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Autore: Schoko26    16/05/2021    2 recensioni
Le storie belle - spesso - hanno un inizio triste, tetro, capace di rendere anche solo lo sboccio di un fiore un evento unico. Speciale. Raro. Quasi fosse sinonimo di un nuovo principio.
Ma... come poteva qualcosa di così bello nascere in un terreno arido, piatto, senza radici e fondamenta? Come poteva iniziare qualsiasi cosa nel tedio più totale?
Era questo che Hermione Granger si chiedeva ogni singolo giorno. Tutti, nessuno escluso, terminata la Grande Guerra e sconfitto Lord Voldemort, avevano trovato la propria strada. Il proprio inizio. Tutti tranne lei.
Aveva trascorso la sua vita tra i libri e il piacere che le procurava il piacere, da aver dimenticato semplicemente di vivere.
Dov´era finita la sua adolescenza?
Era andata davvero persa o semplicemente stava aspettando che il suo Peter Pan la tirasse fuori?
E Mai, Mai nella vita aveva potuto pensare, che il suo Peter Pan non era altri qualcuno che come lei, l'adolescenza non era riuscita a viverla appieno - dignitosamente - come ogni ragazzino che si rispetti.
Un Peter Pan particolare, che le si presenta all'inizio con le sembianze di Capitan Uncino.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Peter Pan






Le storie belle - spesso - hanno un inizio triste, tetro, capace di rendere anche solo lo sboccio di un fiore un´evento unico. Speciale. Raro. Quasi fosse sinonimo di un nuovo principio.
Le storie belle - quasi sempre - migliorano verso la fine e ti regalano i „The end“ più felici, quelli che ti cambiano la vita - come nei romanzi rosa che alle ragazzine piace tanto leggere.

Ma… come poteva qualcosa cosí nascere in un terreno arido, piatto, senza radici e fondamenta? Come poteva iniziare qualcosa - qualsiasi cosa - nel tedio più totale?
Hermione Granger se lo chiedeva ogni singolo giorno. Tutte le volte quando nel suo letto apriva gli occhi nocciola come se non avesse mai dormito; come poteva lei avere un nuovo magnifico inizio se tutto attorno a lei era… morto?

Ma subito dopo aver formulato quel pensiero, sentirsi una vera merda nei confronti di chi era veramente morto dopo la guerra era quasi d´obbligo. Era una vigliacca anche solo nel pensare che dopo aver sconfitto Lord Voldemort, tutti avevano avuto il proprio lieto fine tranne lei.

I suoi giorni si susseguivano tutti uguali, identici, come se un’unica pagina fosse stata fotocopiata all’infinito. Come se il creatore del suo destino avesse avuto un ridicolo blocco dello scrittore e le pagine che componevano la sua misera esistenza erano rimaste incompiute, lasciate a se stesse senza alcuno sbocco o idea. 
E lí sí che aveva toccato completamente il fondo quando si era resa conto di sperare nella comparsa di qualche entità maligna, bisognosa solo di essere sconfitta.

Dopo un anno dalla fine della Grande Guerra, con i morti ancora freschi sotto terra, lei pensava a quello. Solo un verme sarebbe stato in grado di articolare un pensiero simile. O un qualsiasi altro risvolto macabro.
Ma…
Ma, ma, ma…! Hermione non riusciva a pensare ad altro.
Hogwarts si era presa un anno sabbatico dopo la distruzione che era avvenuta durante lo scontro contro Lord Voldemort e i suoi Mangiamorte, e il Ministero - quello pulito, naturalmente - aveva avuto il suo bel da fare nell´incriminare i seguaci rimasti vivi durante lo scontro.

Lei, Harry e Ron non si erano lasciati sfuggire nemmeno un singolo processo. Carcere duro per tutti coloro che non erano stati soggiogati dalla Magia Oscura, era questo ciò che meritavano quei pazzi e senza via di scampo. Azkaban era quello che meritavano e non erano certo stati Harry, Ron o Hermione ad impedire che ci finissero. 
Harry aveva testimoniato per ore, lavorando giorno e notte gomito a gomito con gli Auror - cercando di rendere giustizia a tutti coloro che avevano trovato la morte durante quella dura ed estenuante battaglia contro il Signore Oscuro.

Gli unici che il bambino sopravvissuto aveva salvato, sorprendendo più di una persona, erano stati Narcissa e Draco Malfoy. Mentre Lucius se l’era data a gambe appena gli Auror avevano fatto irruzione nella loro bella villetta Parigina - dove si erano rifugiati proprio quando erano scomparsi durante la battaglia.
Non aveva dato spiegazioni a nessuno, nemmeno a Ron - furioso. - Ma ad Hermione non era sfuggita la lunga occhiata che il suo migliore amico si era scambiato con la Signora Malfoy, retta e fiera anche con le manette ai polsi.
E non aveva indagato. Non aveva voluto indagare. Harry sapeva cosa faceva, anche se il più delle volte non sembrava così, e lei aveva fiducia in lui. Ne aveva sempre avuta.

