Titolo: Contatto
Rating: Giallo
Genere: Introspettivo, Romantico
Personaggi: Levi Ackerman, Petra Ral
Tipo di coppia: Het
Note: AU
Contatto.
Levi non era mai stato molto fisico, non lo era mai stato con nessuno. Sembrava che lo infastidisse, addirittura, la vicinanza di altri esseri umani e, come un gatto, si ritraeva ad ogni contatto indesiderato. Tollerava a malapena le pacche sulla spalla che Erwin alle volte gli riservava e sguisciava via veloce dalla presa di Hanji quando quella tentava di abbracciarlo con irruenza.
Conosceva pochi gesti d’affetto, sconosciuti ai più. Scompigliava i capelli di Isabel per dirle che era orgoglioso di lei, offriva da bere a Farlan se doveva scusarsi e prendeva a male parole Hanji per esprimere quanto le volesse bene.
Con Petra, in un certo senso, non era stato diverso: toccava il ginocchio con il suo quando erano seduti vicini, intrecciava le loro gambe mentre dormivano insieme, tratteneva appena le dita sulle sue quando le passava una tazza di the. Tutte piccole accortezze, alle volte immotivate, ma ricche di significato; intimità che a nessun’altro se non lei concedeva.
Eppure, da qualche tempo a quella parte, Petra aveva scoperto che Levi era anche molto altro. Non era solo l’uomo che si sentiva a disagio a tenerla per mano in pubblico, quello che le permetteva di camminargli accanto con le spalle che si sfioravano appena. Era anche l’uomo le toccava i fianchi quando facevano l’amore, quello che le mordeva il collo e le torturava i seni. Era l’uomo che le chiedeva silenziosamente il permesso prima di sfiorarla, che fremeva appena quando lei gli passava le mani sulla schiena, quello che nascondeva un’espressione impertinente e compiaciuta se la sentiva gemere sotto le sue attenzioni.
La prima volta che avevano fatto l’amore era stata umida ed incerta per entrambi. Si erano scoperti con lentezza, l’imbarazzo e i timori vinti dalla voglia di appartenersi.
Levi si era irrigidito appena mentre Petra sfiorava quei lembi di pelle intimi e privati che mai a nessuno aveva dato il permesso di toccare. L’aveva guardata mentre seguiva con i polpastrelli la linea dritta del suo naso, la mascella, il pomo d’Adamo e s’attardava un poco nel piccolo incavo alla base del collo. L’aveva vista alzare timidamente gli occhi nei suoi, chiedendogli il permesso per continuare a sfiorarlo, adorarlo.
Quella era stata forse la prima volta in cui Petra aveva davvero preso piena consapevolezza di quanto Levi fosse bello. Bello di una bellezza intensa, profonda, da bloccarle il respiro in gola, con gli occhi liquidi di desiderio e i ciuffi scomposti sulla fronte. Era arrossita a sua volta nel notare la lieve sfumatura pescata che gli aveva illuminato gli zigomi e, come ipnotizzata, aveva passato le dita su quelle labbra gonfie e rosse, che s’erano schiuse sotto il suo tocco lieve. Gli aveva carezzato le spalle, le braccia, il petto e l’aveva guidato a fare altrettanto.
Avevano amato e si erano lasciati amare, con calma e dedizione, senza fretta alcuna.
Levi non era mai stato molto fisico, ma da quella sera, mentre il respiro di Petra gli inondava il volto sudato e respirava affondo l’odore della sua pelle, aveva deciso che per lei avrebbe fatto un’eccezione.
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