Nigai
Ai Suru
Yutaka = Kai ]
Le
brutte sorprese…
- Dai Yutaka entra in
acqua!
…nessuno
le desidera…
- No Kouyou lo sai che
ho paura
…nessuno
le vuole…
- Tranquillo ci
sarò sempre io a tenerti!
…vengono
respinte ogni volta
che è possibile…
- Sicuro?
…ma
non sempre si può…
- Ovvio, vieni da me
…quando
meno c’è lo si
aspetta…
- Va bene ma
promettimi che non mi lascerai
nemmeno un secondo
…come
ombre indistinte…
- Certo devi fidarti
di me amore mio
…si
avvicinano lente e
inesorabili…
- Kou si sta agitando
troppo, usciamo ti
prego!
…senza
preavviso…
- Ma no è
solo suggestione, restiamo ancora
qui, è così bello
…e
in un attimo cancellano
ogni cosa…
- Aiutami non riesco a
stare a galla! Vado
sotto!
…senza
pietà…
- Resisti! Non
mollare, cerca di
raggiungere la riva io non riesco ad avvicinarmi
…senza
riguardo…
- Le
onde sono troppo forti, aiutami di preg…
…lasciando
desolazione…
- Yutaka? Yutaka
rispondimi! Dove sei?
Yutaka!!
…e
infinito dolore.
Il
mare se lo era portato
via, glielo aveva strappato crudele dalle braccia per inghiottirlo fra
le sue
acque.
Non
aveva potuto chiedere
aiuto, non c’era nessuno in spiaggia a quell’ora di
notte.
La
luna illuminava pallida lo
scrosciare tormentato delle onde e sulla sabbia complice di quel
delitto c’era
un ragazzo, o meglio quello che ne rimaneva dopo aver perso
ciò che per lui era
tutto.
Avevano
lottato contro i
pregiudizi della gente, contro un destino inverso che sembrava avercela
con
loro, contro tutto e tutti pur di stare insieme, pur di vivere il loro
amore
come ogni altra coppia unita da quel meraviglioso quanto doloroso
sentimento.
Ma
adesso non c’era più
niente, solo i resti di Kouyou, un uomo a metà che guardava
l’acqua, quella
stessa cosa che pochi istanti prima gli aveva rubato ciò che
aveva di più caro,
con una semplicità disarmante.
Non
sapeva cosa fare mentre
urlava a quell’informe massa liquida di restituirgli il suo
Yutaka, ma in fondo
lei che colpa ne aveva? Aveva preso lui come tanta altra gente,
indistintamente, senza alcuna differenza, non aveva mai chiesto a
nessuno di
fidarsi di lei per poi tradirlo ignobilmente uccidendolo.
Tutto
il contrario di quello
che aveva fatto lui, sapeva perfettamente che Yutaka temeva le onde ma
non gli
era importato, lui voleva solo fare quel maledetto bagno di mezza notte
insieme.
In
quegli istanti aveva avuto
stretta nel pugno la vita della sua metà e l’aveva
persa in un soffio distratto.
In
uno scatto d’ira Kouyou
saltò in piedi asciugandosi con un gesto secco le lacrime
che continuavano a
scendere incontrollate mentre nella sua mente oscurata dal dolore si
ricordò
della sua promessa, gli aveva detto che non lo avrebbe mai lasciato
invece il
suo corpo ora era solo in mezzo a delle onde estranee, doveva trovarlo.
Doveva
trovare il corpo che
tanto aveva amato e che ancora amava per poterlo ancora stringere fra
le
braccia.
Dopo
cosa avrebbe fatto?
Bella
domanda, cosa potrebbe
fare un essere privato dell’anima e della stessa forza vitale?
Morire?
No,
troppo semplice, Kouyou
sapeva di non meritarsi una fine così indolore.
Avrebbe
continuato a vivere
morendo giorno per giorno un po di più, annullandosi
completamente, soffrendo
così per anni rinchiuso fra le anguste quattro mura di casa
sua, quelle stesse
pareti che ogni giorno venivano riscaldate dal sorriso di Yutaka prima
che
fosse lui stesso a spegnerlo.
Si
era questo che si
meritava.
Si
tuffò in acqua incurante
del gelo che lo pervase, cominciò a nuotare senza sosta per
quelle che gli
sembrarono ore e forse lo erano state davvero.
