Hallooo! Scusate il ritardo… Si, esatto… Io e Stef abbiamo litigato ancora-.- ….
Buona lettura!
Per Sakuruccia:
Hallo, meine Liebe^^! Tt ok? M dispiace tanto per il ritardo… Scusa, scusa… ma ho
litigato ancora con Stet… (…stupido…) e ora non so… non
so come finirà… mi dispiace!!! Ah! Stef
ti saluta tanto^o^! A prestoooo^o^
Capitolo ottavo
Stefan
Il buio, tutto intorno a me, era così profondo da
essere quasi palpabile. Io, in un lungo abito rosso, di vecchio stile, correvo,
nel buio.
Non sapevo perché correvo, ma sentivo qualcosa dietro
di me.
Qualcosa di pericoloso.
Qualcosa che avrebbe potuto farmi del male.
Espirai, un secondo, continuando a correre mentre
un’improvvisa immagine dell’affascinante e spietato vampiro che mi aveva rapito
appariva, come un flash, nella mia mente. Aumentai l’andatura.
Qualcosa di pericoloso…
Non poteva essere che lui.
Alle mie spalle, il buio si avvicinava. Nonostante ora stessi correndo al massimo delle mie forze,
era a pochi passi da me. Espirai, cercando di mantenermi calma. All’improvviso,
senza sapere perché, mi voltai, fronteggiando il mio nemico.
Un’ affascinante ragazza, in un
lungo abito rosso, di vecchio stampo, sorrise. I suoi denti, più lunghi del normale, brillarono.
La fissai con occhi sgranati, un brivido che mi
percorreva la colonna vertebrale.
Un istante dopo, urlai.
Spalancai gli occhi, di soprassalto, il corpo che si
muoveva senza controllo, probabilmente per la paura. Il cuore che batteva a
mille, vedevo la stanza, senza vederla realmente,
finché alcuni secondi dopo non sentii una voce, urlarmi, di calmarmi.
Mi voltai, alla mia sinistra e lo vidi.
L’affascinante vampiro, era al mio fianco, cercando di
frenare il mio corpo, che sussultava per uno strano attacco. Lo osservai, un
paio di istanti, cercare di bloccarmi le braccia
contro il materasso, con scarsi risultati. Osservavo la scena come se, la
persona che cercasse di frenare non fossi io, dato che non avevo più il
controllo del mio corpo.
Un secondo di silenzio.
“PADRE!” urlò la voce del vampiro, continuando a
fissarmi.
Un momento dopo, il vampiro gentile che mi aveva
curato, apparve sulla porta. Sbatté un secondo le palpebre,
poi si lanciò verso il letto, ad una velocità inumana. Osservò un altro
istante quello che avevo appena scoperto essere suo figlio, poi esclamò “Abbracciala…”
Il giovane vampiro, sconvolto, mollò la presa su di
me, un solo istante, fissandolo allibito “Cosa?!?”
“La bloccherai meglio, se l’abbracci,
ragazzo…” continuò l’altro, la voce calma “…Intanto, io vado a cercare dei
calmanti…”
Io, ancora fuori di me, scrutai il volto del giovane
vampiro. Un istante dopo, voltò il capo verso di me. I suoi
occhi profondi come la notte trovarono subito i miei.
Un istante.
Vidi che si avvicinava.
“Nooo!” urlai, la voce quasi
isterica “Non toccarmi! Non osare toccarmi!”
Lui mi fissò, il viso duro, poi deglutì e, ignorando
le mie continue proteste, si sdraiò nel letto, obbligandomi ad avvicinarmi. Il
mio corpo, intanto, continuava a muoversi. Con la mano destra, lo colpii, senza
volere ma senza provare nemmeno dispiacere, sul viso. Il vampiro, impassibile,
si mosse, veloce, inchiodandomi il braccio facendolo aderire al corpo,
stringendomi contro di sé.
Sentivo i miei arti, continuare a muoversi,
convulsamente, ma senza riuscire a liberarsi. La presa del vampiro, era troppo
ferrea. In un istante, abbracciandomi, era riuscito a bloccarmi ed io ora mi
trovavo col viso contro il suo petto, stretta contro di lui.
Il suo profumo, veloce, mi raggiunse. Un istante dopo dovetti deglutire, per bloccare un improvviso attacco di
nausea. Lui, rimase immobile mentre io, come se il suo odore avesse risvegliato
di nuovo qualcosa in me, ricominciavo a muovermi, come una pazza, senza
controllo.
“Controllati! Accidenti!” sbottò la voce dura di lui,
all’improvviso.
