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Autore: Jigokuko    23/05/2021    1 recensioni
REMAKE DELLA STORIA LINKATO AL PRIMO CAPITOLO, LEGGETE QUELLA!
Genere: Azione, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruno, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Yusei Fudo, Z-one
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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Antithesis:

2


Io non esisto

Sentiva un vociare, più voci maschili discutevano tra loro. Non capiva i loro discorsi... in realtà non stava capendo niente.
Tutto era buio -oh, no, ancora?!- e sentiva di essere stesa su qualcosa di morbido e mediamente comodo.
Qualche istante dopo, si ricordò di avere gli occhi chiusi, perciò li aprì, guardandosi attorno spaesata. Era in un garage, c'erano due moto parcheggiate e lei era stesa su un divano.

- Buongiorno!

Una voce la fece sussultare ed in contemporanea rimettere insieme i pezzi. Giusto: il giorno prima era scappata da chissà dove e quello che le aveva appena augurato il buongiorno era colui il quale le aveva incerottato la fronte.

- Buongiorno... – Mugugnò, mettendosi a sedere. – Che ore sono?-
- Quasi le dieci. Hai dormito bene?- Le chiese l'altra metà del "Fantastico Duo degli Smemorati".
- Sì... direi di sì. Sono solo un po' frastornata.-
- Buongiorno, Akane. Hai preso una decisione, allora?- Yusei sbucò da dietro il divano, poi le si sedette accanto.
- Oh, quella... so che può sembrare strano, ma... sento di non potermi fidare della polizia. – Abbassò lo sguardo, torturandosi le ginocchia con le mani. – Cioè, non fraintendetemi! Non sono una scappata di galera o simi—-
- Che tu non sia mai stata in carcere lo si può ben intendere.-
- Eh?-
- A Nuova Domino, se hai visitato la Struttura tutti vengono a saperlo a causa di questi marchi dorati sul viso.- Rispose il moro, indicando il suo.
- Ah! Sei stato in carcere...? – Si ritrovò a sussultare, poi guardò Bruno, intimorita. – Quindi anche Crow...-
- Non preoccuparti, nessuno di loro ti farà del male, sono brave persone.- Rispose lui, cercando di tranquillizzarla.
Akane guardò Yusei nei suoi bellissimi occhi blu, riuscendo a calmarsi. Non aveva un viso che esprimeva cattiveria, anzi, tutt'altro.
- Scusa, ho finito per giudicarvi troppo in fretta.- Mormorò, mortificata.
- Non c'è bisogno di scusarti, è normale accada, dopotutto questi marchi ci segnano a vita, volenti o nolenti. – Le rivolse un sorriso, forse il primo che gli aveva visto fare. – Comunque, dobbiamo capire come farti riavere i tuoi ricordi, o almeno trovare un tuo parente o conoscente, ma senza l'aiuto della polizia risulterà un po' complicato... e pericoloso.
Hai detto di essere scappata, no? Qualcuno potrebbe cercarti, se ti esponessi troppo, non si sa cosa possa accadere.-
- Quindi girare per la città distribuendo a tutti volantini con la sua foto sarebbe una pessima idea?-
- Certo che sì. Anzi, aspetta! – Yusei si alzò di colpo dal divano. – Akane, vieni con me, presto!-

La corvina non se lo fece ripetere due volte.
Si rimise in fretta gli stivali e, seguita da Bruno, tenne dietro a Yusei, il quale uscì da Poppo Time in fretta e furia; attraversò la piazza e si diresse verso il bar di fronte, dove all'esterno stava Jack seduto ad un tavolino.
Era in compagnia di una ragazza dai capelli scuri e con degli spessi occhiali tondi a fondo di bottiglia sul naso, mentre beveva una tazzina di caffè con tutta la calma del mondo e lei gli parlava a raffica.

