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Autore: Ale24    30/08/2009    2 recensioni
Non avevo mai notato come potessero essere splendidi gli aeroporti.
Ci sono centinaia di persone, che partono e arrivano e tutte hanno una cosa in comune: qualcuno; qualcuno che li saluta, qualcuno che li aspetta a braccia aperte, qualcuno che li ami.
Ricordavo storie che mi avevano raccontato Bella, Alice, Rose e Esme di viaggi, avventure, anche salvataggi e alla fine erano sempre insieme, loro con i loro compagni inseparabili.
Sono convinta che i vampiri siano simili ai cigni, non per l'appariscente bellezza, ma perché anche se si rivedono dopo anni celebrano come la prima volta nuovamente il loro amore, che è rimasto immutato e puro.
I vampiri possono avere un solo compagno per tutta la loro esistenza, mi aveva spiegato Carlisle, e trovarlo può richiedere anche più di cento anni.
Ma io devo avere qualcosa di sbagliato, non sono abbastanza forte per soppravvivere altre quattro settimane da sola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La notte era scesa ormai da ore sulla penisola di Olimpya, rendendo quel luogo così vivamente intriso di magia ancora più speciale.
Dalle finestre della mia stanza scrutavo svogliatamente l'orizzonte mentre ripensavo a ciò che avevo trovato nello studio di Carlisle.
Avevo fatto fatica a trovare un libro che trattasse l'argomento tanto agoniato e solo alle cinque del mattino ci ero riuscita; il risultato però non mi rendeva tanto entusiasta come avevo sperato.
Le cause dell'introversione erano molte e svariate, ma poche avrebbero potuto toccare una ragazza della mia età: potevano essere cause di origine genetica, tesi di cui dubitavo fortemente; dovute ad un’ambiante e/o persone iperprotettive; ricatti morali; ossessione alla perfezione; genitori assenti e conseguente mancanza di amore. Queste le cause più verosimili; mi sforzai per tutta la notte di ricordare qualche tratto della mia infanzia, ma ritrovavo solo pezzi inutili per ricomporre il puzzle infinito che temevo di essere.
Scrutavo l'orizzonte alla ricerca di un raggio di luce che illuminasse il nuovo giorno, la notte pareva eterna e desolata.
Mi gettai nuovamente sul divanetto in pelle: sconfitta dal lento scandirsi tempo.
Avevo un'eternità davanti, ore e ore mi attendevano, come sarei riuscita ad affrontarle se non vincevo una sola notte?
Sorrisi della mia umana agitazione; già, ricordavo proprio quegli umani tanto impazienti che avevo visto in aeroporto: tutti che correvano, parlavano, imprecavano, si agitavano.. inutilmente, un minuto durava 60 secondi per tutti, che si agitassero o no non avrebbero fatto sì che le valigie arrivassero prima o il taxi volasse sul'ingorgo.
Li avevo tanto derisi per questo correndo lontano da loro.
Decisi di spostare il mio sguardo dal giardino verso la grande libreria, per passare il tempo avrei letto di quali compositori era rifornito il repertorio musicale del mio nuovo curioso fratello; nel voltarmi vidi l'ombra della grande casa disegnarsi lieve sul prato di giada, scattai immediatamente verso la porta per fermarmici di fronte solo un'istante per controllare l'ora 6:45, praticamente giorno; con passo lieve percorsi tutto il corridoio fino alle scale che scesi quasi volando, ero sulla porta quando "Buon giorno dormigliona!" mi fermai all'istante voltandomi verso il soggiorno, dal quale proveniva la possente voce di Emmet. Erano già tutti lì, Carlisle su di una poltrona leggeva il giornale di Port Angels, Emmet giocava a scacchi con Jasper osservati rispettivamente da Rosalie e Alice, che , previsto l'esito della partita: avrebbe vinto Jasper; vedendomi, mi venne in contro sorridente "Come mai sei scesa così tardi" mi chiese inclinando graziosamente la testa di lato "E come mai hai ancora gli abiti di ieri?" mi chiese questa volta stupita e interdetta: temeva seriamente di avere a che fare con un altro caso disperato come quello di Bella. Non sapendo come rispondere alla prima domanda mi buttai sulla seconda "Ero di fretta e mi sono scordata." dissi impacciatamente -Un altro caso Bella- pensò lei, trattenni a stento una risata, non ero un'altro caso Bella, ero semplicemente smemorata; mi brillarono gli occhi al solo pensiero di tutte quelle splendide marche a cui non avevo badato e che sentivo quasi chiamarmi dal piano superiore.