Dopo i processi, comunque, esattamente un anno dopo, Hogwarts aveva riaperto i battenti con la Mcgranitt come Preside e i ragazzi avevano deciso di terminare gli studi - un po´perché Hermione li aveva pressati così tanto da togliergli la vita e un po´perché avevano bisogno tutti di … spensieratezza. 
Di un ultimo anno da adolescenti, dopo aver passato un´intera vita a combattere contro qualcosa più grande di loro. Sí. Era quella la verità. Loro avevano bisogno di vivere, ma vivere come bambini, ragazzini, senza pensieri o paure.
Senza ansia o timore. 

E se per tutti, in un modo o nell’altro, era stato effettivamente così, per Hermione non era cambiato assolutamente nulla. 
Harry, con sua somma gioia, si era messo sotto con lo studio - in modo da poter sostenere l’esame per diventare Auror. Era il capitano della squadra di Quidditch e Ginny, nonostante la morte di Fred, era la roccia su cui aggrapparsi nei momenti di sconforto.
Lei era quella che animava le lezioni, che organizzava piccoli party per distrarre il resto della studentesca, addirittura capace di spronare anche suo fratello Ron - il suo ossimoro vivente. Fred aveva lasciato una grande vuoto e un trauma che il ragazzo dai capelli rossi faceva fatica a superare.

Dopo il bacio che si erano scambiati su quelle scale coperti da sangue e detriti, dove Hermione aveva fantasticato per anni - innamorata persa - lui si era completamente distaccato da lei; agli inizi aveva cercato di essere il fidanzato perfetto e la ragazza dai capelli ricci aveva apprezzato lo sforzo - caduto poi nel dimenticatoio quando lui, dopo un anno, completamente ubriaco dopo una vittoria a Quidditch, prima aveva cercato di convincerla a fare sesso poi le aveva confessato che baciarla era come baciare sua sorella. Infine Ron aveva vomitato sul suo maglione nuovo - crollando come ciliegina sulla torta addormentato come un baccalà. 

Naturalmente il giorno dopo il suo bel cervellino ancora bombardato di Strega, versato con abbondanza la sera prima, aveva cancellato allegramente l’episodio - quasi come tutela nei propri confronti. Ma Hermione era stata generosa a ricordarglielo. Con toni abbastanza alterati, capaci di fargli aumentare il mal di testa, per poi piantarlo senza tante cerimonie.
L´unica che aveva sofferto era stata naturalmente lei, rigorosamente di nascosto, sotto le lenzuola e da sola. Tutto con molta dignità. E ancora con la verginità intatta a quanto pare.

A volte le sembrava di aver perso un infinitá di tempo e non era proprio da lei. Insomma… Hermione era una persona alquanto rigida, per nulla superficiale e per anni si era dedicata anima e corpo allo studio.
La Grifondoro adorava perdersi nelle pagine che leggeva, nel profumo antico dei libri e nell´inebriante sensazione di potere che le portava il sapere. 

Ah… il sapere. Ogni singola goccia riempiva un vaso situato nella sua testa che non aveva fine - come un pozzo senza fondo - e questo le piaceva. Lei amava sentirsi così. 
Era qualcosa che non era mai riuscita a spiegare, ma che sentiva giorno dopo giorno crescerle dentro, come un´edera velenosa capace di prendere possesso di ogni suo singolo organo. Ed era così da quando ne aveva memoria, da quando aveva capito che poteva gestire ogni aspetto della sua vita, se voleva.

Quella vita che le era sempre stata un po´stretta e cattiva, cominciando dalle scuole Babbane e finendo praticamente ad Hogwarts. Ma se quegli stupidi esseri erano così concentrati a ferirla sull’aspetto fisico, i Maghi erano riusciti a portarle via qualcosa che lei reputava più importante.
La fiducia nelle sue capacità. 
Una Mezzosangue. Feccia per i Babbani e sterco per i Maghi, era quella la verità. E allora tutto aveva cominciato a prendere forma nella sua testa - mentre il puzzle della sua vita andava a costruirsi giorno dopo giorno, inesorabile, senza sosta.
Senza lasciarle alcuna pausa per i divertimenti o le frivolezze. Lei aveva un obiettivo, e quell’obiettivo andava raggiunto, punto. Non ce n’erano se o ma a quel punto.
E allora si era persa tutto. Gli anni migliori della sua vita erano scivolati via tra la guerra e i libri - tra sofferenza e sapere. 

Aveva smarrito il suo Peter Pan. 
Tutto era diventato noia per lei, mentre gli altri sembravano aver trovato il proprio posto nel mondo, nonostante i trauma che tutti si trascinavano alle spalle.
Il resto andava avanti come nulla fosse ed Hermione, nonostante corresse senza sosta, proprio non riusciva a raggiungerli - e rimaneva indietro, avvolta da quella piccola nube oscura che cominciava pian piano ad opprimerle i polmoni.

Dov´era il suo lieto fine? 
Dov´era finito il suo Peter Pan? 


   
 
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