- Carly!- Yusei la chiamò, agitando il braccio.
- Uh? – La ragazza si voltò, impiegando un po' per metterlo a fuoco. – Ah, ciao Yusei!-
- Avrei bisogno del tuo aiuto. Cioè, non io, lei.- Disse, sedendosi al tavolino ed indicando Akane, rimasta in piedi assieme a Bruno.
- B-Buongiorno.- La diretta interessata fece un breve inchino. Carly sorrise.
- Dato che sei una giornalista e sicuramente sei più informata sugli eventi di Nuova Domino, ti è per caso giunta voce riguardo ad una ragazza scomparsa ultimamente...?-
- Ragazza scomparsa, uhm... in città le cose strane accadono all'ordine del giorno, tra rapine o cose simili, ma una sparizione è di certo un evento molto raro. Se mi fosse giunta una notizia del genere me ne ricorderei... perché me lo chiedi?-
- Ehm... – Akane si fece avanti. – Riguarda me: ieri sono scappata da un posto in cui forse mi tenevano prigioniera, ma non ricordo assolutamente nulla degli eventi accaduti prima.-
- Stai solo perdendo tempo. – Jack parlò per la prima volta, posando la tazzina vuota sul piattino. – Dovresti parlare con la polizia e basta, qualcuno potrebbe aver denunciato la tua scomparsa.-
La ragazza abbassò lo sguardo, sospirando.
- Però—-
- Niente però! Fallo, Akane!- Quasi le urlò in faccia, irritato da quel suo inutile rimuginare.
- Akane, giusto...? Jack ha ragione: la Sezione di Pubblica Sicurezza non è più corrotta come una volta, ora potrebbe davvero aiutarti.-

Rialzò gli occhi, incontrando quelli grigi di Carly nascosti dietro a quelle spesse lenti. Quei due avevano ragione...
Doveva fidarsi di più delle autorità. Dopotutto, si era o non si era fidata di ben due ex carcerati, i quali si erano dimostrati bravissime e gentili persone, che l'avevano accolta come niente fosse?
Però... se le cose erano così al contrario, allora la polizia avrebbe potuto essere cattiva.
No! Cosa andava a pensare...?
Se, appunto, persino loro le stavano chiedendo di affidarsi alla Pubblica Sicurezza, allora si sentiva un po' più sicura.
Mentre ci pensava su, una ragazza uscì dal bar con un block notes in mano; aveva corti capelli castani, occhi dello stesso colore ed era vestita da cameriera. Quando vide Carly, prima di rivolgersi a Jack sembrò lanciarle un dardo infuocato con lo sguardo.

- Un altro Montagna Occhi Blu, grazie.- Senza degnarla di uno sguardo, il biondo ordinò l'ennesimo caffè della mattinata.
- A-Arriva subito!- Rispose lei, fiondandosi di nuovo nel locale.
- Allora, hai preso una cavolo di decisione?- Continuò poi, squadrandola con i suoi occhi d'ametista.
- Jack, non penso dovremmo metterle tanta fretta...- Subentrò Bruno, che fino a quel momento era stato zitto ad ascoltare.
- No, ha ragione invece. I miei familiari potrebbero starmi cercando, per cui... voglio chiedere aiuto alla polizia.- Disse, risoluta.

L'espressione tagliente di Jack si trasformò in un sorriso, il quale venne ricambiato.
In quel momento, uscì di nuovo la cameriera con il suo ordine, ma con lei c'era anche un uomo che doveva essere il proprietario. Subito, puntò verso Akane, fermandosi a pochi centimetri da lei e piantandole gli occhi addosso.

- Tu!-
- Io...?- Si indicò.
- Vuoi venire a lavorare per me come cameriera?-
- Cosa... perché?-
- Perché con una cameriera così carina arriveranno un sacco di clienti, soprattutto a pochi mesi dal Gran Prix! Fidati, verranno tutti per te.-
- Capo! Ma io? Non sono abbastanza carina?- Si intromise l'altra ragazza.
- Stephanie, finché avrai quell'atteggiamento timido e quell'aspetto semplice non verrà mai nessuno. Se ti tingessi i capelli di due colori, forse... – Lei sembrò congelarsi e, dopo aver sbuffato, tornò dentro. – Ti lascio il mio biglietto da visita, se sei interessata chiamami, o vieni qui!-

Akane di certo non si aspettava che fossero gli investigatori stessi a venire da lei, ed ora in quel momento era accerchiata da un sacco di gente che la osservava facendo solamente crescere il suo imbarazzo.
A Bruno, Yusei, Jack e Crow, si erano aggiunti Carly, un poliziotto chiamato Trudge ed il Capo Investigatore Mikage.
Questi ultimi le giravano attorno con insistenza, fissandola da capo a piedi. Le avevano scattato un sacco di foto e preso le impronte digitali, ma quando nel loro database non trovarono alcuna informazione, la confusione era cresciuta a dismisura.