"Hai ascoltato musica classica fino all'alba?" si intromise Emmet cercando di essere pungente, ma la cosa non mi sfiorava minimamente, stavo per rispondergli ma Alice non me lo permise poiché aveva notato la scintilla nei miei occhi rubino "Vieni andiamo che ti aiuto io! Rose ti va di aiutarci con gli accessori?"
-Accessori!- pensammo all'unisono io e Rosalie, a quanto pareva avevamo qualcosa in comune dopo tutto.
Alice mi prese per mano e corsimo insieme nella mia stanza al piano di sopra; le scappò un risolino appena entrata in stanza, era ancora abituata a vedere Edward che ascoltava la musica isolandosi dal mondo; mentre Rosalie saliva più lentamente le scale dietro di noi Alice mi ricondusse in quel magico e soffocante mondo di abiti.
"Cosa pensavi di mettere?" Mi chiese con voce tintinnante.
"Non so nemmeno che cosa ci sia qui dentro." Le confessai scoppiando a ridere: in una notte intera avevo fatto l'impossibile per perdere tempo e non avevo nemmeno dato un'occhiata alle meraviglie del mio nuovo guardaroba super-firmato, solo l'idea di quell'odore mi nauseava e quindi avevo deciso che era sarebbe stato meglio esplorarlo in compagnia.
Alice mi guardò sorridente e quando smisi di ridere inclinò graziosamente la testa -è possibile che sia l'incrocio tra un folletto di questi boschi e un vampiro?- mi domandai di fronte a tanta energia e grazia.
"Come avrai notato ieri io e Rose ti abbiamo riempito l'armadio di stilisti italiani ed europei sapendo da dove venivi, speravamo che apprezzassi il gesto quanto noi apprezziamo il loro modo di vestire" disse saltellando fino a Chanel.
Incuriosita dalla sua ultima affermazione mi soffermai a guardare meglio come fosse vestita: la camicetta bianca con bottoni in perla e colletto con rifiniture in raso nero era decisamente Chanel; al collo portava un elegante sciarpa di seta grigia della stessa marca che rendeva ogni suo movimento ancora più armonioso svolazzando per aria nella sua scia; i pantaloni tubolari neri riportavano l’effigie di Armani e gli stivaletti a caviglia in camoscio della stessa tonalità della sciarpa erano di Cavalli: non mentiva.
Fermatasi di fronte alla marca parigina di voltò a guardarmi -Alta, slanciata..- stava cercando qualcosa che esaltasse il mio aspetto, di riflesso mi guardai: a confronto con le sarei potuta sembrare una barbona, avevo ancora i vestiti che mi ero messa andando via da casa: dei banalissimi jeans con maglietta e per un attimo mi si strinse il cuore ricordando che i jeans che avevo messo per affrontare il viaggio erano uno dei miei rari modelli Armani; correndo da Vancouver fino a Forks li avevo completamente imbrattati di fango e cacciando qual puma nella radura avevo anche sporcato terribilmente la mia maglietta, la gola mi bruciò a tal punto che vi portai una mano nel tentativo di frenare le fiamme; Alice che non aveva smesso di guardarmi mi venne accanto preoccupata.
"Da quant'è che non mangi Ale?" -mangi?- mi sembrava una stupida presa in giro, se non avessi letto i suoi pensieri avrei supposto che anche lei come Sam credesse che il rosso cangiate dei miei occhi fosse dovuto alla morte di qualche innocente.
"Veramente avevo tentato di bere qualcosa.." sorrise mentre le indicavo la mia maglia "ma sono stata interrotta da uno dei lupacchiotti.." le confessai
-imbranata come sempre, e pensare che non volevo fare questo genere di figure- sospirai -se solo Emmet mi avesse lasciata andare a caccia- mi ricredetti subito, non era colpa sua e lo sapevo.
-se solo fossi andata con lei e Jasper ieri sera- pensai rialzando gli occhi dal pavimento.
"Già saresti potuta venire, avremo fatto un giro soltanto." mi disse tutta sorridente.
Come era possibile? Lo avevo fatto di nuovo?!
"Ma non importa non stai tranquilla" mi disse voce serena.
"Rimandiamo per qualche ora l'appuntamento con Rose"
"Perchè?" mi voltai e vidi Rosalie venirci incontro, in un primo istante mi chiesi perchè ci avesse messo tanto, ma risposi subito alle mie domande poichè mi travolse un ondata di frutti esotici misto vaniglia, passò una mano tra i capelli lucenti mentre ci veniva incontro e un'altra ondata di quel profumo tanto delizioso quanto finto travolse nuovamente me ed Alice.
