Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR
Segui la storia  |       
Autore: Justice Gundam    14/06/2021    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

Benvenuti!

Questo che vi apprestate a leggere è un mio tentativo di trasporre in narrativa gli eventi canonici del gioco di ruolo Pathfinder, ormai arrivato alla sua seconda edizione. Avete già visto che sto pubblicando alcune storie prese dalle mie sessioni di gioco, ma quelle riguardavano le avventure che ho scritto io... qui invece, ci spostiamo su Golarion, il misterioso mondo creato dagli autori della Paizo. Cercherò di intessere una narrativa ispirata agli eventi di diversi Percorsi d'Avventura, cominciando dal primissimo... e arrivando ad un finale che spero sarà sufficientemente epico!

Quindi, prendete un bel respiro, e preparatevi a viaggiare tra i miti e le leggende di Golarion! Mi aspetto che sarà una storia davvero lunga…

Tutti i marchi registrati che utilizzerò in questa fanfiction sono di proprietà della Paizo o della Legendary Games, un gruppo di sviluppatori indipendenti che hanno scritto un bel po' di materiale per la prima edizione di Pathfinder. Tali marchi registrati sono utilizzati in questa fanfiction per puro divertimento e senza scopo di lucro.

Molto bene, amici fan del fantasy! E' il momento di cominciare! Buona lettura!

 

----------

 

Prologo

 

"Lady Alaznist. Vogliate perdonare l'intrusione."

Una voce maschile chiara ed eloquente, ma distintamente arrogante e crudele, risuonò nel grande santuario riccamente decorato, un attimo dopo che una figura imponente si materializzasse sull'ingresso. Due paia di occhi indignati si volsero di scatto sull'intruso, che avanzò con una sicurezza che sfociava nella tracotanza, quasi volesse sfidare gli abitanti del santuario a fermarlo.

"Il momento è ormai giunto. Thassilon cadrà oggi." continuò l'uomo, con lo stesso distacco che avrebbe avuto nel parlare delle condizioni atmosferiche. Le fiamme magiche che ardevano nei bracieri disposti ordinatamente nel salone illuminarono in maniera spettacolare la figura dell'uomo - alto, dal fisico prestante e dall'aspetto affascinante, i capelli neri come la notte tagliati corti e un pizzetto ben curato dello stesso colore. Sul torace e sulle braccia erano tatuate delle complesse rune che lo identificavano immediatamente per ciò che era - uno dei sette Signori delle Rune, i potentissimi maghi che governavano le satrapie che una volta erano l'Impero di Thassilon.

La prima delle due figure già presenti nel santuario - una donna di mezz'età dai lunghi capelli rossi, alta e statuaria, avvolta in eleganti vesti rosse e dorate, e con il volto perennemente contorto in un'espressione rabbiosa - avanzò imperiosamente verso l'uomo. "Con quale temerarietà osate violare il mio santuario, Xanderghul?" tuonò. "La vostra tanto decantata superbia vi porterà infine alla morte!"

"Qui non siete il benvenuto, Signore delle Rune!" ringhiò l'imponente creatura ricoperta di squame viola che attendeva in piedi accanto alla donna vestita di rosso.

L'uomo di nome Xanderghul, noto come il Signore delle Rune della Superbia, accolse le minacce con espressione quasi annoiata e si lisciò il lungo mantello verde che lo avvolgeva. Il suo collare di piume di pavone si mosse appena un po' mentre Xanderghul si avvicinava con tutta calma. "Sareste così gentile da far tacere la vostra creatura, Alaznist, prima che io sia costretto a bandirla?" chiese con presunzione. "Trovo corretto da parte mia informarvi che la vostra sala del consiglio non mi impressiona più di tanto. Sono di ritorno dalla sala del trono dell'imperatore di Azlant in persona."

La donna, Alaznist, si avvicinò a Xanderghul fino a stargli quasi ad un palmo dal naso, cercando di invadere il suo spazio. "Azlant?" ringhiò. "Vorreste dunque tornare da coloro che ci hanno esiliati, come un cane preso a calci dal suo padrone? Sapevo che eravate uno stolto egocentrico, Xanderghul, ma non vi facevo anche un traditore!"