- Assolutamente niente. Sembri non esistere, ragazzina.- Bofonchiò l'agente, posandosi le mani sui fianchi.
- Bruno, sei sicuro di non conoscerla? Le vostre situazioni sono estremamente simili.- Domandò la ragazza dai capelli cobalto, facendogli scuotere la testa.
- Anche se fosse, non potrei ricordarmelo, e guardarla non mi fa venire in mente nulla, a parte il nostro incontro di ieri.-
- Lo stesso per me.-

E così, era accaduto ciò che temeva: nemmeno lei, come il ragazzo seduto poco lontano e che la guardava con quelle iridi metalliche, sembrava esistere. "Akane", quel nome provvisorio, era ormai diventato definitivo.
Con un movimento meccanico si mise le mani nei capelli e si rannicchiò su sé stessa; gli occhi pizzicavano e la gola bruciava, ma non riuscì a versare alcuna lacrima. Perché?
Cos'aveva fatto di male nella sua precedente esistenza per meritarsi tutto questo?
Tutti i presenti la guardarono con preoccupazione, in particolare Bruno: comprendeva alla perfezione le sue sensazioni, la rabbia, lo sconforto, la paura... le aveva provate anche lui, anzi, ancora le provava, aveva solo imparato a nasconderle.

- Forse qui c'è troppa gente. – Prese parola, alzandosi in piedi e raggiungendola. Le si sedette accanto e le poggiò una mano sulla spalla in segno di conforto. – Non lo dico con cattiveria, ma penso dobbiate andarvene...-
- Bruno ha ragione. – Intervenne Yusei. – Penso sarebbe meglio riparlarne domani, quando le acque si saranno mitigate.-

Compresa la situazione delicata, gli agenti decisero di andarsene. Con i quattro ragazzi, sebbene Jack avesse tentato di mandarla via, rimase Carly.

- E adesso che si fa?- Domandò Crow, sospirando.
- Non possiamo mica accollarcela, non siamo un ricovero per senzatetto e senzamemoria!-
- Jack, non puoi essere un po' più delicato con Akane?- Lo rimproverò Bruno, continuando ad osservare la ragazza mentre singhiozzava.
- La difendi solo perché ti piace!-
- E smettila! Voglio solo aiutarla perché so cosa si prova a non conoscere nulla di sé!- Abbaiò lui, imbarazzato ed al contempo adirato.
- Certo che voi uomini siete solo dei gorilla, qui c'è una ragazza che soffre ed a voi interessa solo litigare! – Al marasma si aggiunse anche Carly, che sgridò entrambi con inaspettata autorità. I due si chetarono, non prima di essersi lanciati un ennesimo sguardo omicida. – Akane, se non hai un posto dove stare, perché non vieni da me?-
- ... Eh? – Due occhi azzurri sbucarono da sotto la frangia corvina, andando ad incontrare le lenti a fondo di bottiglia della ragazza. – Ne sei sicura...?-
- Ma certo! Lascia perdere questi energumeni, tra ragazze staremo sicuramente meglio.- Ridacchiò, porgendole la mano.
- Io penso sia una buona idea. – Si aggiunse Yusei. – Noi quattro facciamo sempre un sacco di baccano, non avresti vita facile vivendo sotto lo stesso tetto di quel presuntuoso di Jack!-
- Hey, parla per te! Quante volte hai rischiato di far esplodere tutto testando il nuovo motore?- Replicò il biondo.
Quel teatrino bastò per farle accantonare tutti i pensieri negativi e farla ridere. Carly le stava ancora porgendo la mano con un sorriso, perciò gliel'afferrò.
- Accetto l'offerta. Se... non ti dispiace, ovvio...-

Dopo aver salutato i ragazzi, le due uscirono dal garage.
Akane era davvero stupita: farsi degli amici risultava così facile o era stata solo molto fortunata ad incontrare quelle persone? Mentre camminavano, lanciò uno sguardo al lampione contro cui aveva sbattuto il giorno prima, il quale veniva colpito dalla luce del tramonto.
Doveva ringraziarlo? Può darsi.