"Per quale motivo dobbiamo rimandare ancora?" lessi nei suoi pensieri che si era lavata i capelli non sapendo più che fare dato che aveva già girato due volte il suo guardaroba alla ricerca delle scarpe migliori da abbinare alla sua gonna di Gucci, Alice aveva detto proprio la verità!
"Ha sete, dobbiamo andare a caccia." disse con voce leggermente irritata: le era chiaro che chiunque, anche al piano di sotto, aveva sentito i nostri discorsi e la infastidiva quel comportamento di Rosalie nei miei confronti: a tutti era chiaro, ma a me era ancora sconosciuto il motivo, di tanta invidia di Rosalie per la nuova arrivata.
"Capisco" aveva detto cercando di mascherare davanti a Alice la sua aria di non sufficienza nei miei confronti, teneva parecchio alla loro amicizia che a quanto mi risultava avevano stretto da poco.
"Beh, allora non vi trattengo oltre" aggiunse sorridente.
Alice mi prese per mano e mi condusse fino alla porta del guardaroba "Alice" l'aveva richiamata la bionda "Sì Rose che c'è?" non era riuscita a non far stridere i campanellini nella sua gola visibilmente  scocciata.
"Io resto qui e le trovo i vestiti e gli accessori giusti, così quando tornate il lavoro è già fatto ok?" Alice era rimasta stupita da tanta pazienza da parte sua, pensava fosse stato tanto chiederle già di unirsi per la scelta degli accessori e quindi accettò di buon grado ricambiando il sorriso alla bionda Rose.
Cinsi stretta la mia volontà di non far sfigurare Rosalie davanti ad Alice: l'unico motivo per cui si era preposta un intento che l'adorata follettina riteneva tanto nobile, era perchè non aveva un bel niente da fare e voleva provarsi alcune di quelle che erano le mie scarpe: io non sapevo nemmeno dove fossero.
 Scese le scale uscimmo di casa dicendo solo un flebile "Ciao" mentre ci chiudevamo dietro la porta, speravo non si fossero offesi, ma a quanto pareva avevamo parecchia fretta.
Saltammo il fiume e ci inoltrammo nel bosco, inspirai l'aria fresca del mattino e il profumo di rugiada che era ancora posato sull'erba e sulle foglie intorno a noi.
"Scusa Rosalie per prima" disse Alice rompendo il silenzio.
"E' che si sente minacciata da te: teme che avrai tu il titolo di più bella della scuola ora." disse prima di iniziare a ridere, la sua risata era splendida, paragonabile alla rugiada: cristallina e pura. "Non deve temere più di tanto, non ho mai nemmeno sognato quel titolo" le confessai.
"Io credo che faccia bene invece." disse "Se segui qualche mio consiglio nemmeno sarà nella lista delle candidate a quel titolo" rise nuovamente del complotto che già le frullava per la testa.
"Non sono quel genere di ragazza Alice" le dissi cercando di essere il più convincente possibile. Non intendevo diventare come Rosalie, l'attenzione delle persone mi metteva in soggezione.
"Non devi essere nessun genere di ragazza Ale, il fatto è che non puoi passare inosservata, perchè noi non passiamo inosservati." disse continuando a correre per la foresta.
"Gli umani sono attratti da noi, è una questione di natura, cerchio della vita; vedilo come vuoi" la discussione che stavamo intraprendendo non mi interessava, avevo constatato sul campo l'effetto che avevamo sugli umani e trattenni una risata al ricordo di me stessa vestita da hawaiana.
"Dove stiamo andando?" avevo perso il senso dell'orientamento a furia di parlare.
"Stiamo andando verso le montagne, lì c'è sempre qualche alce"
-alci- pensai tra me e me disgustata, avrei fatto a brandelli i miei Armani per un puma!
Raggiungemmo una pianura che, come previsto da Alice, era piena di alci; fiutai l'aria alla ricerca di qualcosa di più appetibile e Alice se ne accorse.
"Mi dispiace" tintinnò "Niente carnivori nei paraggi"
-che iella!-
"Se li saranno mangiati tutti i lupi!" le dissi, lei scoppio in una cristallina risata e uscì dalla vegetazione che ci nascondeva alla vista degli animali.
"Allora andiamo?"

Alice era perfetta, sembrava danzare mentre correva tra quegli animali.
La sua grazia era decisamente innata, io non sarei mai stata tanto perfetta.
Si accorse che la stavo fissando e allora si fermò.
"Passata la fame?" aveva tintinnato.
Sorrisi a quella sua battuta, cosciente degli anni che aveva vissuto sapeva perfettamente che la sete non passa, al massimo aumenta.
