Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: FreDrachen    08/06/2021    1 recensioni
Luca aveva davvero tutto nella vita. Era una promessa del calcio, popolare tra i suoi coetanei tanto da essere invitato a ogni festa, ed era oggetto di attenzione di ogni ragazza e non.
Insomma cosa si poteva volere dalla vita quando si aveva tutto?
Basta, però un semplice attimo, un incidente lo costringerà a una sedia a rotelle, e per questo sarà abbandonato dalle persone che un tempo lo frequentavano e veneravano quasi come un Dio.
Con la vita stravolta si chiude in se stesso e si rifiuterà di frequentare la scuola. Sua madre, esasperata da questa situazione, riesce a ottenere la possibilità, dalla scuola che Luca frequenta, di lezioni pomeridiane con un tutor che avrà lo scopo di fargli recuperare il programma perso.
E chi meglio di uno dell'ultimo anno come lui può riuscire nell'impresa?
Peccato che Luca sia insofferente agli intelligentoni e non sembra affatto intenzionato a cedere.
Peccato che Akira non sia affatto intenzionato ad arrendersi di fronte al suo carattere difficile.
Due ragazzi diversi ma destinati ad essere trascinati dall'effetto farfalla che avrà il potere di cambiare per sempre le loro vite.
[Storia presente anche su Wattpad, nickname FreDrachen]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 11 parte 3

 

La lezione successiva furono due di laboratorio di microbiologia.

Per somma sfortuna si trovava a due piani sotto il nostro e per questo dovetti fare il breve viaggio in ascensore con il prof di laboratorio, un tizio di mezza età che occupava gran parte dello spazio ristretto.

Avvertì prima che le porte si chiudessero i mormorii dei miei compagni che affermavano che avevo scelto la via preferenziale e comoda, come se non fosse la sola cosa che potevo fare per muovermi da un piano all'altro. E comunque avrei fatto più che volentieri a cambio per non soffrire. Non ero mai stato claustrofobico ma vicino al mio prof avvertivo abbastanza la carenza di aria e spazio.

Quando finalmente giungemmo a destinazione, e dopo notevoli atti respiratori per riprendermi, mi avvicinai agli altri che sembravano aspettarci da un pezzo. Le cose erano due, o l'ascensore era troppo lenta oppure loro avevano inventato una qualche forma di teletrasporto. Il prof si posizionò di fronte a noi e con fare pratico illustrò brevemente quello che dovevamo fare, o meglio che gli altri dovevano finire e che io avrei dovuto cominciare da zero.

Era semplice a dire il vero, dovevamo posizionarci alle nostre postazioni munite di microscopi e avremmo dovuto analizzare sotto la lente diversi vetrini su cui erano poggiati dei tessuti umani e riportare come disegno quello che vedavamo su un quaderno. A parte che ero una frana colossale a disegnare, il vero problema era un altro.

Un insignificantissimo particolare.

I banconi erano più alti della mia altezza da seduto sulla sedia a rotelle e a meno che non avessi sviluppato la capacità di fluttuare per aria avrei avuto sincere difficoltà a svolgere questa esperienza.

E quando lo feci presente al prof lui si limitò a una semplice alzata di spalle e si allontanò per raggiungere l'estrema parte del laboratorio.

Dico, ma che cazzo di problemi aveva?
Non era il suo lavoro aiutarci a risolvere questi problemi pratici? Che poi mica era colpa mia se i banconi erano troppi alti.

«Se vuoi puoi fare coppia con me» s'intromise la voce irritante del mio compagno di banco, che da bravo violatore di privacy aveva origliato tutto.

Mi voltai e feci per rispondergli un rispettosissimo "Fatti i cazzi tuoi" ma mi fermai appena in tempo. In effetti stare in coppia con qualcuno non era poi così male come idea, ed ero certo che Quattrocchi (si, l'avrei chiamato così da quel momento in poi) sarebbe stato l'unico a farsi avanti e a volermi come compagno.

Che problemi. Ed eravamo solo a metà mattinata. Ma quando sarebbe finito questo schifo di giornata?

Di malavoglia mi affiancai a Quattrocchi che subito con la sua aria da secchione si mise al lavoro.

Passai le due ore più noiose di tutta la mia vita.

Quattrocchi era un continuo aprirsi in esclamazioni di meraviglia quando guardava un vetrino e poi subito si catapultava a disegnare quello che vedeva. Dato che osservarli al microscopio mi era precluso per problemi tecnici, perché farmelo appoggiare sulle gambe per vedere qualcosa doveva essere eresia per il prof, allungavo il collo per poter sbirciare sul suo quaderno che veniva trattato manco fosse una sacra reliquia.
Ma allora per che cazzo mi aveva chiesto di fare coppia con lui? Per fare il palo che moriva di noia?

Fui lesto a prenderlo quando lui si distrasse per andare alla ricerca di vetrini ancora da vedere e constatai che era dotato di un'abilità nel disegno pari alla mia...che era praticamente nulla. Difatti a me non parevano altro che scarabocchi mal riusciti e del tutto incomprensibili.

Lo rimisi a posto deluso mentre Quattrocchi tornava al mio fianco con tranquillità per analizzare un altro vetrino.

A fine dell'ora il prof annunciò che la settimana dopo avrebbe fatto una verifica di riconoscimento di questi vetrini.

Fantastico.

A lezione finita tornammo in classe


A lezione finita tornammo in classe. Quasi sentivo l'assoluta mancanza delle giornate passate in camera a non fare nulla.

