Era un
pomeriggio come un altro al castello. Clef stava in sala grande e rifletteva di
molte cose, come al solito. E
posò gli occhi sulla porta appena sentì la presenza familiare.
“Monaco Guida,
Monaco Guida!” come al solito Cardina entrò senza bussare
“Plesea è tornata! È qui!”
“Qui dove,
Cardina? Non la vedo”
“Ora è con le
ragazze. Non vogliono lasciarla! Lo sapete come sono fatte”
“Verrà da me? O non vuole neppure parlarmi e farsi vedere un minuto?”
“Salve, Monaco
Guida”
Plesea. Era lei
sulla soglia, alle spalle di Cardina che non aveva fatto in tempo a rispondere.
Ma non era sola.
“Salve!”
Geo Metro. Il vicecomandante
di Ootozam? Che faceva lì,
con lei?
“Salve, Geo. È un
po’ che non ci vediamo” disse comunque Clef, senza
esternare la minima emozione.
“Eh, già! Mi dispiace
di avervi rapito la vostra Plesea per tanto tempo. Ma anche
noi non possiamo più fare a meno di lei, su Ootozam”
Era strano detto
da una persona che la conosceva tutto sommato da
pochissimo tempo. Clef pensò che era strano, doveva esserci
qualcosa sotto, ma non chiese.
“Come va sul
vostro pianeta?”
“Molto bene! Ancora
non siamo ai livelli del vostro magnifico cielo, ma di certo l’atmosfera è più
respirabile”
“E il vostro comandante come sta?”
“Si è
perfettamente rimesso. E questo anche grazie a voi”
“Era un nostro
dovere”
Plesea non
diceva nulla e osservava l’uno e l’altro, seguendo il discorso. In questo non
era cambiata.
Geo le si rivolse.
“Cara, dovremmo
dirglielo. Non è per questo che siamo qui?”
Lei annuì, a
disagio.
“Sì, certo”
“Vuoi che parli
io?”
“Sì, d’accordo”
“Bene” si rivolse a Clef “Ho avuto modo di conoscere bene Plesea. Eagle
e Zazu le si sono affezionati come a una sorella”
“Non ho motivo
di dubitarne” annuì Clef.
“Plesea ha
sentito molto la mancanza di voi tutti. Mi ha detto che voi per lei siete come
un padre, quindi siamo qui per chiedervi la vostra benedizione”
Clef non
riusciva a capire.
“La… mia
benedizione?”
“Sì” Geo prese
la mano di Plesea “Vogliamo sposarci”
Il silenzio durò
forse mezzo secondo, rotto subito dal grido festoso di Cardina.
“Tesoro!” esclamò abbracciandola “Bambina, è bellissimo! Finalmente ti
sei decisa! E quando? Dove? Come? Perché…
ah, questo no! Posso immaginarlo!”
Clef non aveva
ancora detto nulla, ma riprese subito il controllo.
“… E così Plesea ti ha detto che per lei sono come un padre”
considerò.
“Sì” annuì Geo.
“Bene, ma… non
afferro a cosa vi serva la mia benedizione. Se glielo hai chiesto e lei ha accettato…”
“Sì, ma lei
voleva conoscere la vostra opinione. Voi siete la sua famiglia”
“Dove intendevate sposarvi? Su Ootozam? Qui?”
“Ne abbiamo parlato molto, ma vorremmo farlo qui. Se per voi va bene”
“Ma allora bisognerà organizzare tutto. Avete fretta?”
“Noi no,
affatto. Vero, cara?”
Plesea scosse il
capo. Cardina era già alla porta.
“Vado ad
avvisare tutti!” e uscì.
“Bene” Clef
sembrò riflettere un attimo “Vi fermate qui fino al matrimonio, spero”
“Era nostra intenzione,
sì”
“In questo caso…
la stanza di Plesea non è stata toccata. Se vi va bene
dormire insieme, potete sistemarvi lì”
“Ci va benissimo.
Grazie per l’ospitalità”
Clef annuì, i limpidi
occhi posati su Plesea.
“Dovere”