Mi complimentai con lei per l'infinita grazia e perchè, notai in quell'istante, non aveva nemmeno macchiato i vestiti!
"Con un po' di allenamento ci riuscirai anche tu." mi aveva garantito sorridente; io ne dubitavo fortemente.
Mi unii alla caccia cercando di imitare i suoi movimenti ma l'istinto prevaleva sullo stile.
Alla fine della caccia guardai orgogliosa i miei abiti, a parte le tracce del puma non mi ero poi imbrattata molto; certo mi ero presa i miei tempi approfittando del fatto che Alice impedisse agli animali di disperdersi nella vegetazione.
Mi vergognavo del mio essere neonata, erano stati necessari tre quarti del branco per placare la sete.
"Beh, se sei a posto andiamo a casa. Ma sappi che questi li buttiamo" aveva detto guardando i miei vestiti.
Tutto il tempo del ritorno lo adibii al salvataggio dei miei poveri abiti da viaggio; solo nei pressi della casa riuscì ad ottenere il benestare perchè restassero i miei pantaloni e le mie scarpa da ginnastica, stavano per rimetterci la tela proprio come la maglia.
"Finalmente siete tornate!" ci accolse sorridente Rosalie "Il pulcioso di là non fa che lamentarsi che ti vuole vedere Alessia."
Pulcioso? Nei pensieri di Rosali si disegnò il viso di Seth, solo più simile ad un cane.. specialmente per le orecchie.
"Allora aspetterà ancora qualche istante" esordì Alice.
"Sopra è già tutto pronto." disse Rosalie orgogliosa.
"Fantastico!" aveva tintinnato la folletta in estasi.
"Cosa stiamo aspettando!" aggiunsi.
Gli occhi di entrambe scintillarono guardandomi e già correvamo verso la stanza-armadio.
Alice si fiondò verso il completo che la bionda aveva scelto.
"E' proprio bello!" aveva detto alzando gli abiti dalla sedia per vederli meglio.
"Sapevo che sarebbe andato bene." aveva risposto orgogliosa lei.
-Cosa ne pensi Alessia?- stava per chiedermi, ma non lo fece, si trattenne invece dal chidermi -Come diavolo ti sei conciata!-
Abbassai la testa sentendomi terribilmente in difetto di fronte a quella che ritenevo icona di classe e stile.
"Vieni a vedere gli accessori Alessia." mi chiamava gentilmente Rosalie dalla specchiera, era felice che mi sentissi in imbarazzo, non per cattiveria, ma perchè le avevo permesso di capire che in fondo avevo almeno un minimo di buon gusto; mi voleva dare una chance, la possibilità di essere amiche invece che terribili nemiche, e ne ero felice.
Mi avvicinai accennando un sorriso alla specchiera e lei lo ricambiò, quasi dolce.
Erano splendidi: bracciali di oro bianco e argento; orecchini che richiamavano lo stile settecentesco e una cintura a fascia in pelle.
"Sono bellissimi!" esordii estasiata "Adoro questi bracciali, e gli orecchini con queste perline sono davvero belli, ma.. niente anelli?" chiesi sinceramente incuriosita.
"No, con questo modello aggiungere degli anelli ai bracciali sarebbe appesantirlo troppo" disse Alice sbucando da in mezzo a noi due e porgendomi il completo.
Color panna, il tessuto era leggero e soffice lo allontanai appena da me per osservarlo meglio, i pantaloni tubolari erano rifiniti con dello scamosciato nel punto vita, la maglia con maniche corte cadeva morbida fino alla vita, dove un elastico interno cingeva la vita; scollatura a barchetta rifinita in scamosciato e sulla spalla un elegante disegno floreale.
-Comodo, elegante e stilosissimo; più semplicemente: perfetto.-
"E' perfetto!" esordii "E gli anelli li detesto" aggiunsi senza mentire.
Ridemmo insieme e mi mandarono a lavarmi.
Dopo una doccia veloce si dilettarono come parrucchiere: ridefinendo il taglio, i boccoli morbidi dei miei capelli e piastrando il ciuffo.
Fissato tutto con le forcine mi vestii e, dopo i dovuti complimenti da parte di Alice e il sorriso orgoglioso di Rosalie, portai personalmente i poveri superstiti in lavanderia.
"Seth ti aspetta in cucina" mi disse Alice dalle scale; dal piano di sotto sentii gli striduli pensieri di Rosalie, che non potendo più di sopportare le continue domande del lupo lo aveva cacciato a peso in cucina.
Camminando sul mio tacco dieci, erano state misericordiose, mi diressi verso la stanza.