Mi avviai verso il mio banco ed estrassi il portafoglio dalla tasca esterna del mio zaino per andare dalle macchinette. Speravo di vedere Akira per potermi lamentare in santa pace con qualcuno che capiva i miei disagi.

«Che fai Tremonti? Hai davvero il coraggio di uscire dalla classe?» s'intromise la voce irritante di Faccia da Rospo.

Ma non aveva nessun altro da importunare? Amici? Parenti? Serpenti velenosi?*

Gli rifilai un'occhiata dopo essermi accorto che si frapponeva tra me e la porta.

«Levati» sibilai tra i denti. Sinceramente parlare con lui non era altro che una perdita di tempo. Speravo che prima avesse intuito che non volessi avere nulla a che fare con lui ma da che vedevo non mi sembrava che il suo neurone solitario avesse colto.

Se non si fosse levato non mi sarei fatto problemi ad asfaltarlo con la sedia a rotelle. Anzi, ero certo che sarei pure tornato indietro e ci sarei passato sopra più volte fino a ridurlo a una sottiletta.
Constatai che il mio caro compagno di banco mi aveva abbandonato. Traditore.

Bè non che l'avessi trattato così bene da farlo rimanere. Peccato, non avrei potuto usarlo come ariete per sfondare quel muro umano di Ippolito.

Dopo aver formulato quel pensiero constatai che dovevo migliorare il mio approccio con gli altri.

Per fortuna lui con una risatina (ma che cazzo c'era da ridere?) si fece da parte e subito, per cui Quattrocchi sarebbe stato inutile, e mi fiondai fuori. Mi aveva fatto perdere anche abbastanza tempo.

Mi spinsi in avanti aiutandomi con l'anello corrimano e intravidi il prof di micro laboratorio tutto preso a gustarsi...ma quello era un Buondì?

Dopo che si era comportato da vero stronzo menefreghista con me se un meteorite l'avesse colpirl...

«Ah Tremonti eccoti. Finalmente abbiamo l'occasione di parlare».

Sobbalzai sulla sedia per lo spavento trovandomi il preside a poca distanza che poi si piazzò di fronte a me.

Ma da dove era sbucato? Era piombato dal soffitto o comparso magicamente dal pavimento?

«Buongiorno» lo salutai controvoglia.

"Si levi dalle palle. Si sta mettendo tra me e il mio desiderio di mangiare qualcosa" aggiunse la mia vocina interiore e dovetti fare uno sforzo fremendo dal non ripeterle ad alta voce.

«Sono contento che sia tornato finalmente a scuola».

"Io no".

«Come sta andando?» continuò lui con fare speranzoso.

«Bene» risposi laconico.

"Di merda".

Lui non parve intuire la realtà dei fatti perché annuì con il viso che sprizzava sollievo e allegria da tutti i pori. Lo sarei stato anch'io se i prof avessero evitato di fare gli infami.

«Il tutoraggio con Vinciguerra ha dato i suoi frutti spero. Mi ha riportato i tuoi passi avanti oltre che miglioramenti incredibili. Mi sembra che alla fine vi siati trovati bene anche dopo i leggeri diverbi iniziali».

Si all'inizio, quando non avevo la benché minima intenzione di frequentare Akira e il tutoraggio forzato mi ero presentato nello studio del preside lamentandomi di tutto quello che mi veniva in testa, tutto pur di evitare quei momenti.

Avevo detto che spiegava malissimo, quando un realtà era meglio di quasi tutti i miei prof.

Avevo detto che scriveva un modo incomprensibile quando era più che evidente che fosse il contrario.

Avevo affermato più cattiverie in quel momento che cellule in un corpo umano, ma alla fine il preside con un sorriso bonario, che in quel momento mi aveva fatto incazzare di brutto, aveva deciso di farmi proseguire.

E sinceramente si era dimostrata tutt'altro che una cattiva idea.

Akira era, si può dire, diventato una presenza fondamentale nella mia vita.

«Si é servito molto. I prof hanno pensato bene di testarlo subito».

"Tiè ben vi sta maledette sanguisughe" pensai con intima soddisfazione. 

Lui agrottó le sopracciglia.

«Avevo espressamente detto di non interrogarti il giorno del tuo rientro».

A quelle parole cercai di soffocare una risata. Ma davvero pensava che non si sarebbero risparmiati dopo il tanto bene che mi volevano?

«Me la sono cavata» tagliai corto cercando di fargli intuire che avevo altro da fare che prendere thè con i biscotti immaginari con lui.

Come volevasi dimostrare non capí l'antifona e cominciò a parlarmi di altro. Incrociai le braccia al petto per cercare di mandargli i segnali del mio interesse zero per quello che diceva ma lui continuò e mi avrebbe trattenuto se non fosse che era arrivata la prof di italiano.

Era stato talmente logoroico che mi aveva mandato il cervello in tilt e non ero riuscito a riferirgli del problema con i microscopi in laboratorio.

E non ero ancora riuscito a vedere Akira.

Merda! Ma quando sarebbe finito quello schifo di giornata?
 

*Cit presa dall'era glaciale 😂😂😂😂
 

Angolino autrice:

Buonsalve 😍
Eccomi con la parte 3 e ultima di questo capitolo 11 kilometrico 🤗😂
Spero vi sia piaciuto e mi scuso per il ritardo nel postare :3
Nel prossimo faremo la conoscenza di tre nuovi personaggi 🙈 chissà come prenderà Luca di questa loro presenza 😂😂😂
Ringrazio tutti voi che seguite la storia 😍💞

A presto!
FreDrachen

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: FreDrachen