Intorno
a lui non vedeva
altro che un’infinita distesa d’acqua circondata
dal buio della notte che lo
accoglievano in un silenzio devastante.
Non
c’erano stelle anche se
il cielo era privo di nuvole, probabilmente avevano preferito
nascondersi pur
di non incontrare il suo sguardo sporco carico di odio e risentimento
entrambi
rivolti a se stesso.
Avanzò
ancora di qualche metro
prima di fermarsi esausto.
Mentre
galleggiava a fatica
sentì la corrente diventare più forte e ogni suo
sforzo per resisterle fu vano.
Venne
spinto in una piccola
zona e immediatamente le onde sparirono lasciando l’acqua
calma e limpida
illuminata dai flebili raggi lunari che si riflettevano quieti sulla
superficie
cristallina.
In
quel piccolo anfratto di
mare niente si muoveva, tutto taceva, non si riusciva neanche a
percepire la
voce interiore dei pensieri che andava perdendosi nella pace del luogo
ma
Kouyou non poteva fermarsi li, cercò di riprendere la sua
folle e disperata
ricerca ma una voce aspirata lo colse di sorpresa facendolo fermare.
Pochi
secondi dopo sentì
risuonare in quel silenzio atroce una leggera voce femminile, il cuore
del
giovane prese a battere impazzito perdendo un attimo la
stabilità scivolando
così sotto la superficie marina che sentiva stranamente
calda e famigliare ma
anche ostile e bruciante
“ Calmati,
io sono giunta qui solo perché tu
mi hai inconsciamente chiamata e ti ho portato qui, nel mio territorio
dove devi
ricordati che sei solo un ospite.
In
quest’angolo di mare creato dalle
lacrime versate intrise di dolore dei cari delle vittime
dell’acqua dimorano le
anime dei caduti per sventura.
Io so tutto di te, o
almeno quanto basta
per capire il motivo per cui sei qua.
Hai perso qui la
ragione del tuo cuore, questa
sorte è toccata a molte altre persone ma mai nessuno si era
spinto tanto oltre
fino ad arrivare al mio cospetto, per questo, piccolo umano, io
Al termine del vostro
ritrovo tu ti
risveglierai sulla riva dimenticandoti della mia esistenza e potrai
continuare
la tua vita come meglio credi, questo è tutto.
Accetti?”
Kouyou rimase
qualche secondo paralizzato dall’incredulità prima
di annuire debolmente col
capo.
Ma come poteva
permettere di allontanarsi di nuovo da lui? Non poteva ma non
c’era neanche una
soluzione per restare, la sua vita per
Il ragazzo
visibilmente
agitato si portò una mano al petto e li sfiorò
una catenina, non un semplice
filo d’argento ma il regalo fattogli da Yutaka per
festeggiare il loro primo
anno insieme.
Al riaffiorare di
quei ricordi Kouyou chiese alla Dea se gli era concesso portarsi un
regalo da
dargli, una cosa che potesse portare sempre con se per non dimenticarsi
del
loro amore, la donna rimase un momento a pensare, non era certo
abituata a
richieste di quel tipo, ma dopo poco acconsentì alla
richiesta.
Mentre veniva
trasportato sul luogo dell’incontro Kouyou venne pervaso da
mille paure tra cui
la più assillante e spaventosa era che Yutaka potesse non
perdonarlo per il
grave errore commesso, in quel caso non avrebbe potuto far altro che
abbandonare ogni sua speranza, non avrebbe neanche cercato di
convincerlo a
riappacificarsi, non ne aveva il diritto dato che tutto questo era
stata colpa
sua.
In pochi istanti
si trovò di nuovo solo in una stanza circondata da nebbia,
era tutto bianco, un
colore talmente pulito che gli feriva gli occhi ma subito vide
comparire da
quella coltre indefinita Yutaka, il suo Yutaka.
Intorno al
ragazzo non c’era un alone mistico a circondarlo e neanche
una lunga tunica
bianca con dietro
delle ali a coprirlo,
al contrario indossava ancora il costume con cui si era tuffato e sulla
sua
pelle nivea risaltavano spietate le ferite che si era procurato
sbattendo e
strusciando contro il fondale prima di morire.