Xanderghul rivolse ad Alaznist uno sguardo obliquo. "Azlant è ormai in rovina." rispose. "Non è che un'ombra del suo antico splendore. E l'imperatore è sempre più vecchio e debole. E' arrivato al punto di implorare il sottoscritto di prendere il suo posto sul Trono di Vetro." Fece vagare il suo sguardo attorno alla sala del consiglio. "E devo ammettere che suona bene. Xanderghul, Imperatore di Azlant."

L'ira di Alaznist sembrò quietarsi almeno un po', e la donna si distaccò da Xanderghul e sospirò. "Eppure eccovi qui, dopo aver attraversato nuovamente il mare di Thassilon. Non posso fare a meno di notare che non indossate neanche una corona."

Il vistoso Signore delle Rune della Superbia scosse il capo. "Aroden, l'eroe del culto, ha rovinato tutto." rispose con un'acredine che incrinò appena un po' il suo atteggiamento presuntuoso. "Ha reclamato la spada del comando per sè. E da allora, tutto è piombato nel caos."

Xanderghul alzò una mano e toccò un murale che rappresentava uno strano simbolo, somigliante ad una stella a sette punte. "Ora l'impero è controllato dai signori velati. In realtà, penso che lo sia sempre stato." continuò. "E quando la successione non è andata come speravano, hanno evocato delle pietre infuocate da oltre il cielo. Hanno demolito il palazzo e ridotto il trono in frammenti. Vogliono ricordarci qual è il nostro posto."

Alaznist corrugò la fronte e fissò Xanderghul mentre quest'ultimo si voltava verso di lei con un elegante svolazzo del suo mantello. "Azlant è morta. Tra poco toccherà anche a Thassilon." affermò. "E voi... siete sempre stata la mia preferita, Alaznist. Che gli altri Signori delle Rune restino pure qui a marcire. Io e voi ci salveremo dalla tempesta imminente, e riemergeremo quando la distruzione sarà passata. Sarà allora che voi potrete aiutarmi a restituire la gloria passata a Thassilon."

La donna vestita di rosso non reagì, ma dentro di sè ardeva di rabbia. Quale presunzione, credere davvero che lei, Lady Alaznist, Signora delle Rune dell'Ira, si sarebbe abbassata a fare da tirapiedi a qualcun altro, fosse anche Lord Xanderghul. Ma in quel momento, non conveniva reagire. Con uno sforzo di volontà, Alaznist tenne a freno la lingua e continuò a fissare Xanderghul che, con un semplice gesto della mano, cominciava a svanire.

"E' ormai tempo, Alaznist. Entrate nel vostro pozzo delle rune. Preparatevi ad un lungo riposo. Passeranno molti, molti anni prima del nostro prossimo incontro." con queste parole, Xanderghul svanì del tutto, lasciando Alaznist e il suo servitore da soli nella grande sala del consiglio.

La creatura dalle squame viola scosse la testa cornuta e fece un gesto con la mano, mostrando degli artigli affilati grandi come roncole. "Avremmo fatto meglio ad ucciderlo mentre ne avevamo la possibilità, mia signora." tuonò.

Alaznist appoggiò una mano sulla spalla della creatura, sentendone i muscoli simili ad acciaio temprato. "Ogni cosa a tempo debito, mio castellano." rispose, con un tono più disteso. "Detto questo, per quanto Xanderghul sia un presuntuoso, ha ragione. E' tempo che io vada. E il tuo compito è sorvegliare la fortezza fino al mio ritorno. Quando i tuoni si saranno calmati e le rovine fumanti del nostro regno saranno riemerse, io tornerò dal mio pozzo delle rune per costruire un nuovo Impero di Thassilon."

