Cambio di rotta.
Guardo questa barca, galleggia quietamente, sembra quasi dormire sulle onde cerulee e penso a te, alle catene che mi trattengono e come una macchina del tempo mi spintonano nel passato, nei nostri ricordi cangianti.
Ti ricordi di quei ragazzini a cui non importava niente del mondo? Ballavano vicino a quel muretto, senza musica, come fossero soli su un palcoscenico, a far le prove. E il caldo che si percepiva era folle, spietato, ma mai quanto il bollore degli impulsi e delle emozioni che saziavano i loro corpi, li nutrivano.Dove è finito tutto questo? Forse una brezza violenta ha portato tutto con sè, o forse tu te ne sei andato, hai preso una scialuppa e via, sei diventato un puntino di luce lontano all'orizzonte. Ed io ho cercato di raggiungerlo, talvolta a nuoto, quando potevo, debolmente, perché consumata dagli sforzi. Il mare quasi sempre agitato.
Ma chi sei per impedirmi di tornare a riva, in fondo? Di riposarmi idillicamente su quella barca dormiente, perché rischiare di annegare di nuovo per un una luce rannuvolata, lontana, elusiva?
E se lei volesse questo? Sfuggirmi, inzuccarsi di niente, che forse ho solo immaginato troppo, lambiccato, perché tolto ogni velo di Maia non si legge che indifferenza e non speranze, notti al chiaro di Luna.Irrequieti diventano i miei passi, adesso, uggiosi i miei pensieri, distratti i miei sguardi sulle persone.
Un senso di consapevolezza però si accavalla alla mia schiena, anche la rabbia, l'orgoglio, l'amarezza.Non torneró a riprenderti, piccola luce, perché ho capito che per me non sapresti brillare nemmeno quando le acque non saranno più tormentate, nemmeno se riuscissi a raggiungerti. Anzi, forse ti spegneresti come tu hai spento me.
Sveglierò la mia barca, quanto mi è costato, cambio di rotta.