Alzai il volto, gli occhi che lampeggiavano “Pensi che
non ci stia provando, forse?!?” lo ribeccai, acida “Ti assicuro che non è propriamente
il massimo essere costretta a sentire il tuo odore! Perché non provi ad
allontanarti un po’?!?”
Il vampiro sollevò le sopracciglia, veloce, con fare
sarcastico. Sogghignò, maligno e, come risposta, mi
strinse maggiormente a sé, obbligandomi ad appoggiare la guancia contro il suo
petto.
Costretta in quella posizione, lo maledissi
mentalmente mentre lui, dal canto suo, continuava a sogghignare.
Un momento di silenzio.
“Chiudi gli occhi…” disse lui, la voce meno dura
“…Rilassati…”
“E’ una parola!” sbottai di nuovo io, sommersa dal suo
profumo, incapace persino di respirare, da quanto era acre “Non riesco nemmeno a respirare, premuta in questo modo contro di
te! Lasciami andare!”
“No!” rispose subito lui, la voce di nuovo dura, la
stretta che rinvigoriva “Devi abituarti, al mio odore.
Chiudi gli occhi…”
“Ma…” ricominciai io.
Un istante dopo il vampiro mi aveva lasciato un po’ andare,
di scattò, per fissare i suoi adirati occhi su di me
“E’ chiederti troppo di star zitta e fare ciò che ti dico, per una volta?!?
Accidenti, Rory! Chiudi quei maledetti occhi! E rilassati!” sbottò lui, il volto che diventava rosso, un
secondo, per la rabbia.
Sbattei le palpebre, sconvolta, un secondo, prima di
aggrottare le sopracciglia e rispondere a tono “Riuscirò
sicuramente a rilassarmi, con te che mi urli
continuamente addosso! Perché non provi ad usare il cervello, se ne hai uno, stupido vampiro?!?”
Il volto di lui si irrigidì.
Deglutì, il suo volto che diventava sempre più simile ad una maschera di
rabbia. Tacque ancora un secondo “E perché tu non provi un
po’ a metterti nei miei panni, stupida ragazzina?” sbottò poi,
all’improvviso, alzandosi di scatto e trascinandomi con lui. Mi trascinò,
scalciante, sino ad uno specchio. Abbracciandomi da dietro, mi obbligò a
guardare di fronte a me. Sbattei le palpebre, inorridita, notando il sangue che
defluiva, lentamente, dalla mia gamba destra.
Per un istante, realizzando
che probabilmente, dovevo essermi fatta male, muovendomi scomposta nel sonno,
fissai la mia immagine riflessa. Continuai ad osservare in silenzio il sangue
ed il mio corpo che, ancora, non si decideva a fermarsi finché lui, vedendo che
ero rimasta senza parole, mi riportò, di peso, sul letto, stringendomi come
prima.
“Rilassati ora…” disse soltanto, tenendo il mio capo
premuto contro il suo petto.
Rimasi immobile, il suo profumo che diventava di nuovo
l’unica cosa al mondo. Tentai di respirare, con scarsi risultati, prima di
spostarmi un po’, quel tanto che mi serviva per parlare. “Come fai, con l’odore
del sangue?” domandai, all’improvviso, in cerca di un aiuto.
Lui, sempre premuto contro di me, attese un po’ prima
di domandare “Che cosa intendi dire…?”
Deglutii “Ti fa schifo o cosa…?” domandai ancora “…Voglio dire, come mai non hai il desiderio di mordermi…”
Silenzio.
Il vampiro sogghignò, stringendomi
maggiormente contro di sé, avvicinando le labbra al mio orecchio, piegandosi su
di me “Si…mi fa proprio schifo…” iniziò, la voce dura.
Alzai il viso di colpo, le sopracciglia corrugate,
irritata, senza sapere perché. Osservai con astio il bel volto sogghignante di
lui.
“…Mi fa talmente schifo che quando mio padre mi ha
detto di abbracciarti, ho pensato che avrei perso il controllo eppure…sarà la
tua dolcezza, mia cara, che mi mantiene lucido…” continuò, prendendosi gioco di
me.
Sbuffai, riappoggiandomi contro di
lui “Idiota…” dissi.
Il vampiro sogghignò ancora.
Il tempo iniziò a trascorrere. Gli
occhi chiusi, il corpo esausto che, lentamente, si calmava. Scivolai,
lentamente, di nuovo nel sonno.
Il profumo del vampiro che, a poco a
poco, diventava sempre più piacevole.
Espirai.
…Stefan…