La donna si incamminò fino a raggiungere una finestra che dava su un desolante paesaggio di rovina e distruzione, una terra devastata dalle pietre infuocate che cadevano senza sosta dal cielo del colore del piombo. "Usa la Chiave che ti ho dato per proteggere la fortezza. La nuova era avrà bisogno di un centro del potere adatto. Piega gli abitanti di questo posto alla tua volontà, e non lasciare mai che dimentichino il dominio di Alaznist, Signora delle Rune dell'Ira!"

Il demone chinò il capo. "Come desiderate, potente Lady Alaznist." rispose. "Quanto tempo resterete nel pozzo delle rune?"

Il volto arcigno di Alaznist si rilassò in un sorriso malvagio. "Non ti preoccupare. Non dovrei metterci più di qualche migliaio di anni."

All'esterno, la pioggia di meteore si era intensificata, radendo al suolo ogni cosa ai piedi della grande montagna... sulla cui fiancata era scolpito il volto della Signora delle Rune, che squadrava con bramosia tutto ciò che le apparteneva.

Per ora, era il momento di ritirarsi. Col tempo, Thassilon sarebbe rinata, e il mondo intero avrebbe dovuto inchinarsi ancora una volta ai Signori delle Rune...     

                            

 

oooooooooo

 

In un altro luogo, nello stesso momento...

"Immaginavo che si sarebbero mossi presto. Se devo essere sincera, mi sorprende che non lo abbiano fatto prima." commento, vagamente divertita, l'arcimaga armata di falcione in piedi al centro della grande sala. Vestita in maniera alquanto rivelante, con una sorta di costume di cuoio rosso e nero che lasciava ben poco all'immaginazione, e tenendo in una mano un'impressionante arma ad asta con una lama ricurva a ciascun capo, la donna raggiunse il centro del grande pentacolo rosso inciso sul pavimento, che sembrava fluire come se fosse stato disegnato con il sangue. Le due figure in piedi al centro del pentacolo attesero la loro padrona senza dire nulla, e la donna fece vagare il suo sguardo per la sala, come se volesse imprimersi nella mente quel luogo a lei tanto familiare prima di doverlo lasciare per un lungo tempo.

"Lord Xanderghul e Lady Alaznist si saranno già ritirati nei loro pozzi delle rune, potente Lady Sorshen." disse uno dei due individui al centro della stanza - un uomo bellissimo e dal fisico degno di un modello, avvolto in eleganti vesti rosse decorate di rune dorate, il petto nudo e le braccia muscolose decorate con segni mistici dello stesso colore del sangue che permeava il pentacolo... e le mura della stanza. "Riteniamo che Lord Karzoug farà lo stesso entro breve... per quanto riguarda Lord Zutha, Lord Krune e Lady Belimarius, stanno prendendo anche loro i provvedimenti necessari."

"Il Cenotafio è letteralmente sommerso di energia magica." rispose l'altro uomo, un giovane dai corti capelli neri vestito di un'elegante toga di seta bianca con un paio di calzari dorati, bracciali argentati ai polsi, e il viso e le spalle decorate da piccole rune nere. "Lord Zutha ha preso dei provvedimenti drastici."

"Capisco..." disse Sorshen, la Signora delle Rune della Lussuria, pensando alla crisi che il suo regno stava attraversando. Non era mai successo prima che Thassilon fosse sull'orlo della distruzione come in quel momento. Prima Azlant, e adesso loro...

La donna scosse la testa e si riavviò i lunghi capelli neri con un elegante gesto. "Ammetto che condividere con Xanderghul e gli altri le mie scoperte sui pozzi delle rune... non è stata la mia idea più intelligente. Ma rammaricarsene non servirà a nulla, a questo punto." Con un gesto del braccio libero, l'arcimaga si incamminò verso un immenso altare di pietra, sul quale troneggiava una colossale statua che rappresentava la Signora delle Rune completamente nuda... e con un rombo agghiacciante, alcuni canali si aprirono nei muri allorchè alcune lastre di pietra si mossero e rivelarono i condotti dalle pareti incrostate di rosso dietro di essi. Un istante dopo, dei fiumi di denso sangue scarlatto cominciarono a fluire dai canali e a riversarsi in un grande canale che attorniava il centro di potere di Sorshen. Il liquido scarlatto cominciò a risplendere di luce propria, immergendo la sala in un malato bagliore cremisi, e un pungente odore ferroso si diffuse ovunque... ma nè la donna nè i suoi due attendenti sembrarono minimamente turbati.