A quella vista
Kouyou non resistette, sentì le gambe cedergli facendolo
cadere a terra
inginocchiato e portandosi le mani sul volto diede inizio ad un pianto
straziante ornato da suppliche di perdono.
Yutaka gli si
avvicinò sfiorando con la mano la guancia semi-nascosta del
compagno
regalandogli un dolce sorriso e poi una frase, una sola che
però fece fermare
per attimi infiniti il cuore del biondo “grazie
per essere sempre con me”.
Il moro era
sempre stato una persona di buon cuore, gentile e disponibile ma questa
volta
Kouyou si trovò davvero sorpreso da quel perdono immediato,
d’istinto lo
strinse continuando a chiedere scusa, che gli aveva promesso che non lo
avrebbe
mai lasciato solo e invece lo aveva abbandonato al suo destino, ma
questo al
compagno non importava perché per lui la promessa fattagli
era stata mantenuta.
Non lo aveva
lasciato solo neanche di fronte alla morte, lo aveva cercato nonostante
ogni
logica gli fosse avversa e cosa più importante lo aveva
trovato.
Congiunsero le
mani mentre si guardavano negli occhi entrambi lucidi, le parole
avrebbero solo
rovinato quel meraviglioso gioco di sguardi quasi telepatico che
esisteva da
sempre fra loro.
Le mani di Yutaka
erano calde, strano per un morto, ma infondo lui era lui e non poteva
essere
freddo, non sarebbe stato più lo stesso, per il biondo
questo calore era fonte
di gioia e di vita, niente e nessuno avrebbero potuto farglieli provare
in
questo modo.
Le
sorprese…
- Yutaka?
…quelle
belle…
- Si?
…sono
rare…
-
…arrivano
poche
volte e fanno nascere sorrisi…
- Davvero?
…con
ingenuità
sorprendente…
- Certo
…e
infinita
dolcezza…
- E cosa mi vuoi
regalare?
…come le
lacrime
che scendono incontrollate…
- Una cosa molto
preziosa Yu-chan
…possono
rivelarsi indispensabili…
- Ma io non voglio
niente perché sarebbe un
modo per dirci addio
…o
addirittura vitali…
- No, io te
l’ho promesso che resteremo
sempre insieme
…possono
rafforzare un amicizia…
- Ma questa volta non
è possibile
…alleviare
una
situazione difficile…
- Apri le mani e lo
scopriremo
…tante e
tante
altre cose…
- Cosa vuoi fare?
…anche
cose all’apparenza
impossibili…
- Il mio regalo
resterà sempre con te
…ma chi
può dire
cosa è possibile o no?..
- Si
…Nessuno…
- Yutaka io ti dono la
mia anima
…e in
questo caso…
- Come?
…è
servita…
- Così non
ci lasceremo mai
…a rendere
eterno
un amore destinato a finire.
Il loro
più
grande desiderio divenne realtà, i loro destini e le loro
vite vennero unite da
una promessa indissolubile, finalmente non avrebbero più
dovuto lottare contro
nessuno vivendo così il loro amore come avevano sempre
voluto.
La mattina dopo
grazie
al notiziario della mattina tutto il Giappone venne a conoscenza di una
tragica
notizia:
dei cadaveri
appartenenti a due ragazzi identificati con i nomi di Uke Yutaka e
Takashima
Kouyou erano stati portati a riva dalla corrente durante la notte.
I due ragazzi si
tenevano stretti per mano.
***FINE***
Salve a tutti,
spero che questa storia un po triste vi sia piaciuta, non avevo mai
usato
questo “stile narrativo” quindi spero che non
risulti un pasticcio^^”
Ho usato i nomi
veri perché credo che risultino più confidenziali
e quindi si adattano meglio
alla storia.
Mi scuso per il
titolo che probabilmente non è grammaticalmente corretto
però io l’ho inteso
come Nigai= amaro e Ai Suru: amare, quindi amaro amare, neanche in
italiano è
corretto però per me è come un piccolo gioco di
parole spero non infastidisca
nessuno.
A pesto,
EriLi
P.S.
Un’amica a
cui l’ho
fatta leggere mi ha detto che Kai non avrebbe mai potuto affogare
perché aveva
le guanciotte a fargli da galleggiante ma credo che un evento simile
avrebbe
rotto la serietà che ho cercato di mettere nella
storia…però forse è veroXD