Nel corridoi incrociai Emmet "Complimenti alla stilista!" disse guardando dolce Rosalie che teneva per mano, lei gli sorrise dolce, mi sistemò un ciuffo ribelle "Sei proprio carina Alessia." mi aveva detto sorridendomi sincera prima di andare con il compagno nel salotto.
Ricambiai il sorriso lusingata.
Esme in cucina stava felicemente cucinando per Seth, adorava cucinare, ma la dieta di famiglia non le permetteva di divertirsi molto, mentre adorava la presenza degli affamati lupi in casa; mi salutò gentile e dolce come sempre non appena varcai la soglia della cucina.
Seth, intento a divorare delle uova alzò lo sguardo verso di me e rimase a bocca aperta scatenando la mia tintinnante risata.
"Incredibile!" aveva detto mentre mi sedevo accanto a lui "Non imbrattata di sangue sei ancora più bella!" ridemmo insieme di quella sua sciocca battuta.
"Allora, passata bene la prima notte a casa Cullen?" mi chiese tra un boccone e l'altro; era il primo a pormi quella domanda, la nottata non era stata delle migliori, quindi mentii chiedendogli poi della sua.
Mi stupii che una persona come lui potesse mentire; disse che non aveva sognato nulla a causa della giornata pesante, ma i suoi pensieri lo tradirono, aveva sognato.. me! Il nostro incontro nella radura, il soggiorno dei Cullen.. noi che passeggiavamo ridendo in cortile e su una spiaggia.. abbassò immediatamente la testa sul piatto imbarazzato.
"Te ne eri dimenticato eh!" dissi scoppiando a ridere, lui ritornò a suo agio e mi chiese come fossi arrivata a Forks, deviai chiedendogli come mai fosse venuto a trovarci, era presto e le scuole erano chiuse a quanto ne sapevo "Sono venuto a trovarti." disse continuando a mangiare ora le omelette della felicissima Esme "Te lo avevo promesso." Già, me lo aveva promesso.. ora ricordavo.
Lo lasciai mangiare in pace e andai a guardare fuori dalla finestra, in cortile Renesmee e Jacob giocavano a rincorrersi.
Una stretta allo stomaco e stringendo i denti rimasi immobile.
Spostai lo sguardo da un’altra parte e mi distrassi pensando alla mia camera, che di mio aveva poco, per non dire nulla; pensai a come cambiarla, magari spostando i mobili, aggiungendocene qualcuno.. magari una scrivania, una libreria, sì una libreria mi serviva proprio e poi.. un computer, quello mi serviva, dovevo trovare delle risposte.
Immaginai ogni sorta di disposizione, mobile e tappezzeria mentre ascoltavo la casa.
Carlisle era nel suo studio al piano superiore, intento in chissà quale ricerca; Jasper ed Emmet erano usciti per non so quale compera, supposi per la spesa dato che Esme non la smetteva più di cucinare e Seth la rendeva la donna più felice al mondo mangiando qualsiasi cosa gli fosse messo di fronte; dal rumore Rosalie stava sfogliando una qualche rivista al in soggiorno mentre Alice giocava da sola a scacchi, un gioco che la divertiva se giocava da sola, non sapeva mai fino alla fine se avrebbero vinto le pedine bianche o quelle nere; Bella stava finendo un compito per la scuola in cucina, lontana dalle distrazioni del salotto con la più grande di tutte al suo fianco: Edward, che cercava di aiutarla. Edward improvvisamente si alzò dalla sedia e andò al piano di sotto.
Avevo isolato i pensieri di tutti, e ora sentivo solo i miei. Ogni giorno di più imparavo a gestire le originali sfaccettature del mio bizzarro potere.
Edward tornò nella stanza e si andò a sedere al tavolo.
"Seth, che ne dici di portare la nostra nuova amica in campeggio?"


◊ Spazio autrice:
Eccomi di nuovo qui, di ritorno dalle vacanze per raccontarvi un nuovo capitolo di *SecoиĐα cнαиce ♥.
Spero che anche questo vi sia piaciuto, riconosco che sto scrivendo capitoli un po' lunghetti, spero mi perdonerete, ma quando mi prende parto a scrivere e non mi fermo più ^^".Comunque vorrei ringraziare le gentilissime recensitrici e pregherei voi tutte mie adorate lettrici di scoprire le magiche funzioni della scritto Inserisci una recensione proprio qui sotto, che è in grado di rendere felice una povera scrittrice in cerca di una vana felicità, e a voi tutte che avete inserito la storia tra le seguite e le preferite mando un bacione: Grazie davvero!!

  
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