo felice per te” la sentii
singhiozzare “Simo, che hai?” “No, niente sono contenta e poi debbo dirti una
cosa…” “Parla, però, non mi far preoccupare” “Beh, ho confessato ad Edward i
miei sentimenti” “Wow…e lui?” non mi rispondeva, mi allarmai “Simo, parla per
favore!” “Marghe…lui…ricambia!!!” “Evviva!!! Lo sapevo, lo sapevo, ne ero
certa. Questo è un giorno memorabile e appena torno dobbiamo festeggiare.” “Puoi
giurarci…ti aspetto…anzi vi aspettiamo…salutaci Rob…e mi raccomando, fa la
brava nel suo appartamento…” “Cosa vorresti insinuare?!? Non capisco” “Se, se…ci
sentiamo appena puoi, ok?” “Ok…”
Arrivati
all’appartamento, rimasi sbalordita per la bellezza di quelle stanza, tutte
arredate con semplicità e con un gusto squisito per i piccoli particolari;
c’erano una cucina con sala da pranzo, due stanza da letto e un bagno. Rob mi
accompagnò nella sua stanza, trascinando la mia pesante valigia; entrai cauta,
come temessi qualcosa, la prima cosa che vidi fu la nostra foto sul comodino,
proprio come mi aveva detto la signora delle pulizie e risi al ricordo, Rob mi
guardò in modo strano ed io continuai a ridere, fino a quando non giunsi al
letto e mi ci sedetti sopra, presi la foto e gliela mostrai “Questa!” “E’ la
nostra foto…e ti fa ridere?” “No, no. Non ti ho detto che quando sono venuta
qui a cercarti, la signora delle pulizie mi ha mostrato la foto” “
Robert si
avvicinò e mi cinse i fianchi “A cosa pensi?” “Penso a quanto io mi senta
spesso come Bella…rimango sempre sorpresa quando mi vedo nei suoi panni. Non
sembro io…non sembra l’immagine di me che ogni giorno osservo allo specchio,
non so se mi spiego…” “Si, capisco, effettivamente sono rimasto molto colpito
anche io quando ti ho visto…eri…stupenda…perfetta…” arrossii “Sei stata
eccezionale…non ho avuto modo di dirtelo…la mia Bella…” mi girai e lo
abbracciai forte, lasciando cadere il manifesto “Abbiamo tante cose da
raccontarci” dissi “E se parlassimo mentre ceniamo?” propose lui. Trascorremmo
le ore successive a raccontarci tutto, ogni cosa provata, vista, sentita,
parlammo a cuore aperto e fu strano, piacevole e allo stesso tempo doloroso
ascoltare la sua versione, la sua spiegazione…percepii tutto il suo malessere,
la sua frustrazione e capii quanto ci era stato male anche lui, aveva provato
il mio stesso, identico dolore. Senza che me ne accorgessi, avevo iniziato a
piangere, Rob si fermò, mi asciugò le lacrime e si avvicinò “Ti prego non
piangere” “Scusa, è venuto naturale. Certe cose mi fanno ancora male, non posso
farci nulla. Rob, io ho sofferto tanto, troppo e mi sembra così strano essere
qui con te e sentirti dire che anche tu hai sofferto come me…non so spiegarti
quello che sento in questo momento, so solo che non voglio più vivere lontana
da te…io ti amo…” Rob mi strinse forte “Ti amo anche io Piccola Mia…e sta
tranquilla che non soffrirai mai più, ho intenzione di starti sempre accanto.
Non ti lascio Marghe, te lo giuro!” a quelle parole il pianto accelerò la sua
corsa, il cuore mi balzò in gola e le mie mani strinsero il suo collo e
spinsero la sua bocca verso le mie labbra.
A differenza di
ciò che si possa pensare, mi addormentai tra le sue braccia come una bambina,
ero davvero distrutta e mi lasciai coccolare dall’onda del nostro amore.