- Ah— – Si fermò di colpo. – Ma se vengo a vivere con te dovrai farti carico di me, non ho neanche un soldo!-
- Perché non accetti il lavoro da cameriera?-
- Potrei fare un disastro dopo l'altro, non ho idea di come si faccia...-
- Si può sempre imparare, no? – Le fece l'occhiolino. – Su, vai a parlare con il proprietario!-

Carly la convinse, anzi, costrinse a tornare al Cafe La Geen, dove la cameriera di quella mattina stava pulendo i tavoli all'interno del locale, mentre l'uomo che le aveva offerto il suo biglietto da visita stava dietro al balcone a trafficare con la cassa.

- Oh, buonasera! – Trillò lui, non appena la vide entrare. – Allora, hai pensato alla mia proposta?-
Akane annuì, con un po' di imbarazzo e le mani giunte in grembo.
- Mi piacerebbe lavorare qui, o almeno provarci...-
- Perfetto, ottimo, fantastico, inizierai domattina!-
- Eh? Già domani?!- Quella risposta la stupì molto: di certo non si aspettava tanta fretta.
- Ovvio, se devi imparare alla perfezione il mestiere in attesa del Gran Prix, è meglio iniziare il prima possibile. Io ti voglio come volto del locale, quindi dovrai diventare la migliore in poco tempo.-
- E va bene, cercherò di dare il meglio di me.- Lanciò un'occhiata a Carly. In che guaio l'aveva cacciata?!
- Non devi "cercare", ma "dare", intesi?-
- E-Eh, s-sì!- Rispose con titubanza.
- Benissimo, fatti trovare qui alle sette.-
- Okay, capo.-

- Visto? È andata bene!- Disse l'occhialuta, mentre accendeva l'auto.
Bene? Quell'uomo mi spolperà...-
- È per questo che lo dico. Al giorno d'oggi trovare lavoro è uno strazio, e a te lo hanno offerto perché sei molto carina... è normale che all'inizio testino la tua pazienza trattandoti come uno straccio.-
- Che paura.-

Il tragitto fino a casa di Carly durò relativamente poco, meno di un quarto d'ora. Durante il viaggio le aveva spiegato che fino ad un anno prima viveva nella sua auto, ma che poi era riuscita ad affittare un piccolo appartamento il quale, seppur di ridotte dimensioni, era comunque confortevole e c'era spazio per una seconda persona.
Le aveva anche raccontato di essere una giornalista e che aveva conosciuto Jack e gli altri in una situazione un po' "particolare", così l'aveva definita lei. Di quel biondo burbero, in realtà, aveva parlato davvero tanto, iniziando col dirle del suo passato da Re dei duelli, poi il tutto era sfociato in "un giorno ci sposeremo ed avremo uno, no, due figli!". Avrebbe giurato di averla vista emanare cuoricini dalla testa... ma forse era solo la stanchezza, quella.
In conclusione, quella ragazza le stava davvero simpatica, con la sua aria sognatrice e la continua parlantina, l'aveva trovata perfetta per il ruolo di reporter, eppure da come diceva lei era tanto se le facevano scrivere qualche articolo per tappare i buchi ogni tanto.

- Et voilà!

Carly aprì la porta di casa, facendole strada. L'appartamento era davvero piccolo come detto in precedenza, ma in compenso era molto carino, semplice ed ordinato. Nessuna moto in giro, macchie di olio motore sparse sul pavimento e chiavi inglesi nei posti più improponibili, almeno.
All'ingresso erano poste due grandi piante a foglia larga, c'era una cucina che faceva anche da soggiorno, un bagno, una camera da letto ed una stanza vuota, un po' grande per essere un ripostiglio.