Sorshen abbassò il braccio e voltò il capo verso i suoi due subordinati, picchiettando sul terreno con una delle lame del suo roncone. "E' ora che anch'io mi unisca ai miei... stimati colleghi... nel nostro sonno millenario." affermò. "Quando il Cataclisma sarà cessato, ci sarà molto da ricostruire... e preferirei che sia fatto senza inopportune interferenze. Immagino che voi abbiate già capito cosa voglio dire... giusto, Kazsethil?"

La donna rivolse un sorriso malizioso e seducente all'uomo vestito di rosso, che rispose a tono, chinando la testa. I lunghi capelli castani che incorniciavano il suo viso si mossero lievemente, mentre Kazsethil guardò negli occhi la sua signora. "Conti su di me. Io e Solusen faremo in modo che non ci siano problemi quando lei ritornerà."

Solusen, l'uomo in toga e sandali, disse di sì con la testa... e Sorshen restò per un attimo a fissare negli occhi il suo subordinato, come se volesse leggergli nel pensiero.

"Ottimo." rispose Sorshen. "Mi raccomando, Kazsethil. Conto su di te."

"Ma non al cento per cento." volle aggiungere tra sè.

 

oooooooooo

 

"HEH. STUPIDE SCIMMIE SENZA PELI. ORMAI E' TROPPO TARDI PER VOI. AVRESTE DOVUTO CAPIRE PRIMA CHE NON POTEVATE FARE NULLA PER SFUGGIRE ALLA VOSTRA SERVITU'."

La mente aliena intrappolata tra innumerevoli vincoli magici nell'oscurità impenetrabile degli abissi marini aveva ancora conservato qualche scampolo di coscienza. I suoi enormi poteri psichici reagivano agli avvenimenti che stavano devastando il mondo di superficie, percependo ogni singola vita che veniva spezzata, il loro terrore e il loro senso di impotenza davanti ad una natura che si era rivoltata contro di loro.

Per il potente signore velato Ochymua, alto rappresentante degli alghollthu su Golarion e comandante delle legioni degli ulat-kini, questa devastazione era la sua vendetta.

"IL MIO UNICO RAMMARICO E' CHE NON RIUSCIRO' A VEDERE IL TRAMONTO DELL'UMANITA' PRIMA DI CADERE IN QUESTO SONNO SENZA TEMPO. DI SICURO, D'ORA IN POI PIU' NULLA POTRA' OPPORSI AL DOMINIO DI NOI ALGHOLLTHU..."

Ochymua non riuscì ad articolare altri pensieri, prima di sprofondare in una stasi senza tempo...

 

oooooooooo

 

Quel giorno, il Cataclisma cambiò per sempre la vita su Golarion...

Ma gli alghollthu avevano sottovalutato la razza umana.

Col tempo, anche se gli Azlanti sarebbero stati dimenticati, l'umanità avrebbe ricostruito ciò che era andato perso...

I Signori delle Rune divennero soltanto un lontano ricordo avvolto dalle nebbie del tempo.

Il ricordo dei signori velati svanì dalle menti degli abitanti di superficie...

Diecimila anni dopo il Cataclisma, Golarion era un pianeta ricco di culture e creature di ogni tipo.

Ma la sua storia continuava ad essere travagliata.

Con la morte del dio vivente, Aroden, il mondo entrò in quella che venne chiamata "l'Era dei Presagi Perduti".

Ed in questa era, Golarion si prepara ad affrontare una crisi ancora più grande...

 

oooooooooo

 

CONTINUA...    

 

 

                                 

  

     

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Giochi di Ruolo > Pathfinder GDR / Vai alla pagina dell'autore: Justice Gundam