- Purtroppo ho un solo letto, sembra che dovremo dormire insieme.-
- Per me non è un problema, almeno è matrimoniale e non staremo strette.-

Dopo aver cenato, le era stato prestato un pigiama provvisorio, non avendo altri vestiti oltre a quelli che indossava.
Le stava largo, ma non abbastanza da scoprire quell'enorme taglio atto a deturparle l'addome; per quanto riguardava quello sul collo, tutti i suoi lunghi capelli riuscivano a camuffarlo abbastanza bene.
E così non se li era sognati in un momento di poca lucidità. Essi erano ancora lì, impressi sulla pelle intenti a provocarle dolori lancinanti ad ogni tocco, anche se lieve. Si ritrovò a chiedersi chi glieli avesse fatti, mentre si guardava allo specchio, inorridita dalla loro visione.
Iniziò a mettersi in fretta gli altri abiti, ma una fitta alla testa la costrinse ad accasciarsi in ginocchio sul pavimento, con le mani a tentare di reggerla, come se potesse alleviarle in qualche modo il dolore. Immagini velocissime cominciarono a scorrere davanti ai suoi occhi. Non capiva nulla, anzi, la confondevano ancor di più. Solamente alla fine qualcosa risultò più nitido: un paio di occhi grigio scuro, quasi neri, severi, le si erano puntati addosso, poi tutto sparì com'era iniziato. Nel nulla.
Era come la visione avuta il giorno prima, con l'unica differenza che quegli occhi non aveva fatto in tempo a vederli perché piombata a terra.
Riuscì a tirarsi su facilmente, ma nonostante ciò il cuore le martellava nel petto ad una velocità esorbitante, facendola boccheggiare.
Ci stava mettendo troppo a cambiarsi, non poteva rimanere lì altro tempo, o la sua nuova inquilina si sarebbe potuta preoccupare. Non era il momento di raccontarle delle fitte e mostrarle le ferite... ancora non si fidava al cento per cento.
Quando finalmente il battito cardiaco si calmò e finì di rivestirsi, tutto divenne buio all'improvviso e ne susseguì un urlo.

‐ Carly?!- La chiamò, uscendo in fretta dal bagno.
- È scattata la luce, non vedo niente!-
Riuscì ad udire la provenienza della sua voce, ovvero dalla cucina, perciò vi si diresse. Lei, invece, riusciva a vederci quel quanto che bastava a poterla raggiungere.
- Sono qui...!- Disse, toccandole una spalla.
Carly si voltò e l'abbracciò di colpo, stritolandola. Dovette trattenersi e sopportare il dolore.
- Ah, per fortuna sei qui! Ho preso un tale spavento... di solito non succedono mai queste cose a Nuova Domino. – Pochi secondi dopo, le luci si riaccesero, così la lasciò. – Chissà cosa sarà accaduto, che si sia spento il reattore?-
- Perché lo trovi così strano? Hanno solo tolto la corrente per un minuto.-
- L'Energia Moment che alimenta tutta la città non è come la normale energia elettrica, è infinita e perfettamente stabile, per questo è inusuale.-
- Oh... capito.-

Più tempo passava in quella città, più scopriva cose particolari che facevano parte della vita quotidiana degli abitanti: dal giocare a carte in sella alle moto -pericolosissimo!-, all'intera rete stradale che si modificava proprio per ospitare tali sfide, e l'Energia Moment, atta ad alimentare letteralmente ogni cosa di quel posto.
Anche lei faceva parte di tale sistema, prima di dimenticare ogni cosa? Si divertiva a sfrecciare su una duel runner e giocare a quel complicato gioco? Oppure veniva da un altro luogo, dove non era presente nulla di tutto ciò?
Non si era nemmeno resa conto di star fissando il vuoto con un'espressione apatica in viso.

- Akane, ci sei?- La voce dell'amica -poteva considerarla tale?- la destò.
- Ah, eh, sì! Stavo... pensando...- Come al solito, una risposta frettolosa, riferita con imbarazzo.
- Forse è meglio se andiamo a dormire, sarai stanca.-
- Credo tu abbia ragione.-

E così si trovarono entrambe coricate nel lettone: Carly a sinistra ed Akane a destra, entrambe con le coperte tirate al limite ed un'abat-jour accesa. Quella sera faceva proprio freddo.

- Io... ancora mi chiedo perché tu mi abbia chiesto di venire a vivere qui.- Mormorò, con la bocca coperta dal lenzuolo.
- Perché non potevo lasciare una ragazza indifesa come te con quei quattro manigoldi!- Rispose l'altra, anche lei nascosta a tal punto.
- Solo... questo?- Rivolse gli occhi azzurri alla sua figura stesa, osservandola.
Senza occhiali, Carly non vedeva assolutamente nulla, ma quello sguardo penetrante lo percepiva benissimo, come una lancia puntatale contro.
- E... e mi sentivo sola, ecco! – Disse, tutto d'un fiato e girandosi su un fianco per darle la schiena. – Jack non mi dà più attenzioni come prima...-
- Jack...? Ti piace il biondo spilungone?- A dire il vero, l'aveva capito già da un po', precisamente dal loro viaggetto in macchina, ma voleva sentirselo dire chiaramente dall'interessata.
- No, beh, ecco— – Si era appena data la zappa sui piedi. Complimenti, Carly Nagisa, ottimo lavoro. – Solo... è da un po' che ha smesso di considerarmi nel modo in cui faceva prima.-
- Ho capito.-
- Capito che?!- Si voltò e poté scorgere sul viso pallido di Akane un sorrisino beffardo.
- Tu non preoccuparti...-
- Mi preoccupo eccome, invece!-


Angolo autrice

Giuro che il rimando a Håkan e Shinji (suo fratello apparso tipo una volta, ricordate??) inizialmente non era stato intenzionale, poi ho cavalcato l'onda. Belli i crossover tra le mie stesse storie, eh?? :D
Non so se ci saranno altre citazioni riguardo ad altra roba su 5D's che ho scritto, però sarebbe divertente ficcarcele dentro ogni tanto e vedere se siete stati attenti a coglierle (quindi, intanto che aspettate nuovi capitoli, andate a rileggere "Stella Cadente" e "La Voce della Speranza" -lei ha bisogno di una revisione, ma col cazzo che mi metto a sistemare più di venti capitoli-. ;))

Parlando di questa storia (era ora!), la vera e propria "trama" potrebbe iniziare già al prossimo capitolo, come al solito io i primi li uso sempre per introdurre i personaggi e le loro situazioni, ma gli eventi partono sempre un po' più avanti. Devo solo decidere cosa far accadere e cosa no.

Il fatto che Carly abiti in un appartamento dopo il Dark Signers Arc non è proprio campato per aria: in un episodio (filler, ma shh) la si vede scrivere un articolo di giornale in quella che sembra una casa che non avevo mai visto, quindi ho dedotto sia la sua abitazione(?). Nel caso non lo sia non mi importa, questa è la mia versione delle stagioni 3 e 4, faccio quel che mi pare. uwu

Detto ciò vi saluto, ci risentiamo al prossimo capitolo!

P.S.: A proposito di "Stella Cadente"... sto cercando qualcuno bravo in inglese che abbia voglia e pazienza di tradurla, dato che volevo postarla anche su ao3. Lo farei io, ma sono una capra. :V

P.P.S.: Avete visto la vittoria dei maneskin all'Eurovision? Personalmente mi hanno fatto non poco cagare e trovo che quella canzone sia uno sputo in faccia al rock bravo solo ad attirare ragazzine che vogliono sentirsi alternative, ma dall'altra parte sono felice perché abbiamo battuto i francesi (POOOOOOOOO POPOPO PO PO POOOOOOOOOOO) e mi aspetto valanghe di trash per l'anno prossimo.
Viva l'Ucraina.

Jigokuko

 

   
 
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